25, parte 1
"And fear means I have something to lose, right? And I don't want to lose you." (Grey's Anatomy)
Raggiunsi la mia automobile che era poco distante dal ristorante e prima di andare a casa decisi che mi sarei fermata al supermercato.
Parcheggiai in una vietta laterale appena trovai un posto. Non appena tolsi le chiavi la musica, il cui volume era al massimo, si fermò. Mi fischiavano le orecchie, danneggiate dal rumore troppo alto e stranite dall'improvviso silenzio. I pensieri rincominciarono a moltiplicarsi. L'appartamento era piuttosto vicino e lo avrei raggiunto a piedi.
Una volta dentro al supermercato mi diressi velocemente nel reparto dei liquori. Afferrai una bottiglia di tequila e sorrisi soddisfatta.
"Sono 28$."
Ero troppo immersa nei miei pensieri per rendermi conto che la cassiera si stava rivolgendo a me. Dopo qualche secondo di attesa proseguì.
"Signora?" La sua voce sembrava spazientita, ma io sentivo solo un brusio di sottofondo.
"Signora!" Continuò lei con voce più forte.
Sobbalzai lievemente catapultata nuovamente nella realtà.
"Scusi?"
"Sono 28$."
"Ok, arrivo." Frugai per qualche istante nella borsa e dopo aver trovato il portafogli le porsi un paio di banconote.
"Le serve un sacchetto?"
"Oh no, la bevo subito." Risposi con un sorrisetto malefico. La donna robusta sembrò sgomentata, afferrai la bottiglia e mi diressi verso l'uscita ridendo fra me per la sua espressione sconcertata e scandalizzata.
Mi assicurai che il volume delle cuffie fosse al massimo dopodiché feci partire la playlist con le canzoni più recenti. La musica da sola non bastava a sovrastare il ronzio fastidioso dei miei pensieri; per quello avevo bisogno della Tequila.
Svitai il tappo e sorseggiai il liquore limpido che bruciava tremendamente in gola e in bocca. Non m'importava, volevo cancellare la sensazione di Matthew sulle mie labbra, volevo sovrastare con quel pizzicore intenso il suo sapore, come se ciò avesse potuto farmi dimenticare di lui.
"Ma vuoi far guadagnare gli otorini? Se continui così finirai col doverti mettere un apparecchio acustico nell'arco della prossima settimana."
"Shhh."
Tenevo la bottiglia per il collo, facendola dondolare tra le dita e canticchiando le canzoni che sentivo, rompendo il silenzio di tomba che regnava in quelle vie buie e deserte. Non mi porsi nemmeno la domanda di che ore fossero.
Ballavo da sola al buio, allargai le braccia, chiusi gli occhi e stingendo la tequila tra le dita girai e girai su me stessa. Lasciai cadere la testa indietro, sentivo il vento freddo pizzicarmi il volto e irradiarsi sotto la giacca facendomi rabbrividire. Ballai il boogie boogie e nel frattempo mi avvicinai sempre di più al portone del mio condominio. Salendo le scale inciampai più volte rischiando di sfracellarmi sul pavimento, ma non caddi mai. Raggiunsi la porta e faticai per qualche istante ad inserire le chiavi nella serratura. Una volta aperta trovai un uomo all'interno della stanza.
"Ma che-? Andy?"
"Alex?"
"Stai bene?" Chiese con voce preoccupata.
Sorrisi senza rispondere e alzai la bottiglia all'aria.
"Senti se vuoi me ne vado ora, non sapevo che saresti tornata e pensavo di traslocare domani, ma se vuoi tornerò più avanti." Rispose scusandosi.
"Naah, brinda con me." Dissi con sguardo seducente.
Prese la bottiglia e la appoggiò sul tavolo. Era per tre quinti vuota.
"L'hai bevuta tutta tu?"
"Alex vuoi farmi la predica o hai intenzione di farmi compagnia? Perché se è la prima opzione puoi anche andartene." Sbottai mezza brilla ma ancora in grado di difendermi.
"Ok. A cosa si brinda?"
"Brindiamo a Emily, la ragazza che si è fatta Matthew."
Mi guardò sconcertato per un istante, poi parlò lui.
"Brindiamo a Matthew che si è fatto la mia ragazza." Sorseggiò il liquore e quando mi passò la bottiglia, la tequila era decisamente diminuita. Sorseggiai senza pensarci.
"Sai che ti dico?" Sospirò alzandosi. "Ne vado a prendere un'altra."
Tornò con una bottiglia piena.
"Vodka?" Sorrisi.
"Già. "
"Quindi come te la passi?" Gli chiesi. Non avevo più molto controllo sul mio cervello.
"Mi sono fatto la mia capa e non ho provato niente." Disse con un sorriso amaro finendo la tequila. Lanciò la bottiglia e fece canestro.
"Ok, un sorso di Vodka ogni cosa storta nelle nostre vite."
"Ci sto." Rispose. "Prima tu."
"Oggi è il compleanno di Matthew, gli avevo organizzato una festa a sorpresa e quando sono entrata al ristorante l'ho visto seduto ad un tavolo per due con una ragazza bellissima. Ridevano, sembravano intimi e si sono baciati."
"Mi spiace..." sembrava che lo intendesse davvero.
"Beh, mi sa che io vinco un sorso doppio."
"Sì, decisamente." Affermò sorridendomi e passandomi la bottiglia.
"Oggi ero da solo con la mia capa e mi mancavi tu e beh...come ho detto ero solo con lei...io le piaccio e..." si fermò qualche istante, sebbene non pronunciò quelle parole mi era chiaro che cosa fosse successo. "Non ho provato niente Andy." Disse iniziando a ridere.
La sua risata era spenta, gli passai la bottiglia, ne sorseggiò un po', poi ripassandomela le nostre mani si sfiorarono. Rimanemmo immobili. I suoi occhi erano fissi nei miei, avevo bisogno di una distrazione, ma non ero sicura di come l'avrebbe vissuta lui. Non volevo fargli del male.
Alex posò la bottiglia vicino al tappeto dove eravamo seduti, senza distogliere il suo sguardo da me. Si avvicinò e io mi avvicinai a lui. Chiusi gli occhi e lasciai che quel contatto con la sua bocca potesse cancellare il dolore che mi aveva dato Matthew. Chiudendo gli occhi vidi quelli di Matt. Li riaprii di scatto.
"Che c'è? " chiese Alex brillo.
"Niente." Biascicai. Riprese a baciarmi.
Sentivo un martello perforarmi la testa. Aprii gli occhi, la bocca era impastata. La stanza era illuminata dalla luce del sole che filtrava attraverso le nuvole. Mi voltai nel letto. Non ricordavo molto, ma più mi svegliavo e più i flashback della notte passata mi tornavano in mente.
-Alex. Merda.-
Mi alzai e mi vestii, entrai in cucina. Alex stava bevendo un caffè seduto al tavolo.
"Ciao." Disse girandosi.
"Ciao. Io-" mi interruppe alzandosi.
"Non preoccuparti, ricordo abbastanza di questa... notte ed è stata una decisione di entrambi. So che non avrà alcun futuro e ne ero consapevole anche ieri, quindi niente sensi di colpa ok?." Sorrise. La sua voce era dolce.
"Grazie." Sussurrai.
Dopo aver bevuto un cappuccino presi la giacca.
"Forse è meglio che vada. Devo essere in ufficio tra mezz'ora."
"Certo." Mi accompagnò alla porta, tra di noi c'era uno strano legame.
"Ti voglio bene Alex." Gli dissi senza pensarci.
"Ci sto ancora lavorando, ma anche io ti voglio bene." Sorrise. "Ciao." Aggiunse dopo poco.
"Ciao."
Uscii e raggiunsi l'ufficio. Per l'intero tragitto pensai a che cosa sarebbe successo con Matthew. Volevo avere delle spiegazioni, non volevo scappare. Non volevo essere come ero sempre stata fino ad allora perché fuggendo non avrei provato nulla a nessuno, fuggire è da codardi ed io lo ero sempre stata fino ad allora, eppure non avevo ottenuto nulla fuggendo, se non che ogni volta avevo dovuto incominciare tutto da capo. Era restare che era difficile, scappare era facile, restare significava combattere e fare fatica e magari essere feriti. Matthew ne valeva la pena. Non sarei scappata, avrei affrontato anche Emily se fosse stato necessario...o la Roli. E se Emily era solo una delle tante gli avrei fatto capire che avrebbe dovuto scegliere tra me e loro.
Entrai in ascensore. Non avevo visto Matthew. Le porte metalliche si stavano per chiudere, quando un uomo atletico si infilò nello spazio entrando, prima che si chiudessero definitivamente. Era Matthew.
Non lo guardai, ma mi spostai verso la fine dell'ascensore. Lui invece rimase più avanti.
"Ciao." Disse con la sua voce profonda.
"Ciao." Risposi.
"Stai bene?"
"Sì." No, non stavo bene. Mi aveva fatto male, ma non era il momento per dirglielo.
Le porte dell'ascensore si aprirono al piano successivo. Stavo guardando per terra per evitare un possibile sguardo di Matthew.
"Ciao Matty."
"Emily." Rispose lui.
Alzai lo sguardo di scatto. EMILY? -Stiamo scherzando vero?-
"Ah e tu devi essere...Andrea?" Chiese rivolgendosi a me.
"È così."
"Matty mi ha parlato molto di te. Io sono Emily." Disse porgendomi la mano.
"Beh, di te invece ho saputo solo quando lo hai baciato."
Sorrise e ritrasse la mano.
"Matty?"
"Em, sai che non mi piace che mi chiami così." La sua voce era dura.
"Ok, prenderò le scale. Scusatemi." Dissi con voce scocciata facendomi spazio tra i due e uscendo dall'ascensore.
"Andy aspetta." Affermò Matthew uscendo.
Le porte dell'ascensore si chiusero. Eravamo soli.
"Emily? Sei serio?" Urlai.
"È la migliore nel suo campo."
"Quale esattamente? Perché mi sembra molto interessata ai mobili come il letto e il divano."
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Ciaoo! Avete passato delle belle vacanze?
Beh, questa è la prima parte del capitolo :) spero che vi piaccia!
Come sempre fatemi sapere quello che ne pensate, graziee❤
Il prossimo capitolo sarà molto probabilmente dalla parte di Matt(y) ;)
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