Capitolo 14. Ospitata.

Arrivo davanti a casa di Federico e suono subito il campanello.

Non mi importa delle conseguenze, o almeno, in questo momento non riesco a pensare razionalmente.
Federico potrebbe non credermi, o qualsiasi altra cosa, ma sono troppo spaventata per pensare a qualsiasi evenienza.

Il biondino mi appare davanti
- Kristen?!- chiede sbalordito -che ci fai qua?-, scrollo le spalle.

- Ho litigato con i miei genitori-, sgrana gli occhi e si appoggia una mano sul petto.

- Non per colpa mia, vero? Mi dispiace essere andato...-, interrompo il suo giro di parole, immediatamente.

- No, non è colpa tua.- sorrido debolmente - Ho litigato con loro per la questione del divorzio, poi sono caduta e ho sbattuto il ginocchio-, mi indico la gamba e lui sgrana gli occhi meravigliato.

Automaticamente mi sento in colpa del fatto che lo sto facendo preoccupare per me, che lo sto coinvolgendo in tutto ciò.

Mi prende per mano e mi trascina dentro casa sua.

Mi porta al piano di sopra ed entriamo in bagno, dopo di che prende la cassetta del pronto soccorso e mi sorride dolcemente.

Questi suoi sorrisi sinceri mi scaldano il cuore, mi sollevano subito il morale.

-Kristen, alzati i leggings, ti medico il ginocchio-, arrossisco leggermente e faccio come mi ha detto.

Imbeve il cottone di disinfettante e me lo passa leggermente sulla ferita che sanguina appena, ma sta diventando viola.

-Ti faccio male?-, scuoto la testa in segno di negazione, ma quando mi rendo conto che è troppo impegnato a medicarmi e non mi sta guardando decido di parlare.

- No- sussurro - tranquillo-.

Annuisce e mi mette un cerotto e torna a guardarmi
- fatto-, mi risistemo i leggings e gli sorrido, per poi ringraziarlo.

Mi prende nuovamente per mano e i brividi mi percorrono nuovamente, dalla testa ai piedi. Mi conduce di nuovo giù e ci sediamo nel divano.

Aggancia il mio sguardo e si passa la mano sul ciuffo
- ti va di raccontarmi qualcosa?-, sento il cuore accelerare e scrollo le spalle.

- C'è poco da dire, penserai che sono solo una bambina-, scuote la testa e mi guarda serio.

- No. Penso che tu mi stia mentendo, non vuoi dirmi la verità-, rido nervosamente e mi sento a disagio.

- No, ti sbagli. Cosa ti dovrei nascondere?-, fa spallucce, arricciando leggermente le labbra.

- Non ne ho idea, ma è lo stesso motivo che ti impedisce di sorridere sinceramente.-, distolgo lo sguardo e scuoto la testa.

Mi chiedo come faccia a capire tutte queste cose, nemmeno mi conosce realmente, ma capisce quando non sono sincera e quando non non sono serena.

Mi alza il viso con l'indice e mi rendo conto che mi fa male il mento, sicuramente per come mi ha stretto mio padre.

Aggancio lo sguardo del biondino e vedo il suo sguardo scuro. Passa il pollice sul mio mento e trasalisco quanto tocca il punto che mi fa male.

- Kristen, cosa ti è successo?-, ammiro i suoi occhi limpidi e scrollo le spalle.

-Nulla- cerco una scusa valida - avrò sbattuto quando sono caduta-, lui sorride amaramente.

- Stai continuando a mentirmi, perché?-, mi allontano e lui ritrae la mano.

Non voglio dirgli nulla. Non può fingere di credermi? Ok, mi rendo conto che questa situazione non è normale... Ma...

Sento la sua mano posarsi sulla mia guancia interrompendo i miei pensieri
- sei terrorizzata... Cavolo, capisci che è impossibile non capire cosa provi?! I tuoi occhi sono come un libro aperto, e non è una frase fatta-, è l'unica persona che mi abbia mai detto una cosa così.

Mi inumidisco le labbra
- Federico, non dovrei essere qui...-, mi alzo in piedi, ma lui mi fa risedere.

- Ferma, non scappare ancora una volta. Non so cosa ti spaventi tanto, ma io posso aiutarti... Davvero, dovresti fidarti di me-, scruto i suoi occhi e mi viene da sorridere tanto sono speranzosi e sinceri.

Come posso spiegargli che non può fare nulla?! Nessuno può farci nulla e, inoltre, non c'è da preoccuparsi.

Scuoto la testa
- io sto bene, Federico, credimi. -, il sorriso amaro ricompare sul suo viso.

- Non ti credo, ma comunque sono tuo amico e ti starò accanto ugualmente-, sorrido e lo abbraccio come se fosse una cosa naturale.

Lui rimane leggermente interdetto, ma dopo pochi secondi cinge i miei fianchi con le sue braccia e mi sento di nuovo bene, come la prima volta che mi ha stretta.

È come se lui fosse il modo di stare bene... Come fa?

Sciogliamo l'abbraccio e mi sposta i capelli dal viso, mandando scosse elettriche in tutto il mio corpo. Ho i brividi dalla testa ai piedi.

Mi sento arrossire e gli sorrido
- grazie per quello che fai-, scuote la testa.

- Non ho fatto nulla di che! Non ringraziarmi. Gli amici servono a questo-, tutte le parole che pronunciano mi sembrano cariche di dolcezza e mi fanno sentire meglio.

Non so nemmeno dove andare a dormire.

Abbasso lo sguardo e chiedo debolmente
- posso dormire qua?-, lo sento sorridere e alzo lo sguardo.

- Kristen, ti senti sempre a disagio... Siamo amici, ripeto, devi essere schietta, parlami senza problemi. Comunque sì-, sorrido.

-Grazie... A tua madre non darò fastidio?-, si alza e scuote la testa.

- No, non c'è- spiega - dorme da mia sorella per aiutarla con mia nipotina-.

Mi fa gesto di seguirlo e saliamo al piano superiore.

- Come si chiama la tua nipotina?-, chiedo dolcemente, lui mi guarda e mi sorride calorosamente.

- Maira, un giorno te la farò conoscere - annuisco entusiasta ed entriamo in una piccola stanzetta.

- Dormirai qua!- indica il letto - Ora ordiniamo le pizze e poi...-, lo interrompo.

- Non ho pigiama-, annuisce come se non ci avesse pensato fino a questo momento.

- Ti do una mia maglietta, dovrebbe andarti bene-, mi guarda dalla testa ai piedi e arrossisco immediatamente.

Usciamo dalla stanza ed andiamo nuovamente giù.

Chiama la pizzeria e poi si risiede accanto a me
- cosa hai?-, scuoto la testa e interrompo i miei pensieri.

- Ehm... Nulla-, non gli dirò che mi sento a disagio nel mettermi la sua maglietta.

Avvicina la sua bocca al mio orecchio e ridacchia
- non sai mentirmi, parte ottanta-, rido leggermente e poi sento le sue labbra posarsi sulla mia guancia.

Sento i brividi percorrermi e allontana le sue morbide labbra dalla mia pelle.

Mi tocco automaticamente la guancia e lui sorride
- adoro il tuo imbarazzo-, sento le guance andare a fuoco e mi nascondo tra i capelli.

Prevedo una lunga serata.

Nota: Ehii, con grande, grandissimo mio impegno ho pubblicato! Ora aspetto i vostri pareri! Vi adoro , al prossimo 💕💕

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