Capitolo 40. Paura di essere felici.
Kristen's pov
Chiudo il libro di storia e rilascio un sospiro.
Ho appena finito di studiare e mi sento stanchissima. La verifica di domani deve andare bene per forza, visto quanto è calata la mia media.
Vado in cucina e sorrido vedendo Federico addormentato sul divano, con il libro di matematica aperto.
Lo ammiro mentre dorme e non posso fare a meno di appoggiare la mia mano sui suoi capelli e accarezzarglieli dolcemente. È una delle cose che amo fare di più.
Mi siedo nel divano accanto a lui e appoggio le mie labbra sulle sue, regalandogli un bacio casto e delicato.
Apre gli occhi di scatto e appena mi vede sorride, questa cosa mi scalda il cuore, mi fa sentire bene sapere che riesco a farlo sorridere.
Appoggia la mia mano tra i miei capelli e mi regala un bacio passionale che mi battere il cuore in una maniera unica.
Non mi sono mai sentita bene come quando le sue labbra sono sulle mie. Adoro tutto questo, adoro la sensazione di pace che i suoi baci mi regalano.
Ci allontaniamo solo quando respirare diventa assolutamente necessario e sorrido automaticamente vedendo i suoi occhi azzurri brillare.
-Che bel risveglio-, si mette a sedere e mi sistemo meglio anche io, perché nella posizione di prima sentivo dolore al piede.
Non vedo l'ora di guarire, odio non essere completamente autosufficiente. Voglio tornare a camminare normalmente senza impedimenti.
-Piccola, a cosa pensi?-, avvicina la sua bocca al mio orecchio e sento i brividi mentre sussurra queste parole, accarezzandomi il collo con il respiro.
Sento il cuore stringersi e le farfalle nello stomaco svolazzare senza ritegno, così crollo le spalle, incapace di rispondere in modo normale e sensato.
Lo sento ridacchiare e arrossisco capendo che lui ha ben inteso l'effetto che mi fa e l'imbarazzo che io provo.
Avvicina le sue labbra al mio orecchio e mi lascia un leggero bacio, mandando scosse elettriche su tutto il mio corpo.
Mi mordo il labbro imbarazzata e lui sposta le sue labbra sul mio collo, regalandomi un piccolo bacio.
-Adoro quando arrossisci per me-, ridacchia e il suono della sua risata nelle mie orecchie non fa che aumentare la mia tachicardia.
Deglutisco e con grandissimo coraggio aggancio il suo sguardo. I suoi occhi stanno ancora brillando e faccio la prima cosa che mi viene in mente: lo bacio.
Chiudo gli occhi e assaporo ogni singola emozione che mi trasmette.
Appoggia le sue mani sulla mia schiena e poi mi alza leggermente la maglia, accarezzandomi i fianchi.
Non avrei mai creduto di poter provare tutte queste emozioni, pensavo non esistesse nulla del genere, invece ora mi sta succedendo.
Federico mi piace, mi piace tantissimo e io non posso più tornare indietro, non ne sarei capace, ormai non potrei più vivere senza la sua presenza.
Ci allontaniamo e mi accarezzo le labbra, mentre sento il sangue affluirmi alle guance.
Lui si passa la mano sul ciuffo e mi sorride dolcemente, devo sembrargli una stupida bambina che si meraviglia per queste cose.
Baci e carezze sono a me del tutto sconosciute, mentre per lui non sono certamente una novità. Penserà che sono ancora troppo ingenua e immatura, penserà che...
-Credo di non aver mai sentito il mio cuore andare forte come adesso- sgrano gli occhi davanti alle sue parole e annulla così, in un attimo, tutte le mie preoccupazioni.
Non pensa male di me, forse lui prova quello che provo io. Dovrei proprio smetterla con questa mia paranoia.
Dovrei smetterla di avere paura di essere felice.
-Kristen...- mi giro verso di lui, sentendolo pronunciare il mio nome con preoccupazione, e gli lancio uno sguardo interrogativo e preoccupato.
-Volevo parlarti di una cosa...- lascia la frase in sospeso e inizia ad accarezzarmi il braccio dolcemente, fa dei segni immaginari mentre pensa; dal suo sguardo pare che mi debba parlare di qualcosa che lo preoccupa realmente.
-Che c'è Federico? Mi stai mettendo ansia- mi lascio scappare una risata nervosa pensando di alleggerire la tensione, ma lui rimane serio e pensieroso.
Come siamo passati dai baci a questo momento in un solo attimo?
-Senti, io voglio parlare con tuo padre-, che cosa?
Spalanco la bocca davanti alla sua affermazione e lo guardo con gli occhi sbarrati, sperando che stia scherzando, nonostante questo scherzo non mi faccia ridere per nulla.
-Federico, hai idea di quello che hai detto?- sento la mia voce tremare senza riuscire a controllarla e vedo che serra la mano destra in pugno, con rabbia.
Non posso assolutamente permettere che vada a parlare con mio padre, conosco benissimo mio padre e abbastanza bene Federico, per capire che non è una buona cosa farli parlare... Come se poi ci si potesse limitare alla parola, mio padre è un tipo alquanto manesco, caso mai Federico non se ne fosse accorto.
-Certo che so quello che ho detto- mi guarda impassibile e aggiunge -voglio parlarci da quando ho saputo quello che ti faceva e ora non posso più aspettare- ditemi che non sta succedendo realmente.
Non riuscirò a fermarlo, è troppo testardo.
-No Federico! Hai idea di cosa potrebbe succedere?-, solo l'idea che mio padre gli metta le mani addosso mi fa tremare di paura e rabbia.
Non ho mai voluto che entrasse così in fondo a questa storia.
-Kristen, non ho 10 anni. So difendermi, non mi farò certamente mettere i piedi in testa da lui- non metto in dubbio che sappia difendersi, ma succederebbe un casino.
Mio padre non sa ragionare. Mio padre non esiste più, quello è solo un uomo rovinato dal dolore e dall'alcool che non prova più nessun sentimento buono.
-Federico, succederebbe un casino. Lo so, stanne fuori. Ormai è passato!- mi guarda sbalordito e scuote la testa.
Cosa posso fare per fargli cambiare idea?
-Kristen non è passato nulla. Sai quante volte la notte ti sento piangere e urlare terrorizzata? Non ne hai la più pallida idea. Mi precipito da te e capisco che stai facendo l'ennesimo incubo. Sai di chi è la colpa di tutto ciò? Di tuo padre e io non posso non dirgli quello che penso di lui- sussulto sentendolo dire queste parole e abbasso il viso leggermente imbarazzata.
È a conoscenza dei miei incubi. Non sapevo di piangere durante il sonno, non me ne sono mai resa conto. Ho sempre creduto che i miei incubi fossero solo ricordi che mi restavano stampanti in mente la mattina appena sveglia, invece evidentemente gli esterno anche al mondo, durante la notte.
Sento le sue mani posarsi sul mio viso e poi mi obbliga a un contatto visivo.
I suoi occhi mi sembrano colmi di vendetta e rabbia e questo non mi rassicura nemmeno un po'.
-Kristen non immagini quanto mi faccia male sapere che ancora tu soffra per la tua famiglia, io voglio proteggerti- è questo il problema?
Mi mordo il labbro cercando di non piangere per la frustrazione e scuoto la testa leggermente.
-Fede, non devi fare male a te per proteggere me! Tu non immagini nemmeno di cosa è in grado mio padre- in un attimo una serie di immagini di lui in momenti di violenza mi tornano in mente, ma scaccio questi ricordi concentrandomi sul biondino.
-Non mi farò del male. Te lo prometto. So bene di cosa è capace, Kristen. Ti ha mandata all'ospedale, dannazione-, alza leggermente la voce nell'ultima frase, con fare alterato, e molla la presa sul mio viso.
-Non andarci... Ti prego!-, aggancio il suo sguardo nuovamente, ma capisco che è irremovibile, non cambierà idea e io non posso permettere che gli succeda qualcosa di male.
-Starò bene.-, mi sorride leggermente cercando di convincermi e io scuoto la testa.
No. Non può saperlo e non può nemmeno deciderlo.
Afferro le stampelle e mi alzo, così lui fa lo stesso e mi ferma impedendomi andare in camera per mettere fine a questa discussione.
-Fede, lasciami ora...-, quasi lo prego sentendo le lacrime minacciare di scendere.
Ho subito la furia di mio padre per anni e non posso minimamente tollerare di risubirla attraverso lui. Non lo sopporterei.
-Kristen, non fare così... Ti prego. Lo sto facendo per te!-, mi lascio scappare una risata isterica e una lacrima mi bagna il viso, sfuggendo al mio controllo.
-Per me? Lo stai facendo per te, Federico. Vuoi parlarci per regolare i conti? Non capisci che non ci sarà nessuna discussione? Mio padre non sa parlare e visto che dici che sai di cosa è capace, dato che mi hai vista come ero ridotta, non ci dovresti andare. Tanto, però, tu farai come vorrai. Sappi che non sono d'accordo e se vuoi fare qualcosa per me, sai cosa devi fare? Dimenticarti che ho dei familiari e non cercare vendetta, perché non ha senso-, finisco di parlare e mi scappa un singhiozzo, seguito dalle lacrime.
Lui lascia la presa sul mio braccio e mi guarda con un'espressione indignata. Sembra ferito e mi dispiace, ma è quello che penso. Sono fatta così, non so tenermi dentro le cose e non so mentire.
-Pensi questo di me? Pensi che io lo stia facendo per me? Io tutto quello che faccio da quando ti ho conosciuta è per te! Sei un'egoista Kristen-, mi lancia un ultimo sguardo ferito ed esce da casa senza aggiungere altro.
Mi siedo sul divano di scatto, ignorando il dolore al piede.
Sono spiazzata dalle sue parole e sono ferita. Non sono egoista. Non ho mai voluto entrasse nella mia vita, appunto per proteggerlo, e lui questo lo chiama essere egoisti?
Mi lascio scappare un altro singhiozzo mentre piango.
Odio che ogni volta che litighiamo lui scappi.
Neanche dieci minuti fa eravamo abbracciati su questo divano a baciarci e ora abbiamo litigato e ci siamo sputati contro delle parole avvelenate, ecco perché ho paura di essere felice.
Nota: ciaoo ❤️❤️ ecco a voi un nuovo capitolo, spero che sia di vostro gradimento, è decisamente un capitolo più lungo del precedente e nulla, aspetto con ansia i vostri commenti🌹
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