Capitolo 2. Rifiutare.

Mi infilo nella doccia e rilasso la mente e il corpo.

La doccia mattutina è l'unico momento in cui ho un po' di relax.

Resto sotto il getto dell'acqua calda per ben venti minuti, poi mi avvolgo nell'asciugamano e vado in camera per prepararmi.

La scuola, anche se per molti è un incubo, per me è l'unico posto dove riesco a distrarmi.

Mi vesto semplice ed esco da casa, prima che mio padre si svegli.

La mattina, quando non è ubriaco, è comunque freddo e si comporta come se non gliene importasse nulla di me, e magari è davvero così.

Dovrei essere arrabbiata con mia madre? Forse dovrei perché non mi difende, ma poi penso che anche lei è sicuramente terrorizzata da mio padre e che non ha sicuramente il coraggio di contraddirlo.

Salgo sul pullman e mi infilo le cuffiette, come mio solito, estraniandomi dal mondo.

Le parole di Gemitaiz rimbombano nelle mie orecchie e in poco tempo mi ritrovo davanti a scuola.

Il pullman ferma la sua corsa davanti all'imponente edificio bianco e giallo e scendo.

Rosalie e io ci incontriamo ogni mattina davanti a scuola. La raggiungo e mi porge una busta bianca di carta.

Ogni giorno mi porta un cornetto alla crema, che prende dal bar dei suoi genitori, perché sa che esco di fretta la mattina, per non incontrare mio padre.

Sarei persa senza di lei.

- Grazie Rose-, le brillano gli occhi verdi e so che sta morendo dalla voglia di dirmi qualcosa.

- Kristen, ho conosciuto un ragazzo, tecnicamente non l'ho conosciuto, gli sono andata addosso mentre giocavo con il cellulare.-, sorrido vedendola così entusiasta.

- Ed è in questa scuola?-, annuisce felice davanti alla mia domanda.

- Sì, l'avevo già visto altre volte, avevo notato fosse un bel ragazzo, ma non ci avevo fatto caso più di tanto, poi però oggi, quando mi ha sorriso, wow...-, scoppio a ridere e in questo momento mi rendo conto che forse potrei fare l'attrice, visto come fingo bene.

Anche se in realtà con Rosalie sto bene, riesco a sorridere sinceramente. Solo con lei.

Ci sediamo all'entrata e ascolto Rose che mi racconta la sua figuraccia con il ragazzo che sembra averle rubato il cuore.

Tengo lo sguardo basso, visto che siamo faccia al sole e, improvvisamente, vedo due piedi davanti a me.

Rosalie mi dà una gomitata nel fianco e io alzo la testa, fino a incrociare gli occhi con il ragazzo di ieri.

Mi ero persino scordata di lui.

- Kristen-, lo saluto con un cenno del capo.

- Federico-, Rose trasalisce e io le rivolgo il mio sguardo, non capendo la sua reazione.

- Vi conoscete?-, mi chiede la mia amica, con aria sbalordita, così io scrollo le spalle.

- Diciamo-, affermo debolmente, non capisco cosa abbia.

Mi afferra il braccio, mi fa alzare e mi porta via, senza lasciarmi il tempo di capire cosa sta succedendo.

Mi trascina nel bagno
- Kristen Gela, lui è il migliore amico del ragazzo a cui ho sbattuto!-, la osservo attentamente e mi rendo conto che è la prima volta che la vedo così agitata per un ragazzo.

Faccio mente locale e cerco di ricordare il nome del ragazzo con cui era ieri notte Federico.

- Per caso si chiama Ben?- lei sgrana gli occhi immediatamente.

- Si chiama Benjamin, lo chiamano Ben, ma tu come lo sai?-, sorrido davanti alla sua impazienza.

- Ieri mi stavo facendo un giro e ho incontrato Federico- spiego - così a caso ha iniziato a parlarmi, poi è arrivato il suo amico e sono tornata a casa-, lei mi guarda a bocca aperta e poi per un attimo torna in sé.

- Kristen, perché eri a fare una passeggiata? Ti ha picchiata?-, sussurra l'ultima frase con un'espressione tra il terrorizzata e l'inorridita.

Sorrido
- va tutto bene, Rose-, lei mi guarda a bocca aperta e scuote la testa in segno di diniego.

- Kris, non puoi continuare così, ti prego, fai qualcosa. Parlane con qualcuno, non può continuare a picchiarti-, forzo un sorriso.

- Sto bene, posso gestirlo. Sta tranquilla!-, lei mi scruta attenta e io le sorrido ancora per convincerla.

Non voglio che capisca come vanno davvero le cose.

Sarebbe capace di dire tutto ai suoi genitori e, nel peggiore dei casi, finirei in una casa famiglia, per colpa di qualche assistente sociale.

Un anno, ancora un anno e sarò maggiorenne, posso resistere fino ad allora, devo.

Sentiamo la campanella, che segna l'inizio delle lezioni, suonare e ci avviamo nella nostra classe.

*

Le lezioni finiscono e, a differenza degli altri, vorrei non finissero mai le cinque ore scolastiche.

Usciamo dalla classe e vedo Federico venirci incontro, con una differenza rispetto a prima, ora è con il suo amico.

Rosalie mi stringe il braccio con ansia e soffoco una risata.

- Kristen, ciao-, sorrido al biondino, mentre il suo amico sorride prima a Rosalie e poi a me.

Questa situazione è imbarazzante.

Perché questo ragazzo da ieri è sempre in mezzo?!

- Posso parlarti?-, rimango spiazzata dalla proposta di Federico e annuisco, lasciando Rose in compagnia di Benjamin.

Inutile dire che mi sta lanciando occhiate di fuoco, per averla lasciata in questa situazione imbarazzante.

Io e il biondino usciamo in giardino
- ti va di darmi il tuo numero di telefono?-, gli rivolgo immediatamente il mio sguardo.

- Ci stai provando con me?-, ride per la mia schiettezza.

- Mi dai il tuo numero?- chiede ancora - Sì o no? È semplice come risposta-, sbuffo.

- Dammi il tuo telefono-, me lo porge e gli segno il mio numero.

Guardo l'orologio e mi rendo conto che si sta facendo tardi, devo andare, se non voglio sentire urla già da quest'ora.

- Io devo andare-, mi tiene il polso e sento una scarica di brividi percorrermi.

Mi tiene stretta e mi impedisce di andare
- perché scappi sempre?-, rido nervosamente.

- Ci incontriamo in orari in cui è normale che io torni a casa, non è che scappo, è normale ripeto-, mi scruta attento e annuisce, togliendo la sua mano dal mio polso.

- Ok, allora ti andrebbe di uscire? Così non dovrai tornare a casa subito dopo avermi rivolto la parola-, sgrano gli occhi e scuoto la testa.

- No, io non posso, mi dispiace!-, mi giro di spalle e corro via.

Lascio perdere l'idea di prendere il pullman e vado a piedi fino a casa.

Non posso uscire con quel ragazzo.

Ricordo ancora un episodio che mi successe qualche anno fa.

La professoressa ci aveva diviso in coppie per una ricerca e io ero capitata in coppia con un ragazzo della mia classe, appena si presentò a casa mio padre lo mandò via, sbraitando.

Ricordo che il giorno dopo quel ragazzo mi ha evitato. Non sa assolutamente nulla della mia vita, ma da quel giorno, mi parla solo ed esclusivamente per lo stretto necessario.

Per colpa di mio padre, per come è stato trattato.

Allora mio padre faceva scenate del genere, mentre ora non se ne frega minimamente di me.

Ma chi mi dice che appena vedrà Federico non gli urlerà contro?

Non posso lasciare che succeda nuovamente, anche perché se si presentasse per un appuntamento sarebbe molto peggio.

Prendo un bel respiro ed entro in casa.

Che abbia inizio il nuovo incubo-giornata.

Nota: ciao, eccomi con il secondo capitolo.
Sono felice di avere già tutte queste visualizzazioniiii, siete l'amore. Adoro tutti i vostri commenti, sono stato molto dolci.
Aspetto con ansia i pareri su questo nuovo capitolino.
Cosa vi aspettate?
Viaaa!
Al prossimo 💕💕

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