Capitolo 27. Alterarsi.
Ferma la sua macchina davanti a un bar in cui non sono mai stata e scende dalla macchina, così lo seguo.
Entriamo nel locale e un forte odore di caffè mi si insinua nel naso.
Prendiamo posto in uno dei tavolini grigio metallizzato e mi guardo intorno incuriosita.
È veramente un bel posticino, la cosa più bella sicuramente è il muro di pietra che rende tutto più rustico e più intimo.
- Cosa prendi?-, riporto l'attenzione sul mio amico e scrollo le spalle.
- Abbiamo già fatto colazione, non ho fame, grazie-, annuisce debolmente e apre il menù, per decidere cosa ordinare.
Non capisco perché sia terribilmente silenzioso, non lo è praticamente mai, quindi immagino ci sia qualcosa sotto.
- Vuoi davvero che ti faccia delle domande?-, sento il cuore accelerare e analizzo mentalmente la sua domanda.
Ecco perché è in silenzio, sta solamente riflettendo.
Chiude il menù, lo appoggia accanto a sé, sul tavolino, e mi scruta attento, mentre aspetta una risposta.
- Che intendi, Federico? Se ti ho detto che avrei risposto a ogni tua curiosità lo farò-, arriccia le labbra.
-Non intendevo questo.- spiega - Nel senso che avrei preferito parlassi di tua spontanea volontà, mica sono un poliziotto per farti domande-, sorrido alla sua affermazione e scuoto la testa.
- Non saprei cosa dirti, preferirei me lo chiedessi direttamente.- sussurro -Tanto so bene che c'è qualcosa di preciso che vuoi sapere-.
Lo scruto attenta e lui si passa la mano sul ciuffo, mentre guarda tutto, fuorché me.
Non capisco che cosa gli stia passando per la mente. Se per giornata programmata intendeva tenermi sulle spine in questo modo, mentre mi mostra questo lato freddo del suo carattere, avrei sicuramente preferito mi riportasse a casa.
-Kristen, sei finita altre volte in ospedale per colpa sua?- questa volta alza gli occhi su di me e non posso che esserne dispiaciuta, non riesco a mentirgli e visto che mi sta guardando, dovrò essere completamente sincera.
- Sì, Federico. È successo altre volte-, serra la mano in un pugno e la cameriera si avvicina a noi, interrompendo il nostro scambio di sguardi colmi di emozioni, sentimenti di ogni genere.
Federico ordina un cappuccino e la donna si allontana da noi, lasciandoci nuovamente soli.
- Perché non hai chiesto aiuto?-, deglutisco davanti alla freddezza del suo tono di voce, perché fa così?
- Perché non ne avevo bisogno, Federico-, scoppia in una risata nervosa e mi rivolge un'occhiata stranita.
- Non avevi bisogno? Tu stai scherzando, ti poteva fare molto più male! Ma cosa hai in testa?-, trasalisco sentendo l'acidità nella sua domanda e lo guardo sbalordita.
Non capisco cosa stia succedendo. Adesso sono passata dalla parte del torto?
- Hai il ciclo, Rossi? Che cavolo ti ho fatto?-, scuote la testa e il suo sguardo si addolcisce nuovamente.
- Scusa.-, tutto qui?
Mi tratta come se fossi colpevole è l'unica cosa che sa dire è scusa? Forse mi merito anche una spiegazione.
Lo guardo male e sospira
- Kristen mi dispiace, non volevo essere stronzo, è che non avrei voluto ti succedesse qualcosa solo perché tu credevi di poterlo gestire. È un mostro e tu lo difendevi in qualche modo, questa cosa io la odio. Avresti dovuto parlarmene appena ci siamo conosciuti, quando ti pregavo di raccontarmi cosa ti stesse succedendo, se l'avessi fatto non sarebbe successo nulla di quello che è accaduto-, le sue parole forse dovrebbe farmi piacere, perché mi sta facendo capire che si è preoccupato terribilmente per me, ma il fatto che sottolinei che io abbia sbagliato a non fidarmi di lui mi fa male, perché so che ho sbagliato. So che avrei potuto evitare di finire all'ospedale, ma è troppo tardi per tornare indietro. Quel che è fatto è fatto.
- Non c'è bisogno che mi fai pesare i miei errori!-, sgrana gli occhi e appoggia la sua mano sulla mia.
- Scusa, non intendevo fare questo, era solo per dire che io tengo a te e voglio proteggerti-, sbuffo debolmente.
- Oggi è la giornata delle scuse!-, ora sono io quella acida, ma il suo comportamento mi ha fatto indispettire, pensavo di poter passare una bella giornata con un amico. Avevo messo in conto di parlare di questa cosa, ma non credevo l'avrebbe fatto in questo modo.
-Kristen, forse è meglio cambiare discorso-, ecco, ora siamo d'accordo su qualcosa.
La cameriera porta l'ordine al biondino e poi si allontana rivolgendoci un sorriso, a entrambi.
Vedo che lui mi sta fissando e vorrei impedire alla mie guance di colorarsi, così gli rivolgo uno sguardo interrogativo, per non dimostrare quanto mi imbarazza quando mi fissa in questo modo.
- Nulla, volevo solo sapere chi è stato il ragazzo a cui hai dato il primo bacio-, ok, ora mi chiedo come sarà possibile non arrossire.
Non ho mai dato un bacio e so che non c'è nulla di sbagliato, perché non è una cosa che si fa tanto per vantarsene, ma in questo momento me ne vergogno, perché da questo lato sono un po' bambina, ancora.
Abbasso lo sguardo
- nessuno-, non lo sento ridere perciò lo guardo e vedo che mi sta fissando mentre sorride dolcemente.
Perché non ride come un ragazzo della sua età solitamente dovrebbe fare davanti a queste rivelazioni?
- Che c'è?-, scrolla le spalle con indifferenza.
- Nulla.-, non aggiunge altro e ringrazio il cielo, non mi sono mai vergognata così tanto in vita mia.
- Comunque il tuo viso non ha praticamente più lividi-, gli sorrido e annuisco.
- Già, ho notato-, questo imbarazzo che è sceso su di noi è fastidioso.
Sorseggia il suo cappuccino e lo osservo, è così bello.
Nonostante io non provi sentimenti d'amore per lui, non posso non ammettere che è comunque un bel ragazzo.
Ha degli occhi celesti stupendi e quando sorride brillano, non avevo mai visto nulla di simile.
Appoggia la tazza e si pulisce le labbra con il tovagliolo, poi scoppia a ridere.
- Sono bello, eh?-, sbuffo e alzo gli occhi al cielo, sentendomi colta in flagrante.
Però non posso dargliela vinta.
- Ho visto di meglio, Federico-, ammicca e io gli lancio un fazzoletto, per poi perdermi ad osservarlo, mentre ride.
Riesce a farmi arrabbiare e poi a farmi rilassare e sorridere in poco tempo, cosa sta facendo alla mia vita?
Nota: ciaoo, ecco a voi il capitolo, diciamo che è un po' un capitolo di passaggio, e nulla, aspetto con ansia i vostri commenti, mi raccomando! Al prossimo, vi adoroo
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