3. I'm talking loud not saying much

Mentre entriamo nel Palazzo di Giustizia, sento la voce della capitolina che conclude il suo discorso: - Felici Hunger Games! E possa la fortuna essere sempre a vostro favore! - Mi chiedo se verrà qualcun altro, oltre ai miei genitori ed Olivia, a salutarmi. Entro in una stanza lussuosissima ed aspetto le visite. I primi ad entrare, ovviamente, sono mia madre e mio padre. - Avete tre minuti - avverte il Pacificatore dietro di loro, e poi richiude la porta. - Oh, tesoro! - dice mia madre, con le lacrime che le rigano le guance. - Ce la puoi fare, Glimmer! Mi senti? Ce la puoi fare! - mi sprona mio padre. - Ci proverò. Farò tutto il possibile - rispondo, sapendo di stare mentendo. Io non tornerò a casa, e forse loro, in un angolo del cuore, lo sanno, ma si rifiutano di accettare la realtà. Dopo questo breve discorso, rimaniamo abbracciati per il tempo che ci rimane. Poi li portano via. La visita successiva mi coglie di sorpresa: è il padre di Marvel. - B-buongiorno - dico, titubante. Lui fa un cenno col capo, poi, dopo un minuto di silenzio, dice: - Vuoi ucciderlo? - So che si riferisce a Marvel. Non posso dirgli la verità, perché forse gli uscirà di bocca ed arriverà anche alle orecchie dei miei genitori, e comunque la mia lingua è anestetizzata: non riesco a proferire parola. Dopo se ne va, e io aspetto gli altri. La madre di Marvel entra, mi guarda, scoppia in lacrime e corre fuori. Per ultima, c'è Olivia. Ci abbracciamo a lungo, poi mi dice: - Tieni, te l'eri dimenticato - e mi porge un anello. Il mio anello portafortuna. - Lo sai, vero? - le dico, alludendo al fatto che non tornerò, e che preferirei che vincesse Marvel. A noi due basta uno sguardo per capirci. Annuisce. - Mi mancherai. Come farò senza di te? - ed inizia a piangere sommessamente. Oggi mi sembra di essere inondata da un fiume in piena. Lo stesso Pacificatore di prima entra e la porta via. Poi io, Marvel e la nostra accompagnatrice usciamo dal Palazzo di Giustizia, entriamo in una macchina e poi saliamo sul treno che ci condurrà a Capitol City. - Sono onorata di essere la vostra accompagnatrice! Siete due ragazzi così belli, gli sponsor faranno la fila per voi! Venite, la cena si terrà in questa stanza! Ovviamente voi conoscete già il mio nome, ma potete anche chiamarmi Ellie! - dice tutto d'un fiato la capitolina. Entriamo in uno scompartimento e troviamo Cashmere e Gloss, i nostri mentori. - Ciao, Glimmer. Benvenuto, Marvel. Fate pure come se foste a casa vostra - ci dicono, e io non posso fare a meno di pensare che sono educati ma freddi. Se non mi sbaglio, Cashmere ha vinto la sessantaduesima edizione degli Hunger Games a sedici anni, mentre Gloss ha vinto la sessantatreesima a diciotto. Ci sediamo attorno il tavolo e mangiamo ognuno i nostri piatti preferiti: Cashmere una minestra di carote densa e saporita, Ellie un'insalata verde, io delle costolette d'agnello e purè di patate, Gloss del prosciutto e un mucchio di patate fritte e Marvel una terrina di frutta. Dopodiché, andiamo a guardare il riepilogo delle mietiture. I primi siamo io e Marvel, ovviamente. Mi restano impressi solo alcuni tributi. Cato Hadley, il volontario diciottenne del Distretto 2. Clove Kentwell, la quindicenne dall'aria letale che è stata scelta nello stesso distretto. Marina Schulse, la diciassettenne del 4. Max Eisenstein, il dodicenne del medesimo distretto. Finch Crossley, la quindicenne del 5. Per il Distretto 6 viene sorteggiata una dodicenne, Kate Sullivan, ma una diciottenne di nome Sophie, sua sorella, prende il suo posto. Sempre per il 6 viene sorteggiato William, il fratello sedicenne del tributo femminile. Un ragazzo vuole offrirsi, ma lo rifiuta. Non faccio molto caso all'8, ma mi sembra che la ragazza sia una sedicenne, di nome Sarah Crew. Nel Distretto 11 viene scelta Rue Mathony, una dodicenne. Il tributo maschile di quel distretto è il diciottenne Thresh Radioactive. E poi si arriva al 12. Viene chiama la dodicenne Primrose Everdeen, ma succede l'identica cosa del 6, ovvero la sorella sedicenne Katniss si offre volontaria. L'ultimo tributo che mi rimane impresso è di quel distretto, il sedicenne Peeta Mellark. Decido di parlarne con Marvel. - Tu con chi vuoi allearti? - gli chiedo. - Stavo pensando alla ragazza del Distretto 4, a quella del 6 e al ragazzo dell'11. Ma siccome siamo Favoriti, penso che dovremo prendere con noi anche quelli del 2 e forse il ragazzino del 4. La ragazza del 5, però, sembra sveglia, e quello del 6 di certo non si vorrà staccare da sua sorella. La ragazzina dell'11 sembra sveglia. Poi ci sono i due del 12, che sembrano abbastanza a posto. - Decidiamo di allearci con gli altri Favoriti, sebbene io sia un po' restia nei confronti di Clove. Poi andiamo a dormire tranquillamente.








Angolo dell'autrice: Ciao a tutte! Sono arrivata al terzo capitolo! Premetto che non ho nulla conto Clove, anzi, è uno dei miei personaggi preferiti, ma, secondo me, lei e Glimmer non si sopportano proprio. Allora, che ve ne pare? Recensite, se vi va, per favore. Una piccola precisazione per quanto riguarda Sophie Sullivan, la diciottenne volontaria del Distretto 6: personaggio me lo immagino con i capelli di un castano scurissimo, gli occhi verde-azzurri, alta, insomma, una ragazza davvero molto bella. Sarà un'altra protagonista delle mie fanfiction sui pensieri di alcuni dei tributi, come William Sullivan, suo fratello. Un abbraccio.

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