.28. .Part Two.
"Cosa provi per Louis, Amber?" mi chiese di punto in bianco, lasciandomi spiazzata per quella domanda improvvisa.
Era davvero questo ciò a cui stava pensando?
«I-io...» dissi solamente mordendo il mio labbro inferiore, non sapendo come rispondere a quella domanda senza ferirlo.
Cosa provavo per Louis? Probabilmente, dopo tutto ciò che era accaduto, neppure io avrei saputo dirlo.
Lui era stato tutto per me: mi aveva salvata dalla strada, da Jacob, mi aveva tenuta con sé, al sicuro da ogni pericolo che avrei potuto incontrare.
Dovevo tutto a Louis, ma non era solo di un sentimento di devozione che si parlava...
Con Louis avevo avuto le mie prime esperienze, e non sarei riuscita a pensare a nessun altro a cui avrei desiderato concedermi, se non lui.
Era stato il mio primo bacio, nonché la prima persona in assoluto a toccarmi in quel modo; con così tanta dolcezza e passione da farmi credere di essere in paradiso.
Sicuramente, provavo per lui qualcosa di più forte del semplice bene.
«Tu lo ami?» mi chiese Zade notando il mio silenzio, continuando a fissarmi negli occhi, in viso un'espressione indecifrabile. Quella domanda mi fece tremare.
Ricambiai il suo sguardo insistente, riflettendovi su.
«Non-non lo so... però so che per lui provo delle emozioni... forti» risposi in modo del tutto sincero: avrei solo mentito se avessi detto che Louis mi era indifferente.
Il ragazzo aveva un'espressione impercettibile sul volto, quasi non volesse mostrarmi come le mie parole lo facessero sentire.
Dopo attimi di silenzio passati a fissarmi senza mai distogliere lo sguardo, mi porse una nuova domanda.
«E per me, Amber? Cosa provi per me?»
Ingoiai il groppo che avevo in gola.
«Non lo so...» risposi immediatamente.
Gli occhi di Zade mi stavano chiedendo solamente una cosa: sincerità.
E gliel'avrei data. Sarei stata il più sincera possibile con lui, in quel momento.
«Con te ho provato molte cose» cominciai, posando per un attimo la vista sulla pelle del divano, «tu mi hai fatto provare... paura. Rimorso. A volte, anche il terrore...»
«Sono solo queste le emozioni che ti ho fatto provare?» mi chiese, un pizzico di dispiacere dipinto in volto.
«No, Zade» scossi velocemente la testa, non volendo che lo pensasse, «ho avuto paura di te, ma ora non ne ho più, perché ho capito tanto di te in questo ultimo periodo. Ho capito il motivo per cui hai agito in determinati modi... e nonostante sia stato sbagliato, mi dispiace, perché so che quello che hai passato è davvero-»
«Io non voglio fare pena a nessuno» disse improvvisamente interrompendomi, duro in viso, per poi alzarsi di scatto dal divano e rivolgermi le spalle.
Ecco che gli sbalzi d'umore facevano il loro grande ritorno.
«Zade, aspetta, fammi finire!» lo bloccai, alzandomi a mia volta e prendendogli il polso per farlo fermare.
Il ragazzo si voltò velocemente verso di me, gli occhi tristi.
«Non posso, Amber, non posso, capisci? Non posso stare ad ascoltarti mentre mi dici che ti ho praticamente terrorizzato per mesi e che adesso, dopo averti parlato del mio passato, provi pena per me. Non posso, Amber, mi fa male sentirti dire questo. Sentirmi dire da te che non provi nulla per me, che stai vicino a me solo perché mi compatisci. Io sono un uomo, e in quanto tale, non voglio sentire una parola in più» fece per andarsene, visibilmente avvilito, ma prontamente mi piazzai davanti a lui, poggiando le mie piccole mani sul suo petto, impedendoglielo.
Non avevo mai detto niente di ciò che era appena uscito dalle sue labbra, e volevo che lo sapesse.
«Non hai capito nulla di quello che volevo dirti, Zade! Non ho mai detto che mi fai pena! Quello che sto provando a dire è che ho capito, ho capito il motivo per cui hai agito per tutto questo tempo in un determinato modo...»
La sua attenzione fu subito su di me, e quasi mi si mozzò il fiato, cosciente di quanto stavo per dire.
Era da troppo tempo che quella grande consapevolezza aveva cominciato a tormentarmi: era arrivato il momento di affrontarla a voce alta, a qualunque costo.
«Io... ho capito che tu credi di amarmi perché in me vedi Camille, non Amber. In fondo me lo hai sempre detto, fin dal primo istante in cui ci siamo scontrati».
Mentre osservai la sua espressione sconcertata, ricordai ogni qual volta, in mia presenza, Zade avesse riportato alla mente Camille.
Quel «tu... tu assomigli così fottutamente a lei...» sussurrato dopo il nostro bacio proibito.
«Sono stato così idiota a pensare che fossi diversa, che assomigliassi a lei!» aveva invece urlato in preda alla rabbia, lo stesso giorno in cui non era stato in sé per pochi attimi.
Oppure ancora quando, rivelando a Louis ciò che c'era stato tra di noi, aveva pronunciato quelle fatidiche parole.
«Okay Louis, va bene! Vuoi sapere perché? Vuoi sapere perché ho baciato Amber? Perché la tua fottutissima ragazza è la copia di Camille, cazzo! In tutto! È la sua fottuta copia! Non so cosa sia scattato in me, ma questa somiglianza mi ha fatto semplicemente uscire fuori di testa».
«Non è amore, Zade, è solo affetto... è un istinto che provi verso di me, in memoria di Camille. Io voglio aiutarti, Zade, voglio aiutarti a superare tutto questo, voglio aiutarti a capire quello che senti veramente...»
Zade rimase a fissarmi in silenzio, ascoltando attentamente ogni mia parola pronunciata.
Ero stata sincera: gli avevo detto tutto ciò che avevo appreso in quegli ultimi tempi senza alcun ripensamento, come lui mi aveva chiesto.
Non sapevo se fosse effettivamente vero che lui vedesse in me Camille, non sapevo se era realmente ciò che provava; ma da quando aveva rivelato di essere innamorato di me davanti a tutti dopo quelle parole così aspre, e in particolar modo dopo il suo ultimo racconto, questo pensiero aveva cominciato a insinuarsi nella mia mente.
Zade aveva subito diversi traumi, e uno di questi era proprio la morte della donna che amava sotto ai suoi stessi occhi, provocata da Jacob...
Se tutto questo aveva portato Zade a odiarmi, poiché era stato proprio mio fratello a uccidere la sua ragazza, cos'avrebbe potuto impedirgli di portarlo a credere di amarmi, rivedendo in me la sua defunta amata?
I suoi occhi divenuti ormai freddi erano fissi nei miei nel momento in cui cominciò ad avanzare verso di me: istintivamente indietreggiai di qualche passo, ma la sua morbida stretta dietro alla schiena mi riportò in avanti, contro il suo petto.
«Quindi è questo che pensi di me? Credi sia talmente disperato da non accorgermi di amare o meno una persona?» mi chiese. Poi posò la mano sul mio viso con una delicatezza disarmante, avvicinandosi piano al mio orecchio.
Ebbi un fremito.
«Se non ti amassi veramente, Amber, credi ti toccherei così, con così tanta dolcezza?» prese a carezzare delicatamente la mia pelle, sfiorando con le labbra piene il mio orecchio, e mille brividi ricoprirono il mio corpo.
«Credi che ti guarderei nel modo in cui ti guardo, o che ti tratterei nel modo in cui ti tratto?» scosse piano la testa, «no, Ambs... non lo farei. Perché in questo modo mi comportavo solo con una persona...» si staccò dal mio orecchio, riportando il suo sguardo nel mio.
«Ma ciò non significa che in te io veda lei. Lei era Camille, prima, tu sei Amber, adesso. Non provavo tutte queste emozioni che mi fai provare da molto tempo. Ne ho avute di ragazze dopo di lei, te lo assicuro, ma con nessuna di loro ho avuto qualcosa di neppure paragonabile a quello che sento quando ti ho vicina. Non ho mai sentito il bisogno di proteggere qualcuno come con te: è diventato incessante, sfiancante, soprattutto dopo quello che ti ho fatto...»
Mi accarezzò la guancia, portandomi a chiudere gli occhi per pochi secondi.
Rimasi colpita dal discorso di Zade: cos'avrei dovuto dire, dopo le sue parole?
Non mi era mai capitata una situazione del genere: ero sempre stata una ragazza introversa e sola, a parte le rare volte in cui Jacob mi permetteva di uscire con qualche compagna di classe.
Non avevo mai avuto un amico che ci tenesse a me; figuriamoci non uno, ma ben due ragazzi che ammettevano di provare qualcosa per me.
Due ragazzi così diversi, ma allo stesso tempo così speciali.
Non sapevo cos'avrei dovuto dire, o fare: non ebbe però molta importanza poiché, tutt'a un tratto, due grosse mani afferrarono il mio viso, e delle labbra carnose si posarono sulle mie.
Spalancai gli occhi, spiazzata: Zade, ancora una volta, mi stava baciando.
E io non avevo la benché minima idea di come comportarmi.
Le sue labbra carnose sulle mie mozzarono il mio respiro, e nel momento in cui la sua lingua tentò di impadronirsi della mia, così bisognosa di quel contatto, non potei fare a meno di concederglielo.
A quel punto, involontariamente o no, partecipai a quel bacio così colmo di malinconia, insicurezza e necessità di colmare un vuoto inevitabilmente asfissiante: le dita di Zade strinsero delicatamente i miei capelli in una mano, mentre con l'altra scese fino al mio fianco, attirandomi ancora di più a sé.
Dopo qualche minuto trascorso immersa in quel contatto intenso, sentii l'esigenza di staccarmi piano da lui per riprendere fiato, e Zade sollevò il mio mento, permettendomi di osservare la sua espressione tormentata.
«Ti prego, dimmi che non lo pensi sul serio, che te lo ha messo in testa qualcuno, Ambs... dimmi che non ti sembro un pazzo che non sa quello che sta facendo...» mi sussurrò, implorandomi con lo sguardo.
«Zade...» pronunciai il suo nome ricambiando la sua vivida occhiata: stavo per dirgli che non credevo fosse pazzo, ma che non avevo cambiato idea sul fatto che vedesse in me Camille, ma non feci in tempo.
Proprio in quell'istante, infatti, la porta di casa si aprì di scatto e andò a sbattere contro al muro, facendomi sobbalzare dallo spavento.
Io e Zade ci guardammo per un attimo interdetti, per poi dirigerci velocemente verso il salone: mi chiesi chi sarebbe potuto essere, a quell'ora della notte.
Pensai ad Isaac, inizialmente, che era uscito alle sette di sera e non si era ancora fatto vivo, oppure sarebbe potuto essere Nolan, tornato trionfante dall'appuntamento di quella sera con Claire.
Ma ciò che vidi non fu Isaac, e neppure Nolan.
Fu bensì uno spettacolo a dir poco raccapricciante.
Spazio autrice
Amatemi perché nonostante sia a lavoro ho pubblicato❤️ fatemi sapere se credete che questo capitolo abbia una qualità inferiore rispetto agli altri; e se trovate degli errori.
Allora, cosa ne pensate del discorso di Amber? Secondo voi è possibile che Zade si sia innamorato di lei per il ricordo che gli scaturisce di Camille?
Fatemelo sapere!
Alla prossima❤️
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