Capitolo 4 (HOT)
Sospiro con ancora Zaira tra le mie braccia.
Mi dà del bastardo, ma continua a stringermi come se non volesse più lasciarmi andare.
Le altre invece, sono semplicemente contrariate a loro modo.
Keira col suo solito sguardo rissoso, Elika con uno sguardo da mamma severa, e poi Sephora, fredda e distaccata.
Ognuna di loro rappresenta un modo diverso di come una persona può esprimere i propri sentimenti.
Che cosa curiosa...
Dimenticavo la nuova arrivata, Celina.
Oh.
Riconosco quello sguardo, sembra delusa, allo stesso tempo disorientata dalla situazione.
Forse Zaira ha ragione...
"Va bene, va bene. Adesso basta Zaira".
Euridice viene in mio aiuto prendendo di forza Zaira e portandola a sé.
È una fortuna averla qui, e mi rendo conto di non essere stato un granché maturo nemmeno con lei.
Eppure, non mi ha mai fatto pesare nulla.
"Visto che ti sei svegliata, possiamo darci alle presentazioni".
Si rivolge a Celina, che è poco più distante a noi.
Così ci ritroviamo tutti seduti in lati opposti della stanza, come due fazioni avversarie che si contrappongono.
Da un lato con Elika, Zaira, Keira e Sephora.
Dall'altro con me, Eri e Celina.
"Questa persona qui al mio fianco è Celina, vivrà con noi qui" dico ai presenti, compresi i domestici dietro di noi.
A parte il benestare di Eri, alle altre non sembra fare molto piacere la cosa.
Il primo segno di protesta arriva da parte di Keira:
"Che intenzioni hai?" mi domanda.
"Mi prendo la responsabilità di aiutarla" rispondo.
"Aiutarla? Non bastava portarla al castello e lasciare questo compito ad altri?" continua lei, picchiettando di tanto in tanto l'indice sul braccio.
"Avrei dovuto trattare cosi anche te, o voi?" domando a mia volta.
"Se la tua intenzione era solo di scopare, si. Forse sarebbe stato meglio!" controbatte lei senza giri di parole.
"Eppure tu sei qui Keira, forse la mia intenzione non era solo quella".
"Tch!"
Risponde lei con disappunto.
"Sentiamo, qual era allora?" al ché interviene Elika.
So dove vuole arrivare, ma non sono ancora in grado di dare una risposta.
"Non ho ancora modo di rispondere".
"No? Eppure mi sembra ci sia poco da chiarire, hai riunito tutte queste donne sotto un unico tetto. Non è ciò che un qualsiasi regnante farebbe?" questa volta è Sephora a parlare.
"Non sono un regnante, sono un membro della famiglia. Come tutti voi del resto".
"Famiglia che non si fa problemi a tenere certi membri a distanza. Dunque dimmi Tristano, che ruolo ho io in tutto questo? Sono la tua prigioniera? La tua serve? Una schiava?"
Continua a pressare.
"..."
Ciò a cui allude Sephora è al motivo per cui viene vista in malo modo un po' da tutti qui.
Vi è un certa armonia tra tutti i membri della famiglia, armonia che si è incrinata con l'incontro do queste ragazze.
Ma non è solo colpa loro, è anche mia.
"Ti prego rispondi, voglio capire cosa stai pensando" continua demandare elika.
Sento come un peso nello stomaco, è una situazione davvero difficile da gestire per me.
Vorrei andare via di nuovo, ma so bene che non posso, e non devo.
"Come vi ho sempre detto, a nessuno qui verrà negata la libertà. Ognuna di voi deve scegliere il meglio per sé stessa, io non posso, e non devo, trattenervi" rispondo dopo aver preso un lungo respiro.
"Non sei onesto Tristano" risponde poco dopo Elika.
No, non lo sono. Ma cosa dovrei fare? Obbligare tutte a vivere secondo i miei desideri?
Sottomettere chiunque al mio volere?
No, non è ciò che desidero.
"Da oggi non potrò più allontanarmi fino a nuovo ordine. Rimarrò a sorvegliare i confini di Avalon. Se qualcuna di voi ha desiderio di andare in un'altra residenza me lo faccia sapere" rispondo a malincuore.
"Sei uno stupido!"
Sbraita Zaira, per poi correre via.
"Che delusione".
Rimarca Keira, anche lei si allontana dopo il suo commento.
"Non era ciò che mi aspettavo di sentire" vi è delusione nel tono di Elika.
Dopo aver lasciato andare un sospiro, si allontana per conto suo.
Infine resta Sephora, lei non dice nulla.
Resta semplicemente a guardarmi per qualche momento con i suoi bellissimi occhi freddi.
Dopodiché si alza e va via.
"Beh, poteva andare peggio, no?"
Ironizza Eri, sapendo ci fosse ben poco di cui stare allegri.
Per tenere tutte queste donne qui legate a me servono ambizione ed egoismo.
Di egoismo potrei anche averne in abbondanza, ma è davvero la cosa giusta da fare?
"Chissà" rispondo sospirando.
"Non resti che tu adesso".
Colei che non ha aperto bocca sino ad adesso.
"Immagino tu voglia farmi qualche domanda, o forse sei semplicemente delusa da ciò a cui hai assistito?"
Mi rivolgo a Celina.
Che in risposta mi guarda ancora con un espressione pesante.
Sembra ci sia riluttanza nel volermi rivolgere la parola.
Sembra che la sua prima impressione di me sia ormai totalmente andata in fumo.
La sua espressione tuttavia, continua ad essere carina ai miei occhi.
"Chi sei veramente? E perché mi hai portato qui?"
Mi chiede dopo una lunga pausa.
"Sono una persona morta, proprio come te. E questa è casa mia, un luogo dove diamo rifugio a chi ne ha bisogno" rispondo io.
Ma Celina non sembra molto soddisfatta della mia risposta.
"Perché sono tutti così rispettosi nei tuoi confronti? Perché ti chiamano padroncino?" domanda ancora.
"Non è per mio merito, mio nonno è una persona abbastanza importante da queste parti. In rispetto suo, rispettano anche me".
Ho sempre cercato di non montarmi la testa, perché so che facendo ciò non si arriva a nient'altro che guai.
E dopotutto, non è che la verità.
Non posso dire di aver qualche merito, sono solo fortunato ad essere nipote di una persona molto potente.
"Siete davvero severo con voi stesso, pa-dron-ci-no" frappone Eri, rimarcando di proposito sull'ultima parola.
"Eri per favore, ti ho già detto che qui preferisco essere chiamato per nome" le dico esausto mentalmente.
"Eheh, a me piace chiamarti così" continua lei imperterrita.
Ignorando per un attimo gli scherzi di Eri, continuo a rivolgermi a Celina.
"Hai altre domande?"
"Eri m-mi ha detto che tutte loro s-sono state a letto con te. D-devo anch'io?"
Mi domanda con non poca difficoltà.
Dunque era questo che la preoccupava.
"No, Celina. Come lo è stato anche per loro, non ti ho salvato con l'intento di portarti a letto. L'ho fatto semplicemente perché pensavo fosse la cosa giusta da fare.
Dopodiché, se vuoi restare qui sei la benvenuta. Ma se per qualche ragione non ti dovessi trovare bene chiederò di farti trovare una sistemazione altrove, va bene?"
"Mm, ok" risponde lei.
In qualche modo sembra essere più serena adesso.
"Bene, qui nella mia residenza sei a casa tua, i ragazzi qui dietro si prenderanno cura di te. Se hai bisogno di qualcosa basta chiedere".
Ennio, Marzio e Benita le sorridono cordialmente.
"Eri, mostrale la sua camera, io penso che andrò a riposare" annuncio poco dopo.
"Non cenate con noi?" mi domanda lei
"Non sono dell'umore per farlo, è stata una giornata pesante. Buonanotte".
Sono davvero esausto.
Ovviamente non nel corpo, lo sono psicologicamente. Sento ancora un certo peso addosso che non riesco a togliermi di dosso.
"Buonanotte padroncino" rispondono cortesemente i domestici.
"Non essere cosi duro con te stesso, dormi bene, Trí" mi dice Eri dolcemente.
Mi accarezza il viso sotto gli occhi di una Celina dal viso ancora roseo.
"B-buonanotte" mi dice anche lei.
Le sorrido senza dir nulla e mi accingo a raggiungere la mia stanza.
Vi è finalmente silenzio.
Sento solo il rumore dei miei passi che cambiano a seconda di dove poggiano i piedi.
Alle volte sul tappeto, altre sulla superficie liscia del pavimento.
Apro infine le porte della stanza più importante della residenza e sono finalmente a destinazione.
"Bentornato, mio principe".
Dal buio della grande stanza sento una voce provenire dalla zona del letto.
Conosco questa voce, così melodiosa da raggiungere le mie orecchie come dolci note di un arpeggio.
Così mi avvicino al baldacchino, dove vi sono delle tende che circondano la sensuale sagoma davanti a me.
"Mi sei mancata Artemis..."
Scostata una delle tende i miei occhi si posano su quella che reputo una delle ragazze più belle che questi miei occhi abbiano mai visto.
Seduta al centro del letto vedo i suoi lunghi capelli adagiarsi alle lenzuola.
Mossi e sinuosi, il loro colore è uguale a quello di un tramonto vivido.
Il suo corpo è snello e le sue curve sono sensuali, porta un vestitino da notte, il che mi permette di vedere le sue gambe lisce come la seta.
Il suo viso adesso è rivolto a me, e sento un tuffo al cuore.
È paradisiaco, un dono del cielo.
I suoi occhi verde smeraldo sono una calamita che attraggono a loro senza darti possibilità d'uscita.
Labbra rosee e carnose, nella quale vorresti stare ore ed ore a baciarle, assaporarle, morderle.
E poi, calando lo sguardo verso la sua deliziosa clavicola, vedo le forme del suo seno perfetto.
Né troppo grande, né troppo piccolo, morbido ed elastico, tonico.
La sola visione di una simile creatura manderebbe in estasi qualsiasi uomo, me compreso.
Ma la donna dinanzi a me non è una donna qualunque, e incorrere nella sua ira porterebbe solo sciagura.
Il sapere di essere così ben accolto però, la reputo una delle mie più grandi fortune.
"Fufufu, da 1 a 100?"
Mi domanda lei, mostrandomi il suo sorriso mozzafiato.
"Infinito!"
Rispondo io scherzosamente.
E una delle domande che uso sempre per scherzare, ma questa volta è stata lei a pormela.
Sento dei pensieri nostalgici sfiorarmi. Pensieri di tempi molto lontani ormai.
"Fufufu, vieni" mi porge la sua mano.
Afferro la sua mano senza esitazione, per poi distendermi con la testa sul suo grembo.
Sento il tocco delle sue dita che si adagiano sopra la mia testa.
Che sensazione meravigliosa.
"Quando sei arrivata?"
Le domando con voce tenue.
"Poco tempo fa, mi hanno avvertito del tuo arrivo e mi sono subito precipitata qui" risponde lei sorridendomi.
Mi accarezza la testa con cura, lasciandomi tirare un sospiro di sollievo.
Questo semplice gesto per me vale più di qualsiasi cosa, più di qualsiasi notte di passione.
Ed è una cosa che condivido solo con lei, una Dea del mondo antico.
"Il mio principe è molto stanco vedo, vuoi parlarmene?"
Mi domanda lei dolcemente, come una madre che si prende cura del proprio bambino.
Mi chiama principe, ma non perché io lo sia veramente, ma è il suo modo di giocare con me.
Il principe delle coccole!
Così mi nominò la prima volta che ci siamo conosciuti, e da allora, sono rimasto tale.
"Non lo so Arte...
Volevo creare un posto tutto mio, con le persone che mi vogliono bene.
Amo la mia famiglia, però mi manca l'amore vero, quello che mi fa sognare.
Queste ragazze che ho portato qui sono tutte importanti per me, non fraintendere.
Tuttavia, forse ho sbagliato a portarle tutte sotto lo stesso tetto".
Tengo gli occhi chiusi nel parlare, cosi da godermi la piacevole sensazione delle sue carezze sul mio viso.
"Sono tutte ragazze dal carattere molto forte mio principe, ognuna di loro ti vorrebbe solo per sé. Non le si può biasimare per questo" mi dice lei.
"Non lo faccio, so bene che sarebbe egoista da parte mia chiedere loro di condividermi, però..."
"Questo è il tuo desiderio, giusto?"
Artemis intercetta il mio pensiero.
"È così, ma mi domando se sia veramente la cosa giusta da fare" rispondo sospirando.
"Pensi sia questa la domanda giusta da porti?"
Mi domanda nuovamente lei.
"Che vuoi dire?"
Non capisco dove voglia arrivare.
"Pff, mia caro, non vedi che nonostante i litigi e le discussioni sono ancora qui?"
Mi lascia notare ridacchiando dolcemente.
"Nonostante se ne lamentino, ognuna di loro resta qui, per te. Con molta probabilità anche i loro motivi sono egoistici, ma che importa? E nella natura di ogni creatura esserlo, vogliono essere amate, così come lo vuoi tu".
"Ho paura Arte, come posso chiedere loro di stare solo con me, mentre io sto con altre donne?"
Che sia un dilemma morale, o dettato del puro egoismo, non ho mai visto una situazione del genere senza che finisse in tragedia.
La verità è che quando le immagino con qualcun altro sento un dolore impossibile da spiegare.
Ma posso biasimarle se è ciò che vogliono? È giusto che siano libere di stare con chi vogliono.
"Perché non dovresti poterlo chiedere? È un tuo desiderio".
"Si, il mio. Non il loro".
"Come lo sai? Lo hai forse chiesto?"
"Non penso ce ne sia il bisogno. Andiamo, è semplice logica!"
Una logica inconfutabile a mio modo di vedere.
"Mio caro, non vi è logica quando si tratta di queste cose.
Che tu lo voglia a no, le relazioni sono una continua battaglia, dove l'equilibrio e l'armonia sono sempre in bilico.
Trovare un compromesso non è mai facile, e lo si ottiene soltanto dopo averne conquistato il diritto" mi dice.
"Vuoi tenerle tutte per te? Allora devi mostrare la tua forza Tristano, una forza che non ha eguali.
Una forza che le faccia sentire al sicuro tra le tue braccia, indipendentemente da chi altro sta loro vicino" ogni sua parola è carica di carisma e fierezza.
"Vedi, noi donne alla fine non desideriamo che questo, essere protette.
Non è nella natura di una donna tenere per sé molti uomini. Oltre ad essere improduttivo, richiede un notevole dispendio di energie e pazienza. E come ben saprai, abbiamo poca pazienza, fufufu".
Tiene il mio viso tra le sue morbide mani adesso, senza mai dimenticare di sorridermi.
"Ne basta uno che ci faccia dimenticare tutti gli altri" mi dice.
"Mi piacerebbe pensarla cosi..."
Rispondo ancora assorto nei miei pensieri.
"L'ombra di quella persona sembra ancora influenzare le tue scelte" mi dice guardandomi negli occhi.
Vedo il mio riflesso come disperso in lontani ricordi.
"Sembra che sia ormai risaputo. Mi spiace di mostrarmi cosi patetico in questo momento" le dico con una nota di amarezza.
"Non dire cosi, non c'è vergogna nell'aver amato. E tu, mio principe, hai mostrato un amore intramontabile a questa dea. Sono un po' gelosa ad essere sincera" mi rivela.
Non celando i sentimenti contrastanti che si riflettono nei suoi occhi.
Artemis, è stata una delle prime persone a prendersi cura di me.
Come Baldur, mi è sempre stata accanto, senza mai chiedere nulla in cambio.
Il suo carattere vivace è stato una luce nei miei periodi più bui.
Come potevo non rimanerne ammaliato?
"Non hai motivo di esserlo, non so cosa avrei fatto senza di te, Arte".
Allungo le dita verso le sue morbide labbra fino a sfiorarle.
"Se ti dicessi che desidero anche te insieme alle altre?" le domande.
"Oh? Dimostramelo allora, dimostrami quanta responsabilità sei in grado di poter reggere sulle tue forti spalle" risponde lei con tono di sfida.
Ma allo stesso tempo carico di sensualità.
Ceduto ad ogni freno, mi alzo e la adagio sotto di me, baciandola senza dir altro.
Sento le sue morbidi labbra toccarsi con le mie.
Così come la sua lingua calda che si intreccia in una danza senza fine con la mia.
"Ti voglio, Arte".
I nostri occhi si riflettono l'un l'altro.
"Cosa aspetti a prendermi?"
Afferro il suo seno senza indugio, sentendo il tessuto che separa la mia mano dalla sua pelle.
Posso già sentire il suo capezzolo che comincia a indurirsi.
"Ahn..."
Il suo tenue gemito infiamma ancora di più il mio desiderio, sento il mio pene indurirsi e farsi spazio tra i pantaloni.
Artemis mi stringe verso il suo petto, lasciando scorrere le sue dita fra i miei capelli.
Sento il suo respiro farsi più affannoso e ciò non fa altro he aumentare l'eccitazione dentro di me.
La slaccio la veste che cade giù cone un sipario, lasciandomi ammirare le sue forme perfette.
"Sei bellissima Arte..." le sussurro.
Le non mi dice nulla, mi sorride dolcemente e subito dopo mi bacia con passione.
La sua lingua si avvinghia alla mia come un predatore che agguanta la sua preda.
Mi stacco da lei per prendere una boccata d'aria, dopodiché mi avvento sui suoi capezzoli rosei adesso liberi di essere presi.
Sento la delizia del suo sapore sfiorarmi le labbra e la lingua. È dolce come un frutto selvatico appena raccolto.
"ahn! Sei come un bambino mio principe!"
Sussulta lei ad ogni mio morso delicato.
"Sei troppo dolce Arte!" le rispondo.
Nel mentre la mia mano scivola fra le sue morbidissime gambe che si aprono a ventaglio in attesa di un mio gesto.
Posso percepire un immane calore provenire dal suo giardino segreto.
Le sfioro con dolcezza il clitoride che si inturgidisce improvvisamente.
"Oh cielo! Si, ti prego continua" mi dice lei con tono supplicante.
Non me lo faccio dire due volte, continuo a stimolarle il clitoride sentendo anche quanto è bagnata lì sotto.
Sentendo i suoi gemiti, che sono come musica per le mie orecchie, continuo a stuzzicarla inserendo le dita dentro la sua gattina.
"Oh! Si, si!"
Sussulta lei, sentendo le mia dita dentro completamente inzuppate dai suoi umori.
"Sei caldissima Arte..."
Le mia dita si fanno sempre più avide, scavano affondo cercando il suo "punto g", le chiudo leggermente per darle maggiore piacere.
"Aaaahn!!"
Artemis lancia un forte gemito, seguita da spasmi muscolari.
"Eheh! Sei venuta" le dico ridacchiando.
Ancora presa dall'estasi del momento, Artemis si lascia coccolare da me ancora per qualche momento.
Dopodiché, dopo aver preso un respiro, mi tira a sé e ruota su un fianco per poi portarmi sotto di lei.
"Adesso tocca a me darti piacere" mi dice con occhi fiammeggianti.
"Prendimi" le dico dico sfidandola.
Ogni tanto dimentico che Artemis ha un carattere competitivo e selvaggio.
Dopotutto, è la Dea della caccia.
Si, esattamente quella dea della caccia.
Artemis è figlia di Zeus, padre degli dei greci.
Sento le sue mani scorrere lungo il mio corpo, sinuose come onde che mi avvolgono in un sensuale movimento.
Mi aiuta a spogliarmi, siamo entrambi nudi adesso.
Dopo avermi dato un altro bacio appassionato, sento la sua lingua scorrere umida lungo il mio collo, per poi passare dalla clavicola, fino ad arrivare ai capezzoli.
"Uh!"
Mi sfugge un gemito improvviso.
"Anch'io sono brava a stuzzicare i capezzoli!" mi dice ridacchiando.
Le stringo dolcemente la testa sentendo allo stesso tempo il profumo dolce che emanano i suoi capelli.
Il piacere non fa altro che infiammare la mia asta che è dura e pulsante.
Come a dar risposta al mio desiderio, Artemis afferra il mio pene e cominciare a muovere la mano dolcemente, mentre continua stuzzicarmi.
Il suo tocco dolce e deciso mi fa sentire dei brividi scorrermi per tutto il corpo, instintivamente le spingo la testa in giù.
"Ahg! Fammi godere Arte..."
Senza indugiare oltre, Artemis si avvicina alla mia asta, lasciando cadere la saliva sul glande.
Dopodiché comincia a penetrare la sua bocca ingoiando per tutta la lunghezza.
Sento la sua lingua calda che accarezza e stuzzica il frenulo.
"Uh!"
Trattenermi diventa sempre più difficile, sento la pressione della sua bocca e dei suoi movimenti repentini aspirare via ogni parte di me.
Le afferro la testa e la spingo con forza per farla andare ancora più a fondo.
Sento la sua ugula sfiorare la punta della mia asta, cosi come i suoi piccoli conati.
"Cough cough!"
Ma Artemis non si ferma e continua a insistere. É una bestia assetata che non si ferma dinanzi a nulla.
In risposta, muovo il bacino assecondando i suoi movimenti, fino a quando arrivo a limite.
"Vengo! Vengo Arte!"
Le trattengo la testa e vengo copiosamente dentro la sua bocca.
Il liquido caldo scorre dentro di lei, che beve avidamente.
"Puah!"
Con ancora la lingua piena del mio liquido, Artemis mi mostra fiera il risultato del suo lavoro, dopodiché ingoia tutto.
La scena è così provocatoria e sexy che il mio pene recupera subito la sua virilità.
La porto cavalcioni su di me, posizionando la sua sue grandi bagnate sopra la mia asta dura e pulsante.
"Pronta?"
"Quando vuoi" mi risponde sussurrando.
Senza indugiare oltre afferro i suoi fianchi e li porto giù vigorosamente.
"Aaahnn!"
La forza di penetrazione la fa gemere come una puledra impazzita.
La mia asta si fa spazio dentro di lei, andando a bussare alle porte due suo utero.
"Voglio riempirti Arte!"
Continuo a spingere senza sosta, con ritmo regolare.
Voglio penetrarle l'anima.
"Si! Continua Tristano!"
Mi grida libera da ogni freno. Anche lei muove il bacino a ritmo, siamo due bestie selvagge adesso.
Sento tra le mani i suoi morbidi glutei che non chiedono altro che di essere sculacciati.
"Ahn!" Grida lei ad ogni colpo.
Le mordo il collo, lasciandole succhiotti sulla pelle. Come a voler lasciare un segno del mio passaggio su di lei.
Artemis mi lascia fare, afferra i capelli per resistere al forte piacere che la avvolge.
I nostri corpi caldi e sudati si muovono in una danza oscena e piena di lussuria, senza freni o inibizione.
"Sto...ah... per venire Arte...!" le sussurro ancora affannosamente.
"Dentro...vienimi dentro Tristano!"
Mi supplica lei stringendomi ancora di più a sé.
Sento le pareti della sua vagina avvinghiarsi ancora di più al mio pene.
Finché non resisto più e rilascio tutto ciò che mi rimane come un fiume caldo in piena.
"Ahn! Oh mio Dio!"
Urla infine Artemis, avvolgendomi con forza tra le sue gambe.
Sento ogni suo muscolo vibrare per via degli spasmi involontari.
"Come si può non amarti, mio principe" mi sussurra lei.
Alla fine crolliamo a letto ancora abbracciati, con ancora le nostre parti intime unite.
Sento le sue labbra baciarmi la fronte, accarezzarmi i capelli.
I suoi gesti cosi dolci e affettuosi sono un lenitivo per la mia anima, mo fanno dimenticare ogni tristezza, ogni rabbia. Mi danno pace e conforto.
"Fufufu, dormi bene, mio passionale principe delle coccole".
Artemis mi abbraccia portando la mia testa al suo petto, finché non mi abbandono ai miei sogni stanco e soddisfatto.
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