Capitolo 84. Ospedale.

Kristen's pov

Taglio una fetta della mia pizza e faccio per addentarla, ma il campanello di casa suona e io sbuffo infastidita.

Rivolgo uno sguardo confuso al biondo, che è difronte a me, visto che non ho la più pallida idea di chi possa essere a quest'ora.

-Vado io, Kristen- gli rivolgo un sorriso di ringraziamento e lo osservo alzarsi e poi uscire dalla cucina.

Inutile dire che il suo umore non è cambiato tanto. Dopo che gli ho assicurato che gli sarei stata sempre accanto, ha iniziato a parlarmi un pochino di più, ma non si è comunque rilassato.

Sembra che abbia ricevuto una notizia che gli ha fatto saltare i nervi, completamente.

-Ancora qui?-, sento Federico alzare la voce e sgrano gli occhi, capendo immediatamente di chi si tratta.

Sono solo due le persone che gli fanno perdere la pazienza in questo modo, e siccome una delle due è in carcere, è per forza mia madre.

Corro in soggiorno e, infatti, mi ritrovo davanti Giuliana.

Il biondo, sentendo i miei passi, si gira verso di me e riesco a scorgere immediatamente l'ira nel suo sguardo.

-Amore- gli stringo la mano cercando di farlo calmare e poi rivolgo uno sguardo a mia madre, che ci sta guardando in modo strano.

-Allora?- la incalzo -Che ci fai qua?-, Federico appoggia le mani sui miei fianchi, da dietro, e mi basta questo per capire che è teso al massimo.

-Elia ha avuto un incidente- ci informa come se stesse dicendo la cosa più naturale del mondo - ho deciso di dirtelo perché, ultimamente, mi sembrate molto... Uniti?!- la sua pare essere più una domanda che un'affermazione e sembra totalmente disinteressata.

Il mio cuore si stringe in una morsa e sento gli occhi pizzicarmi.

Io ed Elia ci siamo incontrati male, anzi, malissimo, però è vero che ultimamente ci siamo avvicinati molto, mi ha aiutata tanto, così come ha aiutato Rosalie.

-Cosa significa che ha avuto un incidente?- chiedo portandomi i capelli all'indietro - È grave?-.

Lei annuisce e si porta un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.

-È grave- afferma con indifferenza - basta guardare la sua auto per capirlo, è completamente distrutta-.

Federico mi passa avanti per informarsi in che ospedale è ricoverato Elia e poi, senza troppi complimenti, caccia via mia madre.

Non so se definire amicizia il rapporto con il moro, ma so che al momento sono terribilmente dispiaciuta per quello che gli è successo.

Si è rivelato un bravo ragazzo, un amico sempre pronto ad aiutarti. E, nonostante mi faccia innervosire spesso, so che lui ormai fa parte della mia quotidianità.

-Andiamo Fede- tiro su con il naso - ho bisogno di sapere come sta, con precisione- lui annuisce e ci dirigiamo velocemente in macchina.

Di mia madre non mi fido neanche un po' e, inoltre, non sono neanche meravigliata che ci abbia comunicato questa tremenda notizia senza provare un minimo di pena, non ha mostrato il minimo interesse.

Ce l'ha raccontato come se stesse narrando una storiella, non come se stesse parlando del figlio dell'uomo che ama. Ma, in realtà, chi mi dice davvero che lei sia innamorata del padre di Elia?

Sono arrivata a credere che lei non sappia amare, sono sicura che lei un cuore non ce l'ha.

*

Entriamo nell'ospedale e Federico mi prende per mano. Facciamo per avvicinarci all'accettazione, per capire dove si trovi Elia, ma vediamo il padre fermo davanti alle macchinette automatiche e ci dirigiamo verso di lui.

Ha lo sguardo spento e gli occhi gonfi e rossi, segno che ha pianto per molto tempo.

-Kristen- mi meraviglia il fatto che mi abbia riconosciuta subito, visto che l'unica volta che mi ha vista e una volta che ha accompagnato Elia a casa mia, per le nostre ripetizioni.

-Come sta Elia?-, il suo sguardo, se possibile, diventa ancora più cupo e mi trafigge con i suoi occhi grigi.

-È in sala operatoria. Sta lottando tra la vita e la morte.- mi porto la mano sulla bocca, sconcertata, e lancio uno sguardo a Federico.

Non ha parlato per tutto il viaggio, non ho idea di cosa gli passi per la testa.

-Ce la farà- sospiro - ne sono sicura- il padre mi lancia un'occhiata speranzosa e io mi sposto da loro, per sedermi sulle sedie della sala d'aspetto.

Il biondo mi raggiunge poco dopo e mi porge un bicchiere di plastica, colmo di cioccolata calda. Lo ringrazio e lui sorride debolmente, senza parlare.

-Federico, so che non scorre buon sangue tra te ed Elia, però io mi sono affezionata a lui.- evito il suo sguardo per paura della sua reazione e continuo dicendo -Ho iniziato ad apprezzare la sua compagnia quando ha fatto di tutto per convincermi che tu non mi avevi tradita con Martina. Non so perché, ma da allora, la sua presenza mi è stata d'aiuto, tanto-, non sentendolo parlare neanche stavolta, mi faccio coraggio e aggancio il suo sguardo.

I suoi occhi chiari sono spenti, sono così da tutta la sera. Mi sta scrutando attento, pensando a che dirmi.

-L'avevo capito- biascica -insomma, ho visto il rapporto che avete durante le ripetizioni, sembra che lui ti voglia proteggere- si lascia scappare una smorfia mentre pronuncia l'ultima frase e io annuisco consapevole.

È vero, sembra quasi il fratello maggiore che non ho mai avuto.

-Sei arrabbiato?- gli accarezzo dolcemente i capelli e gli sposto dei ciuffi che gli ricadono sul viso, aspettando una risposta.

-No- aggancia il mio sguardo -non sono arrabbiato. Ammetto che sono geloso, mi dà fastidio che trovi protezione in qualcuno oltre me. Però non posso chiuderti in una campana di vetro, di te mi fido, non posso proibirti di averti amici- sorrido inconsciamente sentendo le sue parole e lui sorride di rimando.

Non capisco perché abbia cambiato opinione su Elia e sul mio rapporto con lui. Forse perché il moro si è dimostrato molto fedele nei miei confronti, come quando mi ha svelato che il padre che mi ha "cresciuta" non è il mio vero padre, forse perché ha visto che è stato vicino a Rosalie senza nemmeno conoscerla a fondo, o non so perché, ma mi fa piacere.

Faccio scontrare le mie labbra con le sue e gli regalo un bacio dolce e pulito, cercando di fargli tornare il sorriso. Parlo del sorriso reale, quello che fa sorridere anche me visto quanto è strabiliante, non dei sorrisi che mi sta rivolgendo ora, sorrisi falsi e forzati.

Ci allontaniamo lentamente e il mio telefono segna l'arrivo di un messaggio.

Rosalie :
~Dio, Kristen sarò all'ospedale appena posso! Grazie di avermi avvertita.~.

Faccio per risponderle, ma improvvisamente la porta del reparto si apre, un dottore esce da dentro e si avvicina al padre di Elia.

Scatto in piedi, così come Federico, ma restiamo in disparte, attendendo che finiscano di parlare.

Osservo il padre del moro e mi rendo conto che non è difficile capire da chi lui abbia preso. Sono veramente molto simili.

Lo sguardo dell'uomo si riempie di tristezza e il dottore gli dà una pacca sulla spalla, prima di tornare dentro al reparto, come per infondergli coraggio.

Mi avvicino immediatamente, per sapere che cosa gli ha comunicato, con la speranza che trabocca dal mio cuore.

-Molto probabilmente non ce la farà- pronuncia queste parole con la voce carica di dolore e sconforto, e la mia speranza si annulla in un solo colpo.

Ditemi che questo è un incubo.

Nota: ehilà, ecco a voi il nuovo capitolo! Mi scuso se non è tanto bello, ma ho una specie di blocco, perciò non riesco a produrre nulla di eclatante. Lasciatemi i vostri commenti, al prossimo capitolo ❤️

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