Capitolo 23. Strana sensazione.
Arriviamo a scuola e parcheggia la sua macchina nel primo posto libero.
Appena entriamo nel cancello mi rendo conto che abbiamo la maggior parte degli occhi puntati addosso e questo mi rende a disagio.
Non mi è mai successo di essere osservata in questo modo. Solitamente, se tutto va bene e non tendo a fare figuracce, passo inosservata per tutta la giornata, ma essere arrivata con uno dei ragazzi più popolari della scuola pare essere una notizia da gossip.
Federico si rende conto che mi sono bloccata, immediatamente.
- Non dare importanza a nessuno.- mi sussurra - Andiamo da Ben e Rosalie-, annuisco e lo seguo.
La sua andatura disinvolta e sicura mi fa capire che è abituato ad essere osservato, eppure io prima che mi rivolgesse la parola non avevo mai fatto caso a lui.
Raggiungiamo i nostri amici e sorrido vedendoli che scherzano tra di loro, sono molto affiatati.
Li salutiamo e da come Rosalie mi guarda capisco che appena saremo sole vorrà un racconto dettagliato di tutta la storia.
Mi siedo nei gradini e la mia migliore amica mi porge la colazione, sorrido e la prendo, nonostante abbia già mangiato.
Oggi, per la prima volta dopo anni, sono uscita da casa senza fretta. Io e Federico abbiamo fatto colazione a tavola, come due persone normali.
Il biondino si siede accanto a me e mi accarezza il viso dolcemente.
- Kristen, sei bellissima anche così-, gli sorrido e scuoto la testa.
- Ho ancora un labbro spaccato e sono leggermente gonfia, dove vedi tutta questa bellezza?-, mi accarezza di nuovo il viso e Benjamin ridacchia, così alziamo il viso su di lui e vedo che lui e Rosalie ci stanno guardando in modo strano.
Arrossisco immediatamente e per fortunata la campana suona, così mi alzo e ne approfitto per scappare da questa situazione imbarazzante.
Saluto i ragazzi ed entro dentro scuola, seguita da Rosalie, che sta continuando a ridacchiare.
Ci sediamo nel banco e la guardo negli occhi, lei mi rivolge un sorriso malizioso e io inarco un sopracciglio, senza capire.
-Kristen, vi do un mese, sono sicura che tu e Federico tra un mese starete insieme-, sgrano gli occhi come se avesse detto una cosa assurda, come se mi avesse detto che domani faremo una gita sulla luna, e questo non fa che aumentare le sue risate.
- Tu sei pazza Rose, io e lui siamo solo ottimi amici-, vorrei raccontarle cosa ho provato quando eravamo vicinissimi e che ho sperato mi baciasse, ma non so perché non riesco a farlo, ho paura mi prenderebbe per stupida, come io stessa ho fatto.
-Amici, eh? Gli amici non ti dicono che sei bellissima ogni due per tre, non ti accarezzano in quel modo dolce, gli amici non...-, la interrompo alzando una mano in aria.
- Non mi interessa in quel senso, veramente.- dico seria - Da quel che ho capito, inoltre, ha una lista lunga di ragazze che sono cadute ai suoi piedi. Non è quello che si definirebbe proprio un ragazzo dolce ecc...-, sorride e so cosa c'è nascosto dietro quel sorriso.
Lei non mi crede, ha capito che in qualche modo mi piace. Non ha tutti i torti, adoro come si prende cura di me, come si preoccupa, tutte le attenzioni che mi riserva, ma so che mi piacciono tutte queste cose perché è mio amico, non per altro.
La professoressa entra in classe e, da come urla, capisco che oggi si è svegliata con la luna storta.
Mi do un'occhiata allo specchietto blu, che ho sempre con me, e vedo che il fondotinta che ho applicato sulle ferite le nasconde, si vedono solo leggermente, per fortuna. Non voglio mi siano fatte domande su nulla, per questo ho deciso di rientrare oggi a scuola, perché non ho voluto fare tante assenze, che avrebbero creato un sospetto.
La prof si siede nella cattedra e apre il suo registro delle interrogazioni, abbasso lo sguardo e mi rendo conto che non ho aperto libro.
Non mi è mai accaduto, ho sempre studiato regolare, ma con quello che è successo non ho pensato minimamente alla scuola.
Inoltre non ho manco i libri, perché non sono passata ancora a casa, a prendere le mie cose.
-Oggi interrogo, Kristen Gela, tocca a te-, quanto sono sfigata in una scala da uno a dieci?
Deglutisco
- prof non ho studiato-, tutta la classe si gira a guardarmi meravigliata e io sbuffo.
Non ho mai pronunciato queste parole, perciò tutti sono meravigliati. Mi guardano come se improvvisamente mi fosse spuntata una seconda testa.
La prof alza lo sguardo dal registro e mi guarda come se fossi un'aliena.
- Scusa? E perché no?-, dal tono in cui me lo chiede sembra che io abbia fatto un peccato capitale. Perché non lo chiede anche agli altri in questo modo quasi infastidito?
- Perché non ho potuto-, sento il mio animo riscaldarsi e so che mi sto innervosendo, non posso essere sempre perfetta a scuola, non con la vita privata incasinata che ho.
- Questo non è un motivo, Kristen. Il tuo rendimento sta calando, anche in classe non sei attenta più come una volta-, vorrei gridarle che è la prima volta che sono impreparata e che sono stanca di sentirmi dire quanto sono distratta in classe, ma mi limito a scrollare le spalle.
Rosalie appoggia la sua mano sulla mia coscia, quasi a volermi dare coraggio, e sorrido dentro di me, questo gesto mi dà tanto aiuto.
- Gela, oggi ti metto due. Mi dispiace-, alzo lo sguardo e aggancio il suo, gli occhi neri come la pece mi fissano e io scrollo le spalle con indifferenza.
Mi dispiace che lei mi metta un due alla prima occasione che non sono preparata, ma pazienza, certamente non mi metterò a piangere come il lecchino della classe, che alla vista di un'insufficienza piange come se gli fosse morto un parente.
Ho problemi più importanti che preoccuparmi del mio primo due.
*
Addento il mio panino e Federico sbuffa.
- So che sei una delle più brave della scuola, potevi spiegarle che hai avuto un problema e che non hai potuto studiare per la prima volta-, sottolinea la parola "prima" e io alzo gli occhi al cielo.
Siamo seduti in cortile per la ricreazione, mentre Benji e Rose sono in giro a passeggiare.
Ho raccontato al biondino tutta la storia e lui sembra più infastidito di me, dal comportamento della prof.
Una ragazza bionda si avvicina a noi e saluta Federico.
- Fe', posso parlarti un attimo?-, lui mi guarda quasi a voler chiedermi il permesso e io, nonostante dentro di me senta una strana sensazione diffondersi, annuisco in segno di incoraggiamento.
Lui mi sorride e va via, in compagnia della bionda. Una ragazza da copertina, che non ci mette nulla a far vergognare una come me, con la sua bellezza.
Stringo la mano destra in un pugno, senza accorgermi e appena me ne rendo conto mi rilasso, perché reagisco così?
Cosa mi sta succedendo?
Nota: ciaoo, spero che il capitolo vi piaccia. Aspetto con ansia i vostri commenti, al prossimo, vi adoroo
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