Capitolo 1
"Dove diavolo si sarà cacciata?"
Santa pazienza, quella ragazzina mi farà andare di matto!
Ma di che mi stupisco? Io per primo mi sono sempre avventurato in questi viaggi per sentirmi libero. Devo aver influenzato anche lei in qualche modo.
Quanti anni saranno passati da quando ho cominciato questa vita?
50? 100?
Eh, non che abbia importanza.
Dopotutto questa nuova vita non mi dispiace affatto.
Senso di libertà, privo di stanchezza, nessun problema relativo al mantenimento del mio corpo (perché non c'è). È una vita che mi si addice.
La vita dall'altra parte non faceva per me, seppur ha avuto un senso. Ogni vita vale essere vissuta, anche la più merdosa. O almeno, questo è il mio pensiero.
Da parte mia non mi sento di essere stato un essere umano modello, ho avuto parecchie difficoltà.
Ad occhi indiscreti potrei essere stato il classico sfigato di turno.
Nessuna ragazza, nessun lavoro fisso, nessuna prospettiva per il futuro.
Beh, non che possa biasimare chi possa averlo pensato. Dopotutto la vita è fatta di scelte, giuste o sbagliate che siano, ed io ho fatto le mie.
Ammetto che molte sono dettate dalle mie paura, dai miei demoni interiori, altre magari dalle circostanze, ma va bene così.
Così è la vita.
Una scuola dove bisogna imparare vivendo la vita di tutti i giorni.
Per me quei giorni sono finiti, da molto tempo a dire il vero, ma non lo rimpiango.
Sono felice di essere giunto sin qui, con coloro che amo e con questa mia nuova libertà.
Ma non pensiamo a queste cose, pensiamo a trovare quella peste e a tornarcene a casa.
Abbiamo girovagato abbastanza direi.
Mm? Oh?
Mi pare di averla trovata finalmente, ma c'è qualcuno insieme a lei.
E tutte queste persone? Chi sono?
Vedo una ragazza impaurita aggrappata a lei, è carina, eheh!
Brava Talia.
Insieme a loro una banda di dispersi che li circonda e sembra che stiano per attaccare.
Poveri illusi.
Ecco, un semplice avviso dovrebbe bastare.
"AAAARGH!"
Non smetterò mai di rimanere sorpreso dalla potenza di queste fiamme.
"Talia! Quante volte ti ho detto di non allontanarti!"
Il gruppo rivolge l'attenzione su di me, tutti con reazioni diverse.
Eccola lì, peste, sta scodinzolando alla mia vista, quando un attimo prima era pronta a tutto.
Adorabile la mia Talia.
La ragazza d'altra parte non sembra essersi resa conto di dove si trova. Sta tremando, ma non si è lasciata andare ad isterismi, nonostante la paura.
Notevole.
E così una volta allontanati i dispersi la ragazza si presenta col nome di Celina, che bel nome.
Ora che la guardo è proprio carina, occhi verdi, capelli nero corvino lunghi, un fisico minuto ma ben proporzionato.
Awww!
Questo è davvero un colpo al cuore!
Mi domando cosa diranno tutti se dovessi portarla a casa, sicuramente alluderanno al mio "harem" maledetti, ma beh, lasciamo perdere.
Si, sono un pervertito, o perlomeno, questa è l'impressione che do.
Mi piacciono le donne, mi piace flirtare e scherzare con loro, e allora?
Non sono un collezionista di donne, ma sono accadute delle cose per il quale mi trovo a dover stare con loro.
Ma perché diavolo sto pensando a queste cose adesso!?
Celina, giusto.
Come pensavo sembra davvero non capire dove si trova. È possibile che abbia perso qualche ricordo dopo il trapasso, una cosa piuttosto comune.
La cosa che mi lascia più perplesso è il perché sia qui, non sembra essere molto incoraggiante.
Generalmente le anime che trapassano si possono trovare in luoghi diversi dal punto in cui sono morti. Ma trovarsi in questo buco di culo di posto non è per nulla un buon segno.
Sembra giovane, e dal modo in cui si aggrappava a Talia mi da l'impressione che abbia diversi traumi con sé...mmm, lasciamo stare questi dettagli al momento.
"Benvenuta all'altro mondo, mia cara Celina" le dico.
"Eh?"
Una reazione normale.
"A-altro mondo? È uno scherzo?"
Eh si, non ha proprio idea.
"Ti risulta che un essere umano vivo e vegeto possa sparare palle di fuoco blu dalle mani?"
Non riesco a non stuzzicarla, è più forte di me. Sto giocherellando con una fiammella tra le dita nel mentre che parlo con lei. I suoi occhi sono come ipnotizzati dal piccolo spettacolo.
"M-ma... è assurdo..."
Ok adesso è sconvolta, sta iperventilando, strano a dirsi per una persona morta ma è cosi.
"Non ti basta guardarti intorno per capirlo?"
Non c'è anima viva qui, questo posto è una mera rappresentazione dell'immondezzaio che risiede nella vita dei vivi.
"Suvvia, respira" provo ad aiutarla dandole qualche pacca aulla schiena.
É esile, ma il suo corpicino nasconde sorprendentemente delle morbide sorprese.
Dopo qualche momento di smarrimento Celina sembra finalmente accettare la cosa.
"Adesso capisco, quel posto buio dove mi trovavo...la luce..."
Posto buio?? Che stia parlando del tunnel? Guardando la zona non penso si riferisca a quello.
"E quegli uomini apparsi dal nulla..." continua lei, riflettendo ad alta voce.
La scena di quei farabutti deve averla lasciata sconvolta. Non c'è da sorprendersi se è qui da poco.
"Ma come sono morta...? Io... Non ricordo nulla..." parla tenendosi per la testa, ha molta confusione.
Come immaginavo deve aver subito parecchi torti dall'altra parte, questa confusione può nascondere molte verità dure da digerire.
"Ma non doveva esserci un paradiso...? Non sono all'inferno, vero?"
Aww, guarda quegli occhioni dolci e disperati.
"Eh! L'avrai di certo combinata grossa dall'altra parte. Su spara, quanti ne hai fatti secchi?"
Sono un vero sadico.
"N-nooo! Non ho fatto nulla, non è possibile!?" Sbraita lei con gli occhi sgranati.
Ahaha, potrei farlo per ore, ma ahem! No Tristano, no, suvvia.
"Sto scherzando! Stai tranquilla, non sei all'inferno" le dico cercando di tranquillizzarla.
La sua mano è così delicata, mi dà l'impressione di essere così fragile... Ciò non fa che infiammare il mio animo sadico però.
"D-davvero?"
Di nuovo quegli occhi, oggi non ne usciamo.
"Forse"
"Wuaaaaaa!"
Ahaha, no, non ne usciamo.
Dopo qualche tempo passato a stuzzicarla, sotto gli occhi di una Talia curiosa e pimpante, torniamo a parlare seriamente.
"Questo non è l'inferno, ma neanche il paradiso, è una via di mezzo" le spiego.
"Il purgatorio?"
Mi aspettavo anche questa domanda.
"Mmm, qualcosa di simile si, qui non si vengono a purificare le anime però, e neanche a giudicare".
"Capisco..." mi dice.
"Ma io, che devo fare adesso? Non so nulla, sono sola, e stranamente non ho fame".
Sospiro e sogghigno, è troppo tenera.
"È normale, non hai un corpo fisico da sostenere, sei fatta di puro spirito adesso" mi trattengo dallo scherzare ancora.
"Spirito? Allora posso tipo volare!?" mi domanda con occhi luccicanti, sto morendo.
"Prova, avanti! Fai un salto e prova a volare" le dico.
A questo punto vedo Celina rinvigorirsi di coraggio, come una bambina sprezzante prende la ricorsa.
Lo sprint iniziale le permette di fare un balzo in avanti, ma con suo rammarico si ritrova con i piedi per terra.
C'è delusione nei suoi occhi, al contrario dei miei, che hanno potuto ammirare qualcosa di meraviglioso.
"Perché?" mi domanda dispiaciuta.
"Ahah, non prenderla male, ci sono cose che non smetteranno di meravigliarti qui.
Ma cosa come volare richiedono molta energia, e lo spirito ne ha bisogno per sostenersi. Non ti dirò che è impossibile, ma è difficile" le spiego, ritornando poi al discorso precedente.
"Per il resto puoi venire con noi, io e Talia gironzoliamo per questo. Andiamo in cerca di anime buone che hanno bisogno di aiuto" ed è la verità.
Ma che si sappia bene che non mi sono occupato solo di salvare anime di donne, ma anche di bambini!
Che ci posso fare? Sembro avere una certa fortuna nel trovarli, quanto avrei desiderato avere questa fortuna da vivo, sigh...
"Posso davvero?"
Ecco qua, i suoi occhi si sono come illuminati, di nuovo, un perfetto verde smeraldo, bellissima.
Ehi, non mi starò innamorando?
Sarebbe una disgrazia, per lei temo.
"Si, mia piccola nanerottola!" Le dico arruffandole la testa.
"Ehi! Non sono una nana! Sei tu troppo alto!" Mi dice battendo i piedi in segno di protesta, adorabile.
Cerco di prenderla per mano e nello sfiorarla la vedo colta di sorpresa.
Come se avesse preso un colpo di corrente elettrica, nel senso più negativo della frase, purtroppo.
"Ah!"
Si allontana da me di qualche passo ritraendo la mano.
La guardo perplesso, anche perché non avevo proprio nessuna intenzione particolare nei suoi confronti.
È un gesto a cui sono ormai abituato, pensavo fosse quasi una cosa normale.
"C'è qualche problema?" le chiedo.
"N-non sono abituata al contatto umano" mi dice nervosamente, tenendosi stretta la mano.
"No?"
Mi avvicino a lei, senza fretta, con calma.
I miei occhi sono fissi su di lei, che mi guarda come un cerbiatto spaventato.
Libero la sua mano tremante e la prendo con me, non distogliendo lo sguardo dai suoi bellissimi occhi.
"Sei fortunata allora, perché io non lo sono" ammiccando misteriosamente.
"Eh?" la sua espressione inebetita è impagabile.
Piano riuscito! Penso fra me e me compiaciuto.
"Ahahah. Andiamo Talia, torniamo a casa".
Da lì a poi passò qualche tempo prima che la sua mano smettesse di tremare.
In cammino verso caso, la vedo molto più rilassata e poco dopo mi rivolge di nuovo la parola.
"Ehm, dunque tu sei il padrone di Talia?"
Mi domanda dopo un attimo di esitazione.
Sembra piuttosto timida come ragazza, d'altra parte bisogna dire che ha delle notevoli doti di adattamento.
Non è da tutti. Molte anime che si ritrovano qua passano letteralmente anni prima di poter prendere un po' di confidenza.
Ovviamente ciò dipende anche dalle circostanze in cui si trovano.
Ma è comunque una cosa notevole, ha più coraggio di quanto non lascia trasparire.
Tuttavia, sono le sue di circostanze che mi preoccupano...uhm, dovrò parlarne col grande capo.
"Più che padrone, diciamo che siamo una famiglia" le rispondo.
Eh, immagino rimarrebbe traumatizzata nel vedere il vero aspetto di Talia.
Eheh, conserverò la sorpresa per un'altra volta.
"Ah, beh si! Ihih" guardala come sorride sotto i baffi.
Ci spostiamo da un vicolo all'altro, passando anche tra qualche edificio, l'oscurità che si percepisce qui è abbastanza densa.
"Questo posto è un vero immondezzaio" lamento ad alta voce.
"P-Perché è così buio? Che posto è questo?
"Sostanzialmente è una rappresentazione del mondo da cui veniamo, o per meglio dire che quel mondo è una rappresentazione di questo, ma dettagli" le spiego.
"Saprai bene che il mondo dell'altra non è esattamente quello che si può definire un paradiso terrestre, no?"
"Mn" Celina annuisce in risposta.
"Ebbene, questi posti cosi bui rappresentano quei luoghi brutti, o quella violenza, che risiede in quel mondo".
"Capisco... Quindi il posto da cui sono arrivata..."
Sembra essere di nuovo assorta nei suoi pensieri, sembra aver capito dove volessi arrivare.
"Non pensare a quello per il momento, c'è tanto altro da fare per il momento" le dico interrompendo il suo flusso di pensieri.
Sento i suoi occhi su di me, ma non ricambio il suo sguardo.
Siamo ormai in prossimità del canale di passaggio, "Talia la porta a destra".
Talia apre la porta indicata e la sua sagoma sparisce improvvisamente, lasciando la nostra nuova amica sconvolta.
"È tutto ok, non lasciare la mia mano" le dico.
Sembra essere nervosa, ma non c'è nulla per cui esserlo, beh è la sua prima volta in effetti.
Non c'era nemmeno bisogno che mi tenesse la mano in realtà.
Ma ehi, è un segreto questo!
"Eccoci arrivati, quella che vedi lì in fondo è casa mia, Avalon!"
Le dico dopo aver varcato la soglia con un certo tono di platealità, aspettando la sua reazione.
Ahaha, si, questa è la reazione che mi aspettavo di vedere.
È proprio adorabile.
Alla sua vista, non posso che rimanere in silenzio e sorridere.
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Casa?
Quello che mi sta indicando Tristano è un castello! Ed è immensamente grande!
Siamo ancora distanti qualche centinaio di metro, ma l'edificio si erge con una maestosità che mai avevo visto, non da viva almeno...
Sigh.
Sono davvero morta?
Sembra non esserci altro modo di spiegare quanto sta accadendo...
Forse è un sogno, ma può un sogno essere tanto vivido?
In più... lui, Tristano, nonostante il suo modo di scherzare e di parlare con leggerezza nasconde una grande forza.
Ma non è solo forte, sembra sapere quando consolarmi, o quando parlarmi con franchezza.
Devo dire però che è anche un po' perverso...
Mi ha fissato per qualche tempo il petto e le gambe...
Crede non me ne sia accorta? O fa solo finta di non saperlo?
Quando mi ha preso per mano, ho sentito come una fitta che mi ha attraversato tutto il corpo.
Dopo però...
È stato come ricevere un caldo abbraccio sotto un dolce sole primaverile, che mi cullava e mi faceva star bene.
Ma a cosa sto pensando adesso!?
Mi sento il viso avvampare!
Svegliati Celina!
"Vieni, ci staranno aspettando!"
Mi dice lui, correndo dietro Talia che è partita in quinta verso l'entrata dell'enorme edificio.
"Più veloce! Cosi ci semina!" mi tira a sé nel mentre che corre.
"L-lo ha già fattooooo!"
Corro a perdifiato dietro di lui con una nuova sensazione di libertà che mi attraversa tutto il corpo.
Non è così male come sensazione...
"Ahahahah!"
Chi è questa persona?
Questa persona che è così spaventosamente forte, ma che allo stesso tempo solare e birbante come un bambino pieno di vita.
Un ragazzo dai mille volti che non smette mai di sorprenderti, e al contempo, di attrarre verso di lui.
No, non è affatto male come sensazione...
"Padroncinoooo!"
Dall'enorme cancello principale, vediamo scorgere una donna che fa cenno con le mani verso di noi.
Padroncino?
"Ahahah, siamo a casa Eri!"
Tristano corre verso la donna abbracciandola, poco dopo la tira su e comincia a girare su sé stesso come una giostra, facendo gridare la donna.
"La testa padroncino, mi gira la testaaaaa!"
Pfff, è davvero come un bambino.
Anche la donna però sembra essere divertita dal suo comportamento, è contagioso.
Pure io nel guardarli non posso che sorridere alla scena.
Una grande muraglia circonda l'edificio. Adesso che lo guardo meglio è riparato da una montagna?
No.
Prima non ci avevo fatto caso, ma questo grande edificio è un immensa montagna!
"Ah Talia! Bentornata cara, i tuoi genitori ti stanno aspettando a casa" dice la donna, dopo essere stata rimessa a terra.
Le parla in modo strano, come se fosse una persona...
"Bentornato padroncino! E anche tu Talia!"
Altre persone sopraggiungono a salutare in maniera rispettosa.
Adesso che vedo meglio ci sono delle persone sopra le mura...
Sembrano delle guardie? Ma dove sono finita?
In un non nulla, un sacco di persone si presentano a noi. Sono per lo più uomini armati, come le guardie sulle mura.
Lo chiamano padroncino... È forse una persona importante?
"Oh? Sembra che ci sia una nuova ospite! Eheh" la risatina della donna lascia trasparire un ghigno beffardo.
Ma la sua espressione torna subito dolce e accogliente.
"Perdonami, il mio nome è Euridice, ma puoi chiamarmi Eri" mi dice.
È davvero una bella donna, i suoi capelli dorati sono raccolti poco sopra la sua testa e indossa una gonna lunga che si spezza alla base della vita con una camicetta ricamata.
Sembrano i tipici abiti di uno stile post vittoriano a guardarlo.
"Sono Celina, piacere di conoscervi..." rispondo.
"Oh? Dammi del tu tesoro, dopotutto se sei qui è perché questo scavezzacollo di un padroncino ti reputa affidabile" dice sospirando e dando qualche colpetto di protesta verso Tristano.
"Padroncino?" domando incuriosita.
"Eh, sembra ci sia molto di cui parlare, ma non sta a me rispondere. Venite, stanno tutti aspettando" Eri ci fa cenno di avviarci verso il castello.
Accompagnati da un seguito che si fa sempre più affollato.
"Bentornato padroncino!"
"Grazie Mari!"
Un'altra donna dai vestiari molto mascolini saluta Tristano. Penso ci fossero solo uomini oltre Euridice, ma mi sbagliavo.
Ci apprestiamo ad attraversare l'uscio dell'enorme porta d'ingresso, quando ad un tratto rimango come folgorata.
"Fate spazio!"
"Ehi, Claus passami quel libro!"
"Combatti marrano!"
"Piano voi due!"
È... Non trovo le parole per descrivere quanto vedo.
Se inizialmente ero sorpresa per l'immensità del castello, adesso lo sono perché davanti a me vi è una vera e propria città.
Una città dentro il castello!
"Sorpresa eh? È una reazione normale" mi dice lui con fierezza.
"Sorpresa? N-non ho parole" balbetto completamente rapita dalla vista.
"Ah, il padroncino è tornato!"
"Tristaaaaan!"
Bambini e donne si catapultano verso di noi.
"Ehi ehi ehi, piano! Ahahaha"
risponde lui, sembra abituato alla cosa.
"Ci sei mancatoooo!"
Una donna si fa strada verso di lui e lo bacia senza sosta.
Ma non è la sola, altre donne si avvicinano cercando di avere un pezzo di lui e di sbaciucchiarlo.
Fortunatamente Eri mi tira fuori da questa scena alquanto surreale.
"Cerca di capirli, non lo vedono da qualche mese" mi sussurra.
"Eh? Ah si..."
Mi sento un po' strana a vedere tutto questo, però è innegabile l'affetto che traspare da queste persone.
I loro occhi sono pieni di vita e di gioia nel vederlo, lo amano.
Non faccio caso però all'espressione di Euridice, che mi guarda come se fosse intrigata alla mia vista.
"Ok, ok. Adesso buoni però" Tristan si fa strada tra la gente che non smette di accarezzarlo in ogni dove.
"Vieni Celina, noi andiamo da questa parte" mi dice Eri.
"Non andiamo con lui?" Chiedo incuriosita.
"Non adesso, lui deve fare rapporto al padrone. Ma non preoccuparti, lo rivedrai per l'ora di cena" mi risponde.
"Oh, capisco" rispondo quasi sollevata.
"Eheh, ti manca già?" mi domanda ridacchiando.
"Eh? N-no, ero solo curiosa".
"Mnn?"
Mi guarda ancora con il suo sorrisino beffardo.
Alla gente di questo mondo piace stuzzicare forse?
"Dunque non sei sua allora" mi dice improvvisamente.
"Eh? Di cosa stai parlando?"
Domando con un espressione corrucciata, la sua affermazione era piuttosto provocatoria.
"Ma nulla cara, volevo giusto capire in che rapporti foste, tutto qui" risponde lei sempre sorridendo.
"Nonostante abbia fiducia nelle sua capacità di giudizio, bisogna sempre prestare attenzione a chi entra nel nostro territorio. Ti chiedo scusa se ti offeso".
"No, lo capisco. Dopotutto sono un estranea per voi, beh, lo sono anche per Tristano.
Non ho idea di quanto sia passato, ma non ci conosciamo da molto. Non so praticamente nulla di lui, né lui di me..."
Non so perché ma mi sento piuttosto malinconica adesso.
Eri in risposta mi abbraccia per un braccio e mi tiene stretta a sé.
"Va tutto bene, se lo vorrai, qui non sarai più sola e potrai conoscere tante persone meravigliose" mi dice con tono di voce dolce e affettuoso.
"Mn" annuisco al suo sorriso.
É la seconda volta che ricevo questo senso di calore, di pace...
"Vieni - mi dice poi - ti presento agli altri".
Cosi io ed Eri ci incamminiamo verso non so dove, a quanto pare il suo intento è farmi conoscere altre persone.
Chissà, magari il mio futuro risiede proprio qui, in questo strano posto pieno di persone e di vivacità.
Questo posto dal nome leggendario, così come gli abitanti che lo abitano e che avrei conosciuto in futuro.
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