39.
Andrea.
Mi sono perso dentro di lei e non provavo sensazioni così forti da troppo tempo, avevo pure dimenticato cosa significava.
Non volevo farlo così con lei, non volevo che sembrasse solo sesso, per questo motivo avevo organizzato la serata " perfetta", ma sono stato preceduto.
Quando ha cominciato a rifiutare le mie chiamate, un brivido di paura è passato dentro di me, lasciandomi una strana sensazione, che ha trovato conferma quando mi ha detto di avermi visto con Luana.
Una sola cosa vuol dire, e spero di sbagliarmi.
Ciò significherebbe che mi devo muovere.
Ma come?
Ho perso troppo tempo, e spero solo che possa capirmi, ma non vorrei parlarle ora, che siamo in un silenzio tutto nostro.
Mi piace stare stretto a lei e mi piace il fatto che stia giocando con i miei capelli, ma non posso più aspettare.
<Anita, dobbiamo parlare.>
Vedo che ci resta male, e so già che la sua testa sta andando oltre.
Il suo telefono comincia a suonare e le dico di rispondere e,
mentre cerco di trovare le parole per dirle tutto, vado nel salone a riprendere i miei vestiti, ed indossare i boxer, ma un tonfo sordo arriva alle mie orecchie.
Corro immediatamente da lei, e quello che vedo, da conferma alle mie paure.
Anita è sulle ginocchia, mentre guarda il vuoto e il suo telefono è rimasto aperto su un messaggio.
Merda.
<Anita! Stai bene?>
Ma è come se non mi sentisse.
<Ehi andrà tutto bene, fidati solo di me.>
<Che ne sai tu eh?
Cosa ne sai?>
Comincia a spintonarmi, ma ad un certo punto si blocca, come se avesse avuto una illuminazione.
<Tu sai tutto vero?
Cosa centri in tutto questo?>
Mi passo le mani sul volto e mi siedo nella poltrona.
<Si Federica, so chi sei ma ti assicuro che non è come credi.
Ascoltami...>
Ma uno schiaffo arriva in pieno sul mio volto.
Mi alzo e cerco di calmarla per raccontarle tutto,ma non mi permette di fare nulla.
<Sei entrato nella mia vita, mentendomi .
Hai avuto quasi un anno per potermi raccontare tutto.
Hai conosciuto la mia famiglia, mio figlio e non ti sei mai degnato ad accennare nulla.
Invece che fai?
Fai sesso con me e ti viene l'illuminazione?
A fanculo te ne devi andare, devi andartene subito a fanculo.
Non mi interessano le tue storie del cazzo.
Vattene via. Ora!>
Comincia ad urlare e capisco come si sente, ma non ho avuto molta scelta.
< Mi dispiace, non volevo mentirti.>
<Non mi frega ed ora vattene via.>
<Fede...>
Non mi ascolta, si avvicina al suo comodino e tira fuori una pistola, che punta verso di me.
Il cuore comincia a battere più forte, sono sicuro che non mi sparerebbe mai, ma forse non la conosco abbastanza bene, visto che subito dopo preme il grilletto.
Per un attimo ho creduto di morire, ma quando riapro gli occhi, la direzione della canna della pistola è diversa e lei sta piangendo.
<Non voglio farti del male, ma devi andartene. Ti prego.>
Si accascia ai piedi del letto e comincia a singhiozzare, ma non posso andarmene così, non voglio.
<Ascoltami Fede, è vero ti ho mentito, ma non voglio farti del male.
Cazzo se fosse stato più semplice te ne avrei parlato prima, ma non ci sono riuscito.
Adesso ascoltami però, solo per un minuto.>
Alza il viso verso di me, ed è pronta a rispondermi, ma la blocco.
<Non abbiamo tanto tempo.
Prendi quello che ti serve e parti con Mattia.
Non puoi rimanere qui, quello ti ha trovata e non sarà clemente.
Io cercherò di prendere tempo e quando le tue tracce si saranno perse, verrò io a cercarti.>
<No!>
<Che vuol dire no?>
<Vuol dire che non voglio più scappare.
Mi ha trovata? Bene, sarò qui ad aspettarlo, ma Mattia no!
Fabio non deve sapere di lui.
Promettilo Andrea.
Promettimi che a mio figlio non succederà nulla, che ti prenderai cura di lui, se mi dovesse succedere qualcosa.>
Si alza da terra e venendo verso di me
<Me lo devi Andrea, devi tenere nascosto mio figlio.
Promettilo.> ed enormi lacrime bagnano il suo viso.
<A costo della mia vita Federica, proteggerò te e Mattia anche a costo di rimetterci la vita.>
La tiro verso di me e la abbraccio, cercando di fargli capire che sono davvero sincero.
<Adesso devo andare Fede, ma tu stai tranquilla.
Chiama Mattia e fallo tornare a casa, sarà al sicuro qui.
Poi chiama Toni e spiegagli tutto.>
<Toni sa chi sei?> mi dice scostandosi da me
<No, non credo!
Ma può aver scoperto qualcosa.
Adesso devo andare. Tu non muoverti da qui.
Verrò io.>
Le lascio un tenero bacio, indosso una camicia
e vado via.
Ma prima di chiudere la porta, mi volto verso di lei
<Ti amo Fede, non dubitare di questo.>
Non le do il tempo di rispondere,che chiudo la porta alle mie spalle e corro verso la mia macchina.
Non permetterò che finisca nella mani di quel pazzo.
Prendo il telefono ed invio la chiamata.
<Che cazzo sta succedendo?>
<Non ho avuto modo di avvisati, mi dispiace.
Siamo già a Catania.>
<Domenico no, prendi tempo, inventati qualcosa, ma non lasciare che finisca nelle sue mani.
Un giorno, solo uno, il tempo di organizzarmi.>
<Non posso, mi dispiace.>
E così finisce la nostra conversazione.
<Merda!> lancio il telefono sul cruscotto e parto, deciso a trovate una soluzione.
Non avrà pietà per lei, e se non mi sono rincoglionito e Mattia è suo figlio, non voglio pensare a cosa ne farà di entrambi.
Non posso permetterlo.
Eccomi, e scusate se è corto, confusionario e ricco di orrori.
Ma capitemi... I miei figli mi hanno contagiata con il virus intestinale🤕🤕🤕🤒🤒🤒🤒😷😷😷😷😷🤒🤒🤕🤕.
Se non dovessimo sentirci prima, ci auguro un favoloso 2018❤
Tanti auguri a tutti.
Baci Chiara❤
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