9. Carne da macello

Tolkien osservò la situazione che gli si parava davanti: Oriana e Stephen si sostenevano a vicenda, seduti contro il fondo dello scaffale, Umberto stava sdraiato per riprendersi dal pestaggio del giorno prima. Era stata una notte di veglia per tutti che, volenti o nolenti, non erano riusciti a chiudere occhi nemmeno per un secondo. Ora, a loro discapito, avevano scoperto cosa le malefiche tre avevano progettato. Tutti quei file fantasma... tutti quei segreti. Umberto aveva saputo fornire una testimonianza abbastanza accurata dellaccaduto. Nel bel mezzo del suo giro di ronda era stato attaccato da ciò che meno si sarebbe aspettato: un esercito di fanfiction uscite dirette dirette dallo schermo del PC di Eliana e dall'iPad. L'avevano subito messo all'angolo grazie alla superiorità numerica, poi l'attacco era iniziato.

"Non pensavo che si sarebbero mosse così in fretta."

"Sono troppi nemici, professore – disse Oriana – non abbiamo nessun alleato dalla nostra parte."

Stephen le posò un angolo sul dorso. "Non dire così. Non siamo stati scritti per arrenderci."

"Il signor King ha ragione, Oriana. Non siamo stati scritti per arrenderci. Non siamo forse stati noi a insegnare a generazioni di adolescenti e giovani che si deve combattere per ciò che si ama? Non siamo forse stati noi a insegnare che anche i più piccoli possono compiere grandi imprese?"

"Veramente questo è un tema prettamente suo, professore..."

"Sì sì, lo so, Eco, ma non è questo il punto. Vogliamo che Eliana cada nelle loro mani? Vogliamo che la nostra Eliana faccia una fine orrenda e dolorosa? Spero proprio di no."

I suoi occhi ardevano di una luce che sembrava essere stata silente fino a quel momento, un bagliore di braci assopite che ora si preparava a bruciare il proprio nemico fino a che non fosse rimasto neanche un granello di cenere. I suoi tre compagni di sventura si sentirono colpevoli per anche solo aver pensato alla possibilità di una resa.

"Noi non saremo MAI carne da macello. Aprite bene le orecchie perché non lo ripeterò: non serve Gondor o un esercito di monaci assassini. Questa è la nostra battaglia... e le nostre penne hanno sempre ferito molto più che spade. Feriremo molto più di una banda di fogli che anche ad appallottolarli si farebbe loro un complimento."

Anche Lenticchia uggiolò in segno di approvazione dal basso, dato che aveva pensato bene di accucciarsi sul letto di Eliana per guardare meglio la libreria e riempire meglio di peli il giaciglio della sua padrona.

"Oriana. Tu sei l'esperta di guerra moderna, quali potrebbero essere le mosse del nemico?"

Lei si scosse, si liberò dall'angolo di Stephen e prese parola, molto più sicura di prima.

"Dato che sono solo dotate di un ampissimo numero di proseliti poco potenti direi che prepareranno un imboscata per completare la cerimonia di trasformazione di Eliana."

"E tu, Umberto, cosa potresti dirmi sulla cerimonia?"

"Dubito che i libri sarebbero in grado di completarla da soli, hanno bisogno di un'entità più potente di mere proiezioni letterarie come siamo noi."

"Crystal. Hanno bisogno di Crystal."

Il silenzio calò sull'improvvisato conciliabolo di guerra. La verità trapassò le anime di tutti i libri e forse anche del meno conscio Lenticchia.

"Come farà a uscire?"

"Così come hanno fatto le altri fanfiction. Passeranno dal continuum Spazio-Temporale tra il mondo della realtà e il mondo della finzione... Ah, ci fosse qui il mio caro amico Clive Lewis, lui saprebbe cosa fare!"

Come farò ad uscire di nuovo di casa?! Come?! Ci sono giornalisti davanti a casa mia da due giorni! DUE GIORNI!

Des: Cry, amore, come farai?! Il capo si chiede dove tu sei finita!

Cry: Oh Des, da quando Zayn mi ha accusata di averlo tradito non so più che fare!

Des: devi lasciarlo perdere quello stronzo ti ha causato solo problemi.

Destiny ha ragione, Zayn mi ha fatto solo perdere la testa, perdere di vista quello che mi sta davvero a cuore. Se solo non mi fossi innamorata.

Ma chi mi ha fatto innamorare?

Il mondo di Crystal per un secondo vorticò davanti ai suoi occhi: il piccolo soggiorno della casa con Destiny, la scatola di fazzoletti per asciugare tutte le sue lacrime...un grande spazio nero invase tutto, spaventandola.

Si trovava in piedi in un NonLuogo scuro, puntinato di piccole fonti di luce che non avrebbe saputo definire se fossero stelle o cosaltro. Si guardò intorno: nulla si muoveva.

"C'è qualcuno?" Chiamò. Ma nessuno rispose. Provò a camminare, e solo in quel momento si rese conto che i suoi piedi erano appoggiati sul nulla, tuttavia riuscì a muovere qualche passo. Fu allora che la vide: davanti a sé un traslucido bagliore si allargò fino ad assumere le dimensioni di una persona. Vide una ragazza in jeans e maglietta mentre scendeva dalla propria macchina e apriva la porta di casa con un mazzo di chiavi. Prese in mano un telefonino e allora Crystal poté vedere che stava controllando un sito. Il suo cuore mancò un battito: era la SUA storia, quella che stava controllando. Era lei.

L'autrice. Era LEI che l'aveva fatta innamorare di Zayn. ERA LEI. Una voce nel retro del suo cervello sussurrò un pensiero molto allettante.

Eliana quasi si prese un infarto. Davanti a lei, traslucida come un'apparizione - come se di stranezze non ne avesse avute abbastanza in quei giorni - c'era una ragazza che non stentò a riconoscere come Crystal. Tuttavia, non appena fece per aprire la bocca, l'apparizione sparì.

"JOHN! JOHN DOVE SEI?!" La ragazza entrò urlando in casa sperando che lo stesso saggio spirito che l'aveva salvata giorni prima sapesse rispondere anche alle sue domande sull'apparizione.

Forse... se fosse riuscita a passare da quella fessura avrebbe potuto stendere una mano e fare scambio di posto! Vivere una VERA vita nella VERA Londra, incontrare i veri One Direction. Essere una vera ragazza con una vera borsa di Gucci. Avrebbe di sicuro fatto un uso migliore del suo tempo REALE e della sua vita.

Lo spirito non rispose, ma improvvisamente a Eliana non importò più di tanto. Da ogni angolo del soggiorno spuntavano fogli di carta, piccoli fascicoli di qualche decina di pagine che Eliana era più che sicura di non aver mai stampato. Erano in piedi, alcuni addirittura appesi al lampadario del soggiorno. Come ciò fosse possibile non lo sapeva, seppe solo che appena si rese conto di quanti fossero, questi fogli iniziarono a muoversi verso di lei come piccoli animali feroci e impazziti. Cercavano di premersi sul suo volto, cercavano di farla scivolare sul pavimento, di tapparle le vie respiratorie... dei fogli assassini! In preda al panico Eliana iniziò a farsi strada in quel mare di parole taglienti riuscendo a strapparsele di dosso senza fatica. Ma per ogni foglio che veniva strappato, altri tre prendevano il suo posto.

Caracollando verso la sua stanza vide davanti a sé un libro volare con piccole alucce di angelo. Lo conosceva: era Fallen di Lauren Kate. Non aveva mai visto un libro volare, ma non poteva preoccuparsi di questo perché il libro iniziò a parlare. Parlò con voce stridula e disincarnata.

"Eliana Sanzi, sei nostra!"

Ma una voce interruppe qualsiasi cosa avrebbe voluto dire dopo.

"Eliana non sarà mai carne da macello."

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