Capitolo 109. Bisogno d'aiuto.🐞

Non ho fatto altro che pensare a lui, a quello che ha fatto davanti a scuola, per tutto il giorno.

Per un momento, stamattina, mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo, a quando stavamo insieme, e faceva il geloso per ogni ragazzo che mi stava vicino.

Era geloso se uno mi parlava, se mi guardava, anche solo se uno mi respirava accanto. Era geloso di me perché, diceva lui, aveva paura di perdermi.

Ora, però, non può essere geloso, visto che non mi ama più.
Credo che il suo sia solo un comportamento infantile e meschino.

Sì, meschino. Visto che, anche se lui non mi vuole, non accetta che stia con un altro.

Mettiamo in chiaro che io non provo nulla per Marcello ma, anche se fosse il contrario, posso fare quello che mi pare. La vita è mia, devo gestirla io.

Lui non può pretendere che io stia da sola, per dei motivi inspiegabili, mentre lui non fa altro che divertirsi.

Prendo un bel respiro e ricaccio dentro le lacrime.

Comunque è inutile che cerco di negarlo e/o nasconderlo, ancora oggi non riesco ad immaginarmi accanto a qualcuno che non sia lui, ma non per questo accetto che si comporti in modo così egoista, dopo tutto quello che mi ha fatto.

Sento il campanello suonare e sussulto leggermente, visto che non aspetto nessuna visita.

Rosalie ed Elia sono a una serata di gala organizzata dal moro. Marcello, fortunatamente, il martedì a quest'ora va in palestra. Benjamin, invece, solitamente prima di passare mi avverte. Perciò non è nessuno dei miei amici.

Smetto di fare pronostici e apro direttamente la porta, per capire chi è.

Sento il cuore salirmi in gola e la bocca seccarsi, appena incontro gli occhi azzurri più belli che io abbia mai visto.

-Kristen- si guarda intorno, leggermente spaesato - possiamo parlare?-.

Pure da questa distanza riesco a sentire il forte odore di birra e fumo che emana e storco il naso.

-Non capisco perché tu sia qui...- sussurro con agitazione - mi pareva di essere stata chiara, quando ti ho detto di stare lontano dalla mia vita-.

Mi guarda attentamente, ma secondo me non mi sta nemmeno ascoltando, sembra immerso nei suoi pensieri.

Odio sapere che ha guidato ubriaco fino a qua, poteva ammazzarsi. Ma cosa ha in mente? Cosa gli è successo? Perché è diventato così?

Non è questo il ragazzo di cui mi sono innamorata.

-Ti prego.- quasi mi supplica - Fammi entrare, ho bisogno di risposte-.

Ha bisogno di risposte? Lui? E io, invece? Sapesse quante domande mi sono posta quando mi ha lasciata.

Eppure non ho mai trovato risposta a nessuna di loro.

-Entra- mi sposto leggermente dalla porta, per farlo passare - ma ti do cinque minuti-.

Annuisce debolmente e varca la soglia di casa mia, così io chiudo la porta.

Mi sembra strano averlo qua, dopo che l'ho immaginato ( e sognato) mentre tornava da me, tante di quelle volte.

-Allora?- lo incalzo a parlare - Cosa vuoi da me? Perché sei qui? Di che risposte parli?-.

Sospira debolmente e osserva la fotografia appoggiata sopra al mobile dell'ingresso, una foto nostra. L'unica foto che ho lasciato di noi due insieme, in giro per casa.

Non sono riuscita a toglierla, la amo troppo. L'abbiamo scattata il giorno che mi ha regalato l'anello e nei nostri occhi si vede il riflesso dell'amore, siamo proprio raggianti in quella foto.
Mi mordo il labbro nervosamente, ricordando, poi fingo di schiarirmi la gola, per attirare la sua attenzione, visto che si è perso ad osservare quella foto.

Il biondo si riprende e riporta lo sguardo su di me.

-Cosa c'è tra te e Marcello?- chiede stringendo i pugni leggermente -State insieme, per caso?-.

Sussulto e sgrano gli occhi meravigliata. È venuto qua per sapere i cavoli miei? Con quale diritto mi fa una domanda del genere?

-Perchè sei qua?- chiedo quasi urlando -Non ho intenzione di parlare della mia vita con te. Non capisco cosa ti interessi poi, tutto ciò-.

Mi lancia un'occhiataccia e sbuffa urtato.

-Ti ricordo che una volta anche io facevo parte della tua vita.- sbotta -Voglio solo saperlo, non c'è un motivo-.

Sento una fitta al cuore sentendo le sue parole e la rabbia dentro di me si fa ancora più forte.

-E io ti ricordo che sei tu quello che mi ha lasciata!- urlo - Sei tu che si è auto eliminato dalla mia vita-.

Ride nervosamente e vedo i suoi occhi luccicare. È arrabbiato e non riesce a gestire quello che prova e, certamente, tutto l'alcool che ha in circolo non lo aiuta.

-Sei una bambina.- urla a sua volta - Non so nemmeno perché sono qui. Non ti sopporto, dannazione. Mi fai diventare pazzo.-.

Deglutisco rumorosamente e mi vieto di scoppiare a piangere. Non gli darò la soddisfazione di vedere quanto potere ha ancora su di me.

-Sei patetico.- sussurro - Assurdo... Vattene da casa mia-.

Lui scuote la testa in segno di negazione e alza gli occhi al cielo.

Dio, non ha senso litigare con lui. Non stiamo più insieme e, inoltre, non sono neanche sicura che si ricorderà questo discorso domani.

-Io sono patetico? E tu?- ride nervosamente, per poi continuare -Tu no? Benjamin mi ha detto più volte come stavi, dopo che ci siamo lasciati, perché credeva che così avrei cambiato idea. So che nemmeno pronunci più il mio nome. Questo non fa che confermare le mie teorie, sei solo una ragazzina immatura-.

Digrigno i denti per l'urto e mi avvicino a lui, puntandogli un dito contro.

-Tu non sai nulla di tutto quello che ho passato per colpa tua, invece.- sbotto infastidita -Non ti permetto di parlarmi in questo modo. Mi fa schifo come sei diventato, continui a ferirmi gratuitamente e neanche te ne sbatte nulla. Ho capito che non mi ami più, ma ho comunque dei sentimenti, sono un essere umano! Ficcatelo in testa-.

Le lacrime iniziano a grondare dai miei occhi e mi maledico mentalmente, so che ho detto che non avrei pianto, ma in questo momento mi sembra impossibile evitarlo.

Mi fa male il petto e i singhiozzi mi fanno mancare il fiato, sto veramente male. È la colpa è solo sua, ancora.

Il biondino continua a fissarmi, ma non mostra nessuna emozione. I suoi occhi non riflettono nessun tipo di sentimento, è da tempo che riesce a nascondere perfettamente ciò che prova.

Improvvisamente si avvicina a me e appoggia le sue mani sul mio viso, lasciandomi completamente spiazzata.

Una scarica di brividi mi attraversa tutta e mi mordo il labbro inferiore, mentre continuo a piangere.

Fa per annientare la distanza, ma io lo fermo, appoggiandogli le mani sul petto, e gli stampo le mie cinque dita della mano destra sul viso.

-Non ti azzardare.- urlo - Non devi toccarmi. Mi hai appena detto delle cose orribili e poi tenti di baciarmi? È uno scherzo? Non ti lascerò divertire con il mio corpo e con il mio cuore. Continua a portarti a letto le tue amichette, perché io non sono una di loro e non mi faccio usare, seppure ti amo ancora. Esci fuori da qui, non voglio vederti.-.

Mi guarda con un'espressione indecifrabile e poi esce da casa mia, sbattendosi la porta alle spalle con tanta rabbia.

Credeva che ci sarei stata? Seriamente?

Dopo tutto quello che mi ha detto credeva che gli avrei permesso di baciarmi e di fare chissà cos'altro?

Appoggio la schiena al muro e mi lascio scivolare a terra, dove continuo a piangere disperata.

Mi sento vuota. Mi sento stupida. Sta rovinando pure il ricordo che ho del nostro amore. Quel ricordo è una delle poche cose che mi fa andare avanti, non posso permettergli di frantumare tutto.

Afferro il mio telefono dalla tasca e inizio a digitare velocemente un messaggio, ho bisogno di parlare, ho bisogno di sostegno.

~Vieni da me, ho bisogno di te~.

Rileggo velocemente e poi invio.

Ho bisogno d'aiuto.

Nota: ehilà eccomi tornata con un nuovo capitolo! Non mi convince tanto, ma non so perché. Ormai, per me, è diventata abitudine scrivere di notte, visto che durante il giorno non ho minuti liberi. Allora, che mi dite del capitolo? Chi sarà il destinatario del messaggio di Kristen? Commentateee, al prossimo❤

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