Zitto e baciami

,,Era la cosa più bella e pulita che avessi mai provato nella mia vita. Sai cosa significa trovarti davanti a una persona e renderti conto che da quel momento in poi nessun'altra potrà contare allo stesso modo per te?"

Non ebbi neanche il tempo di elaborare la notizia che l'uomo che mi aveva causato tanti probemi apparve.
"Andrea." I nostri occhi erano calamitati e per quanto io cercassi di distogliere lo sguardo, di ignorarlo e di seguire le parole del medico, non ci riuscii. Leggevo nei suoi bellissimi occhi verdi delle emozioni che in precedenza non erano mai apparse, che forse aveva nascosto. C'era dolcezza, c'era coinvolgimento...
-Andrea finiscila!-
-Eh beh, e poi ti piace Alex eh?-
-zitta!-
-sei tu che mi fai parlare, non prendertela con me poi.-
Lasciai correre la voce che sentivo nella testa, se avessi continuato così prima o poi sarei finita in un manicomio...e a pensare che ero sempre stata sana come un pesce.
-È colpa dell'amore- Cantilenò quella ficcanaso della mia vocina...
-ZITTAAA-
Matthew sorrise, poi guardò il medico ed io mi sentii un'idiota.
-Che sei-
Eh già...
"Matthew! Che piacere vederti anche se sarebbe stato meglio incontrarsi in un'occasione differente..."
"Ciao!" Disse sorridendo e sporgendosi per abbracciarlo.
-Ma che diavolo, conosce proprio tutti??!-
"Cosa ti porta qui?"
"Sono qui per la mia...amica." Esitò, poi però mi scocco uno sguardo di chi la sa lunga ed io avvampai per la vergogna.
-Idiota-
-Magari è venuto qui per sabotare il tuo fidanzamento, rapirti e portarti via su un cavallo come un vero Principe Azzurro.-
-Mi sembrava di essere stata chiara riguardo al fatto che dovresti tacere...-
-Ok ok, non dirò più nulla, però pensaci su...-
Alzai gli occhi al cielo.
"Bene, le ho appena detto che Alex si è svegliato."
"Allora possiamo entrare?"
-Aspetta un attimo: possiamo? POSSIAMO??-
Lo fermai. "Matthew, preferirei entrare da sola."
Sembrò che qualcuno lo avesse schiaffeggiato, si scostò e si avviò verso il cortile. Un po' mi sentii in colpa, infondo aveva letteralmente attraversato mezzo mondo per venire da me, ma sentivo la necessità di parlare con Alex sinceramente e per farlo dovevamo essere solo noi due.
"Va bene...andiamo?" Chiesi mezza immersa nei miei pensieri.
"Certo." Disse il medico.
Entrammo nella stanza. Molti tubi erano collegati ad Alex e ad alcune macchine.
"Alex." Lo guardai e il senso di colpa che avevo soffocato per tutto quel tempo riaffiorò. I miei occhi si riempirono di lacrime e scoppiai in un fiotto pianto. La tensione che avevo accumulato fino ad allora si sciolse, ma il rimorso rimase.
"Ehi." Disse Alex con un sorriso sghembo e la voce affaticata. "Vieni qui." Mi sedetti di fianco al suo letto su una seggiola di plastica. Appoggiai la testa sulla sua pancia e lui mi accarezzò più volte per farmi tranquillizzare. Il suo respiro regolare mi tranquillizzava, ma mi sentii ancora peggio nel vedere le sue premure nei miei confronti. Mi sentivo divisa a metà, una parte di me voleva dimenticare l'accaduto di Lugano e proseguire, ma l'altra era desiderosa di sapere dove quest'avventura mi avrebbe portata. Inoltre odiavo le bugie e in quei due giorni ne avevo raccontate un sacco ad Alex, mi conoscevo abbastanza da capire che se avessi continuato così o ignorato l'accaduto la nostra storia sarebbe tramontata lentamente. Mi alzai e lo guardai negli occhi.
"Dovrai sopportarmi ancora un po'" disse con un sorriso che però si spense nell'arco di pochi secondi.
Ci guardavamo fissi negli occhi, i miei esprimevano solo tristezza, mentre i suoi erano diventati più seri.
"Andy, cosa c'è che non va?"
"Alex..." Non riuscivo a pronunciare quella frase. Ok, non era esattamente il massimo ma non era neanche la fine del mondo, molta gente baciava altri "per sbaglio" ma ciò che mi faceva sentire peggio e mi preoccupava di più era quello che sarebbe potuto succedere, perché sarebbe successo se non avessi ricevuto quella chiamata dal medico. E poi, immaginai come mi sarei sentita io se Matthew avesse baciato un'altra.
-Ma sentiti! Se Matthew..- Mi rassegnai all'evidenza. Volevo bene ad Alex, ma forse non lo amavo più o forse non lo avevo mai amato intensamente, perché con un solo bacio di Matthew mi ero sentita come non mi ero mai sentita con Alex, né in precedenza nella vita con altri uomini.
Scoppiai nuovamente a piangere perché mi sentivo una stronza e lo ero. Stavo per dire ad Alex che avevo mandato a quel paese la nostra relazione per un mero bacio di Matthew che molto probabilmente sarebbe rimasto solo un ricordo.
-Matthew è un donnaiolo e non cambierà mai per nessuna e tantomeno per te Andrea!-
Alex mi guardò intensamente.
"Dimmi cosa c'è Andrea."
"Io..." Inspirai profondamente.
-Ok. Calma. Diglielo e basta, tanto lo verrà a sapere comunque.-
"Ho baciato Matthew."
La espressione sul suo viso mutò improvvisamente, era una via di mezzo tra stupore, dolore e desolazione e forse qualcos'altro che non colsi perché distolsi lo sguardo, incapace di sostenerlo oltre.
"Ti avevo comperato l'anello. " Aspettai in silenzio la sentenza che immaginai sarebbe arrivata. -Anello? No..non è possibile..non è...Sono un mostro..- Mi sentivo male come non era mai successo in precedenza. Forse Alex avrebbe deciso di perdonarmi ma in quel momento non desideravo il suo perdono per continuare la nostra storia, volevo di più.
-Voleva sposarti. Cosa vuoi di più?- Sembrava assurdo ma in quell'istante più che mai mi accorsi che non eravamo giusti, perché non avrei compiuto quel passo con lui, non in quel momento e forse nemmeno successivamente. Quel fatto mi fece pensare. Volevo davvero illuderci ancora? Avrei potuto dirgli che mi aveva baciato lui che io mi sono scostata...non era la verità e non intendevo dire un'altra bugia. Avevo disegnato una linea invisibile ed indelebile nella mia mente. -D'ora in poi niente più storie. Solo verità.- e valeva anche per me...non so quante bugie mi ero raccontata da quell'avvenimento. Erano più di cinque anni che mentivo a me stessa, ma avevo compreso che non avrei potuto più continuare.
"Che cosa ha significato per te?"
"Ha significato." Mi limitai a dirgli le cose come stavano, non si meritava di soffrire ancora di più...
"Ok." Mi aspettavo una sclerata di quelle belle, ma scoprii che il silenzio era ancora peggio.
"Mi dispiace." Sussurrai. Non solo mi sentivo un'ingrata, ma un essere orribile perché lo avevo tradito appena ci eravamo separati per qualche giorno, lo avevo tradito e lo stavo lasciando in quel momento, proprio quando avrei dovuto stargli il più vicino possibile.
"Non importa...solo per favore esci dalla mia stanza." Disse con tono calmo. Queste parole mi distrussero del tutto. Alzai lo sguardo per guardarlo un'ultima volta, poi mi alzai e uscii. Non trattenni le lacrime che rincominciarono ad uscire e con la coda dell'occhio notai Matthew appoggiato contro la parete di fronte alla stanza.
-Meglio di così non poteva andare.-
Scostai lo sguardo e iniziai a correre. Avevo bisogno di aria e di tempo per chiarirmi le idee.
Mi appoggiai contro ad un muro, passai le mani sul volto e dopo un bel po' smisi di piangere. -Wow- non sapevo cosa significasse quel "Wow" ma non avevo avuto le idee tanto chiare da tempo. Mi ero innamorata di Matthew e con lui non ci sarei mai stata per via del suo carattere, avevo lasciato Alex o forse era lui ad aver lasciato me, ero stata un'idiota a farlo in qualunque caso, avevo sbagliato a baciare Matthew, non sarei stata vicino al ragazzo che mi aveva inconsciamente aiutata ad uscire dal mondo in cui mi ero rifugiata proprio in un momento in cui lui aveva bisogno di me e probabilmente Matthew aveva sentito tutta la conversazione se non, come minimo, l'ultimo pezzo, il che significava che ero nei casini fino al collo... Ah e in più dovevo trovarmi un'altra sistemazione perché non potevo pretendere che se ne andasse Alex data la sua situazione. Mi avrebbe dato i soldi dell'appartamento più avanti, l'importante in quel momento era trovare un altro posto dove andare. Inoltre mi ero dimenticata di chiedergli che cosa caspita stesse facendo fuori a quell'ora...-temo che non lo saprò per un bel po' di tempo e poi anche se fosse a cosa servirebbe?- Voleva davvero chiedermi di sposarlo? Non sarebbe stato un po' prematuro? Quella domanda mi fece sentire terribilmente infantile.
Vidi il cielo grigio, minacciava un temporale...me ne infischiai, tanto non avevo più nulla da perdere, avevo combinato un bel casino con tutta la mia vita e per quale motivo? Un uomo!
-Sto dando di matto!- Sorrisi a quel pensiero.
Iniziò a piovere come previsto, ma io ero troppo presa tra i miei pensieri per spostarmi di lì, così m'infradiciai.
"Dovresti entrare.." Disse Matthew con sguardo preoccupato, affacciato dalla porta a spinta.
Entrai.
"Come stai?" Mi chiese con fare dolce.
"Sto bene." Risposi con gli occhi rossi, non avevo voglia di parlargli in quel momento.
Si tolse la giacca.
"Tieni, starai gelando." Mi scostai, ma poi accettai, aveva ragione. Serbavo un rancore in petto, perché sebbene sapessi che avevo fatto tutto io, lui era la causa di tutti i dispiaceri che avevo dato ad Alex e che conseguentemente avevo dato a me stessa. Quel pensiero non migliorò la situazione, ma mi fece comprendere quanto fossi egoista. Avrei davvero dovuto cambiare atteggiamento.
La sua giacca profumava inevitabilmente di lui e quell'odore, che mi dava tanto alla testa, mi costrinse a rivivere il momento del nostro bacio. Al pensiero sentii ancora le sue labbra sulle mie, come un marchio a fuoco di cui non potrò mai più liberarmi. Matthew mi guardava.
"Ti accompagno a casa."
Sorrisi, un sorriso amaro.
"Che c'è?" Disse lui accigliato.
"Hai detto casa." Risposi freddamente.
"Eh?" Mi domandò ancora più spaesato.
"Lo so che hai sentito, non fare il finto tonto, non posso più chiamarla casa." Sorrisi nuovamente.
"Ok, sei stanca e hai bisogno di riposare. Ti porto a casa."
Mi chiesi se volesse farmi arrabbiare, ma ero davvero stremata così lasciai correre.
Uscimmo dall'ospedale, lo seguii non sapendo che macchina avesse, si accesero le luci di una Porsche decappottabile. Mi aprì la portiera e entrai. Stava ancora piovendo, il tettuccio rimase chiuso. Mi addormentai cullata dai dolci movimenti dell'auto.

Qualcuno mi stava portando in braccio ma ero troppo stanca per chiedermi come avesse fatto a recuperare le chiavi del mio appartamento, o meglio , del mio ex appartamento. -Quell'uomo può tutto...-
Appoggiai la testa sulla sua spalla.
Trafficò qualche secondo con la serratura e poco dopo mi posò su un letto matrimoniale, ero troppo addormentata per capire che non era il mio. Tenevo gli occhi chiusi, come se quell'azione avesse potuto proteggermi dal presente in quel momento insostenibile. Avevo bisogno di dormire. Si stava staccando da me cercando di non svegliarmi, ma io feci una cosa molto inaspettata, gli presi il braccio ed improvvisamente fui un po' più sveglia. Mugolai qualcosa di incomprensibile e lo tirai verso di me, posandogli un leggero bacio sulle labbra. Matthew mi mise sotto le coperte dolcemente senza reagire.

Mi svegliai con la luce della luna che entrava da alcune finestre immense.
-Questo non è il mio appartamento.-
-ex appartamento...-
-Mh, qualunque cosa esso sia.-
Mi rigirai tra le coperte cercando di osservare il più possibile di quella stanza enorme e sofisticata.
Mi sembrava di aver bevuto un'immensa quantità di alcool perché non ricordavo quasi nulla di quello che era successo. Mi chiesi come mai indossassi una maglietta troppo larga per me, che doveva appartenere a Matthew..
-Oh no-
-Oh sì- controbatté la mia vocina interna.
Matthew entrò.
"Buongiorno" disse con un sorriso. "O magari dovrei dire buona sera..?" Ammiccò.
"Ehi" lo guardavo con vergogna. "Noi..."
"No.." Rispose lui di scatto. "eri solo tanto stanca e ti ho portato qui, dato che avevi da lamentarti del tuo ex appartamento..."
"Come mai indosso la tua maglia?"
"Non ricordi proprio niente eh?"
"Solo molto poco.."
Il suo sguardo malizioso mi fece intendere che dovevo aver combinato qualcosa.
-Ti prego dimmi di no...-
"Ti sei addormentata in macchina, ti ho portata su e dato che eri ancora fradicia per la pioggia che ti sei presa ti ho cambiato la maglietta per evitare che ti venisse la polmonite..."
-quanto è dolce? Quanto è premuroso? Awwww- Mi sciolsi tra questi pensieri, ma ovviamente la ficcanaso della mia vocina doveva intromettersi e rovinare il momento.
-Ti ha visto in intimo!!!-
-oh...OH...-
Avvampai. Credo che anche Matthew pensò allo stesso perché mi rassicurò come meglio poté.
"Tranquilla ci sono abituato.." Non sapevo se intendesse solo all'intimo o se si riferisse anche a ragazze che salvava dalla strada. Mi sentii umiliata all'istante.
-E che credevi? Che fosse cambiato?-
-È troppo presto per litigare anche con te...-
"Ti ho preparato qualcosa da mettere sotto ai denti, hai dormito molto, dovrai avere fame!"
Uscì dalla stanza senza dire altro e mi chiesi se il suo sguardo malizioso fosse riferito dunque a quello...
Mi alzai e lo raggiunsi. Inutile dire che la sua casa era una villa enorme che si estendeva su più di tre piani, gli ultimi di un grattacielo altissimo che si ergeva nel centro di New York.
Un banchetto immenso di cibi svariati mi attendeva.
"Non sapevo che cosa ti piacesse, così ho fatto preparare un po' di tutto..."
"Ehm grazie."
Mangiai in silenzio, lo sguardo di Matthew fisso su di me.
"Dobbiamo parlare." Disse quando ebbi terminato.
"Ah sì?" Chiesi come una finta tonta, anche se fino ad allora avevo solo contato gli attimi che sarebbero trascorsi fino a quel confronto.
Mi lanciò uno sguardo fulmineo.
"Quindi?"
"Quindi cosa?" Chiesi
"Che cosa provi per me?"
-Che cosa provo per lui? Ok, non mi aspettavo esattamente questa domanda.-
"Niente"
Mi guardò storto, così mi corressi, era pur sempre il mio capo. "Cioè niente di importante, provo ammirazione..." Sparai la prima cosa che mi venne in mente e mi maledii da sola.
-Ammirazione? Hahahahahaha- Quell'amore della mia vocina si sbellicava dalle risate.
"Ammirazione?" Anche lui cominciò a ridere.
"Matthew è inutile che continui, provo ammirazione, sì."
"Ah sì? Quindi baci tutti quelli che ammiri?"
Beccata.
"È stato un errore." Mi rabbuiai al ricordo e lui fece lo stesso, anche se immaginai, per un motivo differente.
"Un errore che ripeti due volte?"
Non capivo. A cosa si riferiva?
"Scusa?"
"Mi hai baciato di nuovo. Ieri sera. Quando ti ho messa a letto..."
-ecco quello sguardo! Oh...-
Sbiancai. Non sapevo più che dire.
"Sarà...sono abituata a fare errori di continuo. Baciare te due volte è stato uno dei tanti..."
"Sì? Sei solita a scappare dai tuoi errori?"
-Questo no!-
"Sicuramente meno di te!"
"Infatti io ti ho raggiunta."
"Quindi sono un errore?"
"Questo lo hai detto tu."
"E allora cosa sono?"
Matthew mi guardò intensamente come se stesse per baciarmi, poi distolse lo sguardo frustrato.
"Dovresti starmi lontano."
"Perché?" Domandai più con un'affermazione.
I suoi gesti erano disinvolti come al solito, il suo sguardo sicuro, ma notai la serietà con cui trattava l'argomento, cosa che mi fece riconoscere una tensione nascosta, quasi insostenibile.
Non rispose, il suo sguardo mi penetrava nel profondo, ma io lo ressi senza mai distogliere il mio.
Il silenzio era carico di parole non dette.
Scostai lo sguardo un secondo e lo ritrovai di fronte a me. Mi guardava dritto negli occhi. Con la mano sinistra mi spostò una ciocca che era posata sulla tempia, ci giocherellò un istante, poi la sistemò dietro all'orecchio.
Inclinai la testa di lato per aumentare il tocco delle sue dita affusolate. I nostri sguardi erano intrecciati, lentamente fece scorrere la punta delle dita sul profilo della mia mandibola. Si fermò quando raggiunse il mento.
Non sapevo che cosa avesse in mente e avevo paura che potesse rigettarmi.
Posò l'altra mano sul mio ginocchio e la spostò verso l'alto, fino a raggiungere il fianco e l'orlo del jeans. Posò lentamente le labbra sul mio collo, spargendo una traccia di lievi baci che si dirigeva verso la clavicola. Sentivo il cuore che batteva così forte che mi sembrava, avrebbe potuto rompermi la cassa toracica. Sussultai e trattenni il respiro quando la sua mano s'infilò sotto alla maglietta. Sentivo la pelle del mio fianco bruciare. Il suo volto si spostò dal collo, prese il mio viso con entrambe le mani. Si avvicinò pericolosamente alla mia bocca, a pochi millimetri di distanza mi sporsi in avanti per assecondare il suo bacio, ma lui si alzò velocemente scostandosi e lasciandomi presa da un impeto di rabbia, di frustrazione e ancor più di umiliazione. Che cosa cercava di fare?
"Ecco perché. Perché questo è l'effetto che ti faccio. Pensi davvero che ripeteresti un errore la terza volta? È meglio che ti salvi io." Disse serio ma con una nota di ironia nera. Mi alzai.
Voleva che ammettessi che provavo qualcosa per lui. Infondo era così e non sapevo dove quest'attrazione mi avrebbe portata, ma in quel momento sentivo altro che una necessità troppo forte di amarlo. Non m'importava se sarebbe stato solo per una notte...Decisi che l'orgoglio avrebbe atteso, d'altronde avevo lasciato Alex per lui.
Mi feci forza. Era ancora abbastanza vicino perché potessi afferrarlo per il colletto della camicia e stringerlo a me. Le mie gambe si chiusero intorno ai suoi fianchi. Mi prese prontamente e si diresse verso il muro dove mi appoggiò. Era freddo. Un brivido mi percorse la schiena, si trattava di un contrasto molto forte, perché mi sentivo bollente. Mi abbassai sulle sue labbra, avevo le braccia allacciate attorno al suo collo, non servì che facessi altro, mi prese per la nuca baciandomi intensamente. Le sue mani scorrevano sulle mie gambe, mentre io gli tiravo dolcemente i capelli, morbidi come la seta. Si diresse nella camera da letto dove avevo dormito. Mi tolse la maglietta con delicatezza e ogni suo tocco mi provocava un bruciore intenso, come se avesse tracciato il suo territorio irrevocabilmente.
Il suo sguardo era intenso e il mio si perdeva nei suoi occhi color smeraldo. Mi chiedevo se sarei morta d'infarto, ma se così fosse stato sarebbe stata la morte più dolce possibile.

Mi svegliai tra quelle coperte la mattina seguente. I raggi del sole mi scaldavano il viso. Sorrisi al ricordo della notte trascorsa con Matthew. Rimasi sotto alle lenzuola una buona mezz'ora, troppo pigra per alzarmi. Era lunedì. Mugolai. -Caspita, oggi devo andare al lavoro!-
Guardai l'orologio e scattai in piedi. Mi ero completamente scordata della richiesta di vacanza che avevo fatto a Matthew, per la quale oltretutto non avevo ricevuto risposta. Erano le nove e io ero ufficialmente in ritardo.
Mi vestii con gli abiti che trovai sulla sedia, gli stessi che avevo indossato sabato pomeriggio. Non avevo trucchi con me, così mi accontentai dei rimasugli di mascara di due giorni prima. In bagno guardai nel cassetto, in cerca di un asciugamano. Trovai dei trucchi. Un'ondata di gelosia m'invase. -Chi diavolo ha portato qui? Quante altre donne?- Ero arrabbiata e temevo che l'esperienza della notte non si sarebbe più ripetuta. Decisi comunque di utilizzare il mascara perché il mio era davvero indecente.
Scesi nella speranza di trovare Matthew che però era apparentemente già uscito.
Andai al lavoro in taxi per evitare ulteriori ritardi. Scorsi Matthew alla reception, il cuore iniziò a battere e non riuscii a scostare lo sguardo, ma lui fece finta di non vedermi. -ma a che gioco sta giocando?- Non era vero che non m'importava. M'importava eccome di lui e della nostra possibile, o meglio, impossibile relazione.

"Fanno l'amore con gli occhi e la guerra con le parole."

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Ciao!! Essendo il capitolo dell'altro ieri abbastanza corto ho cercato di rimediare con quello di oggi ❤️..Scusate mi sono fatta prendere un po' troppo dalla storia ;)
Secondo voi che cosa ha in mente Matthew?
Fatemi sapere che ne pensate!
Buona giornata e buon Ferragosto!

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