26. Parigi

" Quando decidi di stare accanto ad una persona, ti assumi la responsabilità di renderla felice, nonostante le sue debolezze e i passi falsi, nonostante la gente, i giudizi, nonostante tutto. È questo che lega le persone, il "Nonostante tutto". "

Matthew citofonò alle otto in punto. Quando scesi lo trovai con un enorme mazzo di rose rosse. Me lo porse.

"Grazie, sono stupende" dissi con il cuore che batteva forte.
Trattenni le lacrime a stento, mentre il senso di colpa cresceva in me.

-però in fondo non hai fatto niente di così male...nel senso, sì, ma non potevi sapere che lui non aveva fatto altrettanto male, che eri distrutta e avevi bisogno di una distrazione.-
Così tentai di tranquillizzarmi.

"Ti piacciono?" Disse sorridendo soddisfatto.
Ricambiai il suo sorriso.
"Andiamo, ho prenotato in un ristorante non molto lontano." Proseguì poi.
Ci incamminammo. Matt era loquace quella sera, sembrava di buon umore.
Da quando ci eravamo fidanzati era cambiato molto nei miei confronti. Il guscio di ghiaccio che lo avvolgeva si era sciolto sempre di più e finalmente sentivo che stava iniziando a farmi entrare nella sua intimità. Temevo che avrei potuto rovinare tutto con la confessione che avevo in mente di fargli quella sera nel tragitto verso casa. Non mi ero preparata nessun tipo di discorso e non sapevo esattamente cosa dirgli. Sapevo per che non avrei potuto mantenere il segreto.
"Andrea?"
"Eh?"
"Dicevo, che ne dici di una vacanza a Londra? O magari preferiresti Parigi?"

Non ce la facevo. Era troppo gentile con me.
"Parigi, credo." Affermai un po' distratta dai miei pensieri. "Ma a me va benissimo stare qui, se tu prometterai di essere con me." Aggiunsi sinceramente, poco dopo, con tono più dolce.
"Ma certo che sarò con te. Non saprei dove altro dovrei essere."
"Posso farti una domanda?"
"Certo."
"Come avete rotto tu ed Emily?"
"Te l'avevo accennato, quando tornai dalla guerra ero cambiato e non andavo più d'accordo con lei. Mi sembrava troppo superficiale e frivola. In realtà non era così, però io tendevo ad essere ipercritico nei confronti di tutti, forse perché ero geloso della leggerezza, della quale io ero stato privato, con cui potevano affrontare la quotidianità. Per me ogni cosa era un problema. E poi.." S'interruppe.
"E poi? " Lo incentivai.
"E poi ero angosciato per quell'uomo che aveva sacrificato la sua vita per me, perché io ero troppo giovane ed inesperto. Mi sentivo in colpa per quella famiglia che aveva perduto per sempre un membro fondamentale."
"Sì, capisco che cosa intendi, o almeno credo."
"È passato molto tempo e solo dopo tanto sono riuscito a riadattarmi al mondo. Quando mi ero sentito pronto l'avevo chiamata, scusandomi con lei per come mi ero comportato. Da allora siamo rimasti amici. "
Sorrisi appena.

"Grazie per la cena."
Sorrise. "Stai bene? Hai parlato poco sta sera." Mi disse guardandomi teneramente.

Non riuscii a trattenermi oltre. Gli occhi mi si riempirono di lacrime ed iniziai a vedere sfuocato.
"Ehi" Matt mi prese il viso tra le mani baciandomi dolcemente la fronte.
"Che cosa succede Andy?" Sussurrò preoccupato.
Le parole non riuscivamo ad uscire ed il nodo in gola mi impediva di respirare normalmente.
Una lacrima mi rigò il viso.
"Quando-" m'interruppi. Non riuscivo a continuare.
Matt mi guardava negli occhi interrogandomi silenziosamente. I suoi palmi avvolgevano il mio mento e con i pollici mi accarezzava lievemente le guance, asciugandole dal pianto.
"Quando me ne sono andata- quando ti ho visto con Em-Emily... ho bevuto. Ho bevuto troppo e- e sono tornata a casa. Non era libera però. C'era...c'era Alex."
Gli occhi di Matthew sembrarono velarsi di una nota desolata.
"Abbiamo bevuto e..e alla fine si è ubriacato anche lui e...mi tornavano in mente le immagini di te ed Emily che vi baciavate-ma questa non è una scusa...-ho...io ed Alex...- il giorno dopo ho chiarito che non c'era niente...che era stato uno sbaglio che-che avevo commesso solo perché ero molto triste e che per me non aveva avuto nessun significato...-" un singhiozzo m'interruppe. "Matt mi dispiace" dissi iniziando a piangere più forte.

"Oh angelo." Disse prendendomi tra le braccia.
"Scusami, scusami tanto. Tesoro mio, non avrei mai voluto metterti in una situazione così brutta. Andy.." mi stringeva forte tenendo una mano sulla mia testa e spingendola verso il suo petto. Sentivo il suo cuore battere ad un ritmo più veloce e le sue parole erano solo dei sussurri.
Mi staccò poi da sé per potermi guardare negli occhi.
"Ti amo Andy e mi dispiace che tu abbia fatto questa cosa, ma è colpa mia e mi dispiace ancora di più di essere stato io a metterti in questa situazione. " vedevo che era dispiaciuto e questo non faceva che alimentare la mia sofferenza. Stava male per colpa mia, ma non si era arrabbiato, anzi, aveva attribuito la colpa di una mia azione al suo comportamento. Mi dispiaceva forse ancora di più di quanto avesse potuto dispiacermi se si fosse arrabbiato con me anziché con se stesso. In tal caso avrei potuto pensare che fosse un egoista, che fosse troppo preso da sé e avrei potuto tentare di dare una via di sfogo al mio senso di colpa ma così...così era impossibile farlo.
"Anche io ti amo. E mi dispiace. Mi dispiace davvero Matthew."
"Non importa, non ha importanza. L'importante è che ora stiamo bene. C'è solo una cosa che vorrei chiederti."
"Certo, dimmi." Affermai con voce ancora un po' tremante mentre mi passavo le dita sotto agli occhi. Ero più calma.
"Vieni con me a Parigi."
"Certo. Certo che vengo." Dissi scoppiando nuovamente in lacrime e stringendolo forte a me.

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👋🏻👋🏻
Finalmente sono in vacanzaa!!
In questi giorni tenterò di scrivere il seguito della storia, così da poter pubblicare il più regolarmente possibile.
Per quelli che se lo stanno chiedendo, ho intenzione al 100% di finire questa storia e spero di riuscire a condividere con voi i capitoli più frequentemente e soprattutto in modo più regolare. 😜

Buona Pasqua!!🤗❣️

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