41.
Mi dispero, mentre la zia cerca di calmarmi, ma non ci sono parole o azioni che in questo momento riescano a farmi stare meglio.
Mio figlio e mio fratello sono nelle mani di Fabio, traditi dalla stessa persona che poco fa ha detto di amarmi.
Tradita ed ingannata, è così che mi sento, ma farò di tutto per farli ritornare da me, non mi frega che mezzi dovrò usare, o con le buone o con le cattive, avrò la mia vendetta.
Allontano Rosa, che conoscendomi bene, ha già capito le mie intenzioni.
<Che vuoi fare?>
Mi alzo da terra, asciugandomi il viso nella maglietta
<Tutto ciò che serve Rosa.
Se per riportare a casa Toni e Mattia devo andare da lui, lo farò.>
<Ma che sei impazzita?
E poi? Chi ti dice che manterrà la sua parola?
Federica, lascia fare a noi, ascoltami.>
<Ecco come mi ritrovo per aver ascoltato voi.
Adesso si fa come dico io, se vuoi aiutarmi così bene, altrimenti va benissimo ugualmente.
Non lascerò un solo minuto in più le persone che amo nelle mani del folle che ha fatto questo.>
Le dici indicando la stanza.
<Ti capisco Fede, ma...>
<Ma un cazzo.
Ha preso mio figlio, mio figlio non un ragazzino qualunque.
Stiamo parlando di Mattia e non aspetto oltre.>
Le dico spingendola via per allontanarla da me.
Riprendo il telefono di Toni ed inoltro la chiamata all'ultimo numero.
Il bastardo l'ha fatto apposta, sapeva che l'avrei richiamato, infatti...
<Stavo dicendo a Toni, che non mi avresti fatto aspettare tanto.>
<Chiudi quella fogna, mi è già partito il mal di testa.
Dimmi solo dove ci dobbiamo vedere.>
<Sai che così selvaggia mi ecciti di più?>
<Sai che eri vomitevole prima, ma adesso di più?
Dove cazzo ci dobbiamo vedere?>
<Quanta fretta,anche io ho fretta sai?
Ci vediamo al faro!
Quando arrivi mi trovi lì.>
<Quale faro?
Vaffanculo!>
Rosa mi guarda senza capire.
<Ha chiuso la chiamata, prima che ascoltasse la mia domanda.>
Pensa Federica, pensa a quale faro si riferisce.
<Zia tra fari e fanali ce ne sono quanti? Cento? Come faccio a trovare quello giusto?
Come cazzo faccio!>
Mi tira per un braccio, portandomi fuori da quella stanza.
<Intanto usciamo da qui, e poi pensa.
Federica ti devi calmare, capisco che si tratta di tuo figlio e di tuo fratello, ma se continui a fare così, non otterrai nulla.
So che non è facile, ma provaci.>
Rosa ha ragione, ma è anche vero che si tratta di Mattia, ed io non riesco a ragionare sapendolo in pericolo.
<Ci provo.>
Chiudo gli occhi e ripenso a quando ho conosciuto Fabio, dove siamo stati e i vari posti che abbiamo frequentato, ma non mi viene in mente proprio nulla.
Riapro gli occhi e mi guardo intorno, nella speranza di avere qualche aiuto, ma nulla.
<Niente, non ricordo nessun Faro.>
< Ti verrà in mente.>
La zia prende il suo telefono e chiama Giovanni, raccontandogli cosa sta succedendo, e quando le sento dire Santa Croce balzo come un gatto dopo aver ricevuto una secchiata d'acqua.
<Il faro di Punta Secca.
È lì che mi portò una delle prime sere.
Dillo a Giovanni che sto partendo ora.>
Ma la zia ha già chiuso la telefonata.
<Federica ti prego, stai attenta.
Adesso lo richiamo e gli dico che stai andando lì.
Io finisco di sistemare la situazione qui e ti raggiungo.
Riporta Mattia a casa.>
< Fosse l'ultima cosa che faccio nella mia vita.>
Le dico mentre la stringo a me.
Corro giù per le scale, per strada non mi fermo neanche a chiedere scusa alle persone che, involontariamente, travolgo per arrivare prima alla mia macchina.
Quando arrivo, metto in moto e parto, lasciando i segni di pneumatici sull'asfalto, ma muoversi a Catania, soprattutto in pieno centro, è un trauma.
Impiego più di quaranta minuti ad arrivare in tangenziale, e quando sono convinta di non fermarmi più, ecco l'intoppo.
Non esistono precedenze, solo un lungo rettilineo a due corsie che,visto l'orario, non mi permette di camminare come realmente vorrei.
A parte che sembra abbiano preso la patente con i punti della Galbani, ma poi i tutti coglioni li becco io.
Avanti, manca l'ultimo svincolo per Catania e poi la strada sarà libera.
Ma non sono fortunata, la confusione è micidiale, e visto che siamo a Catania, la corsia di sorpasso è bloccata da quei cretini che devono svoltare al bivio.
Tutto bloccato.
Accendo le quattro frecce, apro il finestrino e sventolo un fazzoletto bianco, comincio a suonare, come se stessi effettuando un pronto soccorso e dopo qualche minuto le macchine cominciano a spostarsi,ma non mi fermo fino a quando non supero tutto e tutti.
Adesso la strada è mia.
Macino chilometri, la media di centoquaranta, centosessanta kmh, nonostante la strada non permetta, ma la conosco come le mie tasche, so quali sono i punti e le curve più pericolose ma non mi frega nulla, davanti ho le immagini di mio figlio che spera di vedermi arrivare il prima possibile.
Dopo quarantacinque minuti sono a Ragusa, prendo per Malavita, meno trafficata e scendo giù a Punta Secca.
Quando arrivo lascio la macchina, precipitandomi correndo verso il faro.
Non c'è nessuno in piazza e questo mi fa pensare che, siano scappati tutti.
Pure il bar è chiuso.
Mi fermo e mi guardo intorno, ma salto per lo spavento quando squilla il mio telefono.
È Rosa.
<Fede, sei arrivata?>
<Proprio ora. Ma qualcosa non mi convince.
<Cazzo cazzo cazzo.>
Mi fa una certa impressione, non ho mai sentito la zia imprecare.
< Giovanni deve essere lì.
Io sono bloccata.
Stai attenta amore mio.>
<Tranquilla. Adesso devo andare.>
Faccio in tempo a chiudere la telefonata, che risuona.
<Rosa devo...>
<Dove cazzo sei?
Ti avevo detto di aspettarmi.>
<Grandissimo pezzo di merda, hai preso mio figlio e lo hai portato a quel pazzo.
Fammi riprendere Mattia e poi giuro che ti vengo a cercare, ti farò mangiare le palle e soprattutto ti farò pentire di essere entrato nelle nostre vite.
Non avrò pace, fino a quando non lo farò.>
Gli chiudo il telefono in faccia e tolgo la suoneria.
Prendo la pistola che nascondo dentro gli stivali e quando mi rialzo, sento un rumore alle mie spalle.
Mi volto di scatto e vedo Giovanni.
<Dio mi hai fatto prendere un colpo.
Il posto è questo, come ci muoviamo?>
< Dobbiamo aspettare i rinforzi, se è davvero qua, soli non potremmo fare nulla.>
<Stai scherzando vero?
C'è mio figlio con lui.>
<Lo so, ma non ti preoccupare, non gli farà del male.>
Sto per ribattere, ma è più veloce di me.
Alza la mano e un colpo secco arriva alla mia testa.
Cado a terra stordita, non capisco molto, ma gli sento dire
<Adesso avrò la mia ricompensa.>
Dopo più nulla.
Eccomi come promesso.
E quindi? Ed ora?
Oh mamma io scappooooo.
Al solito, gli orrori scusateli.
Baci Chiara( ˘ ³˘)♥❤
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