Capitolo 10. Pericolo scampato.
L'ultima campanella suona e io e Rosalie ci avviamo insieme all'uscita, non vorrei tornare a casa.
Non desidero altro che raggiungere la maggiore età ed andare via di casa, per conto mio.
In modo tale da dire addio ai pianti giornalieri, al dolore giornaliero, hai colpi giornalieri... Insomma a tutto questo casino che è la mia vita.
Benjamin si avvicina a noi sorridendo e la mia migliore amica si illumina immediatamente.
- Ciao ragazze-, gli sorrido e Rosalie diventa leggermente rossa, mentre lui le stampa un piccolo bacio sulla guancia.
Questi due devono uscire insieme, sono carinissimi.
Mi giro intorno, ma di Federico nessuna traccia.
Magari ci ha ripensato e non vuole essermi amico, dubiterà della mia sanità mentale... Sì, sicuramente.
Sento qualcuno avvicinarsi da dietro e poi la voce del biondino sussurrarmi all'orecchio
- cercavi me?-, arrossisco e scuoto la testa freneticamente.
È possibile che sia così attento a tutto quello che faccio?
Da una parte questa cosa mi lusinga e mi fa sorridere, ma dall'altra parte mi inquieta, non so come comportarmi con lui.
Mi mette in soggezione, in senso buono, credo.
Mi giro verso di lui e gli sorrido
- stai partendo male, Federico! Non si fa aspettare una donna-, scoppia in una fragorosa risata e annuisce.
- Vero, ma io non ti ho dato nessun appuntamento. Mica ci siamo messi d'accordo sull'uscita. Bastava che mi dicessi " Federico io voglio vederti, perché sei stupendo"-, arrossisco e ridacchio per la voce che ha usato per imitare me.
Mi fingo offesa e metto su un finto broncio
- piantala, non parlo così-, sospira teatralmente.
- Lo so, ma non so imitare le persone. Ho poche probabilità di diventare un imitatore-, alzo gli occhi al cielo.
- Ma di fare il pagliaccio no, penso che in questo ambito tu abbia altissime probabilità-, inarca un sopracciglio sentendo la mia risposta.
- Sei irriconoscente, io cerco di far sparire quell'espressione triste dal tuo visino e tu mi tratti in questo modo-, alzo un'altra volta gli occhi al cielo.
- Sì certo, comunque si sta facendo tardi.- dico piano - Io devo andare-.
Vorrei stare ancora a chiacchierare con lui, ma non ho nessuna voglia di subirmi la furia di mio padre, per il mio ritardo.
Saluto Rosalie e Benji e mi allontano seguita da Federico.
La moretta dovrà raccontarmi tutto più tardi, penso che Benjamin le piaccia più di quanto io creda e sappia.
Federico continua a seguirmi e io spero che non voglia accompagnarmi a casa... Ditemi di no.
Sarebbe una catastrofe.
- Mi pedini, Rossi?-, annuisce ridendo.
- Ho la macchina parcheggiata dietro l'angolo, ti do un passaggio-, sussulto sentendolo pronunciare le parole che proprio non volevo sentire e mi fermo in mezzo alla strada.
Cosa succederebbe se arrivassi in macchina con un ragazzo e mio padre mi vedesse? Potrei dire addio al mondo probabilmente.
- No, Federico. A domani-, mi giro di spalle, ma lui mi tiene per il polso e sento la stessa strana sensazione di quando mi ha stretta tra le sue braccia.
- Aspetta Kristen, risparmi tempo e forze, ormai hai perso il pullman, non mi crea disturbo accompagnarti- temo che a mio padre gliene crei più di quanto io sappia.
Scuoto la testa e fingo un sorriso, improvvisamente sento il panico impossessarsi di me
- voglio camminare, davvero, ti ringrazio-.
Mi giro di spalle e inizio a camminare velocemente, senza dargli il tempo di ribattere.
Ho accettato di intraprendere un'amicizia con lui, ma non posso frequentarlo così apertamente.
Non posso frequentare nemmeno Rosalie come vorrei, come fanno tutte le adolescenti. Vorrei uscire con lei ogni sera, a ridere, a fare shopping. Vorrei invitarla a cena a casa, invitarla a dormire. Fare un pigiama party, ma non posso.
La mia adolescenza non esiste.
Quindi il frequentare Federico fuori da scuola, se non raramente per cose importanti, e con una scusa valida, non sarà possibile.
Se un giorno avrò bisogno di lui, dovrò inventarmi una scusa e uscire di casa per andare a comprare qualsiasi cosa mi verrà in mente. O potrò scappare dalla finestra della mia camera.
Ok, devo smetterla di farmi programmi a lungo termine.
Non faccio altro che pensare, per tutto il tragitto, e quando arrivo davanti a casa torno con la testa sulla terra.
Smetto di pensare a come dev'essere avere un fidanzato, uscirci e tutte quelle cose, e torno a fare la donna, quella che si prende cura della casa e subisce in silenzio.
La donna forte... Almeno credo di saperla interpretare... E chissà quanto durerà la mia forza.
Entro dentro casa e sento odore di tabacco.
Odio questo odore e da ieri mio padre ha iniziato a fumare, perciò dovrò subirmelo senza lamentarmi.
Continuo a ripetermi, mentalmente, che manca un anno ancora, e poi potrò scappare da tutto questo, quando mio padre mi appare davanti.
- Ho fame! Preparami il pranzo, sarà compito tuo, visto che quella sgualdrina di tua madre è andata via-, abbasso la testa e faccio per andare in cucina, ma lui mi tiene per i capelli.
Stringo la mascella per il dolore e mi fermo, così lui aggiunge
- rispondimi, non sei un asino-, sento le lacrime fare immediatamente pressione sui miei occhi, ma annuisco.
- Ok, vado a fare il pranzo-, mi lascia i capelli e io corro in cucina.
Inizio a preparare una cosa semplice e in questo momento vorrei essere con Rosalie e Federico, vorrei sorridere.
Cucino la cosa più veloce e gliela servo, in modo tale da potermi congedare immediatamente e chiudermi in camera fino a domani.
Mio padre si siede a tavola e mi lancia uno sguardo schifato, che mi fa venire voglia di piangere, ma allo stesso tempo voglia di ammazzarlo. Cosa che probabilmente non riuscirei mai a fare, in nessun caso.
Sento il campanello suonare e sgrano gli occhi sbalordita.
Non viene mai nessuno a trovarci, avevo anche dimenticato il suono che fa.
Mio padre rimane immobile a mangiare e io vado in soggiorno ad aprire.
Appena spalanco la bocca resto sbalordita nel vedere il biondino, davanti a me.
Che diavolo ci fa qua?
Guardo automaticamente dietro di me e per fortuna non c'è traccia di mio padre, così prendo le chiavi ed esco fuori, chiudendo la porta, in modo tale da ridurre al minimo il rischio che lui senta che c'è Federico.
- Federico che ci fai qua?-, mi sorride e divertito e mi scruta attentamente.
- Ciao anche a te-, ironizzia, porgendomi la mia giacchina beige.
- L'hai dimenticata in classe-, lo osservo attentamente.
- E tu come lo sai?-, sorride dolcemente, vedendo la mia confusione.
- Benjamin mi ha chiamato e mi ha chiesto il perché me ne fossi andato, visto che stamattina l'ho accompagnato io a scuola, perciò dovevo anche riportarlo a casa. Mentre eravamo in cortile un bidello è uscito con la tua giacca in mano e ha chiesto se qualcuno sapeva di chi fosse, mi pareva fosse la tua e, quando Rosalie ha confermato, l'ho presa e ho deciso di portartela qua-, perché dev'essere così carino e gentile con me?
Annuisco comprensiva
- come sai dove vivo?-, sorride imbarazzato e si morde il labbro.
- Rosalie, me l'ha spiegato lei-, annuisco comprensiva.
- Perché continui a guardare dietro?-, mi chiede curioso, così io sbuffo.
- Mio padre è fatto all'antica, sarebbe geloso se sapesse che sto parlando con un ragazzo-, sfoggio il sorriso più falso che ho e ringrazio Dio per avermi dato una bella fantasia, in modo tale da inventarmi queste scuse.
Lui annuisce comprensivo
- allora vado, non voglio metterti nei guai-, sorrido in segno di ringraziamento.
- Ok e grazie -, lo guardo un'ultima volta ed entro dentro velocemente.
Faccio per salire in camera, ma la voce di mio padre mi chiama.
Prendo un bel respiro e vado da lui, con la speranza che non abbia visto e sentito niente.
- Chi era alla porta?-, sento il cuore accelerare e cerco di non mostrare il mio disagio attraverso gli occhi.
- Erano solo i testimoni di Geova-, si alza e indica la tavola con un cenno del capo.
- Sparecchia, io sto uscendo-, sì, a ubriacarti.
Mi rivolge un altro sguardo schifato ed esce dalla cucina.
Rilascio un sospiro di sollievo e ringrazio chiunque ci sia lassù.
Per questa volta l'ho scampata.
Speriamo che mio padre non scopra nulla.
Nota: ciaoo, spero che questo capitolo vi piaccia, oggi è leggermente più lungo. Scusate il ritardo, ma oggi sono stata impegnata. Volevo avvisarvi che ho problemi nei commenti, quindi se rispondo senza faccine , è per questo.
Ora aspetto i vostri pareri, commentateee💕💕💕
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