Capitolo 41. Zero sentimenti.
Federico's pov
Finisco la mia birra e lascio il locale.
Sono ancora troppo sobrio per non ricordarmi la discussione con Kristen. Ancora troppo sobrio per non rendermi conto come cambio con Kristen. Non sono un ragazzo impulsivo che va in escandescenza con poco, ma con lei non riesco ad essere come mio solito. Con lei tutte le mie emozioni è come se fossero amplificate. Con lei non esiste una via di mezzo, o è tutto o è niente.
Odio litigarci, così improvvisamente poi, per delle piccole cose. Ho capito il suo punto di vista, ma io voglio parlare con il padre e lo farò.
Fermo la macchina davanti alla casa dove è cresciuta Kristen e scendo senza pensarci troppo su.
Come potrei non volere avere un confronto con suo padre? Con l'uomo che l'ha fatta soffrire e l'ha resa fragile e spaventata. Lei ha paura di vivere e ancora peggio di essere felice. Io non posso tollerarlo con le mani in mano.
Avrei voluto spaccare la faccia a suo padre quella volta all'ospedale, ma ho lasciato correre, ho lasciato passare un po' di tempo, ma ora non posso più lasciare stare.
Con questo pensiero in testa, suono il campanello e non sento nessuna ansia. Sento solo rabbia. Una forte rabbia.
La porta si spalanca e mi appare davanti una giovane donna, con addosso solo una vestaglia semiaperta.
Mi guarda dalla testa ai piedi e sorride maliziosamente, mentre io provo solo fastidio.
-Chi cerchi carino?-, le lancio uno sguardo malefico e sbuffo sentendo il suo tono mellifluo.
-Voglio parlare con il signor Gela!- cerco di assumere un tono neutro, ma il nervosismo trapela come nulla.
La ragazza davanti a me arriccia le labbra, mi invita ad entrare e io accolgo il suo invito.
-Vado a chiamare Adriano, attendi qua-, mi fa l'occhiolino e va via con una camminata che sicuramente lei riterrà sexy mentre per me è solo un fattore che aumenta il mio fastidio.
Il padre di Kristen ha una relazione con una ragazza che ha solo qualche anno in più della figlia e oltretutto questa ci sta provando spudoratamente con me, cosa che la fa cadere ancora più in basso oltre al fatto che sta con uno che ha quasi il doppio dei suoi anni; per cosa? Per soldi? Non è certamente un segreto che la famiglia della mia ragazza possiede un vasto patrimonio.
Pensavo che l'esperienza andata male con la mamma di Kristen gli avesse fatto capire di quale tipo di donne si deve fidare e di quali no, evidentemente mi sbagliavo.
Sento il passo pesante di qualcuno e alzo lo sguardo, abbandonando i miei pensieri.
-Oh, guarda un po' chi c'è-, l'uomo davanti a me mi guarda con un'espressione divertita e falsamente sorpresa.
-Sono qui perché devo parlarti-, ride di gusto e la sua risata manda ancora più particelle di nervoso in tutto il mio corpo.
-Di cosa devi parlarmi? Sei venuto a pregarmi di riprendermi la piccola Kristen? Si sta comportando come sua madre?! Ti tradisce, non è vero?-, vedo i suoi occhi brillare divertiti, ma è come se vedessi del dolore nel profondo di essi. O mi sbaglio?
Nonostante ciò mi infastidisco all'istante sentendolo parlare di Kristen come se lei avesse fatto degli errori. Non è lei che ha sbagliato in tutta questa storia.
-Non ti permetto di parlare così di lei! È una ragazza fantastica, sei tu che non te ne sei mai accorto-, d'istinto stringo la mano in un pugno.
-Non mi ricordo quando ti ho permesso di darmi del tu- finge di pensarci su e io sbuffo, non ho nessuna intenzione di portargli rispetto dandogli del lei o stronzate del genere.
Come posso portare rispetto a una persona che non è ha mai portato alla sua stessa figlia?
-Perché fai così? Non ti senti nemmeno un po' in colpa per come ti sei comportato con Kristen?-, lui scuote la testa e si accende una sigaretta, come se stessimo chiacchierando amichevolmente di un argomento leggero e rilassante.
Lo guardo mentre aspira con assoluta calma e poi finalmente si degna di rispondermi.
-Mi ha rifiutato, proprio come ha fatto sua madre- il suo tono è menefreghista e sembra che quello che faceva alla mia ragazza gli fosse dovuto.
-Rifiutato?- alzo la voce più del dovuto senza riuscire a trattenermi -Tu l'hai torturata per anni. Le hai rubato tutta la felicità, la serenità, che doveva avere una bambina della sua età e per questo mi fai schifo. Te ne stai seduto qua a bere e ad andare a letto con delle ragazzine! È la madre di Kristen ad aver rovinato il vostro matrimonio, non tua figlia, perché te la sei presa con lei? Questo non fa di te un uomo- finisco di parlare e ho il fiato corto a causa della rabbia e vedo che lo sguardo dell'uomo davanti a me è mutato, è furioso.
Ho sicuramente toccato un suo tasto dolente.
-Stupido ragazzino- spegne la sigaretta al muro, poi la lancia per terra e si avvicina a me.
Il suo sguardo sta scintillando di rabbia e per un attimo mi immedesimo in Kristen, questo era lo sguardo che le rivolgeva?
-Non ti permetterò di parlare così di me! Non mi conosci, non sai nulla di me e neanche della mia famiglia-, stringo i denti con rabbia e rimango fermo, non ho paura di lui.
Si avvicina a me, finché siamo faccia a faccia, e mi guarda con uno sguardo assassino.
-Davvero osi parlare di famiglia? È vero, io non ti conosco e ringrazio Dio per questo, ma sappi che conosco bene Kristen e so quanto ha sofferto per colpa tua, non mi serve sapere altro, mi basta sapere questo. Io proteggerò Kristen, a qualsiasi costo-, ride senza umorismo e mi dà una spinta.
Perdo leggermente l'equilibrio, ma per fortuna riesco a stare in piedi.
In un attimo sento la rabbia avvampare maggiormente, ma sto fermo per rispetto a Kristen e per non realizzare le sue paure.
-Che c'è? Non rispondi più moccioso? Ora hai paura??-, che cosa?
Rido nervosamente alle sue assurde domande e scuoto la testa.
-Io non ho paura di te, proprio per nulla. Non ti metto le mani addosso per rispetto a...- mi interrompe e alza gli occhi al cielo con fare annoiato.
-Rispetto alla tua fidanzatina?- come fa a parlare con questo tono menefreghista di sua figlia?!
-Non è la mia fidanzatina. È la mia fidanzata. C'è una bella differenza tra essere dei bambini che non provano nulla e che stanno insieme per moda, tra l'essere fidanzati e consapevoli di quello che si prova. Ma cosa te lo dico a fare? Tu non conosci tua figlia, non sai che quando prova qualche sentimento lo prova in modo reale e profondo, non sai nulla di lei!-, un motto di ira gli attraversa lo sguardo.
Si riavvicina a me e prima che io possa prevederlo mi tira un pugno sul viso.
Sento il sangue colarmi dal labbro inferiore e senza rendermi conto gli rendo un pugno sul naso.
Mi pento immediatamente pensando a Kristen, ma appena suo padre mi rende un pugno sullo stomaco sento il fiato mancarmi e il senso di colpa svanire.
I suoi colpi sono forti e sono dati senza pietà. Non prova nessun sentimento, nessun dispiacere, mi sbagliavo.
Cerco di tornare a respirare nuovamente e stringo le mani fino a far diventare le nocche bianche per cercare di calmarmi e non rigettarmi su di lui e massacrarlo di colpi.
Se sono queste le botte che dava a Kristen, non so come ha fatto a sopportarlo per tutto questo tempo.
-E ora vai fuori di qua, moccioso!- la sua voce mi riporta alla realtà e mi chiedo se la ragazzina che mi ha aperto la porta non si stia chiedendo cosa stiamo facendo, visto tutto il casino.
-Ti giuro che non finisce qua, la pagherai per quello che hai fatto a Kristen-, gli do le spalle e lo sento ridere e mormorare qualcosa come " che fidanzatino cavaliere" mentre chiudo la porta dietro di me, con tutta la rabbia che ho addosso.
Salgo in macchina e mi guardo nello specchietto retrovisore. Ho il labbro inferiore che continua a sanguinare e mi fa male lo stomaco per colpa del suo pugno.
Kristen aveva ragione: è impossibile avere una conversazione civile con suo padre, ma io non voglio una conversazione civile dopo quello che le ha fatto passare per anni.
Lo giuro sulle cose a me più care, ce la farò a fargliela pagare.
Nota: ciaoo 🌹 spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Voglio sapere i vostri commenti, attendo con ansia. Grazie di tutto, al prossimo ❤️👑
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