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"Ho sempre desiderato appoggiare la testa sul tuo petto e sentire la vibrazione della tua risata che, per anni, mi ha fatto sorridere." Cit.

"Sicura di stare bene?" Mi chiese Mike mentre eravamo in macchina.

Dato che sarebbe stato alquanto inverosimile raccontargli di essere caduta per terra e aver sbattuto la faccia, corressi quella prima spiegazione dicendogli che avevo picchiato la mandibola contro il volante della macchina perché avevo dovuto frenare velocemente. Nemmeno la seconda variante era molto plausibile e dovetti inventarmi incredibili collegamenti per far sì che in qualche modo centrasse con la prima. Non credo che si convinse, ma almeno non ne parlò più. Decise che quel giorno saremmo andati con la sua macchina e fu impossibile fargli cambiare idea.

"Sì, grazie. Non è nulla, sono solo un po' distratta in questo periodo." Gli sorrisi. Ero decisa a non parlare con Matthew, a meno che non fosse venuto lui da me, cosa che trovavo abbastanza improbabile.
"Mike?"
"Sì?"
"Eri con Matthew in guerra?"
"Oh no, non sono mai andato in guerra io." Rispose divertito dalla domanda.
"Come mai no?"
"Perché non fa per me, non ho gli stessi ideali di Matthew."
"A cosa ti riferisci, cosa lo ha spinto ad andare?" Cercavo di capire meglio.
"Si sentiva inutile, voleva fare qualcosa per il suo paese e non voleva sentirsi uno dei fannulloni della nostra società..."
"Ma tu non sei un fannullone e non c'è stato bisogno che andassi in guerra per dimostrarlo."
"Lo so, litigammo per questo. È difficile fargli cambiare idea e l'unica a riuscirci mi sembri tu... Comunque abbiamo litigato,  come ti dicevo, perché io volevo che restasse, mentre lui accusava me di non fare nulla per l'America perché avevo deciso di non seguirlo. Suo fratello Henry andò insieme a lui." 
Mike sapeva che non avrebbe potuto continuare con il racconto se avesse voluto conservare almeno una speranza di recuperare l'amicizia con Matthew che si stava sgretolando per via di una sciocchezza.
"Sai, forse dovresti parlargli." Dissi riferendomi al pensiero che avevo avuto.
"Perché?" Sembrò meravigliato dalla mia considerazione poco inerente alla conversazione.
"Voi due ne avete passate davvero tante, mi sembra, e in qualche modo siete sopravvissuti insieme e siete rimasti uniti. Non potete perdere un'amicizia così rara per una stupidaggine che riguarda me."
"Non lo so, forse hai ragione."
Arrivammo davanti all'ufficio. Entrando speravo che avrei visto Matthew, ma non fu così, invece incontrai la Roli.
"Buongiorno ragazzi." Ci salutò in modo falso. Mike mi guardò, poi ricambiò il saluto, meno entusiasta di lei, mentre io non mi attenni nemmeno alla buona educazione.
"Che fai Andrea, non mi saluti?'' Cercava di provocarmi, ma non avrei abboccato in alcun caso.
"Ti ho negato il saluto tanti anni fa. Non intendo cambiare idea." Le risposi fredda. Capii che Mike si sentiva di troppo, così iniziai a parlare con lui, senza considerare la mia ex-compagna di scuola.
Quando raggiunsi il nostro ufficio Mike si congedò, doveva sbrigare alcune cose in giro per il palazzo.

"Matthew sembra proprio un bel bocconcino." cinguettò gongolandosi.
"Non provarci neanche." Sbottai furiosa.
Rise, contenta di aver colpito a segno.
"Perché no? Tanto lo sai che alla fine vinco sempre."
"Lui non è come gli altri." Risposi. L'unica cosa che non potevo permettere era che gli si facesse del male. Mi sembrava che avesse sofferto già abbastanza.
"Beh? In ogni caso riuscirò a conquistarlo."
Matthew entrò subito dopo.
"A che cosa state lavorando?" Chiese come se niente fosse. Unì le mani davanti a sé come gesto d'attesa.
"A niente. Con lei è impossibile lavorare, mi spiace."
"Andiamo alla grande!" Dicemmo noi all'unisono. Matthew mi lanciò un'occhiataccia e il mio umore peggiorò ulteriormente. Dovevo aspettarmi un atteggiamento del genere da parte di una persona finta come lei.
"Ragazze dovete portarmi quel progetto entro sera." rispose più serio di prima. Mi sembrava che ci stesse trattato come se fossimo state bambine delle elementari e devo ammettere che l'idea non mi piacque affatto.
"Bell'impresa..." Brontolai io, mentre la Roli affermò, con un sorriso smagliante, che non ci sarebbe stato alcun problema.
Appena Matthew uscì mi guardò con fare da sfida.
"Io fossi in te incomincerei."
"Ah sì? Bene, perché io non ho intenzione di aiutarti minimamente con il progetto. Vuoi assolutamente starmi appiccicata tutta la giornata? Benissimo! Ora arrangiati." Le dissi uscendo. Sembrò sorpresa dalla mia reazione.
Cercai Michael pensando che almeno lui avrebbe potuto insegnarmi qualcosa che non sapevo ancora fare. Lo trovai dopo una buona mezz'ora durante la quale gironzolai per il palazzo in modo furtivo sperando di non incontrare il mio giovane e bellissimo capo.

-Capo? Io direi più ragazzo...-
-Già, ma ti dovrai accontentare di CAPO, perché per ora è solo questo.-
-Solo per ora? Allora posso aspettare!- Rise l'Impicciona.

"Ehi." Sembrò stupito di vedermi.
"Ciao Mike." Gli sorrisi.
"Ti serve qualcosa?"
"Sì. Una pausa dalla Roli. Posso stare con te per un po'?" Lo guardai con occhi supplichevoli e lui accettò.
"Sì certo, però devo andare ad un meeting. Ti aggiorno un po' sull'accordo che stiamo per concludere con questa 'azienda."
"Fantastico."
Andammo nell'ufficio di alcuni colleghi che lui conosceva meglio di me. Ci fecero entrare senza problemi e Mike mi mostrò la presentazione su cui il gruppo stava lavorando.
"Queste informazioni dovrebbero bastarti."
"Ok, grazie mille Mike, davvero." Risposi prendendo qualche appunto sul blocco che avevo portato con me.
Sorrise e ci avviammo verso la sua macchina. Entrai, ma notai dall'altro lato della strada Matthew che parava al cellulare. Mi abbassai di colpo, piegandomi a metà sul sedile di pelle nera.
"Che stai facendo?" La situazione era incredibilmente comica e sarei scoppiata a ridere all'istante se non fosse stato per il fatto che se Matt mi avesse vista sarei letteralmente morta.
"C'è Matthew!"
"Ah. Non sa che sei qui vero?" Disse sorridendo e cercando di trattenersi dal ridere.
"Ehm no, mi ha detto di lavorare con la Roli."
Speravo che Matthew non mi avesse vista, ma qualcosa dentro di me mi faceva pensare l'esatto contrario.
Ci allontanammo dall'edificio e io mi alzai.
"Ecco fatto." Risposi soddisfatta soffiando via i capelli che si erano posati sulla fronte.
"Abbiamo seminato Matthew, ma ora la Roli ha strada libera Andy."
"Non preoccuparti, c'è un lavoretto che avremmo dovuto sbrigare insieme che la terrà occupata." Sorrisi contenta al pensiero della Roli lì da sola a mangiarsi le mani dalla rabbia.
Il meeting si concluse verso le quattro di pomeriggio e chiesi a Mike di riaccompagnarmi in ufficio per vedere che cosa avesse combinato quell'incapace col nostro progetto.

"Ah ciao Andrea."
"Hai finito?"
"Sì, l'ho portato a Matthew. Dovresti passare a dare un'occhiata." Dal tono con cui rispose immaginai che avesse fatto qualche stronzata contro di me.
"Certo, lo farò. Appena possibile."
"Comunque ti farà piacere sapere che probabilmente uscirò con Matthew." Disse guardandosi soddisfatta le unghie fresche di manicure.
Conoscendola, avrebbe potuto anche inventarselo, ma per sicurezza pensai che prima o poi avrei approfondito.
Presi le mie cose e mi diressi verso l'ufficio di Matthew. Era al computer e immaginai che stesse guardando la presentazione della Roli.
Proiettate sulla parete però vedevo delle mie foto, non delle parole chiave per Marc Jacobs.
-oh cazzo.
Però potrei essere anche una loro modella...- Scherzai nei miei pensieri.
Entrai e Matthew si voltò verso di me. La sua espressione non lasciava trapelare niente e nemmeno il tono della sua voce faceva intendere di che umore fosse.
-Brutto segno...- Cantilenò la mia vocina.
"Mi spieghi che cosa significa?" Mi disse mostrandomi le foto che erano inserite nella PowerPoint.
"Non lo so." Risposi con un sospiro. Ero stufa di dover dare spiegazioni di continuo e sapere che sicuramente non mi avrebbe creduta nessuno.
Dovetti impegnarmi a focalizzare la mia attenzione sulle slide che scorrevano, perché Matthew era estremamente vicino a me e una parte del mio cervello,
-Io direi tutto.-  che cercavo di isolare, era pienamente cosciente non solo della sua presenza, quanto più della camicia bianca e blu, a righe sottili e verticali, che aderiva al suo addome. Ero abbastanza vicina da poter sentire un lieve profumo di fresco e di pulito che doveva emanare la camicia.
Fece scorrere le slide con un click del mouse. Non so come fosse possibile, ma per me erano attraenti anche le sue dita o le sue unghie... C'erano una sfilza di foto mie, alcune in cui baciavo uno dei miei ex, Lorenzo, in altre scherzavo con dei ragazzi, situazione che era del tutto occasionale. Alla fine della presentazione c'era scritto "Per me eri come l'oro, ma adesso sei come loro".
Fantastico. Non aveva nemmeno avuto abbastanza fantasia per scrivere una frase sua.
"Ok, è stata la Roli." Affermai tranquillamente. Nel frattempo avevo appoggiato la mano sulla sua scrivania sporgendomi verso il computer per osservare il mio volto rilassato e scherzoso. Stavo socchiudendo gli occhi, arricciandoli, quasi incredula dell'esistenza di quei momenti.
-Ma non è che ha usato Photoshop?-
-No Andrea. Eri tu.
-Sei sicura? E tu come fai a dirlo...- non rispose nemmeno. Già il fatto che stessi colloquiando con una voce nella mia testa si potrebbe definire poco normale, aggiungiamo poi il fatto che stavo aspettando una risposta da parte sua...
Era raro trovare delle mie fotografie in quel periodo che mi ritraessero serena, nella maggior parte dei casi si trattava di sorrisi falsi, quelli improvvisati al momento, tendendo le labbra il più possibile, quelli fatti giusto per le foto di famiglia a Natale. Ecco, non era il caso di quei ritratti.
"Come è stata la Roli?" Disse ridendo, il suo tono era pungente. "Mi ha detto che non le hai lasciato nemmeno vedere la presentazione, ma che le hai ordinato di portarla a me.''
"Oh poverina... Beh per tua informazione ero con Michael all'incontro del Rels."
"E anche se fosse, come faceva lei ad avere quelle foto?"
"Se non lo hai ancora capito, è una ragazza molto falsa. Non so per quale motivo, ha deciso di perseguitarmi. Sarà che non riesce a farsi una vita...-"
"Arriva al punto Andrea. Mi sembrava di essere stato chiaro con te e non serve a niente farmi ingelosire, ti ho detto che non posso stare insieme a te. Questa conversazione la Roli non può averla sentita.'' No, è vero, ma conoscendo la malvagità senza fine di quella ragazza, le sarebbero potute bastare anche solo le parole che avevo pronunciato la mattina, per inventarsi una messa in scena impeccabile.
"Non è un mio problema questo Matthew. Il problema è che la Roli ed io eravamo insieme al liceo e queste sono foto ricatto che deve avermi scattato in previsione dei tempi futuri."
"Tutto questo è ridicolo. Queste non danno per niente l'idea di essere foto ricatto..." Dal suo tono sapevo che ne stava in parte risentendo e mi dispiaceva, ma avrebbe dovuto imparare a credermi.
Ok, lo ammetto, effettivamente aveva ragione: era poco credibile, ma era la verità.
"Va bene, sarà anche ridicolo, ma ti ripeto che non sto mentendo. La Roli ha fatto una scommessa con un ragazzo della scuola, uno carino, dicendogli che non sarebbe mai riuscito a fidanzarsi con me. Dalla morte di mio padre mi ero ritirata in me stessa e non parlavo più con nessuno. Cercavo di passare inosservata. Quel ragazzo ha accettato e vinto la scommessa: con lui avevo rincominciato ad aprirmi; mi ero innamorata di lui. Una sera mi raccontarono le cose come stavano. Era la sera di una festa e davvero molta gente aveva assistito alla confessione. Probabilmente ha scattato le foto in quell'occasione, così da poter ricordare a tutti quanto fossi stata stupida a fidarmi di lui. Comunque puoi immaginare da solo quali siano state le conseguenze." Mi persi un secondo tra i pensieri e la rabbia riaffiorò. Mi tranquillizzai pensando che non avrebbe avuto senso provare rancore, almeno non quando la Roli non era presente. Ripresi il discorso con tono più vivace. "Ora, se credi che io sia una bugiarda così abile da inventarsi questa storia, sono di nuovo problemi tuoi. Chiama Rels e chiediglielo."
"È la verità?" Il suo sguardo cercava il mio, ma io guardavo le foto.
La sua mano si era avvicinata la mia e sentivo l'estremità del suo mignolo sfiorare la parte esteriore e laterale del mio palmo. Anche solo quel tocco così minimo mi distraeva completamente dal nostro discorso. Scostai la mano dopo forse un secondo e poi mi schiarii la voce.
"Sì, è così. Ora..forse...ehm..è meglio che vada. Ci vediamo domani." Pronunciai quelle parole quasi con vergogna, sorrisi velocemente e poi, dopo aver incontrato nuovamente il suo sguardo indeciso tra il turbato e il divertito, uscii.
Ovviamente non avevo cambiato idea su di lui, né mi comportavo così per una questione di orgoglio, semplicemente sapevo che non era pronto. Aveva bisogno di tempo per decidersi e per capire che ero quello che voleva e che ne valevo la pena. Io intanto, per conto mio, gli avrei dato la garanzia dell'amore che provavo, aspettandolo. Volevo che si sentisse pronto e sapevo che quando lo fosse stato sarebbe venuto da me.
Tornando a casa vidi un messaggio di Alex.
"Ehi ciao! Possiamo incontrarci lunedì per un aperitivo? Vorrei che parlassimo dell'appartamento.
Grazie,
Alex."

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Ciao ragazzi! Ecco la nuova parte ;)
Che ne dite? Alex tornerà in azione?

Al prossimo capitoloo❤️

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