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- Luigi! Cosa ci fai qui?-
E Luigi trema alzando la testa in cerca dell'uomo che l'aveva chiamato, sperando con tutto se stesso che non fosse quel bastardo che lo aveva appena accompagnato.
Ma i suoi occhi vedono altro, qualcosa di inaspettato e di così bello che scoppia a piangere, riportando la testa tra le gambe a nascondere il suo volto all'uomo che desidera.
- Luigi, che cazzo è successo- dice Rosario sedendogli vicino ed accarezzando le sue spalle curve.
Ma Luigi non risponde è piange ancora di più, consapevole della figura di merda che sta facendo in quel momento. E non riesce a smettere neppure quando l'uomo lo alza di peso e lo trascina all'interno del laboratorio.
- ora smettila di piangere e dimmi chi devo uccidere- conclude Rosario passandogli un tovagliolo ed osservando meglio il suo viso rigato dalle lacrime.
- dai- continua togliendo col dito una grossa lacrima
-tranquillo non è nulla, solo una brutta serata non debi uccidere nessuno- " magari Mirko non sarebbe male" pensa il giovane che viene risvegliato dalle parole del suo capo
- che ti ha portato qui però- le parole di Rosario sono a conferma della realtà, non insinuano nulla ne giudicano il comportamento del suo dipendente, ma Luigi sa bene il perché si trovi lì e cosa ha portato a tutto ciò
- non ti ho chiesto io di raccattarmi da terra, a dire il vero non ti ho chiesto proprio nulla- ribatte Luigi ricacciando indietro le lacrime ed allontanandosi da lui più che può.
Per la seconda volta in meno di 10 minuti si sente afferrare e bloccare...trema sotto quel tocco come non gli è mai capitato
-aspetta...non volevo Luigi...sono un disastro in queste cose, ma credimi - balbetta Rosario visibilmente in colpa
-in cosa esattamente non saresti bravo- ribatte Luigi voltandosi verso di lui.
Rosario, se possibile, è ancora più bello.
Ha tagliato leggermente i capelli e ha fatto crescere la barba, incorniciando quel viso già perfetto di suo. E basta abbassare lo sguardo per vedere i suoi muscoli tendere la maglietta bianca che indossa sempre per lavorare, come a completare il quadro perfetto.
Affascinato Luigi lo guarda e solo ora si rende conto di star accarezzando la sua guancia.
- non so prendermi cura nemmeno di me stesso...Luigi- e si allontana da quel tocco così intimo
- te lo ripeto...non ti ho mai chiesto nulla-
Dice aumentando ancora di più la distanza tra di loro, triste ed esasperato da tutta quella situazione
- allora...vuoi dirmi cosa è successo questa sera?- dice recuperando da un piccolo frigo, posto sotto il bancone principale, una bottiglietta d'acqua - bevi, non ti offro altro, da quello che sento hai già bevuto abbastanza- continua passandogli la bottiglietta d'acqua
- doveva pur passare la serata- mormora Luigi afferrando quell'inutile bottiglietta d'acqua, che al momento vorrebbe solo scagliare lontano.
E vorrebbe, davvero, aver bevuto di più per dimenticare quel disastro di cena e questo dopo cena inutile.
- quando sei tornato?- sussurra mentre cerca di aprire quella dannata bottiglietta che di aprisi non ne vuole sapere nonostante i suoi sforzi.
Ma quella serata fa troppo schifo per perdere tempo anche con lei, così l'abbandona sul primo piano a disposizione. Appagare la sete, che neppure sapeva di avere, è sopravvalutato.
- da qualche ora- risponde l'altro raggiungendo la maledetta con il sorriso più beffardo che avesse mai messo piede su di un volto umano. Gira il tappo con una facilità disarmante e la consegna a Luigi, che per forza di cose è costretto a prendere.
- devo tirati fuori le cose a forza o ti adoperi da solo?- sbotta all'improvviso. Ne ha le palle piene di quella serata e le paturnie che stanno venendo su lo mandano in bestia. Luigi è il re delle menate, dei film mentali e vederle su chi è sicuro di sé lo manda ai matti. Come quando fai un complimento ad una bella donna e lei ti risponde " ma non è vero che sono così bella"...falsi e stronzi tutti.
- sto bene, tutto nella norma-
L'esasperazione di Luigi è sempre più evidente
-come mai sei rimasto più tempo del dovuto?-
- cos'è questo un interrogatorio?- sbraita Rosario ai danni di un Luigi sempre di più fuori di se. La frustrazione per quella serata è arrivata a livelli critici e quel piccolo bastardo di fronte a sé sta mettendo a dura prova il suo autocontrollo.
- interrogatorio? Ma cazzo... oh- e decisamente fuori controllo - una cosa ti ho chiesto e nemmeno hai risposto completamente...non ci posso credere. Sei un tale pezzo di merda- ribatte, lasciando cadere a terra la bottiglietta d'acqua aperta producendo un tonfo tale da svegliare un Rosario colpito da quelle parole. Possibile che il timido Luigi potesse nascondere in sé un caratterino di questa portata?
- hai perso la voce? Meglio così, da quella bocca escono solo puttanate- gli urla contro Luigi pronto ad andar via da quel luogo, da quel lavoro, da quella gabbia di matti. Sta per guadagnare l'uscita quando sente Rosario parlare
-avevo bisogno di sbollire la tensione e la rabbia, così ho preferito rimanere qualche giorno in più...lontano da tutti. - si accascia a terra con le spalle al freddo bancone in acciaio prima di continuare- mi stanno sempre tutti addosso, a chiedere, a preoccuparsi per me che non li reggo più. Lo so, è giusto che sia così, Silvia mi vuole bene, ma avevi ragione quando dicesti di non essere una principessa...neanche io sono una FOTTUTA PRINCIPESSA - urla le ultime parole, come se tirando fuori potesse finalmente sentirsi libero, lontano da qualsiasi costrizione o pressione.
- un giorno chiesi a mio nonno perché mi stesse sempre addosso, perche controllasse i miei orari, i miei voti, la mia vita. Mio nonno è un militare sai, per farti capire il soggetto, il suo essere dice molto di lui è lo stereotipo fatto persona. Per farla breve...lui mi rispose " se non lo faccio io chi lo farà? Tu?". Non guardarmi così so che un nonno dovrebbe fare di meglio, ma ho capito con gli anni cosa volesse dire o almeno mi piace vederla cosi. È solo un modo per dimostrare affetto, meglio stare sul cazzo alla gente perché ci preoccupiamo di loro, piuttosto che starci perché non l'abbiamo fatto.-
Luigi in quel momento si ritrova a consolare quell'uomo così come lui era stato consolato un ora fa. Seduto di fianco a Rosario può finalmente vederne il volto...stanco e provato da tutta una situazione che non augurerebbe mai a nessuno.
-sai, non è vero che non sai prenderti cura di te- gli dice avvolgendo l'uomo in un abbraccio scomposto. La guancia di Rosario preme sul petto di Luigi e le sue stanche membra sono avvolte da due braccia che faceva fatica a vedere su di se, ma che in quel momento desiderava non lo abbandonassero più.
Senza neanche renderse conto, preso dal momento, Luigi posa un bacio tra i capelli dell'uomo e si bea del profumo che quel corpo emana. L'odore della pelle si mischia a quel maledetto profumo che manda in tilt il suo cervello ogni volta che gli passa accanto, più volte ha pensato di crollare a terra solo per quell'odore. E di morire ogni volta che lo sentiva su di Mirko.
E i baci da uno diventano due, poi tre e vorrebbe lui sparire tra le braccia dell'altro, ma sa che non può privarlo di quella consolazione, non è così meschino. Così continua aspettando che sia Rosario a fermarlo, ma lui non lo fa, anzi si sistema meglio fra le sue braccia chiudendo gli occhi assaporando il momento.
Rimangono così a lungo, fino a quando non sentono la porta del laboratorio aprirsi e Mirko fare capolino all'interno per iniziare il suo turno.
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