CAPITOLO QUARTO - parte 1
Toby camminava al fianco di Natya, leggermente più avanti.
La ragazza lo seguiva senza dire nulla; non sapeva neanche dove stessero andando, ma in fondo non le importava. Qualsiasi posto andava bene, purché lui fosse restato al suo fianco.
Ogni tando girava leggermente lo sguardo senza farsi notare, ed osservava quella maschera di ferro che copriva la bocca del ragazzo.
La ricordava bene, adesso. L'immagine di Toby che entra nella sua stanza con il volto coperto da quella maschera era nitida nella sua mente; aveva i vestiti coperti di sangue, il sangue dei suoi stessi genitori. Anche adesso, a pensarci, le veniva un brivido lungo la schiena. Tuttavia, non aveva più paura.
Con o senza maschera, Toby era Toby.
E soprattutto, non era il mostro che tutti dicevano.
-Sei stanca?-. La voce del ragazzo la strappò dai suoi pensieri.
Scosse la testa e sorrise, anche se effettivamente i piedi iniziavano a farle male. Da quanto tempo stavano camminando? Due, tre ore?
Toby si fermò per una manciata di secondi, guardandosi intorno, per poi riprendere il cammino in direzione di quello che sembrava essere un grande bosco. Vi si addentrò guardandosi intorno, per poi proseguire lungo un sentiero.
L'aria era calda e ferma; attorno a loro, innumerevoli grandi alberi dominavano il terreno irregolare, che alternava salite a discese. Il sottobosco era ricoperto di erbacce e sassi su cui era scresciuto muschio dal colore tendente al marrone, e l'aria profumava di fiori.
Natya adesso camminava proprio dietro alla schiena di Toby, dato che il sentiero era stretto e non c'era abbastanza spazio per camminargli affianco. Si limitava a seguirlo e basta, senza fare domande. Non sapeva di preciso cosa volesse fare, o se avesse una meta oppure stesse camminando a caso; ma si fidava semplicemente delle sue scelte. Probabilmente voleva allontanarsi dai centri abitati per evitare la polizia.
Giusto.... La polizia.
Che cosa ci faceva quel poliziotto alla casa abbandonata?
Non c'era da stupirsi che stessero organizzando delle ricerche per trovare Toby... O magari lei. Forse suo padre aveva dato l'allarme alla polizia non trovandola più nella sua stanza, magari l'avevano data per dispersa ed ora la stavano cercando.
Ad ogni modo, per la loro sicurezza avrebbero dovuto tenere un profilo più basso possibile.
-Acqua!- esclamò ad un tratto Toby. Natya sollevò lo sguardo senza capire, ma quando lui le indicò con la mano un punto lontano davanti a loro notò la presenza di un fiume.
Sorrise, e sospirò. Ci voleva proprio.
Si avvicinarono al fiume, che in realtà era solo un piccolo torrente sassoso, e Toby si mise in ginocchio davanti all'acqua corrente. Si sfilò la maschera e gli occhiali, poi ne catturò una manciata con i palmi delle mani e se la gettò sulla faccia, zuppando i ciuffi di capelli che pendevano sulla sua fronte.
Era fresca; un brivido percorse la sua schiena. Si asciugò la bocca con il gomito e si voltò verso Natya, che seduta su un sasso accanto a lui lo guardava sorridente.
-Facciamo una sosta?- le disse.
Lei annuì. -Conosci questo bosco?-.
-A dire il vero no, ma... Volevo allontanami dalla città-.
Natya annuì ancora. -Sì, l'avevo capito-.
Il ragazzo si mise a sedere accanto a lei, fissando l'acqua che scorreva in discesa passando tra i sassi. Era così limpida che poteva vedere perfettamente quello che c'era sul fondo.
La ragazza poggiò la testa sulla sua spalla. -Sai cosa? Resterei qui in eterno-.
Toby fece una breve risata. Era bellissimo, il suo modo di ridere: piegava leggermente la testa di lato, e socchiudeva gli occhi.
Perché tutto doveva sempre essere così complicato, quando per essere felici avrebbero avuto solo bisogno l'uno dell'altra?
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