Capitolo 21. Enigma risolto.

Lo sguardo freddo e distante di mio padre colpisce prima me, e poi il mio amico.

Uno sguardo che se potesse ci avrebbe annientato, bruciato come due hamburger che si dimenticano sulla griglia.

-Kristen, andiamo-, stringo la mano di Federico e mio padre serra la mascella con rabbia, come se stesse pensando realmente di farmi fuori.

Non voglio andare con lui, ma sono minorenne e non posso oppormi, se non denunciandolo alla polizia, atto che comporterebbe delle conseguenze importanti.

Federico mi lancia uno sguardo stranito e leggermente sbalordito, devo avere nuovamente la faccia terrorizzata, e lui se n'è accorto, lo so.

Così si mette davanti a me e mi tiene dietro di lui, quasi come se volesse proteggermi.

O ha fatto due più due ed ha già capito tutto, oppure sta cercando di ricollegare tutto.

-Io vorrei capire...- biascica Federico- Che sta succedendo qua?-, non vedo l'espressione di mio padre, ma riesco a immaginare che sia furioso.

-Non ti riguarda.- sbraita mio padre - Fatti da parte moccioso!-, cerco di alzarmi in piedi e mi aggrappo al braccio di Federico per non cadere, mi sento ancora molto debole.

Aggancio lo sguardo di mio padre e lui mi guarda in modo schifato per un attimo, poi torna a fissare Federico in cagnesco. Noto che anche il biondino a sua volta lo sta guardando con aria truce.

- Moccioso? Non sa nulla di me. Non si deve permettere-, mio padre si lascia scappare una risata nervosa, davanti alle parole di Fede, e mi rendo conto che potrebbe risultare uguale alle risate dei più grandi cattivi della storia.

- Senti, sparisci, non voglio mai più vederti-, no, questo no! Non posso permettere che mi allontani anche da lui, non dopo che mi sta privando della felicità, da anni.

Prendo la mano di Federico e mi schiarisco la gola, prima di dargli la notizia.

-Io non tornerò a casa-, cerco di controllare la mia voce, mentre mio padre sgrana gli occhi, ma non è sbalordito, è furioso.

Non gli sono mai andata contro e ancora meno mi sono opposta davanti a qualcun altro.

Si avvicina a noi e senza nemmeno pensare mi stampa uno schiaffo sul viso.

Lascio la mano del biondino e mi tocco la guancia. Agli occhi di Federico potrebbe risultare un gesto normale, tutti i genitori nella loro vita hanno dato uno schiaffo ai propri figli per educarli.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime e Federico, al mio fianco, sussulta.

Agganciamo l'uno lo sguardo dell'altra e vedo i suoi occhi illuminarsi, come se improvvisamente avesse appena capito un teorema fisico complicato.

- Oddio...-, il suo tono leggermente sbalordito mi fa tremare, perché mi rendo conto che ha capito tutto.

Serra le mani in un pugno e le stringe, fino a far diventare bianche le nocche.

Va verso mio padre e gli punta un dito contro
- è stato lei.- sta ancora realizzando tutto, ma il suo tono sta diventando più sicuro e consapevole - È lei che ha fatto finire sua figlia all'ospedale. Non esiste nessun aggressore e lei non è un padre fatto all'antica, è solo una persona di merda-, trasalisco e mio padre rimane a fissarlo con aria truce, senza scomporsi.

- Moccioso, stai oltrepassando il limite, potrei denunciarti per calunnia. Non sai quel che dici, stai dicendo solo stronzate-, pronuncia l'ultima frase con rabbia e io mi avvicino ai due.

Non voglio scoppi un casino, Federico sta per reagire e io non voglio si rovini la fedina penale per mio padre, non ne vale la pena.

-Fede, ti prego lascia stare! Non...-, si gira verso di me e mi trafigge con i suoi occhi chiari.

-Kristen non mentirmi, non sei mai caduta, il ginocchio insanguinato è colpa sua.- indica mio padre e poi continua - Il livido sul viso, non è colpa di tuo cuginetto, non hai preso nessuna pallonata. Dannazione, eri così terrorizzata ogni volta che non riuscivo a capire quale potesse essere la ragione.
La scusa che i tuoi genitori si stavano separando reggeva, ma solo fino a un certo punto. E quando hai strillato a casa mia, non era colpa del film horror che avevamo visto, vedevo il terrore dentro i tuoi occhi!-, finisce di parlare e vedo il suo petto alzarsi e abbassarsi in maniera irregolare perché è arrabbiato.

Penso sia arrabbiato perché non gli ho mai detto nulla e poi ce l'ha con mio padre, per quello che mi ha sempre fatto.

Questo è quello che temevo, con il temperamento che ha non riuscirò a fermarlo, ora che sa tutto. Lui non è come con Rosalie, lei mi ha sempre sostenuta in silenzio, quando le ho detto che non volevo intervenisse, in nessun modo, ha rispettato la mia decisione, ma Federico ha un altro carattere e non lo farà. Non starà con le mani in mano.

Mio padre sbuffa e mi lancia un'occhiataccia
- Kristen muoviti, preparati, dobbiamo andare. Inoltre, ti proibisco di avere a che fare con questo, ha gettato accuse a caso ed è fortunato che non lo denunci-, mi chiedo da quando riesce a ragionare in questo modo, visto che è sempre ubriaco.

Scuoto la testa
- no.- affermo categorica - Non ti ho denunciato alla polizia, ho sostenuto la storia dell'aggressione, proprio come tu volevi, ma non tornerò a casa con te-, mi lancia un'altra occhiata malefica.

- Siamo passati ai ricatti?-, mi inumidisco le labbra e scuoto la testa.

- No, sono solo stanca di fare quella vita-, vorrei usare un tono duro, invece mi si spezza la voce.

Questa situazione mi distrugge. Dove si è mai visto tutto questo? Non dovrebbe succedere, non è normale.

Lui annuisce schifato
-ok, come ti pare, ma te ne pentirai Kristen, te lo giuro. Te ne farò pentire, sei come tua madre, mi fai schifo-, ci guarda un'ultima volta e va via.

Mi appoggio al muro con la schiena e mi sento sfinita, come se avessi appena corso la maratona di New York.

Scoppio a piangere
- e io dove andrò? Anche mia madre non mi vuole, io...-, Federico si avvicina a me e mi fa stare zitta, appoggiando l'indice sulle mie labbra.

- Ci sono io Kristen, ti ho detto che volevo entrare in questa cosa. Starai da me e non voglio sentire un no come risposta-, vorrei ringraziarlo, ma le parole mi muoiono in bocca.

Lo abbraccio forte e lui mi stringe forte a sé.

- Tranquilla!- sussurra - Penserò a tutto io-, so che intende rivedere mio padre, lo capisco dal suo tono di voce, ma per ora decido di non pensarci.

Sono tra le sue braccia, sono vicino al paradiso.

Nota: ciao spero che questo capitolo vi piaccia!! Aspetto i vostri commenti, al prossimo♥♥

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