CAPITOLO PRIMO - parte 2
Il sole calò lentamente, lasciando spazio all'oscurità adesso infranta dalle brillanti luci della città. I negozi chiusero le serrande, ed i marciapiedi divennero scuri solitari.
Natya aveva la testa appoggiata al cuscino, e fissava con aria persa il fascio di luce gialla che entrava dalla finestra e sbatteva sul pavimento di mattoni chiari.
Chiuse le palpebre e sospirò, finché la sua mente non cadde lentamente nel sonno.
Respirando a ritmo regolare, cambiava di tanto in tanto posizione. Poi, ad un tratto, iniziò ad agitarsi.
Nel sogno si trovava nella sua casa, era giorno e sua madre era a lavoro. Sola in casa stava facendo i compiti, o comunque scrivendo qualcosa su un quaderno con i polsi poggiati sulla scrivania della sua stanza. Ad un tratto, ricordò in quello strano sogno di non essere sola in casa; il che era strano, perché sua madre, come detto, era uscita.
Nel sogno si voltò indietro più volte, sentiva la necessità di voltarsi, di cercare qualcuno che forse sarebbe dovuto essere lì con lei. Cercò con gli occhi negli angoli bui della stanza come se si aspettasse di incrociare con i suoi occhi lo sguardo di qualcun'altro.
Ma non c'era nessuno.
Era sola.
La ragazza si svegliò di colpo, affogando i polmoni in una grossa boccata d'aria, e si alzò dal cuscino trovandosi spaesata.
La stanza era avvolta nell'oscurità, così volse ancora lo sguardo alla finestra chiusa.
Respirando adesso piú lentamente portò le mani alle tempie, mentre pian piano recuperava lucidità, ed in quel momento per qualche motivo si sentì persa. Fu una sensazione strana, una specie di sconforto, intenso ma inspiegabile.
Nonostante la ragazza non fosse in grado di capire che cosa stesse accadendo, percepiva ormai la certezza che davvero stesse ignorando qualcosa di importante del suo passato. Qualcosa che adesso stava cercando di venire a galla.
Chi stava cercando, in quel sogno?
Perché aveva avuto la sensazione che qualcuno sarebbe dovuto essere lì?
Natya emise un sospiro e tornò a distendersi sul letto, ma subito si rese conto di essere troppo turbata per riprendere sonno; si alzò ciondolando e camminò a piedi nudi fino al bagno, dove si sciacquò la faccia con una grossa manciata d'acqua fresca, che le provocò un brivido.
Guardò il suo riflesso nello specchio, puntando lo sguardo nei suoi stessi occhi castani. Che cosa stava succedendo?
Anche dopo essere tornata a stendersi, si ritrovò a girarsi sotto alle lenzuola più e più volte senza trovare pace.
...
Alle sei e mezza, puntuale come un orologio, la madre di Natya andava a svegliarla ogni mattina. Era la sua regola, anche se a lavoro di solito ci andava di pomeriggio; le regole erano un'altra delle sue fissazioni. Era convinta che seguire un preciso schema di doveri durante la giornata fosse salutare e benefico per tutti, anche se era solo lei ad approvare davvero quella follia.
La ragazza, ormai avvezza a tollerare le fissazioni della madre, aveva ormai imparato a svegliarsi all'ora giusta senza il bisogno di installare la sveglia. Con il pigiama ancora addosso si diresse in cucina, dove trovò la mamma intenta a versare la polvere di caffè nella macchinetta.
-Che fai in piedi a quest'ora?- domandò la madre sbalordita. - Sono le sei-.
-Lo so, stanotte ho dormito male- rispose la ragazza, stirandosi la schiena.
-Come mai?- chiese la madre, poggiando una tazza sul tavolo.
-Non so... Ho fatto un sogno strano-.
Quell'ultima frase sembrò catturare l'attenzione della donna in modo particolare, perché smise di versare il caffè caldo nella tazzina e volse tutta la sua attenzione alla figlia. - In che senso scusa? -. C'era della preoccupazione nel suo sguardo, lo si vedeva con chiarezza.
Natya emise un sospiro ed abbassò lo sguardo al pavimento, dove era adagiata una piccola briciola di pane.
- Mamma, dimmi la verità... - farfugliò, con indecisione ed un punto di imbarazzo. - C'è qualcosa che ancora non mi avete detto, del mio passato?-.
La donna tacque per una lunga manciata di secondi, come se stesse cercando le giuste parole per rispondere a quella domanda; era ormai chiaro che le teorie della ragazza fossero esatte.
-In che senso? - disse poi, accennando un sorriso di nervosismo. - Cosa vuoi dire? -.
-Non so.. - fece lei - Qualche evento che non mi avete mai raccontato? Qualcosa che è successo... Qualcosa di brutto-.
L'espressione sul volto di mamma cambiò; si fece cupa, tirata, le sue labbra si assottigliarono quasi ad esprimere una rabbia repressa. - No, ti abbiamo detto tutto- rispose.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top