Capitolo 34. Gita.

Apro gli occhi solo quando la sveglia suona e mi rendo conto di essermi addormentata senza cenare.

Da quando abbiamo discusso sono rimasta chiusa qui dentro, non sono uscita niente, zero.

Non voglio parlargli, mi sento in qualche modo presa in giro, e non riesco a digerirlo per il momento.

Mi manca il rapporto che avevamo qualche giorno fa, semplicemente perché lui mi ha fatto stare bene nel momento in cui ne avevo più bisogno.

Mi dirigo in bagno e mi preparo per la scuola, inutile dire che anche oggi voglio andarci da sola.

*
Arrivo davanti all'edificio e Rosalie mi viene incontro.

-Kristen, sei sola?-, annuisco e mi rendo conto che non le ho raccontato nulla, in questi giorni sono sparita completamente.

-Sì-, mi scruta attenta, cercando di capire cosa ho, mi conosce troppo bene, per non rendersi conto.

-Kristen, cosa sta succedendo? Ieri sei sparita e oggi arrivi da sola...-, alzo gli occhi al cielo e decido di vuotare il sacco.

Lei è la mia migliore amica, ho bisogno di lei in questo momento, so che non mi giudicherà mai.

Le racconto tutta la storia, i miei sentimenti, le mie paure...

-Vi siete baciati e lui fa lo stronzo?-, sentire queste parole mi fa stringere il cuore, ma è la verità, non posso negarlo.

-Sì Rosalie...-, mi stringe la mano in segno di conforto e aggiungo -Questa storia mi ha scombussolata, non ho nemmeno studiato per oggi!-, sto mandando all'aria la mia carriera scolastica per un ragazzo, per dei sentimenti che forse provo solo io.

-Non ti ricordi?-, la sua domanda mi riporta sulla terra e le lancio uno sguardo interrogativo così lei continua - Oggi dobbiamo andare a visitare il sito archeologico con la 5ª-, no. Questo è uno scherzo.

Ho fatto di tutto per evitarlo, per avere tempo, per avere di nuovo il coraggio di guardarlo negli occhi, e oggi dobbiamo andare in gita con la sua classe? Tutto ciò è ridicolo, mi era completamente passato di testa.

-Io non entro nemmeno oggi-, la mia amica alza gli occhi al cielo e mi tiene il braccio, impedendomi di andare via.

- Kristen no. Non ti permetterò di saltare la scuola anche oggi, perché non vale la pena rovinarsi per storie del genere. Magari risolverete, magari capirà l'errore che sta facendo... Per ora stai con me e Benji-, scuoto la testa e lei mi invita a parlare, con un cenno del capo.

-Sono furiosa con lui. Mi sento presa in giro, mi sento un'illusa.-, lei annuisce comprensiva e mi stringe in un abbraccio.

Tutta questa situazione mi fa male, non potrebbe essere tutto più semplice?

Vorrei solo che si rendesse conto che quello che provo per lui è importante, una cosa che non ho mai provato.

*

Il nostro pullman si ferma e capisco che siamo arrivati a destinazione.

La quinta è nell'altro pullman, per fortuna non l'ho ancora visto, ma ora sarà inevitabile incontrarlo.

Grazie al cielo la classe di Martina non è menzionata nel piccolo viaggio d'istruzione di quest'oggi, almeno mi eviterò di vederli scambiarsi effusioni.

Scendiamo dal pullman e Benjamin viene verso di noi. Inutile dire che con lui c'è anche Federico, perciò io faccio per andarmene, ma Rosalie mi tiene.

-Kris stai qua, ignoralo. Non farti rovinare la giornata da lui-, annuisco dandole ragione e i due ragazzi si avvicinano a noi, ci salutano e ricambiamo, ma io evito di guardare Federico.

Non so nemmeno perché... Forse ho paura della mia reazione, vorrei solo urlargli contro ancora e non devo farlo, non qui.

La guida inizia a parlare con i professori che ci hanno accompagnato e poi inizia a spiegare tutto quello che c'è da sapere sul sito archeologico.

Ovviamente non ho nessuna voglia di ascoltare e anche se volessi mi verrebbe difficile farlo, sono troppo impegnata a cercare di evitare il biondino.

Rose e Benji cercano di coinvolgermi nei loro discorsi, ma non riesco a prenderne parte e sento che Federico fa lo stesso, se risponde è solo con dei monosillabi.

È a disagio quanto me in questa situazione e mi vieto di provare compassione, perché se siamo così è solo colpa sua e del suo essere indeciso.

Ci fermiamo improvvisamente e sento qualcuno sbattermi addosso, così sbuffo e mi giro automaticamente a guardare dietro di me.

I miei occhi si scontrano con un paio di occhi celesti e mi ci vuole un solo attimo per capire di chi sono.

La mia voglia di ignorarlo in questo momento è andata a farsi benedire, ha degli occhi troppo stupendi. Trovo il coraggio di fermare questo gioco di sguardi e gli do le spalle, tornando a ignorarlo.

Con tutte le persone che ci sono, proprio lui doveva venirmi addosso?
Cerco di calmare il mio battito, che davanti a lui accelera manco fossi in una giostra che trasmette adrenalina a mille.

Il suo sguardo mi manda in confusione.

Mi mordo il labbro maledicendomi per la mia debolezza davanti a lui e sento una mano tenermi il polso.

Prego mentalmente in tutte le lingue che non sia lui, ma so già che sto pregando invano.

Prendo un bel respiro e mi giro, fino a incontrare nuovamente quei fanali azzurri.

-Kristen, possiamo parlare?-, questo suo tono così pacato mi fa infuriare ancora di più, sembra quasi che tutto gli sia dovuto, ma non è così.

Non può baciarmi ogni volta e poi abbandonarmi come se avesse commesso un errore, per poi correre dalla sua ragazza.

Ho sofferto troppo nella mia vita, ogni minima sofferenza ora mi viene difficile sopportarla.

-Non abbiamo nulla da dirci-, uso un tono menefreghista e spero che non capisca quanto male mi faccia questa situazione in realtà.

Vedo che poco dietro di lui ci sono Rose e Benji e capisco che sicuramente loro sono d'accordo con lui, saranno stati loro sicuramente a incoraggiarlo per venire a parlarmi.

-Kristen, per favore-, sento gli occhi pizzicarmi e aggancio il suo sguardo, poi mi divincolo dalla sua presa.

-Rossi, non c'è nulla da dire. Hai scelto Martina, perché altrimenti non avresti voluto tempo di pensare o che! Mi sta bene la tua scelta, eh, non fraintendere, ma ficcati in testa che d'ora in poi non potrai più baciarmi a piacere tuo.-, i suoi occhi scintillano e per un attimo mi pare di scorgere un pizzico di dispiacere, ma ora non posso preoccuparmi per lui, devo pensare a stare bene io.

Mi allontano da lui e inizio a camminare, per evitare che mi fermi ancora, che io mi metta a piangere e che finiamo per fare una scenata davanti a tutti, non mi sembra proprio il caso.

Mi chiedo da quando ho iniziato a dipendere da lui in questo modo, perché davvero è successo senza che io me ne rendessi conto.

La guida ci fa passare in una stradina con ciottoli e io, maldestra come sono e con il cervello in vacanza causa Federico, mi ritrovo con il sedere a terra.

Sento qualcuno ridere e sento un imbarazzo unico diffondersi in me.

Provo ad alzarmi, ma non riesco a muovere la caviglia, mi fa un male lancinante.

La guida si avvicina a me con i professori e in poco tempo mi raggiungono anche i miei amici, sempre che Federico può essere ancora inserito in questa categoria.

-Riesci a camminare Kris?-, alzo lo sguardo sul biondino e lo fulmino con lo sguardo.

Se prima ero furiosa nei suoi confronti ora il dolore peggiora tutto.

-Ti pare che se riuscissi a camminare starei seduta qua a terra, per farmi prendere in giro da quei quattro idioti che stanno ridendo laggiù?-, indico con un cenno della mano il gruppetto di quattro ragazzini dell'altra quarta, che stanno ancora ridendo di me, e Federico fa per andare a dirgli qualcosa, ma Benjamin gli sussurra qualcosa all'orecchio e va lui, lasciando il biondino a farmi compagnia.

Rosalie si inchina e mi stringe la mano, con una espressione dispiaciuta stampata in volto.

Sono un disastro, non poteva che succedere a me una cosa del genere.

Mi rendo conto di aver sbraitato contro Federico davanti ai prof e alla guida, ma provo troppo dolore per preoccuparmene.

Benjamin torna da noi e vedo che quei ragazzi hanno smesso di ridere, così rivolgo un sorriso di ringraziamento al moro.

La professoressa di matematica si inchina e mi prende in braccio, per poi portarmi al pullman.

Per fortuna non sono tanto pesante e lei ha alle spalle anni di ginnastica, perciò trasportarmi non le viene difficile.

Mi fa sedere nei sedili del pullman e mi fa distendere la gamba, per poi andare a chiamare l'ambulanza.

Sento un dolore assurdo alla caviglia. Mi pulsa in una maniera notevole, non vorrei che si fosse rotta.

I miei amici mi raggiungono, Rosalie si mette accanto a me e mi accarezza i capelli, per farmi calmare.

-Stai tanto male?-, annuisco sentendo la domanda del moro e faccio per muovere il piede, ma il dolore è talmente forte che decido di lasciare stare.

La mia amica mi toglie la scarpa e sento un leggerissimo miglioramento, visto quanto pesano le Airforce one.

-È ovvio che ti accompagnerò io sull'ambulanza.-, alzo lo sguardo verso il biondino e assottiglio gli occhi, sperando che stia scherzando.

È l'ultima persona che voglio che venga a farmi compagnia.

-No Federico, scordatelo. Inoltre non dimenticare che la tua ragazza ti ha detto di starmi il più lontano possibile-, gli sorrido falsamente e lui ride nervosamente.

Vedo che è preoccupato e una parte di me sorride, perché c'è sempre quella parte di me che gioisce a ogni suo interessamento verso di me? Dovrei essere furiosa con lui in modo totale, non a pezzi.

-Pensi che me ne sbatta qualcosa di quello che ha detto Martina in questo momento? Sei mia amica e stai male, io voglio stare con te, senza se e senza ma-, vedo che Benjamin e Rosalie si stanno lanciando occhiate tra loro e mi rendo conto che si sentono a disagio, così decido di ignorare il biondino.

Adesso mi ha definito amica. Non so se piangere per questo o sorridere perché sta andando contro le " disposizioni" della ragazza per me.

Non so proprio nulla.

La prof torna da noi e mi annuncia che l'ambulanza sarà qui a momenti.

Il dolore sta diventando sempre più insopportabile e per ora decido di concentrarmi solo sulla mia caviglia.

Per ora mi prendo una pausa dai problemi con Federico.

Nota: spero che il capitolo vi piaccia, è il più lungo in assoluto che io abbia mai scritto! Comunque ragazze, se non riesco ad aggiornare spesso è perché in questo periodo a scuola siamo impegnati con le simulazioni dell'esame di maturità, perciò devo studiare e non ho tanto tempo per scrivere! Giuro che faccio di tutto per riuscire a pubblicare il prima possibile. Ora vi lascio, commentate con i vostri pareri, al prossimo

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