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« Cazzo ! Chi é che rompe così, a quest'ora della mattina ? »

Un espressione scocciata deformò il viso del ragazzo che appena sceso dal letto e dalle scale, con solo i boxer a coprirlo e con i capelli sparati senza una giusta direzione per aria - andò ad aprire la porta. Guardò quella figura a braccia incrociate e dall'altezza di un metro e un tappo, inarcando un sopracciglio.

Non riusciva a capire del perché Vic - nonché migliore amico del suo ex - si trovasse a quell'ora davanti a casa sua. Ma subito dopo, quella espressione iniziale si era poi trasformata in confusione e per finire in preoccupazione. Nello stesso istante in cui una sensazione di pesantore lo schiacciò con tutto il suo micidiale peso.

« Dobbiamo parlare ».
Irruppe il più piccolo con tono scazzato, entrando direttamente dentro al salotto, per poi fronteggiare nuovamente il più grande.

Anthony con una faccia amareggiata si chiuse la porta con un tonfo alla spalle. Per poi avvicinarsi a quel ragazzino - un specie di Cupido - pronto per fare riscoccare quella scintilla e ad essere sincero per il maggiore quello non era altro che una grande perdita di tempo, lo sorpassò, andandosi a sedere su una sedia al tavolo da pranzo. Nel frattempo un Vic spazientito lo seguí, sedendosigli accanto.

Con un rapido movimento Vic, come per cercare confortarlo e incoraggiarlo appoggiò una mano su quella del più grande, messa sulla superficie del tavolo, attirando di conseguenza l'attenzione del più grande.
« An. Parliamoci chiaro una volta per tutte, si vede da un miglio che state soffrendo la separazione, ma nonostante ciò continuate a non fare un passo in avanti. Almeno per te. Al ha cercato di avvicinarsi, ma tu ancora una volta hai preferito chiuderti come un riccio. Ma non riesci proprio a capire, che continuando a fare così, tu lo perderai definitivamente. Se vuoi un consiglio da buon amico, ti suggerisco solo, di parlarci. Dirgli tutto ciò che ti turba, che senti. Perché se non lo farai, lui come riuscirà a capire il suo sbaglio - sempre se c'è ne sia uno - per una volta metti al secondo posto l'orgoglio e apriti con lui. Se c'è ancora qualcosa che tra di voi si può riparare, c'è ancora rimedio. Non é tutto sempre perso. Pensaci bene An. E cerca di dare retta al tuo cuore e non alla tua mente. Adesso però vado . Al mi aspetta ».
Disse.

« Lui sta ancora da te ? »
Chiese titubante il più grande.

« Se vuoi parlarci, sai già dove trovarlo. Ma ti avverto An, se hai intenzione di andare da lui spero che sia per cercare di sistemare e non per cercare di ferirlo ancora di più ».
Detto ciò, lasciò la mano del più grande e si alzò dal posto.

« Grazie di tutto Vic ».
Ringraziò flebilmente, tenendo ancora uniti i loro sguardi così diversi. Non sapeva cosa fosse giusto da fare ? Ma forse Vic non aveva tutti i torti. Forse un tentativo ancora si poteva fare. Speranza ancora c'era.

« Stammi bene Anthony » .
Lo salutò, uscendo da quella casa.

***

24 Dicembre

« Al puoi guardare un momento a che punto sono i biscotti nel forno ? »

Il più piccolo ancora sorridente, per una cosa che poco prima, Vic aveva detto, annuí e lasciando un momento l'impasto di altri biscotti sul marmo della cucina si avvicinò al forno. Guardò bene il timer, accorgendosi solo ora de fatto che non lo avevano affatto attivato.

« Vic. Missá tanto che i biscotti qua per oggi non li mangeremo » disse, ridendo come uno scemo .

Vic per capire meglio lo affiancò, attivando finalmente il timer con un sorriso a trentadue denti, poi un sonore bip bip ruppe il momento dei due amici. Mentre lo sguardo del più grande finí in quello del più piccolo, mentre quest'ultimo, colpevole, si ritrovò ad intrappolare il labbro inferiore tra i denti.

Velocemente Vic recuperò il suo cellulare, che aveva preso a lampeggiare per via di un messaggio arrivato. Lo aprí e una nota di confusione lo colpí. Cosa faceva ad avere il suo numero il suo ex compagno di scuola ? Ma poi un dubbio lo sormontò. La risposta già la sapeva. Alex.

Ma non disse niente. Lo guardò solamente, notando quanto l'altro fosse ritornato a fare il proprio lavoro come se niente fosse.

Poi guardò nuovamente quel messaggio.
Da sconosciuto : oggi pomeriggio al nostro bar. Ti aspetterò sino alle 18 :00, ma se allora deciderai di non venire, prometto di lasciare stare. Con affetto il tuo ancora amore segreto.

Involontariamente scosse la testa, con un sorriso, ritrovandosi a mordere l'interno della guancia, riposando il cellulare sul tavolo e ritornò vicino a quel ragazzo che aveva avuto la sua stessa intenzione : quella di aiutarsi inconsapevolmente a vicenda.

***

Quello stesso pomeriggio qualcuno pensò bene di rompere la quiete di un Alex seduto sul divano. Chiuse la TV e andò ad aprire la porta. Ritrovandosi così la figura di qualcuno che non si sarebbe aspettato di ritrovarsi davanti.

Anthony se ne stava sul ciglio della porta, guardandolo con un sorriso. Il cuore di Al saltò di un battito e il suo corpo fu scosso da un brivido di freddo.

« A- An. Che ci fai qui ? »

« Perché é giunto il momento di chiarire Al » rispose entrando in casa.

Già, Al. Da quant'é che non lo chiamava più così ? Sembravano essere passati secoli. Eppure il suo cuore automaticamente, davanti a quel soprannome sussultò.

Chiuse la porta e lo raggiunse. Occhi negli occhi.

« Ammetto di essere stato uno stupido. Ho commesso anche io il mio errore di non aver fatto un passo verso te. Per cercare di farmi capire. Ho preferito solamente chiudermi in me. Senza lasciarti avvicinarti. Ammetto che sono stato egoista nel averti scaricato addosso tutti i miei problemi e il mio stress. So che non c'entravi nulla con il casino del mio lavoro e la morte di mio padre. Ma avevo deciso ugualmente, di scegliere un preteso per farti sentire imponente. E mi dispiace. Ma non voglio perderti. Preferirei mille volte uccidermi piuttosto. Vuoi tornare con me ? »gli chiese sincero.

Il più piccolo lo guardò sorpreso e no. Non voleva lasciarlo. Voleva ritornare ad amarlo a vivere con lui. Perché senza il suo Anthony si sentiva perso, e solo.

Riuscì solo ad annuire con la testa, con gli occhi lucidi e il cuore più leggero, mentre presto due braccia lo avvolsero dolcemente.

« Mi dispiace. Mi dispiace per tutto piccolo » mormorò sui suoi capelli, lasciando cadere salate lacrime, baciandogli ogni tanto quei fili che più volte aveva accarezzato.

Ed Alex fece la stessa cosa, lo avvolse anche egli, nascondendo il volto in lacrime nel cappotto che sapeva del suo amore ritrovato. Dal sapore di biscotto al cioccolato, che ogni mattina era soliti a condividere insieme.

E ne era sicuro Al. Da ora in avanti, avrebbe fatto di tutto per fare anche lui un passo il più verso il più grande, cercando di essergli d'aiuto.

« Ti amo anche io ».
Sussurró in risposta.



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