Capitolo 9
La lezione sembrava non finire mai e ad un certo punto della giornata ho inserito le cuffie nelle orecchie, beccandomi una nota. So già che i miei non saranno affatto contenti e sicuramente pretenderanno che vada a ripetizione, ma ovviamente non gliela darò vinta, me la caverò da solo, come ho sempre fatto. La scorsa notte ho dormito malissimo, non ho fatto altro che pensare a quello che era successo e all'odio che provo per tutti loro. Non posso più vivere con questo peso e il peggio è che non riesco più a trovare un modo per cacciarla via. Mi sto abituando ad averla per casa? È un pensiero totalmente assurdo, ma non riesco a trovare altre spiegazioni. La cosa certa è che non farà mai davvero parte della mia famiglia, l'ho sempre guardata con altri occhi e mi ha sempre incuriosito quel suo modo di essere e finta ingenua, odio pensarlo ma mi eccita la cosa... Stringo i pugni e mi mordo forte il labbro, dopodiché stuzzico il piercing con la lingua. Devo smetterla di pensare a lei in quel senso, non è per niente normale e non mi ha mai attratto, okay?
Sono uscito dall'aula di soppiatto, per evitare che i miei amici mi parlassero, oggi non ho voglia di vederli, soprattutto Jake. Sorrido al pensiero di averlo pestato e mi sento quasi potente, ma proprio in quel momento vedo apparire Emy insieme a Watson, il mio sorriso muore all'istante. Lui le posa un bacio sulla guancia e lei si intimidisce. Porca puttana, non può stare davvero con lui, non posso permettere una cosa del genere, nessuno deve toccarla! Mi acciglio e li seguo pian piano, senza farmi scoprire. Si dirigono nei parcheggi. Cazzo! Non vorrà farsi scopare da lui, vero? Deglutisco nervoso ed esco immediatamente allo scoperto. Devo impedirle a tutti i costi di salire in macchina con lui. La raggiungo e l'afferro per le spalle, fino a sbatterla al muro.
«Cosa diavolo stai facendo con lui?» sbraito irritato. Non mi risponde e cerca di liberarsi, ma glielo impedico. «Ferma!»
«Basta, Mark, mi hai stancata!» mi da una spinta, cercando di liberarsi, ma ovviamente la riafferro.
Sam esce dalla macchina e ci guarda confusi.
«Cosa sta succedendo?» chiede confuso.
«Non sono cazzi tuoi!» gli dico in malo modo.
Si irrigidisce a vista d'occhio e poi osserva torvo la situazione.
«Emy, posso intervenire, se vuoi.» chiede il suo consenso.
«Cosa vuoi fare, tu?» sbotto, pronto a dargli addosso.
«Adesso smettila!» Emy mi impedisce di farlo, tenendomi stretto.
«Ora tu vai a casa!» le ordino con fermezza.
«Io vado dove mi pare, ora lasciami!» mi da un'altra spinta e raggiunge l'amichetto in macchina.
Perché non gliel'ho impedito? È troppo testarda e non riesco più gestirla, oppure sono io ad essermi trasformato in un debole. La situazione non può sfuggirmi di mano, non posso permetterlo.
Dopo essermene fatto una ragione, sono tornato a casa e improvvisamente comincio a sentirmi solo, come se mi mancasse qualcosa. Forse avrei bisogno di un po' di affetto. Scuoto la testa e mi rendo conto che i miei pensieri stanno prendendo una brutta direzione, quella che non avrei mai pensato di prendere. Devo smetterla e ritornare quello di sempre. Ma prima che possa rendermene conto, sono già in camera sua e mi guardo intorno; Poster degli One direction ovunque. Sul mio viso appare una smorfia di disgusto e mi chiedo che problemi abbia. Mi siedo ai piedi del suo letto, dopodiché mi sdraio. Inspiro ed espiro, sentendo un buon profumo; il suo. Volto la testa alla mia sinistra, precisamente dove si trova il comodino e tiro su. Afferro la cornice e la osservo. Ritrae Emy con mia madre, qualche anno fa, era sorridente ma i suoi occhi sembravano spenti. Sfioro il suo viso con l'indice e sento come se l'aria mi mancasse. Tiro un lungo respiro e poso la cornice. Adesso sto esagerando e mi sto rendendo ridicolo. A passo veloce, esco dalla sua stanza, chiudendo la porta. Cosa diavolo mi è saltato in testa, perché mi sono ipnotizzato quando ho guardato quella foto? Stringo i pugni e decido di chiudermi in bagno a radermi, dopodiché raggiungerò la palestra. Apro il mobiletto sotto il lavandino e afferro la schiuma da barba. Ne verso un po' nella mano e la spalmo sul mio viso, osservandomi attentamente allo specchio. D'un tratto ho come la sensazione che la mia mano non sia la mia, ma che qualcun altro mi stia accarezzando. Sbatto velocemente le palpebre e scaccio quel pensiero assurdo. Afferro il rasoio e lo faccio scorrere lentamente sulla mandibola, fin sotto al mento. Forse dovrei farmi crescere la barba? Sorrido e mentre sto per concludere il lavoro, la porta del bagno si spalanca e sulla soglia c'è Emy. Per un attimo penso di stare sognando, ma poi mi rendo conto che è davvero lei.
«Perché non bussi mai?» chiedo irritato.
Porta le mani sui fianchi e mi fulmina con lo sguardo.
«Sei entrato in camera mia, perché?»
Come l'ha capito? Ma poi ricordo di aver messo la cornice a faccia in giù sul comodino. Faccio finta di nulla e comincio a ridere.
«Perché avrei dovuto?»
«Non lo so, dimmelo tu.»
La ignoro e sciacquo il viso, dopodiché lo asciugo e afferro il gel per capelli, posto esattamente dietro il suo stupido profumo e di proposito lo faccio cadere. Ma ha i riflessi pronti e lo afferra al volo.
«Ma sei scemo, il mio profumo.» sbotta con un tono che non mi piace affatto. Glielo tiro dalla mano e lo lascio cadere sul pavimento, facendolo andare in frantumi. Il profumo invade il bagno e quasi mi inebria i sensi. La guardo beffardo, mentre lei, cogliendomi di sorpresa, tira il gel dalla mia mano e lo versa tutto nel lavandino. Vuole la guerra? L'accontento subito. Apro il mobiletto e afferro il borotalco, versandolo tutto sulla testa, riempendola di polvere. «Stronzo!» urla, tossendo e poi mi mette le mani al collo.
Mentre cerco di liberarmi, inciampa nella vasca da bagno, trascinandomi con sé. Senza volerlo, apro il rubinetto e il getto dell'acqua ci finisce addosso, inzuppandoci completamente, insieme al pavimento.
«Ti detesto, ragazzina!» le urlo a pochi centimetri dal viso. Con fare veloce, mi metto a cavalcioni su di lei, tenendola ferma per i polsi. Divento bollente e non è colpa dell'acqua calda. Scaccio via il pensiero e afferro il tubo della doccia, intento a puntarlo sul suo viso. So quanto odi l'acqua, infatti non sa nuotare. Comincia ad urlare e a dimenarsi sotto di me, stimolando le mie parti intime. Cazzo, sta ferma, stupida idiota!
«Mark, cosa stai facendo?» urla mia madre, risvegliandomi da quegli strani pensieri.
«Ha cominciato lei.» la incolpo, mentre mi tiro su.
Mia madre si acciglia e sembra non credere alle mie parole. Avrei dovuto immaginarlo, sono tutti in combutta contro di me. Serro la bocca ed esco dalla vasca. Con fare veloce e bagnando ogni centimetro di pavimento, esco dal bagno e mi chiudo in camera. Non so cosa mi sia preso, ma buttarmi addosso a lei era l'unica cosa che volevo. Tiro un lungo respiro e mi libero dei vestiti bagnati.
***
Da quel giorno non ho fatto altro che infastidirla, cercando un contatto. È come se il mio corpo ne avesse estremamente bisogno e non so il perché. Non capisco cosa mi stia succedendo e i rimproveri dei miei non fanno altro che peggiorare le cose. Ho passato tanto tempo tra le gambe di Ashley, cercando in tutti i modi di non pensare a lei, un po' mi ha distratto ma i pensieri mi hanno fottuto ogni volta. L'unico sfogo che ho è la palestra, ne ho bisogno, soprattutto in questo periodo, infatti la mia massa muscolare è aumentata. Lei è sempre insieme a Watson e non posso fare a meno di pensare che stiano insieme. Proprio mentre penso a loro due, li vedo in moto e l'unica cosa che provo è un fastidio immenso. Per colpa di quello stronzo, lei ha acquistato fiducia e la mia vita fa più schifo di prima.
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