CAPITOLO TERZO - parte 1

-Buongiorno signori Rods, accomodatevi!- esclamò lo psichiatra, allargando un ampio sorriso ed indicando le sedie poste davanti alla sua scrivania. L'uomo, grassottello ma dall'aspetto molto curato, seguiva il caso di Natya ormai da diverso tempo, ed era diventato per la famiglia Rods un vero e proprio punto di riferimento.
-Accomodatevi-.
La stanza dello psichiatra era piccola, e buona parte della superficie bianca dei muri era stata coperta dai vari attestati e qualifiche che aveva ottenuto nel corso della sua carriera, durata più di vent'anni. La scrivania del dottore era posizionata perpendicolarmente rispetto alla porta d'ingresso, ed era molto grande e piena di pacchi di fogli d'ogni genere. Cartelle cliniche, fatture, appunti.
-Come le ho già accennato al telefono, dottore, siamo preoccupati per nostra figlia...- iniziò a parlare il padre, sistemandosi sulla sedia a sinistra - Pare che alcuni frammenti di memoria si stiano risvegliando nella sua mente... E ... Non capisco come sia possibile, considerato che fino ad ora non ha mai ricordato nulla di quello specifico... Periodo di tempo, ecco-.
-Oh, beh, iniziamo con il dire che questo in un certo senso è positivo- rispose il dottore, intrecciando le dita grassottelle -Voi tendete a credere che sia una cosa negativa per lei riacquisire la memoria, e capisco che effettivamente ricordare quelle vicende potrebbe essere uno shock per la ragazza, ma... Dovete anche prendere atto del fatto che questo suo "buco" di memoria può essere considerato una patologia. In un certo senso, il fatto che i ricordi si stiano risvegliando è sintomo di guarigione-.
-Capisco cosa intende dire- intervenne la madre, terribilmente nervosa ed angosciata -Ma speravano di poter approfittare di questo per far sì che Natya non sapesse mai cosa è accaduto... Volevamo risparmiarle questo dolore, dal momento che ha già dovuto sopportarlo in passato-.
-Probabilmente sarebbe stata la cosa più giusta da fare, tant'è che ero stato proprio io a darvi questo consiglio- disse ancora il dottore, annuendo un paio di volte con la testa-Ma il fatto che Natya inizi a recuperare memoria cambia tutto, ovviamente-.
Il padre si portò le mani alla faccia, esperimento tutto il suo sconforto. -Però ieri... Ha nominato Toby... Io... Non posso parlarle di lui, capisce dottore? Non posso, ha idea dello shock che subirebbe? Non solo per il ricordo di ciò che è accaduto, ma anche per lo stato in cui quel... Quel... Quel ragazzo si trova adesso-.
Lo psichiatra emise un sospiro e poggiò i gomiti sulla scrivania. - Io la capisco, signor Rods. Ma vede, quando il cervello inizia a recuperare memoria, è molto improbabile che fessi di farlo, e di certo noi non possiamo impedire che ciò accada. Potete tenere nascosta la verità a vostra figlia ancora per un pò, ma prima o poi essa verrà a galla da sola, ed allora sarà molto peggio-. Strinse le labbra, ed iniziò a giocherellare con una penna - Io mi sentirei di consigliarvi di dirle la verità e spiegarle ciò che dovete, piano piano, senza fretta, con il dovuto tatto. Natya è una ragazza intelligente, se riuscirete a parlarle con tranquillità sono certo che saprà gestire la situazione-.
Marlene si sporse sulla scrivania. - Lei crede che sia la cosa migliore da fare?- domandò.
-Sì, credo di sì. Inutile dirvi che se deciderete di dirle tutto, dovrete starle vicino il più possibile. Supportarla, rassicurarla e se necessario farla controllare da uno psicologo, per evitare che cada in depressione. Io sono uno psichiatra, posso aiutarla con una terapia farmacologica, ma potrebbe anche ritenersi necessario l'affiancamento di una psicoterapia mirata -.
I genitori di Natya parlarono con il dottore per molto tempo, fecero mille domande nel tentativo di colmare la terribile sensazione di vuoto che percepiva. Marlene, al termine della lunga conversazione della psichiatra, non poté fare a meno di mettersi a piangere non appena fu uscita dalla porta dello studio. L'idea di dover rivelare a Natya il terribile evento che le avevano tenuto nascosto per tutto quel tempo la terrorizzava, perché non aveva idea di come la figlia avrebbe reagito, e temeva il peggio.
Incredibile a dirsi, che fino al giorno prima era sicura di aver seppellito per sempre quegli orribili eventi che avevano inciso una cicatrice profonda nel passato della loro famiglia. Per tutto quel tempo aveva creduto di aver seppellito per sempre quel dolore nel fondo del suo cuore, invece eccolo riaffiorare con tutta la sua violenza.
Non sapeva dove avrebbe potuto trovare la forza di dire la verità a Natya, perché aveva la certezza che così facendo le avrebbe provocato un dolore atroce.
Quella ragazza aveva voluto a Toby un bene che non aveva mai riservato a nessun'altro.

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