Time to a moment//Click

Ci tengo a precisare che "Time to a moment" é stata scritta da anhxdes, io ho solo contribuito ad un possibile prequel della sua one-shot, buona lettura.

1 settembre 2015, ore 10:45.

La scena, a parere di James era piuttosto pittoresca, tutto sembrava appena uscito da un quadro.
La nebbiolina che avvolgeva il binario 9¾ era fitta e densa, ed impediva a molti di orientarsi in quella baraonda di maghi e streghe.
Ma lui avrebbe riconosciuto Teddy, fra tutta quella gente, anche da cieco.

E non era poi una cosa tanto complicata vista la capigliatura dal colore blu chiaro del giovane, ma nessuno tendeva a farlo notare a lui, sapevano che questo lo faceva sentire speciale.
Tra l'altro, Harry, non era nemmeno riuscito a dirgli che Babbo Natale non esisteva, figuriamoci se riusciva a spezzargli il cuore, ma questa è un'altra storia.

Facendosi largo fra tutte le persone, trascinando con poca difficoltà il suo baule, lo vide: era insieme a sua cugina Victorie, ma come si accorse della sua presenza la mollò di sana pianta, come se non fosse mai esistita e James lo notò, e non poteva negare di sentirsi speciale, in quel momento.

«JAMIE!» Ted corse verso di lui, stava sorridendo. Tutto sembrò fermarsi improvvisamente, come se fossero solo loro due, soli, senza altri intorno a loro, a separarli ed ogni cosa si fece più nitida alla vista di James, che quasi aveva dimenticato come respirare.
«Teddy! Ti stavo cercando, sai? Volevo salutarti prima di partire.» Lo abbracciò, desiderando di non doversi mai separare da lui, sopra la sua spalla vide Victorie fare una smorfia infastidita. Decise di ignorarla.
«Mi mancherai tanto, occhi giada.»
«Anche tu mi mancherai molto, capelli blu, ti voglio bene.»
«Già, anche io.»

Il treno sbuffò, segno che sarebbe partito a breve.
«Devo sbrigarmi ad andare, ci vediamo al più presto!» Disse un po' tristemente, passandosi una mano fra i capelli sparati in ogni direzione.
«Certo, lo so.» L'allegria non bastava, a coprire la sua egoistica delusione nel vedere il suo migliore amico andar via.
«Prendi, James. -gli porse un braccialetto di cuoio nero- ricordati di me, ti prego.» E qualcosa nel suo petto si contorse, in una stretta dolorosamente piacevole. Per l'ennesima volta, sapeva di essere speciale.
«Non posso dimenticarmi di te, Teddy, io ti...» Stava per dirlo, ma venne interrotto da un"click" come di una fotto scattata.
Era sua sorella Lily, che diede loro due foto esattamente identiche, che li ritraeva in quelle espressioni funebri, mentre le loro mani esitavano leggermente sul braccialetto, come a non voler rompere il contatto delle dita.
«Sembrate una coppia che si sta per separare.» Commentò ingenuamente la rossa, sorridendo con fare bambinesco.

Un ultimo sbuffo.
Il giovane s'infilo frettolosamente la foto nella tasca dei pantaloni, cercando di non stropicciarla.
Diede a tutti un bacio sulla guancia, tranne a Vik, e salì sul treno.
«TI SCRIVERÒ, TE LO PROMETTO!» Urlò Teddy, sperando che lui avesse udito.
Con il cuore che batteva fastidiosamente ed incessantemente nel suo petto, corse incontro al treno finché gli fu possibile, questo fece sentire James speciale.

15 luglio, 2019, ore 10:30.

James amava il mare, il suo luccichio quando illuminato dal sole, il suono delle onde che si schiantavano sugli scogli, la schiuma che creava quando era agitato, il suo profumo salato, tutte cose che aveva già sentito nella sua Amortentia, insieme al profumo di mandorla e vaniglia, lo shampoo che usava Teddy, insomma.
Teddy Lupin.
Il motivo per cui stava piangendo così disperatamente, in quel momento.
Non aveva mantenuto la sua promessa, neanche lontanamente. All'inizio, aveva sperato che fosse per via dei suoi studi. Cosa davvero improbabile: non riusciva a trovare un po' di tempo libero, per lui? Ma ci credeva, per non perdere le speranze nel suo migliore amico, tuttavia continuava regolarmente ad inviargli gufi, raccontando quello che passava ogni giorno.
Ma adesso, era appena venuto a sapere la realtà dei fatti, ed il suo cuore era stato spezzato nel modo più orribile possibile. 3 anni di menzogne, e l'odio verso la cugina, non poteva che aumentare.

Ogni parola gli rimbombava nella testa, senza fermarsi, in un turbine di sofferenza e rancore.

«Smettila di fare la puttana stronza! -Gli urlò, senza curarsi di essere sentito- Louis ha i tuoi stessi diritti di portarsi a casa tutti gli amici che vuole!» «Questi non sono affari tuoi!» «Non sono affari miei? Ma come diavolo fa, Teddy a sopportare un' odiosa ragazzina viziata come te?»
Poi la sua risata, acida e cattiva. «Se lo fossi, Teddy non mi avrebbe scelto.»
Come un pugno in pieno stomaco, James non trattene lo stupore, ed un improvviso groppo alla gola, gli impedì di ribattere.
«Esatto, mi ha preferito. Gli ho chiesto di scegliere fra te e me, lui ha scelto me. Ma tranquillo, Jamie, lo faccio per il tuo bene: so della tua cotta per lui, ma Ted ama me. Solo ed esclusivamente me, e mi premurerò di baciarlo abbastanza per ricordarglielo Dopo quella frase, sopraffatto dal dolore, James andò via senza degnarla di uno sguardo, lasciando che un piccolo gnomo, portato via con la forza dalla Tana, entrasse nella stanza della cugina pallido come un cencio, per via del luogo chiuso e buio in cui era stato nascosto per qualche oretta.

«Sta mentendo.» Si ripeteva, continuamente, nella testa ma era tutto inutile: le prove contro i suoi pensieri, erano schiaccianti.
Dopo qualche ora, riuscì a calmarsi, come il mare, adesso piatto e apatico. Un po' come lui, in quel momento.

Come se la felicità gli fosse scivolata via, comprese di non provare nulla, se non rancore, odio, e disprezzo. Sarebbe cambiato. Sarebbe diventato forte, grazie al suo dolore.

Si alzò, si scrollò la sabbia di dosso, ed a testa alta tornò nella villa. Non poteva restare lì, a piangere per sempre, lui era James Sirius Potter e si sarebbe vendicato al più presto.

14 agosto, 2021, ore 10:30.

In quel lasso di tempo, James, era drasticamente cambiato. Tutti lo avevano notato. Harry, Ginny, Albus, Lily, ed ogni membro della famiglia Weasley. La sua vitalità, la sua allegria, ma più di tutto: la sua vivacità, erano stati soffocati dall'orgoglio, dall'arroganza e dalla nuova, insolita, abitudine di passarsi la mano destra fra i capelli.

«É naturale, -spiegava Ginny, calma, ad Harry, piena di fierezza nei confronti del figlio.- sono gli ormoni. Avrà una cotta per qualcuno, vorrà fare il figo.»

«No, tesoro. É colpa di Draco Malfoy -ma poi, ripensandoci meglio- NO. É LA MALEDIZIONE POTTER-BLACK. Lo sapevo, avrei dovuto chiamarlo "Remus Percy"" » Si lamentava costantemente, il Salvatore-del-Mondo-Magico, ricordando suo padre ed i il suo padrino, si chiese inoltre, se il primogenito non fosse diventato un animago.

«Ascoltate me, é pazzo. Ricoveriamolo per sempre al St. Mungo, forza!» Esclamava Albus, allegro come non mai.

Ma Lily, a differenza, aveva intuito tutto da molto tempo e prima di chiunque altro, era o non era degna del suo nome?
La foto di lui e Teddy sempre nella tasca, le risposte nervose o evasive, gli occhi rossi di pianto, le sigarette nascoste nell'astuccio e tutte quelle volte in cui si ritirava tardi durante le vacanze o restava solo in sala comune, fissando con occhi vacui il fuoco scoppiettare nel camino, potevano essere sintomi di una sola malattia: cuore spezzato.

Lo sapeva perché ci era già passata,nonostante la giovane età, ed aveva intenzione di aiutare suo fratello.

E mentre la piccola Lily Evans ragionava su come aiutare l'ormai adolescente James Potter, 

Lui era lì, in quella casa per volere di Dominique, immobile e schifato, mentre osservava un passionale bacio fra Teddy e Victorie, nel bel mezzo del camino. Lui era sporco di fuliggine da capo a piedi, segno che aveva usato la Metropolvere per raggiungerla, lei indossava vestiti scollati, mettendole in risalto le sue forme prosperose. Già sapeva di queste storie, non era forse proprio LEI a raccontargliele con tanto orgoglio quanta vanità? Ma allora perchè stava piangendo,di nuovo?

Troppo occupato a spiarli, non aveva notato la foto di Teddy che li ritraeva nella sua tasca, al sicuro dalla polvere.
Corse a vomitare, il disprezzo straccivaca quel poco di umanità che gli era rimasta.

In preda all'agonia, entrò nella camera della cugina e la mise sotto sopra, in cerca delle loro lettere, Se la cara piccola Vicky, aveva tanta voglia di rinfacciargli costantemente di averne quasi 2000, tutte intrise di parole infiorettate, da parte del giovane dai capelli blu, ebbene, era chiaro che gliele avrebbe sottratte.
Le trovò tutte in una scatola, dietro l'armadio, fissò la stanza, non aveva tempo per riordinarla, mise le buste al sicuro nel suo zaino, comprimendole all'interno, mentre lasciava uno gnomo addormentato sul letto disfatto (Li portava in giro come se nulla fosse, forse era l'unica cosa di lui rimasta invariata).
Poi, fissando ancora per qualche secondo la sua piccola vendetta, amaramente pensò che quel disordine lo descriveva senza aver bisogno di parole, simaterializzò in un bosco che utilizzavano spesso per i pic nic, appiccò un fuocherello e gettò le lettere una ad una nel fuoco, strappandole e calpestandole, da una tuttavia, prese la firma di Teddy migliorata nel tempo.
Ridendo, pensò che ad ogni lettera strappata sarebbe dovuta corrispondere una lacrima di sua cugina. 

Poi un'idea gli balenò per la mente, magari ogni vendetta su di lei, poteva corrispondere un picccolo trofeo sulla pelle, un marchio ad esempio, qualcosa di speciale, magari un piercing o un tatuaggio, o magari, entrambi. Scoppiò ridere, al pensiero del mascara colante della sua cara cugina.

Rimase a fissare le ceneri, dopo aver spento il fuoco, decise di tornare da Dominique che - con molta probabilità - lo attendeva fuori dalla camera per gli ospiti, rigorosamente chiusa a chiave e protetti da inccantesimi anti-estraneo, con molta pazienza.

 22 giugno, 2023, ore 10:30.

Lily se ne stava seduta sul divano della loro casa, quasi del tutto vuota, con sguardo vacuo ed indeciso, avrebbe dovuto dire al fratello la realtà dei fatti? NATURALMENTE, ma era così difficile dover entrare nella cameretta del giovane, in compagnia di una sua ''amica'' di scuola, e dirgli che presto Teddy sarebbe tornato? No, non lo era.

Certo James avrebbe potuto anche avere braccia muscolose, con un tatuaggio a forma di enorme drago sputa fuoco (Ginny si domandò perchè proprio un Ungaro Spinato), mani enormi ed un meraviglioso piercing sul labbro, ma ehy, era ancora il suo ultra-attraente fratello, dunque, bussò alla porta tranquillamente, e senza attendere risposte, l'aprì, beccandoli pomiciare senza ritegno sul letto, quando finalmente la notarono, si scollarono.

«Emh, Lily...?» Domandò il ragazzo, mentre l'altra si sistemava i capelli imbarazzata dietro le orecchie.

«Devo parlarti urgentemente.» Si affrettò a dire, senza degnare nessuno dei due di uno sguardo, fissando il vuoto con apparente trasparenza.

«In privato, grazie Monica.»Aggiunse, piatta. 

«Oh sì, certo, scusate.» Borbottò, alzandosi goffamente dal letto per poi lasciare i due soli, con evidente fastidio.

«Spero tu abbia avuto le tue buone ragioni, sorellina.» Cominciò, accendendosi una sigaretta, quali fumo fece tossire Lily, tuttavia lo sguardo infuocato che la rossa gli rivolse attirò il suo totale interesse, che non nascose.

«Bella scelta, era la numero...?»

«120. Potresti andare diritta al punto, Lils, avrei una certa fretta, io,»

«L'interesse che hai per la mocciosetta sparirà quando mi ascolterai» Sospirò, stanca, voleva solo aiutarlo.

«Ne dubito...» Spense la sigaretta ormai al termine, osservando disinteressato le forme che si creavano, consunte, come quel che restava dei suoi sentimenti.

«Devi smettere di comportarti come se nulla t'interessasse, Jamie... Io sono stufa di vederti così, è straziante, per me.»

«Comportarmi come?»

«Triste, affranto - a questo punto, lui, fece un mezzo ghigno e lei si accigliò- credi seriamente che io non lo sappia, vero? Credi che non abbia notato i tuoi occhi lampeggiare quando pronunciamo il nome di Ted? Esattamente come in questo momento? O i tuoi occhi perennemente lucidi per via delle lacrime? Delle lettere che vorresti inviargli, ma che cestini continuamente?»

Approfittando del suo silenzio, riprese.

«La foto che vi scattai, la tieni sempre con te. Tu lo ami, ed è inutile illudere quelle ragazze solo perchè lui ha illuso te! - le sue parole, ferivano come il vetro tagliente sulla pelle, e tanti bei ricordi invasero la mente di James, che non sapeva seriamente cosa dire.- Sai alla perfezione di aver perso la battaglia, non è l'uomo della tua vita, Teddy, sai? Forse non ti merita come credi, non lo dico perchè ti voglio bene, forse sei solo un bambino innamorato, forse hai solo bisogno di speranza o...Punti di sutura, ma, sei speciale e non è giusto che ti butti via così stupidamente. Lo sai, James, sai che forse non ti amerà mai, ma se i ricordi bruciano è solo perchè tu non vuoi accettare la realtà: accettare è il primo passo per capire e solo accettando si può guarire. Devi vivere senza comportarti da coglione, e quale buon modo per ricominciare può essere, se non la vendetta?Devi giorcarti la guerra!»

James stupefatto, incasso la quantità di colpi, tutte le verità nascoste nel suo cuore, ogni cosa che non avrebbe mai voluto sentire le erano appena state dette, in una breve frase.

Teddy non è l'uomo della tua vita, era forse stato uno stupido, nel crederci tanto intensamente?

«James... -Lily sfidò l'ansia nel suo corpo- Teddy torna a Londra, il 3 luglio, sai, forse dovresti andare tu all'aeroporto a prenderlo in auto, ecco, stamattina era arrivata una lettera da parte sua...»

James la interruppe di colpo con il cuore che batteva a mille, gli sembrò di tornare ad 8 anni prima, su quel binario pieno di ragazzi e ragazze dritti ad Hogwart, e per la prima volta dopo tempo si sentì speciale.

<Chiedeva di me, che tu sappia?> 

Lily sorrise piano, passandogli un pezzo di lettera strappata dalla lettera:

(...) bene, allora è tutto deciso! James mi verrà a prendere domani mattina. Non vedo l'ora di riabracciarvi tutti.

Con affetto,

Teddy.

Si soffermò per qualche istante sulla calligrafia con la quale aveva scritto il suo nome, sorrise, sempre così ordinatamente frettoloso!

«Ci andrò, ma...Lily...»

«Dimmi»

«Ecco, hai parlato di vendetta, ma sinceramente non so di cosa tu stia parlando...»

Lei fece un ghigno che andava da un orecchio all' altro, si sedette sul letto ormai guasto e avvolse il suo braccio intorno alla spalla del fratello, per poi schernirlo giocosamente.

«Oh, il mio tenero piccolo Jamie, pensaci!  Quante occasioni avrai di baciarlo sotto al naso di Victorie? Quante occasioni avrai, per dimostrare che si sbaglia?»

Il volto di James si contrasse in un sorriso che avrebbe fatto concorrenza a  Fred o George, per tutta la furbizia, l'esaltazione e l'improvviso ritorno di tutte quelle sensazioni che aveva ormai perso, (e adesso stavano tornavano vincitrici su sé stesso,) che quel ghigno conteneva.

«Oh, ma io pretendo qualcosa alla Weasley!» Affermò, camminando in piedi sul letto, che traballò sotto il suo peso. Come una fiamma appena riavvivata.

«Dì a Fred, di mandare un paio dei suoi nuovi fuochi d'artificio e voglio anche i fresbee zannuti, incantati per andar contro Vik, oh sì, gli farò vedere io chi è James Sirius Potter, ahahahahahahahaha! Ordina anche un paio di dolci bizzarri vari... Oh, e vorrei fare in modo che tutti vedano il bacio, quindi parlarne un po' in giro, naturalmente non a Vik, ed aprite le scommesse.>

Lily lo ascoltava e prendeva nota, mentre James adesso farneticava su feste e coriandoli esplosivi mentre faceva il giro della stanza, al settimo cielo.

Teddy sarebbe potuto anche non essere l'uomo adatto a lui, ma lui lo era per Teddy.

«Lily?»

Smise di parlare per qualche secondo, per tornare sereno.

«Qualche modifica?» Domandò di scatto, certo era un po' assonnata, erano le 3 di notte! Come passa il tempo, quando ci siverte a rovinare la vita delle ragazze bionde per metà francesi. (<Non credevo odiassi Vik> <Non è rossa, capisci il disagio...)

 «Grazie, grazie di tutto.»

«Prego. Allora, vada per le pasticche vomitose?»

3 luglio 2023, ore: 10:30

Era il grande giorno, fuori il sole brillava come non mai e non una sola nuvola avrebbe guastato il suo umore che aveva raggiunto le stelle, era ritornato il James che tutti conoscevano e stimavano, quello degno del suo nome e cognome, e la solarità in lui ravvivata, contagiò tutta la famiglia.

Prima di scendere le scale con la sua scopa da corsa, si era ordinato i capelli, -per i nervi di Harry, aveva smesso di passarsi la mano destra attraverso- tutti si chiesero se si fosse fidanzato ma la sua frase ricorrente era 'vedrete' o 'Non lo saprete mai, di questo passo', ma era comunque chiaro che stesse tramando qualcosa, e questi dubbi furono confermati quando sua sorella raccontò loro del piano, certamente le scommesse fruttarono a meraviglia, e nessuno parve contrariato a quella decisione da parte del ragazzo, soprattutto Bill.

Ora era fuori di casa, il braccialetto di cuoio sul polso, il tatuaggio ben in vista come il piercing, poi, mise in moto l'auto, le mani ben strette sul volante, partì: i finestrini erano completamente abbassati e la brezza scompigliò appena i suoi capelli, gli occhiali neri sul volto impedivano al sole di accecarlo, ed in quel momento si sentiva speciale, dannatamente speciale.

Più speciale di Victorie, e più speciale di quando aveva 11 anni,

avrebbero potuto chiamarlo James speciale Potter, per quanto gli sarebbe riguardato.

Il tragitto parve lungo, ma non infinito.

«Adesso vedrà chi lo bacerà abbastanza da fargli ricordare cosa.» Pensò, mentre chiudeva lo sportello dell'auto, quando incrociò lo sguardo di Teddy, il suo cuore fece una capriola alla vista del suo sorriso ancora più spettacolare, ed ogni cosa brutta passata pareva esserne valsa la pena di sopportare, quando corse verso di lui, per poi sentire le sue braccia stringerlo, era ancora più alto di lui, ancora più profumato e morbido.

Quella scena a James parve pittoresca, mentre la gente li sorpassava indaffarata o li indicava addolcita, sembrava tutto un dipinto infinito, una donna scattò una foto quando tutto sembrava perfetto, quando i gesti avevano superato le parole, consegnò loro le due immagini a colori, giustificandosi dicendo: «Sembrate una coppia che si è appena riunita.»
Ma non c'era tempo per spiegare, per rovinare quella motivante illusione.
E Teddy, ringraziando, la mise in tasca così come James, che si accorse della foto di 8 anni fa, che il ragazzo dai capelli blu aveva custodito con estrema cura, in attesa di quel fatidico giorno, ed affettivamente quegli anni erano passati veloci, come un "click.", di una macchina fotografica.

E si sentì speciale.

Ci tengo a precisare che "Time to a moment" é stata scritta da anhxdes, io ho solo contribuito ad un possibile prequel della sua one-shot, grazie per aver letto.

Hope you like!

-Marts.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top