CAPITOLO 25
MARGHERITA
Quando mi sveglio al mattino Clara è ancora addormentata in fianco a me. Mi alzo, prendo i vestiti che indossavo ieri e vado in bagno a lavarmi. Quando ritorno in camera Clara si sta alzando dal letto.
- Dormito bene?- chiedo.
- Abbastanza
- Sai che russi un po'?
Lei ride- Qualche volta mi capita.
- Non so te, ma io ho fame- dico sentendo la mia pancia che brontola.
- Allora facciamo colazione
Usciamo dalla sua stanza e andiamo in cucina dove scaldiamo il latte.
- Clara, pensavo di andare a trovare i miei oggi e poi mi fermo da loro fino a lunedì. È un problema o vuoi che resti con te un altro giorno?- le chiedo mentre immergo un biscotto al cioccolato nel latte.
- No, per me va bene
- Pensi che tuo papà mi darà un passaggio?
- Certo, quando si sveglia glielo chiedo.
Non appena Clara dice quelle parole lo zio Fede compare in cucina.
- Parli del diavolo- dice Clara.
- Stavate parlando di me?- chiede lui.
- Si- dico.
- Potresti portare Marghe a casa sua? Vuole andare a trovare i suoi.
- Certo, preparati che ti accompagno prima di andare al lavoro- mi dice.
Io e Clara finiamo in fretta di fare colazione e poi andiamo in camera sua. Metto il mio pigiama nello zaino e dico-Sono pronta!
- Marghe, potresti farmi un favore?- mi chiede Clara.
- Certo
- Potresti non dire niente ai tuoi del bambino?
- O bambina, potrebbe essere una femminuccia- le dico.
- Mi piace pensare che sia un maschio.
- Io non dirò niente, ma verranno a saperlo prima o poi.
- Lo so, ma voglio essere io a dirglielo
- Ragazze! Io sto andando- grida lo zio dalla cucina.
- Arrivo!- dico.
- Grazie per avermi aiutato- mi dice Clara.
- A che servono le cugine?- dico sorridendo.
- A tirarmi fuori dai guai.
- Ciao Cla, ci vediamo .
- Ciao- dice abbracciandomi.
LORENZO
- Che ti prende? È da ieri pomeriggio che sei strano- dice Matteo.
-Cosa intendi dire?
- Sei molto nervoso e non riesco a capire il perché!
- Non deve sempre esserci una motivazione a tutto e poi non sono nervoso!
- No, appena
- Piantala di rompere. Ho altri pensieri in testa- sbuffo.
- Non dirmi che stai ancora pensando a quella ragazza! Pensavo che ormai fosse una storia chiusa. L'ultima volta che l'ho vista stava scappando da qui.
- Quella ragazza si chiama Margherita e no, non è una storia chiusa.
- Quindi pensavi a lei?
- Non ti riguarda.
- Ma sono il tuo migliore amico! Devo conoscere tutto quello che ti passa per la testa.
- Quella che hai detto è una grande cazzata.
- Non sono più il tuo migliore amico?
- Certo che lo sei! Ma non per questo devi sapere proprio tutto.
- Ho capito messaggio. Mi faccio i fatti miei.
- Bene, ora non rompere più con sta storia- sbuffo e mi alzo dal divano.
- Dove vai?- chiede Matteo.
- A farmi una doccia- dico e vado in bagno. Apro il rubinetto e mi butto sotto l'acqua prima che si scaldi. Matteo ha ragione: sono strano in questi giorni, ma più che nervoso sono un po' arrabbiato. Quando ieri ho chiamato Margherita e ho scoperto che è a circa trecento chilometri da qui ci sono rimasto male. Ho finalmente deciso che voglio confessarle che la amo. Ma devo aspettare fino a lunedì. Non sono neppure sicuro che lei voglia mettersi con me, mi ha fatto promettere che saremmo stati per sempre solo amici e nient'altro, ma io non ce la faccio. Mi viene in mente un'idea: potrei stupirla con un gesto folle e romantico che le farà capire quanto io tenga a lei.
MARGHERITA
Casa dolce casa penso appena la vedo in lontananza. In questi tre mesi mi è mancato il mio giardino con il dondolo e i due sdraio sul retro, per non parlare della mia camera, il mio dolce rifugio. Non ho detto ai miei che sarei andata a trovarli, voglio fargli una sorpresa. Prendo le chiavi dalla tasca dei jeans ancora prima di scendere dalla macchina dello zio Fede.
- Grazie per il passaggio zio.
- Grazie a te per aver riaccompagnato Clara fino a casa.
- Nessun problema- dico.
- Salutami quello scansafatiche di mio fratello.
- Certo! Ciao zio.
- Ciao.
Scendo dalla macchina e chiudo la portiera. Raggiungo la porta di casa correndo e apro la porta.
- Sono a casa!- dico a voce alta.
- Oh no! Pensavo che saresti tornata il mese prossimo- esclama mio fratello appena mi vede.
- Che c'é? Non sei contento di vedermi?
- Certo, ma in questi mesi ho preso in prestito la tua camera.
- Che cosa hai fatto?- chiedo pensando di aver capito male.
- Ho accumulato lì un po' di roba
- Cosa intendi con un po' di roba?
- Niente di che, qualche chilo di marijuana.
Filippo, vedendo la mia faccia stravolta scoppia a ridere.
- Sto scherzando scema! Non ho messo piede in camera tua e non spaccio droga, sta tranquilla.
- Filo considerati un fratello morto.
Lui ridendo inizia a correre per casa e io lo rincorro finché non lo acciuffo è inizio a fargli il solletico. Filippo ha sedici anni, è un po' più alto di me. Al contrario di me che ho i capelli biondi, i suoi sono neri come la pece perché ha preso dal papà. Siamo sempre andati d'accordo noi due, ma ci piace stuzzicarci a vicenda. Gli faccio il solletico sulla pancia, il suo punto debole. Lui ridendo a crepapelle si butta sul divano e grida-Pietà, smettila ti prego.
- Va bene, hai sofferto abbastanza- dico smettendo di fargli il solletico.
- Grazie- dice rialzandosi.
- E mamma e papà dove sono?
- Papà è al lavoro.
- Giusto.
- E mamma è andata a fare la spesa.
- Un momento, perché tu non sei a scuola?
- Ma come, non ti ricordi che giorno è oggi?
- È il 18 maggio
- E oggi c'è la festa del paese, la scuola chiude sempre.
- Hai ragione, non so come ho fatto a dimenticarmene.
- Sciocca sorellina.
- Guarda che sono nata prima di te.
- Ma io sono comunque più alto.
- Ovvio, sei una ragazzo e i ragazzi sono sempre più alti delle ragazze.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top