Via d'uscita

Timmy decise di essere carino con Paolo così da uscire da quella stanza e magari scappare via ma doveva essere molto attento. Doveva essere credibile. Non poteva farlo subito.
Paolo ritornò e gli sorrise.
- dov'eramo arrivati? Ah si, non voglio farti del male - disse Paolo avvicinandosi a lui. - voglio solo che io e te stiamo insieme -
- dimostramelo. Fammi uscire della stanza almeno - disse Timmy andando piano.  - non ne posso più di vedere solo queste pareti -
Paolo ci pensò e poi uscì un attimo. Chissà quel pazzo che cosa aveva in mente?
Ci mise un quarto d'ora e poi tornò.
- vieni con me - disse Paolo gentile.
Timmy lo seguì e si trovò in un soggiorno con una tavola apparecchiata ma le posate erano di plastica. Immaginava anche il motivo.
- ti piace? -
C'erano anche i fiori. Erano veramente belli e profumati.
- sono bellissimi questi fiori - rispose Timmy apprezzando.
- ero sicuro che ti sarebbero piaciuti - disse Paolo euforico. - ti ho preparato un bel hamburger con patatine e preso anche la coca cola. Siediti pure. Vogliamo vedere qualcosa insieme. Ho  tutti i tuoi film -
Paolo prese lo zaino e il computer. Timmy pensò che di sicuro Paolo aveva una connessione e quindi se era bravo, ci avrebbe messo le mani sopra.
L'altro apri il computer e Timmy vide che aveva una sua foto su desktop e una cartella Timmy suddivisa in diverse gruppi: foto, film, interviste e così via. Paolo era ossessionato da lui.
- ecco -
Sì trovò tutti i film fatti fin a quel momento.
- scegli pure tu. Io li amo tutti -
Timmy notò una cosa.
- non c'è l'hai tutti. Perché chiamami col tuo nome non c'è? Quello mi ha fatto avere la nomination agli Oscar - disse Timmy giustamente.  
- hai ragione - disse Paolo accorgendosi. - ora lo scarico -
Vide l'altro prendere il cellulare e scaricarlo da lì. Quindi nel computer non c'era connessione. 
Maledizione. Doveva prendere quel cellulare. 
- nel frattempo che scarica, mettiamoci a mangiare - disse Paolo senza mai separarsi da esso.
Timmy si sedette a tavola e iniziò a mangiare. Aveva una fame. Intanto stava sempre attento quando Paolo avrebbe lasciato incustodito la sua unica via d'uscita. Dopo il pranzo i due si misero sul divano e Paolo mise un suo film a caso e Timmy cercò di comportarsi normalmente ma dopo cinque ore dopo tutto quello che stava facendo non era molto d'aiuto per scappare. Anzi si stava annoiando. Non ne poteva più ma doveva resistere altrimenti era condannato. Paolo si alzò, andò in bagno e Timmy decise di approfittare della cosa. Il cellulare era lì quindi controllò che non arrivasse e lo prese. Andò su google e andò nella sua e-mail. Mandò un messaggio privato con una frase normale e insospettabile così Paolo se lo scopriva, non avrebbe capito nulla. Cancellò la cronologia di quei minuti e non fece in tempo a metterlo apposto che Paolo arrivò da lui. Gli diede uno schiaffo forte e glielo strappò dalle mani. 
- Volevi ingannarmi. Io mi prendo cura di te e tu mi ripaghi così - disse Paolo furioso.
- Ingannarti? Ma che dici? Volevo solo giocare un po al cellulare - disse Timmy facendo il finto innocente.
- Non ti credo - disse Paolo dandogli un altro schiaffo. - volevi avvertire lui -
Timmy sentì male ad entrambe guance. Aveva due impronte rosse e cercò di non piangere. Non poteva farci vedere in quel modo.
Paolo prese a controllare il cellulare ma non trovò nulla neanche nella cronologia ma poi ebbe un'idea. Controllò tutti i siti di posta elettronica e trovò quello usato da Timmy. Entrò e andò a vedere tutte l'e-mail e trovò quella inviata da pochi minuti.
Peach? Era un negozio di frutta?
- vuoi delle pesche? Perché non me l'hai detto? Te lo prendo - disse Paolo cascandoci.
- non pensavo che saresti uscito per prenderle - rispose Timmy recitando.
- Vado subito a prendertele - disse Paolo con un sorriso. - scusami se ti ho dato quegli schiaffi. Mi farò perdonare sai - 
Era quello che dicevano le persone violente. Sarebbe dovuto andare da un psicologo dopo quel rapimento.

All'agenzia di Jason...

Armie pensava a vecchi ricordi tra cui il gioco con Timmy. Peach. Si mandavano dei messaggi in codice a volte con un indirizzo che sapevano solo loro due e non sapeva perché ma ebbe l'istinto di andare a vedere e ci trovò una nuova e-mail.
Timmy.
La aprì subito e la lesse:

' vorrei le vostre pesche. Mi manca il loro odore e gusto '

Armie sorrise. Timmy stava bene e gli mancavano tutti.
- novità? - chiese Tom alla sua faccia.
- si - rispose Armie camminando verso Jason.
L'altro stava facendo delle varie ricerche e Armie gli diede il cellulare.
- puoi rintracciarlo? - chiese Armie cercando di star calmo.
- non c'è nulla che io non possa fare - rispose Jason vantandosi.
Louis si avvicinò a lui e disse: - modestia zero come al solito. Tieni il caffè -
Jason prese il cellulare e la tazza per poi mettersi all'opera. Armie aspettava e gli altri lo tenevano tranquillo.
Un po di tempo dopo Jason lo raggiunse con uno sorriso di trionfo e con una mappa.
- è fuori città in zona isolata- disse Jason mostrando il punto.
- andiamo - disse Armie pronto.
- dobbiamo essere prudenti - disse Jason fermandolo. - un errore e Timmy sarà in grave pericolo -
- hai ragione - disse Armie pensando più lucidamente. - mi scuso. Voglio solo riaverlo con me e... noi -
- lo capiamo bene - disse Adam avvicinandosi. - reagirei lo stesso per Rob -
Era vero. Tutti quelli che amavano e vogliono bene a qualcuno, capivano l'ansia e l'impazienza che provava.
Jason si preparò, prese la macchina e andò fuori città. Armie e gli altri dovevano comportarsi normalmente e registrare qualcosa così da ingannare Paolo. Doveva pensare che  erano in trasmissione mentre invece raggiungevano Jason con cautela.
Timmy controllò il cellulare ma non ebbe risposta da Armie. Forse aveva sbagliato a pensare che lui sarebbe andato a controllare. Stava perdendo le speranze.
Paolo entrò nell'appartamento e tornò con un bel po di cassette di pesche.
- eccole - disse lui con un sorriso.
- grazie - rispose Timmy mentendo.
- te la taglio - disse Paolo andando in cucina.
Timmy si mise sul divano rassegnato e accese la tv mentre Jason stava per arrivare in zona.

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