CAPITOLO QUARTO - parte 1
Piero arrivò a casa della ex moglie verso le dieci del mattino, con una giacca blu ben stirata ma senza cravatta; dopotutto, aveva preso un giorno di permesso a lavoro e non aveva motivo di apparire troppo formale.
Il cielo si era fatto nuvoloso anche se non sembrava minacciare pioggia, e tirava un pò di vento.
Entrò nel palazzo pensando bene a cosa avrebbe dovuto dire, e si sistemò il colletto della camicia con un gesto rapido e nervoso. Giunto all'ingresso fu accolto da Marlene che lo salutò con un filo di voce; il suo sguardo era segnato dalla stanchezza, doveva essere un periodo davvero stressante anche per lei, pareva avesse esaurito quasi del tutto le sue energie.
Piero si affacciò alla porta della stanza di Natya e le chiese sorridendo di raggiungere lui e Madlene in cucina, poi si sistemò al tavolo assieme alla donna, con i gomiti poggiati sulla tovaglia ricamata. Si sentiva un pò nervoso, ma sapeva che il suo malumore si sarebbe placato una volta terminata la discussione.
Quando Natya uscì dalla sua stanza e li vide, così seri e cupi ad attenderla, fece una faccia stranita.
"Ma che diavolo sta succedendo?" Pensò.
Cercando di non dare a vedere quanto fosse ancora scossa a causa dell'orribile sogno di quella notte, la ragazza si accomodò su una sedia davanti a loro, intenta a legare i capelli con un elastico nero. Poggiò a sua volta i gomiti e piantò gli occhi in quelli di suo padre, notando subito che l'uomo pareva a sua volta molto scosso.
-Che succede?- chiese aggrottando la fronte.
Marlene, la madre, girò la testa verso Piero e lui le fece un cenno con il capo per lasciar intendere che avrebbe iniziato a parlare per primo. E così fece.
-Tesoro, io e la mamma abbiamo una cosa importante da dirti- annunciò.
-Vi ascolto- rispose lei con voce incerta. Sembrava una cosa molto seria. Che fosse legata a quel fatto di Toby, chiunque lui fosse?
-Riguarda alcuni eventi che sono accaduti nel passato, ma di cui non ti abbiamo mai parlato per proteggerti. Abbiamo pensato che non è giusto tenerti all'oscuro, visto che tra l'altro stai recuperando alcuni dettagli di memoria, ma la decisione finale resta tua. Vuoi ascoltare?-.
La ragazza spalancò gli occhi. Allora aveva ragione, le sue intuizioni erano state davvero giuste.
-Certo che voglio ascoltare- rispose sicura, mostrando un'improvvisa impennata di interesse.
-Non è una storia bella- insistette lui - Sei sicura?-.
Tutti quegli avvertimenti spaventavano la ragazza non poco, ma giunta fino a quel punto nulla avrebbe potuto fermare il suo desiderio di sapere la verità. -Vai pure- disse.
-Allora... Intanto vorrei che sapessi che questa è l'unica cosa che ti abbiamo nascosto; tutto il resto delle cose che ti abbiamo detto sono assolutamente vere. Ti abbiamo tenuta all'oscuro solo di questo, e solo al fine di proteggerti; perché ti ripeto, è proprio una brutta storia-.
Natya annuì, ed ascoltò con massima attenzione le parole del padre. Per un attimo ebbe un pò di esitazione; sentì che dopo aver ascoltato quelle parole nulla sarebbe stato più come prima, ma ignorò la sua stessa paura e non chiese al padre di fermarsi.
-Tu non hai mai avuto un disturbo legato alla memoria, Natya. Hai perso i tuoi ricordi a seguito di un forte choc che hai subito poco più di tre anni fa- disse il padre, guardandola dritta negli occhi con uno sguardo serio e triste allo stesso tempo.
La ragazza strabuzzò gli occhi, lasciando cadere la mandibola.
-Ti abbiamo mentito perchè volevamo evitare di farti conoscere questa brutta verità. Speravano che non avresti recuperato la memoria, così non avresti sofferto- intervenne la madre, come a voler giustificare meglio ciò che Piero aveva appena detto -Lo abbiamo fatto solo perché ti vogliamo bene-.
-Lasciami parlare- sbottò Piero nervoso, voltandosi in sua direzione - Poi parli tu, dai Marlene-.
L'uomo emise un sospiro tremante e continuò a parlare, adesso con lo sguardo basso. -Come ti dicevo Natya, hai subito un forte choc, e questo... Questo... Questo Toby ne è stato la causa, ecco... Vuoi ancora che continui?-.
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