Nerissa e la Tela Magica

C era una volta una ragazza molto sfortunata in amore, il cui nome era Nerissa. Ella non godeva dell altezza o del corpo snello che avevano altre ragazze; dunque, i giovani uomini la evitavano spesso e la deridevano.
Eppure, Nerissa aveva un dono che nessun altra donna aveva: sapeva dipingere così bene i volti da farli sembrare veri. Un giorno creò una tela che raffigurava una signora alla finestra e l appese sulla parete del suo salotto.
Quando sua madre invitò delle amiche di famiglia per l ora del tè, una di loro credette davvero che ci fosse un altra tapparella e che una duchessa sconosciuta le stesse a guardare. Come è, dunque, possibile farfugliò, bevendo la calda tisana nel freddo inverno che là vi sia un altra donna ad osservarci! Avete forse una magica finestra, interna alla villetta?. Nerissa rise per un istante della sua ignoranza, poi si avvicinò a lei e le spiegò che essa era soltanto uno dei suoi dipinti.
Tuttavia, benché la sua chiara e semplice spiegazione, la tela lasciò un poco sorpresi tutti.
Un giorno, dopo aver comprato alcuni vestiti, una bambina di una decina d anni, con occhi a mandorla e un vestitino alla scozzese, la supplicò di regalarle un paio di scarpe in cambio di una scatola di tempere.
Nerissa aveva a casa già tanti colori e quelli che le mostrò la piccina non erano neanche nuovi: un tubetto di vernice gialla era anche aperto e non aveva più il tappo. Perché vuoi darle a me? Le domandò, appoggiando le buste a terra.
Perché so che dipingi bene! Le spiegò la ragazzina Ho a casa un altra scatola di tempere, ma ho bisogno di un paio di scarpe e non ho i soldi per comprarle. Inizialmente, Nerissa pensò che si trattasse di una zingara, ma poi vide un ciondolo dorato al suo piccolo collo Perché non vendi quello? Le chiese L oro vale molto di più dei colori per dipingere e, vendendolo, potresti permetterti cinque o sei paia di scarpe!
Questo ciondolo è tutto ciò che mi resta di mia nonna lo prese in mano e glielo mostrò è morta due giorni fa per una forte influenza e nessuno si occupa più di me. Verrà a prendermi mia zia tra un mese; ma, nel frattempo, non posso rimanere scalza. Queste tempere sono il solo oggetto del quale posso privarmi, perché ne ho altre, a casa, molto più consumate; ma che mi servono per la scuola.
Nerissa contò gli spiccioli che le rimanevano e lanciò un occhiata al negozio cinese alle sue spalle Ragazzina espose non posso comprarti delle scarpine firmate, ma un paio di stivaletti che ti riparino dal freddo sì.
Mi comprerai davvero degli stivali, in cambio di questi colori? Ripeté incredula la bambina.
Sì, te li comprerò volentieri prese il suo braccino e la condusse all interno del negozio.
Tornata a casa, Nerissa ringraziò Dio per il bel gesto che le aveva fatto compiere quella mattina; poi montò una grande tela e cominciò a dipingere. Nella sua mente serena e felice si formò il ritratto di un angelo, con labbra schiuse, come per baciare qualcuno, e un lungo mantello bianco.
Tuttavia, nelle tempere che le aveva regalato la fanciulla, il rosa carne era un po troppo forte per il volto di un bambino; e, a sua sorpresa, nella bianca e rigida stoffa, comparve un bel giovane, con capelli dorati e occhi nocciola chiaro.
Terminato il lavoro, Nerissa si chiese come era riuscita a creare una simile figura solo basandosi sulla semplice immagine che aveva in mente.
Sembrava che il ragazzo raffigurato la guardasse e volesse quasi proteggerla. Sua madre, passando per la veranda in cui lavorava, si tolse gli occhiali e s avvicinò alla figlia, per guardarlo meglio Per tutte le stelle del cielo! Espresse Chi è costui?
Mamma, io un angioletto avevo in mente, ma un giovanotto è comparso! Precisò lei A questo punto non ci aggiungo le ali!
Ma che ali e ali! Questo in camera tua deve stare! O le mie amiche non verranno più a bere il tè il sabato sera! Detto ciò, aiutò la figlia a sollevare il quadro e lo portarono fino alla stanza.
La notte seguente, Nerissa osservò il suo lavoro: era davvero bello e le faceva molta compagnia.
La mattina dopo, i raggi del sole attraversarono le vetrate della sua finestra e diedero più luce al volto del giovane; marcandone le labbra, che erano socchiuse nell attesa di un bacio.
A mezzogiorno, durante la Golden Hour, Nerissa non resistette e lo baciò. Subito dopo sentì suonare il campanello e andò a rispondere.
Fuori del portoncino stava una donna bellissima, vestita di fine oro e, con in mano gli stivali che, giorni prima, aveva comprato a quella bambina Grazie le disse per il tuo nobile gesto. Avresti potuto rifiutare il suo dono e lasciarla scalza, in inverno, ma non lo hai fatto. Mia nipote te ne sarà per sempre grata. Nerissa volle invitarla per il tè, ma lei rifiutò Ci attende un lungo viaggio disse e la Golden Hour non ci sarà per sempre
Dove dovete andare tanto di fretta, per rifiutare una tazza di tè? Reclamò, stupita e incantata allo stesso tempo.
Molto lontano. Al di là dei monti e delle valli, dove è sempre mezzogiorno e il sole è alto in cielo. Mia nipote verrà con me, non posso far aspettare le mie sorelle. E poi io so che cè qualcuno che attende anche te, nella tua camera.
Nella mia camera? Ma no, è soltanto un dipinto, lui fu interrotta da delle braccia calde e maschili che le cinsero le spalle. Girò il volto e vide che la sua tela aveva magicamente preso vita.
Non appena voltò la testa verso la donna vestita di oro, non vide più nulla. Era sparita e la neve aveva cominciato a cadere. Entriamo in casa, Nerissa le disse il giovane ha cominciato a nevicare ed è freddo qui fuori.
Fu allora che lei comprese la natura fatata di quella bambina e di sua zia.
E ancora oggi, se provate ad aprire le finestre quando il sole è alto in cielo e permettete ai vostri quadri di essere attraversati dai suoi raggi, vedrete che in ogni tela ci sarà un momentaneo riflesso dorato. Tale riflesso dura pochissimi minuti, ma vi sembrerà quasi di poter toccare le figure raffigurate.

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