4. I'm criticized but all your bull is brick of shame

Appena apro gli occhi, capisco che siamo arrivati a Capitol City dalle urla che sento. I capitolini sono eccitati perché un nuovo carico di tributi è venuto a morire per il loro divertimento. Disgustata, quando vado a fare colazione non mi preoccupo neanche di guardare dalla loro parte. Gli altri stanno già mangiando: sul tavolo è posato il cestino di panini che non ho mangiato ieri sera, un elegante bicchiere colmo di succo d'arancia a testa, una tazza di caffè ciascuno, cioccolata calda per ognuno di noi e fegato d'oca. Mangio tutto cercando di godermelo il più possibile: sono i miei ultimi giorni di vita, e voglio passarli bene. - Glimmer, Marvel, credo che sia arrivato il momento di iniziare a parlare delle strategie che dovrete utilizzare nell'arena - esordisce Cashmere. - Innanzitutto, vi siete fatti un'idea dei tributi con cui volete allearvi guardando il riepilogo delle mietiture, ieri sera? - continua Gloss. - Sì. Faremo parte del solito gruppo di Favoriti - rispondo io. - Magari potremo aggiungere qualcun altro: quest'anno la concorrenza è agguerrita, ed avremo bisogno di sponsor - suggerisce Marvel. - Avete già in mente chi? - aggiunge Ellie, con la sua insopportabile voce stridula. - Io e mio fratello vi consigliamo di aspettare di vedere i vostri avversari in azione al Centro di Addestramento - dice Cashmere. - Per non prendere decisioni affrettate - conclude Gloss. - Ok. Grazie per questi consigli iniziali. Ce ne ricorderemo. - Il mio tono di voce non è mai stato tanto formale. I nostri mentori mi mettono in soggezione. Forse è perché hanno delle morti sulla coscienza. Poi mi rendo conto che, se voglio far sopravvivere Marvel, anch'io dovrò uccidere, e il pensiero mi fa quasi liberare dalla colazione. - Per quanto riguarda l'arena, invece? - domanda Marvel. - Non c'è tempo, ragazzi! Dobbiamo andare al Centro Immagine! - esclama Ellie. A quel punto, scendiamo giù dal treno. Il pensiero della Cerimonia di Apertura mi fa contorcere le budella. Dovrò vedere gli altri tributi faccia a faccia, e in più anche imparare a conoscerli allenandomi con loro per tre giorni, fino a che non saremo spediti nell'arena approntata per gli Hunger Games di quest'anno. L'immaginare tutto questo mi fa tremare incontrollabilmente. - Hai freddo? - chiede Marvel. Non ho sentito i suoi passi mentre si avvicinava, ero troppo concentrata a pensare ai Giochi ed ai miei nemici. - No, sto bene - ribatto, cercando di sorridere. - Secondo te, con quali tributi dovremo allearci? - si informa. - Quelli del 2, la ragazza del 5, i tributi dell'11 e del 12 - replico, poi mi rendo conto che ho nominato due dei distretti più poveri di Panem e mi azzittisco. - Già. Stavolta anche i morti di fame potrebbero tenerci testa - scherza lui, e scoppiamo a ridere tutti e due. Dopo qualche secondo arrossisco, perché io e Marvel non ci parlavamo quasi mai, al Distretto 1, a causa della mia timidezza. Ironia della sorte, ho trovato il coraggio di rivolgergli la parola solo ora, a poche settimane dalla mia morte. - Venite a conoscere i vostri staff di preparatori - grida Cashmere, a qualche metro di distanza. - Glimmer, questi sono Madigan, Angela e Rob; Marvel, ecco Zoe, Jana e Ben. I vostri stilisti, Doug e Tonnie, non sono presenti perché si stanno consultando proprio ora sugli ultimi dettagli dei vostri costumi - presenta Gloss. - Sono meravigliosi! Appena li vedrete, impazzirete di gioia! - quasi strilla Ellie. Data l'assurdità della gente che abita qui, mi riesce difficile capire se sta parlando degli stilisti o degli abiti; molto probabilmente di questi ultimi. Comunque, durante la sfilata dei tributi, cercherò di sembrare fiera di rappresentare il mio distretto ai Settantaquattresimi Hunger Games, e nasconderò il terrore che mi pervade da capo a piedi da oramai un giorno. Entriamo nel Centro Immagine preceduti dai nostri staff, poi ci dividono: Marvel va nella sezione ragazzi, dove riesco a vedere anche i tributi dei distretti 2, 4, 5, 6, 11 e 12. Le ragazze dei medesimi distretti sono nella mia sezione. Clove mi lancia un'occhiata assassina, Marina sembra piuttosto intimorita, Finch abbassa gli occhi, Sophie mi dà un'occhiata veloce, Rue distoglie lo sguardo e Katniss non si degna neanche di guardarmi, troppo concentrata sul dolore che le provoca la ceretta per accorgersi di qualcos'altro. Il mio staff si è appena fermato a parlare con quello di Sarah, che è appena entrata. Deduco che anche il ragazzo dell'8 abbia fatto il suo ingresso, dall'altra parte. - E così ci dovremo alleare - sento una voce sconosciuta alle spalle e mi giro, trovandomi di fronte agli occhi, di una tonalità che spazia dal marrone al verde, di Clove. - Direi proprio di sì - e le indirizzo un'occhiata superiore . - Non ero d'accordo, è stato Cato a deciderlo - confessa lei. - Neanch'io. Ma mi dovrò accontentare. - Dopo una frazione di secondo, mi ritrovo con un coltello puntato alla gola, contro la parete, a bocca aperta.







Ciao a tutti! Questo è il quarto capitolo, e già le cose per Glimmer iniziano a mettersi male: mai insultare Clove, rischi di pagarla cara! Tuttavia, con Marvel va più che bene, tanto che quasi mi dispiace che debbano morire: nonostante io la sopporti poco, per me non si merita quello che le sta succedendo. Mi piace immaginarla adulta, sposata con Marvel e con due bambini, perché, bisogna ammetterlo, sono proprio una bella coppia. Ringrazio chi recensisce la storia (anche se non vi conosco, vi adoro!) e spero che continuiate a seguirla. Smetto di annoiarvi e vi mando un abbraccio.

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