10.
Solo poco dopo Marinette si accorse che Chat non si era occupato di ogni particolare: infatti la ragazza non aveva con sè il suo zaino, e di conseguenza i suoi libri di scuola.
Corse verso l'edificio, cercando di non inciampare: in pochi minuti raggiunse la sua classe ed entrò, dopo aver bussato.
"Salve prof, scusi il ritardo" con un cenno frettoloso della mano, Marinette si diresse spedita al suo banco, sperando che la professoressa non si facesse domande sulla mancanza del suo zaino. Tuttavia non fu così.
"Marinette, dov'è la tua cartella?" chiese, con tono sospettoso. La mora, non ancora seduta, imprecò nella mente: "L'ho dimenticata per sbaglio a casa, mi scusi"
"Sai che di questo passo non riuscirai a superare l'anno? Arrivi troppo spesso in ritardo e ti dimentichi sempre qualcosa"
La ragazza chinò il capo, offesa e allo stesso tempo rattristata, e si sedette al suo posto. La giornata passó lentamente, più noiosa del solito, e solo alla fine Marinette si accorse della mancanza di Adrien e si domandò come mai fosse ancora assente. Era la seconda volta che non veniva a scuola, e per lui, che era sempre tanto entusiasta di partecipare alle lezioni e stare con i suoi amici, non era normale. Al suonare della campanella, Alya, che fino a quel momento l'aveva affiancata, in silenzio, le rivolse la parola: "Marinette, che ne dici se questo pomeriggio andiamo a visitare Adrien? Solo per vedere come sta"
La ragazza assentì, nonostante si sentisse stanca e spossata: se Adrien stava male, lei gli sarebbe stata vicino.
Adrien si distese sul letto, esausto, mentre il kwami gli si avvicinava
"Come mai sei così appiccicoso con Marinette? Se fossi in lei ti starei alla larga"
"Per due motivi" rispose il ragazzo, reagendo con una linguaccia al commento dell'esserino "Il primo è che lei stessa mi ha chiesto di ritornare, il secondo è che ho paura che le possa accadere qualcosa che la faccia soffrire, dopo averla vista in quelle condizioni durante la tormenta, non voglio lasciarla da sola..."
"Ma quanto siamo sdolcinati! E che fine ha fatto LadyBug? Non ti interessa più?"
"Ovvio che mi interessa" sbuffò il biondo "Sto solo dicendo che non voglio che Marinette soffra, tutto qui, e questo non cambia i miei sentimenti verso LadyBug"
Plagg sorrise beffardo: "Comunque dovresti smetterla di marinare la scuola, lo sai? Quanti giorni è che non ci vai? Due, tre?"
"Detto sinceramente la scuola è l'ultima delle mie preoccupazioni" Il biondo sbuffò "Anche se sarebbe davvero difficile spiegare a mio padre il perchè delle mie assenze, dovrei fingermi ammalato"
"A proposito di malattie, io sono malato di amore per il formaggio... Dove lo trovo il camembert?"
"L'hai finito tutto, perciò dovrai aspettare che Nathalie faccia la spesa"
"Ma io ho fame!"
"E io ho sonno" Adrien sospirò, e le palpebre, appesantite dalla stanchezza, cedettero.
Marinette corse incontro all'amica, che già da 15 minuti la stava aspettando al di fuori della pasticeria dei genitori.
"Alla buon ora!" Esclamò Alya "Ci hai messo una vita!"
"Scusami, mi ero addormentata per sbaglio" Marinette sbadigliò, coprendosi la bocca con la mano.
"Vedo che le ore di sonno non hanno aiutato molto. Comunque è meglio se ci incamminiamo"
Le ragazze si diressero quindi verso la casa di Gabriel Agreste, stilista di grande fama ma soprattutto padre di Adrien. Attraversato il parco, sboccarono sulla via lungo la Senna e notarono che, nonostante fosse l'orario di punta per i pendolari, la strada era deserta.
"Come mai non c'è nessuno?" Chiese Marinette, anche se era consapevole che l'amica ne sapeva quanto lei.
La ragazza osservò Alya infilare la mano nella borsa che portava a tracolla e tirarne fuori il cellulare, per poi digitare qualcosa sul display. Lo schermo si illuminò, mostrando la figura di Nadia Chamak: "È consigliato ai cittadini di rimanere in casa, è in corso un nuovo attacco di Papillon" la donna indicò un'immagine alle sue spalle , scattata da un giornalista presente sulla scena: la foto mostrava un guerriero, molto simile a quello che LadyBug aveva combattuto pochi giorni prima, ma questo sembrava più possente e soprattutto più armato: l'armatura, di un rosso acceso, era più rinforzata e, oltre all'ascia che reggeva in una mano, il guerriero portava, sulla schiena, un enorme scudo, dello stesso colore dell'armatura.
Marinette non ebbe modo di analizzare maggiormente il nemico poiché l'amica, dopo averle sottratto il telefono da sotto il naso, si corse nella direzione dell'attacco, avvenuto ai piedi della torre Eiffel.
"Alya, non andare è troppo pericoloso!"
La ragazza si girò, ammiccante: "Devo filmare tutto per il LadyBlog! E poi ci saranno i nostri eroi a proteggermi!"
Marinette la osservò allontanarsi, imbambolata, finchè Tikki non le si parò davanti agli occhi: "Marinette! Marinette! Ti devi trasformare!"
"Tikki, non riuscirò mai a sconfiggere quel coso. L'altra volta era meno potente e a malapena sono riuscita a sostenere il combattimento!"
"Questa volta non sarai sola. Ci sarà Chat Noir con te, e insieme riuscirete a sconfiggerlo"
"E tu come fai a esserne così sicura?"
"Perchè siete i migliori eroi che Parigi abbia mai avuto"
Marinette sbuffò, non convinta, per poi guardare il kwami: "TIKKI, TRASFORMAMI!"
LadyBug, utilizzando il suo yo-yo per spostarsi sui tetti di Parigi, giunse davanti alla torre Eiffel e si guardò intorno: non vi era traccia del nemico e l'intera zona era immersa in un silenzio impressionante. Silenzio che fu interrotto dall'arrivo di Chat Noir.
"Buona giornata, my lady, oggi Parigi è più bella del solito, non credi?"
La ragazza lo ignorò: "Cerca di renderti utile e usa i tuoi sensi per trovare il guerriero"
"Ancora arrabbiata? Perchè sai, io..."
"Chat, non è il momento" lo interruppe la coccinella "Se saremo ancora vivi, ne parleremo dopo"
"Quanto siamo pessimisti" Chat agguzzò la vista, cercando un eventuale nascondiglio del nemico, ma invano: "Niente" l'eroe sbuffò "Che cosa siamo venuti qui a fare, a giocare a nascondino?"
LadyBug saltò, raggiungendo la strada sottostante, e non fece in tempo a toccare terra che fu colpita alla schiena, rovinando sul cemento. Si rialzò con fatica, appoggiandosi sui gomiti e poi sulle ginocchia, venendo affiancata subito dopo dal collega.
"Tutto bene?" Le chiese, la preoccupazione dipinta sul volto.
"Sì, grazie. Ci ha teso un'imboscata, perciò bisogna stare attenti, soprattutto perchè è scomparso di nuovo"
I due si posizionarono schiena a schiena, in modo da poter controllare al meglio la situazione.
Dopo pochi minuti videro il guerriero uscire dal suo nascondiglio e attaccare. Chat assunse una posizione difensiva, davanti alla ragazza, parando il colpo di sciabola con il bastone. LadyBug afferrò con lo yo-yo la caviglia del nemico, per farlo scivolare, ma questo non si si mosse.
Con una manata spinse a terra entrambi, che, per prendere fiato, si nascosero dietro ad una macchina parcheggiata lì vicino.
"È troppo forte" sentenziò LadyBug, appoggiando la schiena alla portiera.
"Dobbiamo escogitare una strategia per sconfiggerlo. Dobbiamo cercare di raggirare i suoi colpi" Chat si martellò il capo con l'indice, pensieroso.
"Facciamo così" gli bisbigliò LadyBug "Io lo distraggo dal davanti, mentre tu, dietro, lo colpisci con il cataclisma. Nel caso non funzionasse, userò il Lucky Charm". Il ragazzo annuì, nonostante dubitasse del piano. Osservò l'eroina uscire dal nascondiglio e posizionarsi nel mezzo strada, mentre il nemico, fino a poco prima nascosto, le si parava davanti, pronto ad attaccare. LadyBug roteò il suo yo-yo, sfindando il guerriero, che prese la carica e le corse incontro. Lei schivò il colpo e si preparò per un nuovo attacco, quando qualcosa, o qualcuno, la distrasse, attirando anche l'attenzione di Chat.
"LadyBug! Guarda in camera, sono in diretta per il LadyBlog" Alya si trovava sul ciglio della strada, sventolando una mano mentre con l'altra reggeva il telefono.
La portatrice del Miraculous della coccinella si voltò, e il nemico la colpì con lo scudo, che aveva afferrato per sferrare il nuovo attacco.
La ragazza sbattè la testa contro lo specchietto di un'auto, mandandolo in frantumi, e si accasciò a terra, la testa dolente. Chat Noir le si parò davanti, per difenderla da un' eventuale offensiva del guerriero, ma si accorse che la sua attenzione si era spostata sulla direttrice del LadyBlog, che stava ancora filmando la scena.
Il ragazzo gli lanciò il suo bastone, ma questo rimbalzò sulla possente armatura e cadde sul cemento. Troppo tardi Alya si accorse delle nuove intenzioni del guerriero, e questi la colpì come aveva fatto con LadyBug. L'eroe la vide rovinare a terra, priva di sensi.
Era rimasto lui, solo, disarmato e stanco, nonostante avesse combattuto ben poco.
Il ragazzo si voltò, posando lo sguardo sul rivale: "Ehi, amico! Come stai?" Chiese, cercando di alleggerire l'ansia che a mano a mano si stava impadronendo di lui "Ma almeno un nome ce l'hai? O il piccolo Papillon ha deciso che non sei abbastanza importante per averne uno?"
Il guerriero iniziò a camminare verso di lui. Chat invece indietreggiò, intimorito: "Allora te lo do io un nome, che ne dici di Tony? È un nome incredibile non credi?"
Tony non sembrò tanto contento per il suo nuovo nome, e accelerò il passo, pronto a sferrare l'ultimo attacco.
Il gatto chiuse gli occhi, pronto a subire il trattamento che era già stato riservato a LadyBug e ad Alya, ma il colpo non arrivò.
L'eroe aprì di scatto gli occhi: il nemico era scomparso, volatilizzato nel nulla, e nella strada regnava il silenzio. Si guardò intorno, aguzzando i sensi e cercando qualunque indizio potesse svelare la posizione del rivale, quando, con la coda dell'occhio, notò un movimento sulla torre Eiffel. Si concentrò su di esso, e notò una figura in arancione arrampicarsi fino alla cima del monumento, per poi scomparire dietro di esso.
Alle sue spalle un gemito catturò la sua attenzione, e il ragazzo si voltò, per poi accorrere in soccorso alla compagna, che si premeva le ferite sulla testa provocate dai vetrini dello specchietto.
"C'è bisogno di un'ambulanza" mormorò Chat, osservando i tagli sulla fronte della ragazza.
"No, sono solo due graffietti, passeranno"
"Non sono solo due graffietti. Perchè ti sminuisci sempre? Hai bisogno di aiuto, e non fingere che non sia così perchè lo sai benissimo anche tu"
La ragazza lo ignorò: "Dov'è Alya?" Poggiò le mani per terra, cercando di alzarsi, ma non fece altro che provocare nuove ferite, che la fecero fremere dal dolore.
"Non ti muovere, vado io"
Chat si allontanò, diretto verso il marciapiede dove trovò la mora, svenuta a terra. La prese tra le braccia e tornò da LadyBug che, nonostante l'ordine del gatto, stava cercando di alzarsi, aggrappandosi alla maniglia della portiera dell'auto a cui era appoggiata.
Il ragazzo osservò la zona popolarsi a mano a mano: sentì le sirene delle ambulanze in lontananza, ascoltò i poliziotti, che avevano circondato l'area, parlare attraverso i walkie-talkie, mentre gli occhi curiosi dei cittadini li spingevano ad affacciarsi sula strada.
Un'ambulanza giunse sul luogo, e, senza proferire parola, Chat appoggiò Alya sulla barella, che in pochi secondi fu caricata sul veicolo, diretto all'ospedale.
LadyBug tentò nuovamente di alzarsi, ma invano.
'Tu non puoi essere debole, non devi permetterti di essere debole' si ripeteva quella frase da ormai troppo tempo, eppure non sembrava aiutarla affatto.
Si accasciò sul cemento, sfinita, e sentì qualcuno avvolgerle le braccia attorno alla vita e sollevarla. La ragazza alzò lo sguardo, incontrando quello preoccupato di Chat Noir: "Dove stiamo andando?"
"In un luogo sicuro"
LadyBug sentì la brezza del tramonto carezzarle il viso, mentre il compagno saltava da un tetto all'altro. Abbassò le palpebre, assaporando quei pochi e unici momenti di pace che le erano concessi. Poi avvertì il collega fermarsi e aprì gli occhi, accorgendosi di trovarsi in cima alla torre Eiffel.
"Chat, sto bene, veramente. Dobbiamo tornare a casa, la mia famiglia si starà preoccupando, e anche la tua"
"Non sei nelle condizioni di muoverti"
"Adesso sto meglio, perciò ci riuscirò"
Chat le lanciò un'occhiata esasperata ma allo stesso tempo preoccupata: " Sei sicura?"
"Sì"
Il ragazzo la lasciò andare, poggiandola a terra, e lei si alzò, traballante, per poi acquistare equilibrio: "Vedi? Sto bene"
Chat non ne sembrò tanto convinto, ma assentì con un cenno del capo.
LadyBug si voltò, roteando lo yo-yo e cercando un appiglio per saltare, quando Chat la richiamò: "Ah, My Lady"
"Sì?"
"Mi dispiace per essere stato un insensibile" l'eroe chinò lo sguardo, e subito dopo utilizzò la sua arma come trampolino per balzare su un tetto sottostante, lasciando la ragazza da sola.
Papillon si voltò, sbuffando, e osservò la donna che, camminando lentamente ai lati del tavolo, rideva tra sè e sè: "Le simulazioni si sono concluse" dichiarò, ghignando "Ora si fa sul serio, e questi deboli eroi non potranno più sopraffare le nostre creature" La bionda si voltò, con un sorrisetto maligno dipinto sul volto "Questa battaglia la vinceremo noi"
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