La principessa del Lago

C’ era una volta una bambina, o meglio, una principessa; il cui nome era Splendente. La piccola aveva una vita felice e spensierata, con i suoi genitori che l’ amavano…un giorno, però, quando Splendente compì 11 anni, i suoi parenti dovettero partire, in una nave, perché era stata dichiarata loro guerra. Passò un anno e, con esso, arrivò un’ orribile notizia: Splendente, da adulta, sarebbe dovuta diventare la schiava dei reali nemici; perché i suoi genitori erano morti. Così, poco tempo dopo, il suo regno fu occupato e Splendente venne messa al fianco di un ragazzino insolente e insopportabile, figlio dei suoi nemici. Una sera, il nuovo sovrano disse, guardandola negli occhi “Tu, da grande, servirai mio figlio e farai tutto quello che vorrà…ancora sei una bambina e, dunque, libera…ma, non appena avrai compiuto 18 anni, passerai da principessa a serva!”. Splendente dichiarò di non capire le sue parole e, rattristata, si ritirò la notte in riva al lago; dove aveva visto partire i suoi genitori l’ ultima volta. In lacrime strillò il loro nome e disse “Venitemi a prendere! Qui ho paura!”. Non ebbe risposta, così urlò più forte; ma, di nuovo, la sola risposta che ebbe fu lo schioccare delle foglie e dell’ acqua del lago. Infine, stremata, si addormentò sopra un lungo scoglio. Passò la notte e arrivò l’ alba. Precisamente alle sei di mattina vide la nave dei suoi genitori farsi sempre più vicina; dopodiché li vide scendere, tutti vestiti in oro. “Mamma, papà; siete veri o siete un miraggio?” Domandò con un filo di voce, non appena vide le lunghe braccia di sua madre stringerla forte “Mi vogliono rendere schiava!” Proferì, guardandoli “Non vogliono farmi principessa!”. Sua madre la guardò negli occhi e le disse “No, Splendente, non è vero. Sei così dolce, così carina, non possono non amarti…”                                 "Ti assicuro che loro non mi vogliono amare, mamma…”                                        “Ho capito” disse lei alla fine, guardando il lago “Vai dal re e digli che ci hai visti…digli anche che, se non sarai amata abbastanza, ti porteremo via con noi…dopodiché torna domani mattina, all’ alba, sempre qui, e ci rivedrai…”. Splendente fece come le era stato detto; ma il re e il principe la presero per pazza: “Tu sei una folle!” Le urlarono contro “I tuoi genitori sono morti! Non possono venirti a prendere! Le donne pazze attirano la stregoneria! Tu non puoi fare la nostra schiava! Noi vogliamo una femmina sana, non una matta!”. E la esiliarono dal palazzo. L’ indomani corse verso il lago, nell’ attesa di vedere di nuovo i suoi genitori; che non tardarono ad arrivare. “Mamma, papà” disse loro “Ho fame, ho sete e non ho un posto in cui andare…ho fatto come mi avevate detto, ma il re e suo figlio mi hanno preso per pazza…”. Questa volta le rispose suo padre “Ho capito” le disse “hai ancora i tuoi vestiti regali?”                                                 
“Si, papà” gli rispose “Ma cosa mai potrei farci adesso, che ho fame e sete?”. Lui si schiarì la voce “Giù in paese c’è un commerciante di stoffe…vendi uno dei tuoi vestiti e comprati vitto e alloggio in una delle casupole disabitate in mezzo ai giardini; poi, con il resto dei soldi comprati da mangiare…”. E sparirono di nuovo. Così, la piccola Splendente scelse uno dei suoi vestiti più belli e andò dal commerciante di stoffe. “La prego” gli disse “ho intenzione di vendere un mio vestito, è di pura seta celeste…potrebbe rivenderlo a sua volta e farci un buon affare…”. Il commerciante guardò l’ abito. Era fatto molto bene ed era veramente di stoffa molto sofisticata; ma, appena stava per comprarlo, comparve una donna vestita elegantemente, all’ uscio del negozio. Era la sorella del principe, che era scesa fino in paese per vendere uno dei suoi fazzoletti a un prezzo altissimo e scorretto. “E così la matta del reame è arrivata fin qui?” Urlò, guardando con disprezzo la piccola Splendore. “Non è vero! Non sono matta!” Proferì la fanciulla con innocenza. Ma la principessa non la degnò di attenzione e, rivolgendosi al mercante, enunciò “Non vorrete davvero comprare quel vestito che ha in mano! Non lo sapete che la ragazzina qui presente è matta! Dice di vedere i suoi genitori all’ alba, giù al fiume, quando sono morti per mano di mio padre e mio fratello!”          “Io li vedo veramente!” Strillò in un singhiozzo Splendente “Siete voi che non li vedete, perché siete ciechi!”. La principessa non la degnò di nuovo “Mio padre e mio fratello sono stati costretti a cacciarla dal regno! Una bambina così pazza può solo attirare sfortuna da donna…non comprate il suo vestito, è matta. Con i soldi che le darete potrebbe anche scegliere di gettarsi nel lago! E voi non volete un simile peso sulla coscienza, non è vero signore?”. L’ uomo credette alla nuova principessa e non a Splendente; così la cacciò via. La piccola, allora, fu costretta ad andare altrove.

Fortunatamente, riuscì a mangiare alla mensa dei poveri e, fino al giorno dopo, trovò rifugio per la notte in un convento. All’ alba tornò al lago e raccontò ai suoi genitori come erano andate le cose. “Non ci siamo” disse suo padre “Non possono fare così…fino a due anni fa tu abitavi quel palazzo e non eri una schiava, ma una futura regina…”. La madre di Splendore, allora, fece tintinnare la sua collana d’ oro e chiamò a sé la figlia “Splendore” le disse “Guarda a lato del lago, ci sono una famiglia di mendicanti…il popolo ha dato loro molto pane e affettato…vai dalla figlia più piccola e vendi uno dei tuoi braccialetti dorati in cambio di vitto, alloggio, pranzo e cena da loro…solo per una notte…hanno bisogno di oro, non possono non accettare la tua offerta…”. E scomparvero di nuovo. Splendore raccolse tutte le forze che aveva e fece come le era stato detto. Nel vederla arrivare, la figlia dei mendicanti rimase inizialmente senza parole. “Ciao” le disse Splendore “se tu mi permetterai di stare con voi questo giorno e questa notte io, in cambio, ti regalerò il mio braccialetto di rubini…”. La proposta era allettante per lei; ma, non appena Splendore stava per cedere il braccialetto, arrivò il capofamiglia dei mendicanti “Chi è questa pazza?” Domandò in tono severo alla figlia “Che vuole venderti?”                                            “Nessuno, padre!” Proferì spaventata la bambina “È solo una principessa che vuole regalarmi un bracciale d’ oro con dei rubini in cambio di ospitalità per questa notte!”                                                “Le principesse non girano da sole e senza cavalieri! Questa è una pazza! Io non ospito streghe in casa mia, neanche se in miniatura!”. E la mandò via. Così, la piccola Splendore dovette rifugiarsi in convento, perché tutti, oramai, lì nel suo ex regno, dicevano che era matta e che avrebbe portato solo male. Crebbe e raggiunse i 18 anni di età. Ebbe giorni felici e giorni meno felici; ma, solitamente, quando era l’ alba e vedeva i suoi genitori, era sempre contenta. Un giorno, però, la madre generale la chiamò a sé e le disse “Cara Splendore, non ti abbiamo ospitata volentieri fino ad ora, ma a 18 anni sei una donna ormai…e le persone adulte qui non possono essere ospitate per niente…se, invece, scegli di farti suora, puoi continuare a vivere con noi; fino alla tua morte…”                           
“Ma io non ho vocazione alcuna” Spiegò “Come posso fare una simile scelta?”        “Ti prego, Splendente, pensaci…noi non possiamo tenerti qui ancora per molto…se non vuoi farti suora, puoi cercarti un lavoro in paese…no?”                                  “Ma in paese tutti pensano che io sia pazza! Chi mai mi prenderebbe?”              “Lo so, Splendente… ma purtroppo devi comunque fare una scelta, temo”. Rattristata, così, Splendore scese al lago e raccontò tutto ai suoi genitori, che le erano apparsi per l’ ennesima volta. “Non possiamo tenerla qui ancora…” disse sua madre “in paese non sarà amata come merita e il convento non può ospitarla da adulta, perché, giustamente, ci sono le suore…”. Poi si rivolse al marito “Portiamola via con noi” gli disse “Lei non è matta…non merita di soffrire così…”. Suo padre si strofinò la lunga barba castana e prese la mano della figlia, invitandola a salire nella loro nave. “Però voglio lasciare un segno del mio passaggio…” enunciò, rivolto a sua moglie “Qualcosa che farà veramente tremare i nuovi reali…”. Alzò le mani in segno di supplica e uno degli scogli salì in superficie. Muovendo le mani come una danza diede la forma di sua figlia allo scoglio e, una volta terminata la meravigliosa statua, fece incidere delle parole sotto di essa: ‘In ricordo della vera principessa di questo regno, Splendente; che è stata costretta a ritornare a noi perché qui nessuno è stato in grado di amarla a sufficienza’. E partirono tutti e tre, alla volta di un paradiso lontano e meraviglioso.

Quando i nuovi reali videro la scultura si vergognarono di come si erano comportati, ma oramai era troppo tardi e la piccola Splendente non sarebbe tornata a loro mai più…
Bisogna sempre stare attenti a chi consideriamo sbagliato o pazzo; perché a volte la verità è oltre ciò che l’ occhio vede; e, purtroppo, dell’ importanza di qualcuno ce ne accorgiamo soltanto quando non c’è più…

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