Capitolo 3. Notizia.
Entro in casa e sento il silenzio regnare.
La macchina di mio padre non è parcheggiata fuori, le cose sono due: o è in garage, o lui non c'è.
Entro in cucina e vedo mia madre seduta nella sedia di legno, accanto al frigorifero.
- Ciao-, saluto freddamente, non ho un rapporto nemmeno con mia madre.
Dopo il tradimento, dopo il casino successo, pare essere interessata solo a mio padre, non si preoccupa per me, è come se non fossi nemmeno sua figlia.
- Ciao Kristen-, le rivolgo il mio sguardo e vedo il suo viso candido segnato dall'età e dalla sofferenza.
È più sciupata di come dovrebbe essere una donna della sua età. Non si cura più e i capelli bianchi, che si mischiano ai suoi lunghi capelli corvini, ne sono la prova.
Prendo una bottiglia d'acqua dal frigo e corro in camera.
Non mi va nemmeno di mangiare, tanto dovrei cucinare io.
Lei non si degna di fare nemmeno questo.
La sento piangere e mi meraviglio di non riuscire a provare nemmeno pena. Quello che provo è qualcosa che si avvicina molto all'odio.
Mi stanno facendo soffrire. Non esiste felicità in casa mia.
Natali felici? Feste felici? No.
Regali? Non so cosa siano.
Provo rabbia nei suoi confronti.
Lei ha rovinato il matrimonio e mio padre è stato troppo debole per affrontare la realtà.
Chiudo la porta a chiave e sento il cellulare vibrare.
È un numero che non ho registrato.
* Mi spaventa che tu sia scappata così! Sono così brutto?*
Dal contenuto del messaggio e dalla foto profilo, capisco si tratta di Federico.
Immagino abbia scritto questo messaggio ironicamente. Come è solito fare, seppure lo conosco solo da ieri notte, questo suo lato mi è saltato subito agli occhi.
Ovviamente lui sa di non essere brutto.
Come potrebbe esserlo?
Ha due occhi azzurri che sono la fine del mondo. Sembrano il riflesso del cielo. Il cielo nelle giornate più limpide, nelle giornate estive più calde e serene.
Però non posso tirare un ragazzo dentro questa mia incasinata vita.
* Piantala! Dovevo andare, lo sai.*
Invio e sono quasi sicura che la mia risposta non gli basterà come scusa.
Sento il portoncino di giù sbattere e sussulto.
È tornato.
Mi guarda l'orologio che ho al polso, sono le 14:30.
Non so nemmeno se sia già ubriaco, non so se dovrò passare il mio tempo qua, fino a domani.
Il telefono vibra nuovamente
* ok, ma hai comunque rifiutato il mio invito. Perché?*
Non demorde?!
Perché deve rendere tutto così complicato?
Ho detto no. Dovrebbe accettarlo.
Decido di non rispondere e blocco lo schermo.
Sento qualcuno bussare violentemente alla porta, poi la voce di mio padre urlare
-Kristen esci fuori di lì-.
Non lo farò.
Non è in sé.
Lo capisco dalla parlata.
Sferra quello che credo sia un calcio alla porta e io istintivamente mi tappo le orecchie con le mani, mentre lui continua a urlare.
- Esci di lì. Sei una poco di buono come tua madre! Mi rinneghi, come ha fatto lei-.
Io non rinnego nulla. Io non voglio subire ancora. Non voglio essere picchiata, ancora.
Tutto qui.
Sferra un colpo ancora più forte del precedente e temo seriamente riesca ad aprire la porta.
Ricaccio dentro le lacrime e mi porto le gambe al petto, mentre mi concentro su un pensiero, per riuscire a non piangere.
Non devo. Non posso passare ogni giorno a piangere e a soffrire. Rosalie da una parte ha ragione, dovrei mettere fine a questa tortura, ma so che non è possibile; non voglio finire in una casa famiglia chissà dove.
Sento bussare nuovamente, ma questa volta lievemente, ciò mi dice che non è mio padre.
- Kristen, esci, dobbiamo darti una notizia-, la voce di mia madre risulta priva di emozione e poco dopo la sento allontanarsi.
Mi alzo dal letto e li raggiungo in cucina.
Mio padre appena mi vede mi lancia uno sguardo intimidatorio e si avvicina a me.
Vorrei scappare, ma so che non è possibile.
Sento che puzza d'alcool e questo mi spaventa ancora di più.
Alza la mano destra in aria e in poco tempo finisce sulla mia guancia.
Sento gli occhi riempirsi di lacrime, ma cerco di non piangere comunque, nonostante il dolore.
- Quando ti dico di uscire dalla stanza fallo! Ragazzina insolente-, vorrei rispondergli male, ma so che così peggiorerei la situazione, perciò mi sto zitta.
Se non fosse che mio nonno ha lasciato in eredità l'azienda di famiglia a mio padre, a quest'ora, staremmo morendo di fame.
Mio padre non lavora quasi più, ha lasciato tutto in mano ai suoi dipendenti. Capita che vada a controllare, quando è sobrio, cosa che accade raramente... Non ricordo più l'ultima volta che lo è stato.
Ho il terrore che un giorno l'azienda di famiglia fallisca e che noi rimarremo anche senza quello.
- Io e tua madre abbiamo deciso di separarci-, sgrano gli occhi davanti a questa notizia e non posso che esserne sollevata.
Hanno preso questa decisione quando? Quando è che mio padre ha potuto ragionare lucidamente, senza l'alcool in circolo?!
Li fisso entrambi, senza dire una parola, penso avrebbero potuto farlo molto prima, senza farmi soffrire così.
- E io con chi andrò?-, mio padre sussulta, come se avessi fatto la domanda più stupida del pianeta.
- Starai qua con me, ovviamente.- , improvvisamente non riesco più a trattenere le lacrime. Le lascio scivolare libere.
Non è possibile, non posso stare qua.
Mi rivolgo a mia madre con lo sguardo implorante
- mamma, non puoi lasciarmi qua-, lei distoglie lo sguardo dal mio e io singhiozzo.
Non ci posso credere.
Abbandonata dalla propria madre.
- Qual è il problema?- ringhia mio padre - Stupida ragazzina irriconoscente!-, mi dà uno schiaffo, stavolta più forte, e perdo momentaneamente l'equilibrio, però per fortuna non cado.
Mi afferra il viso e lo stringe forte con le sue grandi mani, che dovrebbero lasciarmi carezze, invece mi lasciano lividi.
Mi stringe ancora più forte
- questo è il riconoscimento per tutto quello che faccio per te! Non ti faccio mancare nulla-, mi lascia andare improvvisamente e sbatto con la schiena al muro.
Vorrei urlargli che i soldi non mi servono e che lui per me non sta facendo nulla, a parte darmi sofferenze.
Esco dalla stanza e corro velocemente in camera.
Nonostante mi intimidisca di fermarmi. Non lo farò.
Chiudo la porta della mia stanza a chiave ed esco dalla finestra.
Scappo velocemente, correndo fino a casa della mia migliore amica.
Suono il campanello e mi apre praticamente subito.
Appena si rende conto del mio stato mi abbraccia forte e mi lascio andare in un pianto liberatorio.
Non vorrei coinvolgerla, ma lei è l'unica che può farmi stare meglio in questo momento.
- Entriamo Kris, tanto i miei sono a lavoro-, annuisco e la seguo dentro casa.
Sto continuando a piangere in silenzio, mentre non riesco a smettere di pensare alla decisione che hanno preso i miei genitori.
Le racconto tutto tra le lacrime e lei cerca di consolarmi, nonostante tutto non riesco a tranquillizzarmi.
Il mio telefono inizia a squillare e sento il cuore accelerare, per la paura.
Ho paura che mio padre si sia accorto della mia assenza e che mi stia cercando, se così fosse non oso immaginare cosa dovrò subire quando mi vedrà.
Afferro il telefono con le mani che tremano.
Appena leggo il nome di Federico la paura svanisce e mi ritrovo a desiderare che esca dalla mia vita.
Non posso permettergli di avvicinarsi a me, non posso.
Devo impedirglielo.
Mi costa già tanto che Rosalie sia così a stretto contatto con me, perché mi dispiace saperla preoccupata per me.
Perciò no, non posso permettere a Federico di conoscermi.
Nota: eccomi, scusate il ritardo ma stavo studiando.
Comunque voglio approfittarne per pubblicizzare
La nuova storia di ValeBaroschettoble , passate sul suo profilo, è una bravissima scrittrice.
Inoltre voglio pubblicizzare :Innamorata del mio peggior nemico~BM~.
Attendo i commenti per il mio nuovo primo capitolo! Cosa succederà nel prossimo?!
Viaaa 💕💕
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