42.


Mi scoppia la testa, provo ad aprire gli occhi , ma sono costretta a richiuderli subito.

Il mio corpo non reagisce ai miei comandi e sento un fortissimo dolore alle braccia e alle gambe, non riesco a muovermi.

Dopo un po, un secchio di acqua gelida, gettata su di me, mi costringe ad aprire di colpo gli occhi.

<Ehi principessa, finalmente ti sei svegliata.>

La sua odiosa voce.

<Maledetto.> provo ad urlare, ma la mia voce è solo un lieve sussurro, provo a scuotere braccia e gambe ma sono costretta a fermarmi  per il dolore che io stessa mi procuro.

Sono sdraiata in un letto, legata con delle enormi catene al ferro battuto dello stesso.

Provo ad alzare la testa, ma la sento troppo pesante e sono costretta ad abbassarla, ma noto che ho ancora i miei vestiti.

<Come ti senti?
Quel coglione ti ha dato una bella botta in testa e drogata pesantemente.
Ma tranquilla, l'ho punito.>

Di colpo mi giro verso di lui, cercando di capire cosa voglia realmente dire.

<Oh no piccola mia, non l'ho ucciso.
Sono un uomo di parola.>

<Bastardo>

<Siamo in vena di complimenti oggi.
Comunque forse hai ragione.>

In un attimo mi prende per i capelli, costringendomi ad alzare la testa.
Non urlo, non mi lamento, non gli darò nessun tipo di soddisfazione.

<Sei mia adesso,potrai urlare quanto vuoi, nessuno farà caso a te.
Sei mia, lo sei sempre stata.
Sta a te decidere come, perché mi prenderò tutto, se costretto pure la tua vita.>

Mi strattona e nel farlo, mi strappa una grande ciocca di capelli.

<Mando qualcuno a controllarti e magari a farti dare una ripulita, fai un po schifo.
Ricorda Federica, fai quello che ti dico e non farò male a nessuno.>

Va per uscire ma lo fermo.

<Aspetta> non riesco a parlare bene, mi sento come se avessi la bocca addormentata, ma ci provo.

<Mattia, Toni?>

< Stanno bene.>

<Perché?>

<Cosa perché?
Perché ti trovi qui?>

Gli faccio segno di sì con la testa, i suoi occhi cambiano subito espressione ed un pugno mi arriva in pieno viso, tanto che sento il mio sangue venire giù dal naso.

<Perché sei una puttana> ed ecco pure uno schiaffo

<Perché hai fatto saltare i miei piani>  poi avvolge le sue mani intorno al mio collo, soffocandomi
<E ti voglio, voglio tutto di te.>
avvicina il suo viso al mio, e in un secondo, mi ritrovo la sua lingua che lecca il mio viso, costringendomi a voltarmi  e vomitare anche l'anima.

Mi da un altro schiaffo

<Stronza.>

E lasciandomi andare sul letto, si volta e se ne va.

Quando sento la porta sbattere, do sfogo al mio dolore.
Le lacrime si mischiano al sangue,rendendo ancora più amaro quel dolore che mi sta scavando dentro.

Pure Giovanni, quel uomo che consideravo parte della mia famiglia, mi ha tradita.
Chissà se Rosa ne è a conoscenza, se anche lei, fa parte di questo folle piano.

Chiudo gli occhi, cercando di allontanare i pensieri dal casino che ho fatto, ma se penso che in qualche modo, posso portare via Mattia da qui, mi passa pure il dolore.

Rimanendo nella stessa posizione, cerco di ascoltare i rumori, ma non si sente nulla.
Non sono al faro, avrei sentito l'odore del mare e il fruscio del vento sulle onde.

Dove cazzo mi hanno portata?

Sento i passi di qualcuno e subito dopo la porta aprirsi, rimanendo con gli occhi chiusi,riesco a sentire i campanacci degli animali.
Forse siamo in campagna, ma dove?

<Come cazzo ti ha combinato?>

La voce di un uomo, mi desta dall'ascoltare altro.
Apro gli occhi, e per quanto mi sia possibile, cerco di farmi il più piccola possibile.

Per un attimo, penso a Toni, vagamente gli somiglia.

Si siede sull'unica sedia e mi guarda.

<Che grandissimo figlio di puttana.
Che cazzo si è messo in testa?
Io non tollero queste cose, nel nostro mondo non sono ammissibili.>

Si alza e si avvicina a me, ma questa volta non mi lascio fregare.
Lui scioglie le mie catene e mi aiuta ad alzarmi e, nonostante mi sovrasti di un bel po di centimetri, non mi fermo.

Gli piazzo un pugno in viso e un calcio negli stinchi, che lo butta a terra, provo a scappare verso la porta, ma le poche energie che avevo, mi abbandonano, non riesco a correre e solo con un braccio mi solleva da terra, gettandomi sul letto.

< Che cazzo ti prende?
Non voglio farti male, ma non voglio rotture di coglioni, sono stato chiaro?>

Comincio a piangere, le sue parole mi ricordano tanto mio fratello.
Mi rannicchio su me stessa pronunciando il nome di Toni e Mattia.

Lui si avvicina e mi scosta i capelli che si sono appiccicati al mio viso.

<Chi sono?> mi chiede quasi interessato

Non vorrei rispondergli, ma non ho nulla da perdere in questo momento.

<Mio fratello e mio figlio.
Tu gli somigli.
Gli hai visti, sai dove sono?
Ti prego, voglio solo sapere se sono vivi.> gli dico piangendo.

Lui sospira

<C'è un ragazzo con i capelli lunghi, è combinato male, ma non posso dirti altro.
Adesso vieni, ti aiuto a ripulirti, ma ti assicuro che non ti toccherà più con un dito.>

Mi prende in braccio e mi porta in un'altra stanza, che capisco essere un bagno.

<Non c'è acqua calda, dovrai farti stare bene questa. Io ti aspetto fuori.>
Dice porgendomi una brocca.

<Chi sei? Perché mi aiuti?>

<Non ti sto aiutando, sto soltanto rispettando una donna.
Così mi ha insegnato mio padre.>

<E chi è? Se posso sapere?>

<Non credo tu lo conosca, anzi mi chiedo come tu possa conoscere il figlio di Russo.>

<Già, me lo chiedo anche io.> gli dico abbassando il viso e guardando i segni che le catene mi hanno lasciato.
Ma poi lui dice una cosa, che per poco non mi fa urlare.

< Sono Filippo, il figlio di Ignazio Campo.>

<Cosa?>

La brocca mi cade dalle mani frantumandosi in mille pezzi vicino i miei piedi.

Lui è figlio di Campo?
Questo vuol dire una sola cosa...








E buonasera...
Eccomi con un altro capitolo.
Scusate l'irruenza della prima parte, ma adesso i capitoli saranno così, forti o addirittura pesanti.
Liberi di non leggere, se non ve la sentite.

Io vado a ninna...buonanotte
Baci Chiara❤

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