CAPITOLO VENTICINQUESIMO
Natya guardò Toby con stupore. Perché si comportava così?
-Vattene- ripeté il ragazzo, singhiozzando. Con un balzo si tirò in piedi, e continuò a guardare Natya con una strana espressione in volto.
-Toby, non capisco. Perché fai così?- disse lei, continuando ad avvicinarsi. Faceva parecchia fatica a muoversi, e questo era alquanto evidente.
-Stai lontana- disse ancora lui.
Ma Natya non sembrava ascoltarlo. -Ti prego, parlami-.
Quando ormai gli fu vicina, Toby ebbe una reazione che nessuno dei due si aspettava.
Le poggiò con violenza i palmi delle mani sulle sue spalle e la spinse via, facendole sbattere violentemente la schiena contro alla parete opposta.
Solo allora si rese conto di quello che aveva fatto, e ricordò anche in quali condizioni fisiche si trovasse Natya. Lei adesso aveva il viso contorto in un'espressione di dolore; lo stava guardando con stupore e la paura le si leggeva negli occhi.
Come aveva potuto?
Che gli era passato per la testa?
Subito scattò in avanti, precipitandosi sulla ragazza. Senza pensarci neanche un secondo, le avvolse le braccia attorno al busto e la strinse forte a sé, appoggiandole il mento su una spalla.
Natya sospirò, a denti stretti, e ricambiò l'abbraccio. Un dolore lancinante nasceva dalla sua schiena e si espandeva lungo tutto il corpo; quel colpo contro al muro non ci voleva proprio.
-Scusami- disse lui con voce tremante -Non so cos..-.
-Va tutto bene- lo interruppe lei, stringendo la maglietta dietro alla sua schiena -Sto bene-.
Rimasero abbracciati in silenzio per un tempo indefinito. Ognuno si calmava ascoltando il respiro dell'altro, ed i loro cuori sembravano battere in sincronia.
-Non volevo che continuassi a soffrire così- disse Toby, stringendola ancora più forte.
-Non sei tu che mi fai soffrire- rispose lei -Io sto male perché mi preoccupo per te. Ti vedo soffrire, ti vedo triste, e vorrei poterti aiutare. Ma non so mai cosa dovrei fare-.
Mentre diceva queste parole, la ragazza chiuse gli occhi, e si abbandonò completamente tra le braccia di lui. Non c'era posto al mondo in cui si sentisse più al sicuro.
-Perché ti sei ridotto le mani in quel modo?- disse con voce stanca e preoccupata.
-È per via... del nervosismo. Mi è successo anche la sera in cui ho.. in cui ho ucciso i miei genitori. Per questo indossavo quella maschera, per smettere di farlo. Ero arrivato a scoprire le ossa-.
Natya tornò ancora una volta a quel ricordo nascosto tra le immagini felici dei suoi anni passati. Ma non faceva più paura pensarci, adesso. L'unica cosa che le faceva paura era il dolore interiore che ogni giorno provava Toby, e che da quel momento aveva deciso che avrebbero affrontato insieme.
-Non devi farti del male mai più, in nessun modo. Voglio che tu sorrida, voglio vederti felice, perché solo così tornerò ad essere felice anche io-.
Toby tacque, ma sorrise dolcemente e chiuse gli occhi.
Natya sciolse l'abbraccio e gli avvicinò una mano al viso. Scostò i capelli e gli diede un bacio sulla fronte calda, poi tornò ancora ad abbracciarlo forte.
-Io ci sarò sempre per te, e voglio che tu lo sappia- disse la ragazza sorridendo.
-Nessuno potrà separarci mai più-.
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