Capitolo 22. Inizio convivenza.

Entriamo dentro casa di Federico e mi guardo intorno, come se fosse la prima volta che ci entro.

Ancora non ci credo che mi sono ribellata a mio padre, che il biondino sa tutto e che mi ha proposto, o meglio costretta, a venire a stare da lui.

Non ha voluto sentire un no come risposta, ho provato a spiegargli che non volevo dare fastidio, ma mi ha spiegato che a casa è sempre da solo, perché sua mamma sta con la sorella per aiutarla con la nipotina, mi ha detto che lui praticamente vive da solo e che io non avrei dato nessun fastidio.

L'idea di vivere con lui mi spaventa, soprattutto dopo che ho pensato di baciarlo, dopo che ho cercato di immaginare il perché.
Durante il viaggio, dall'ospedale a qua, sono stata con lo sguardo fuori dal finestrino a pensare al perché avrei voluto mi baciasse, ma non sono arrivata a nessuna conclusione.

Sono troppo confusa e sbalordita, dalla situazione in cui mi trovo, non sono completamente lucida, non riesco a ragionare in modo oggettivo.

Federico appoggia una mano sulla mia schiena e questo gesto mi riporta sulla terra, procurandomi i brividi, brividi simili a quelli che si provano durante una giornata invernale.

-Kristen, potresti dormire nella stanza degli ospiti, per i vestiti...-, lo interrompo alzando una mano in aria.
- Andrò a prenderli quando mio padre non c'è...-, mi interrompe a sua volta e scuote freneticamente la testa.

- No, non andrai da sola, andremo insieme! Kristen, non dovrai mai più mettere piede in quella casa senza di me-, sorrido automaticamente sentendo il suo tono severo e annuisco.

Mi fa sorridere che si preoccupi così per me, non mi era mai successo, nessun ragazzo mi aveva dato tante attenzioni in vita mia.

- Grazie-, gli sorrido e lui appoggia la sua mano sul mio viso.

- Non ringraziarmi, non con tutto quello che hai passato. Voglio proteggerti e lo so che magari sembro ridicolo, perché nemmeno abbiamo una vera amicizia, nel senso che ci conosciamo da poco e magari ti sembrerà strano...-, sorrido vedendolo imbarazzato e sfrutto il momento per ammirare questo lato del suo carattere che non mi era mai capitato di vedere. È sempre stato sicuro con me, mai titubante, e questo suo lato insicuro lo rende ancora più dolce.

Sorride sbilenco
- stai ridendo di me?-, alzo le mani in segno di innocenza.

- No Federico, sei carino quando sei agitato-, mi rendo di cosa ho detto e sento il sangue affluirmi alle guance e posso scommettere di essere diventata rossa, peggio del fuoco.

Ora è lui quello che scoppia a ridere e io fingo di essermi offesa e metto su un finto broncio.

- Oh la bambina si è imbarazzata-, sbuffo ridacchiando e mi rendo conto come è riuscito a calmarmi.

Non sto piangendo e riesco a non pensare al casino che è successo all'ospedale. Non sto a pensare a quello che sarà nei giorni a venire, vivo attimo per attimo, per ora non penso a nulla, grazie a lui.

Mi accompagna nella camera degli ospiti e poi va a cercarmi degli abiti per farmi stare comoda, io ne approfitto per chiamare Rosalie e le racconto tutto.

Inutile dire che trattiene l'entusiasmo a stento e che è molto più tranquilla per me. Inoltre lei è una fan di Federico, spera ancora che io e il biondino ci mettiamo insieme, cosa che probabilmente si realizzerà solo nei suoi sogni, perché siamo solo amici.

La saluto e Federico torna in camera con una maglietta a maniche lunghe e un paio di pantaloncini suoi, che mi saranno sicuramente lunghissimi, visto la differenza d'altezza tra me e lui.

- Ho trovato questo! Se vuoi farti una doccia, in bagno c'è tutto l'occorrente, gli asciugami sono nel mobile sotto il lavandino e c'è una spugna nuova nel mobile, quello appesa sopra la lavatrice. Poi cos'altro? Ah sì il phone, sempre nel mobile sotto il lavandino, ma nella parte opposta degli asciugami- annuisco ringraziandolo e vado in bagno.

Ho bisogno di una bella doccia rigenerante.

*

Indosso gli abiti di Federico e mi rendo conto che sono impregnati del suo profumo, ma non solo dell'essenza che si spruzza, hanno proprio odore di lui, un profumo unico e particolare.

Sorrido come un'ebete e mi maledico mentalmente.

Mi asciugo i capelli e lo raggiungo in soggiorno.

Vorrei aiutarlo ad apparecchiare, ma quando arrivo è già tutto pronto e il profumino della pizza mi si insinua nel naso, facendomi venire l'acquolina.

- Fede, stai facendo le pizze?-, scoppia a ridere mettendo in risalto i suoi denti bianchi e scuote la testa.

- Fare è un parolone, diciamo che le ho prese dal freezer e le ho messe nel forno-, scoppio a ridere e ci sediamo a tavola, l'uno di fronte all'altra, per aspettare che le pizze siano pronte.

Quando i suoi occhi agganciano i miei, vorrei distogliere lo sguardo, ma sono come ipnotizzata.

-Da quanto andava avanti questa storia?-, so che si riferisce a mio padre dalla serietà con il quale me lo chiede e sapevo anche che questa domanda sarebbe arrivata presto.

Scrollo le spalle e abbasso lo sguardo, per interrompere il contatto visivo, ma lui appoggia la sua mano sulla mia, facendomi rabbrividire, così automaticamente rialzo lo sguardo.

-Kristen...-, capisco che vuole una risposta e annuisco.

- Da anni.- confesso - Mia madre tradì mio padre quando ero piccola, mio padre lo scoprì e inizialmente entrò in depressione, fu un periodo buio, lo ricordo bene, anche se ero piccola. Dopo la depressione ha iniziato a bere e picchiava sia me, che mia madre. Mia mamma non è mai intervenuta a difendermi e oltre a cercare il coraggio per perdonare mio padre, dovevo trovare anche quello per perdonare mia madre. Mi dicevo che magari lei era terrorizzata da mio padre quanto me e che perciò non interveniva. Poi, poco tempo fa, ha deciso di andare via di casa, lasciandomi con lui... E lì ho iniziato a provare qualcosa di molto simile all'odio.-, mi asciugo una lacrima, che mi era scappata, e sento che mi stringe la mano, più forte.

- Non smettere di piangere! Devi sfogarti. Non avere vergogna di me, hai passato anni di merda... Ma ti giuro che è tutto finito-, sorrido e decido di mettere fine a questo momento, non voglio fargli pena.

- Sei diventato la mia guardia del corpo?-, mi guarda intensamente e poi scoppia a ridere, davanti alla mia domanda scherzosa.

Vorrei alzarmi e stringermi a lui, ma il timer del forno, che annuncia che le pizze sono pronte, lo costringono ad alzarsi.

Chissà cosa succederà in questi giorni, in questa "convivenza".

Nota: ciaoo , spero che questo nuovo capitolo sia di vostro gradimento, aspetto con ansia tutti i vostri commenti, grazie di tutte le belle parole che mi scrivete, mi fanno tanto piacere. Al prossimoo💕💕

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