12. But is you who had offered there to fall

Mentre il Ragazzo Innamorato ci guida, parliamo di Sarah. – Sì! Avete sentito come gridava? – la schernisce Cato. – Si può essere così stupidi? – gli dà ragione Clove. – Già! – continua Marvel. – Oh, no! Ti prego, non mi uccidere! – le faccio il verso. Poi io e Cato ridiamo all’unisono, e lui si complimenta. – Niente male come imitazione! – Poi si rivolge a Peeta: – Ehi, Ragazzo Innamorato! Sicuro che sia andata di qua? – Peeta esce dal folto della vegetazione e risponde: – Sicurissimo! – Sembra spaventato. – Lo spero per te! – lo intimidisce Cato. – Sì, era sua quella trappola per i conigli! – e ce la indica. Nessuno di noi, a parte lui, l’ha notata. Peeta segue Marvel e Clove, mentre io e Cato rimaniamo indietro. – Non pensi che sia meglio ucciderlo adesso? – sussurro. – No, solo lui può portarci da lei! Andiamo! – A quanto pare, Cato non vede l’ora di trovare la ragazza in fiamme. Acceleriamo il passo. – Tra te e Marvel c’è qualcosa? – bisbiglia per non farsi sentire, anche se gli altri sono ancora piuttosto lontani. Sono così scioccata che rispondo – Sì! – senza neanche pensarci. Sorride. – Lo sospettavo! Da come vi guardate! – spiega. La sua domanda a bruciapelo mi ha sconvolta: se è stato evidente per lui, allora, forse, anche a Capitol City avranno pensato lo stesso. Proseguiamo fino al lago, dove Marvel e Clove stanno scherzando come due bambini. Quella visione mi fa ingelosire. Poi mi rendo conto di quanto è assurda la cosa: io, Glimmer, una delle ragazze più belle del Distretto 1, sono gelosa di una brunetta qualsiasi? Ci sono molti ragazzi che mi preferirebbero a lei per vari motivi. Primo, io sono alta e lei bassa. Secondo, i miei capelli sono biondi ed i suoi neri. Terzo, i miei occhi verde smeraldo sono molto più espressivi dei suoi, che sono un incrocio tra il verde muschio ed il marrone. Insomma, ammettiamolo: solo un cieco potrebbe preferirla a me. William è stata l’eccezione alla regola. Noto che Peeta, in disparte, sta già dormendo. Deve aver sgranocchiato distrattamente qualcosa trovato nel suo zaino. Ci mettiamo a mangiare, ed, in quanto a cibo, sta iniziando a mancarmi Capitol City. Dopo qualche minuto, Cato si mette in posizione per il suo turno di guardia. Clove farà il secondo, io il terzo, Marvel il quarto e Peeta il quinto, anche se non ci fidiamo molto di lui. Purtroppo, dovremo accontentarci. Sprofondo quasi subito in un sonno senza sogni. Quando Clove mi sveglia per il mio turno di guardia, non perdo tempo a guardare a destra e sinistra se sta arrivando qualcuno, perché sarebbe svantaggiato: siamo cinque contro uno. Forse quattro contro due, se si tratta di Katniss. Ma non mi preoccupo. Preferisco di gran lunga guardare Marvel, che, nel sonno, sembra un bambino bisognoso di affetto. Mi vengono le lacrime agli occhi se penso a quanto gliene posso dare io ed al fatto che non ne avrò mai l’occasione. Cerco di reprimerle, perché non voglio che il pubblico mi veda piangere come una mocciosa, e soprattutto che intuisca qualcosa di me e Marvel. Quelli di Capitol City saranno troppo presi da Katniss e Peeta, ma gli abitanti dei distretti potrebbero accorgersi di quello che provo, e non voglio che nessuno lo sappia. Dopo un po’, sveglio Marvel per il suo turno. Quando provo a riaddormentarmi, mi accorgo che non ci riesco. Ho bisogno che Marvel stia vicino a me, come tre ore fa. Cerco in mille modi di prendere sonno, ma è tutto inutile: mi sento indifesa dal lato sinistro. Un’ora dopo, tocca a Peeta, e finalmente Marvel torna accanto a me. Non appena il turno del ragazzo del Distretto 12 finirà, dovremo svegliarci e ricominciare a cacciare. Mi preoccupa il fatto di aver perso un’ora di sonno. Per fortuna, mi addormento quasi subito sentendo il mio compagno di distretto di fianco a me. Mi sembra che sia passato solo mezzo secondo quando sento la voce di Clove: – Ehi, sveglia, dormigliona! – Mentre facciamo colazione, presto poca attenzione a quello che metto in bocca. Mi vengono in mente tutti i tributi morti. La ragazzina del 3, ancora così piccola. Marina, che sperava infinitamente di potercela fare. Il piccolo Max, appena dodicenne. Il ragazzo del 5, la cui famiglia spera che qualcuno mi uccida il più presto possibile. Sophie, offertasi al posto della sorellina Kate. William, il ragazzo che ha rifiutato un volontario. I due del 7, di cui neanche conosco il nome. Il ragazzo dell’8, che sembrava sicuro di sé. La ragazzina del 9 ed il ragazzo del medesimo distretto, che speravano di poterlo rivedere. La ragazza del 10, che sembrava aver accettato la sua morte con rassegnazione. E Sarah, che implorava la nostra pietà mentre la scannavamo. I loro parenti ed amici vogliono il nostro sangue. E presto lo avranno.







Siamo al capitolo dodici! Uno: non sono contro le Clato, come può sembrare da quello che ho scritto qualche capitolo fa. Due: precisazioni su titolo della storia e dei capitoli. Il primo l’ho preso dall’omonima canzone di David Guetta ft. Sia, i secondi da alcuni versi del testo. Terzo: mi distrugge non poter fare accenni ai Catoniss ed ai Cleeta, le mie coppie preferite. Quarto: recensite, per favore! Come al solito, ringrazio Lady_purosangue, paolobs, Queen Elizabeth e la giratempo, anche a costo di sembrare noiosa. Ditemi cosa pensate del capitolo, se ne avete voglia. Vi saluto. Baci&abbracci dalla vostra JackiLoveCatoniss4ever.

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