Capitolo 81
Raggiungiamo un centro commerciale davvero enorme e il bello è che si trova a pochi minuti dall'appartamento. Lo seguo, fino ad arrivare in un negozio di abbigliamento intimo femminile. Pensavo che venisse qui a New York per consegnare alle fabbriche alimentari e posti vari, non avrei mai immaginato che conoscesse questi negozi. Si avvicina ad una delle ragazze che sta mettendo a posto qualche slip e le chiede qualcosa. Dopodiché arriva un'altra donna, molto elegante, bionda e snella. Voltano lo sguardo verso di me e la cosa mi mette immediatamente in imbarazzo, poi li vedo avvicinarsi.
La donna mi sorride e mi porge la mano «Ciao, io sono Emma Kent, gestisco la Body Beauty Style. Cem mi ha parlato molto bene di te, dice che sei una ragazza in gamba.»
Arrossisco a quel complimento inaspettato e le porgo la mano. «Mi chiamo Emily, la ringrazio per il complimento.»
«Non è certo mio il complimento, tesoro.»
«Ah.» riesco a dire, in imbarazzo.
Che donna altezzosa.
«Questo dovrai dimostrarlo!» aggiunge, squadrandomi dalla testa ai piedi.
È davvero irritante, eppure non aveva la faccia da strega.
«Sì, c-certo...» balbetto.
Mi sta mettendo in soggezione.
«Saprai consigliare le clienti indecise e rassicurarle sui loro fianchi troppo grossi? Riuscirai a mantenere la calma, quando una cliente ti farà sgobbare? Saprai fare tutto questo?» mi guarda con aria di sfida, come se valessi meno di zero.
Brutta strega che non è altro, le dimostrerò che si sbaglia!
«Certo, signora Kent.»
«Emily?» La guardo dritto negli occhi e noto che sono di un colore azzurro chiarissimo. «Signorina!» precisa.
Abbasso la testa dall'imbarazzo per la gaffe.
«Mi scusi... signorina.»
Ho dato per scontato che fosse sposata, visto la sua età avanzata. Non dico che sia vecchia, ma credo abbia almeno quarantacinque anni.
«Sei in prova per una settimana. Dimostrami di saperci fare e il posto sarà tuo! Cominci domani mattina, alle otto in punto!» Annuisco timidamente. «Ricorda, cara Emily, alla BBS lavorano solo le professioniste.»
Perché mi intimidisce così tanto? La signorina Kent, saluta Cem, lui le bacia una mano, dopodiché si allontana da noi.
«Un negozio di intimo?» chiedo a Cem sbalordita.
Non perché non sia abbastanza per me, ma perché mi meraviglia il fatto che lui conosca l'antipatica proprietaria.
«Sì, vedrai che qui ti troverai bene.» Aggrotto le sopracciglia. «Non guardarmi in quel modo, la signorina Kent non è cattiva, esige solo professionalità, vedrai che ti prenderà in simpatia e ti considererà la sua migliore dipendente.»
Certo, come no, è una vecchia strega.
«Non credo che accadrà, mi guardava con astio.»
«Lo fa con tutte le novelline, fidati di me!»
«Va bene, se lo dici tu.» Non posso credere di aver ottenuto una casa e un lavoro il mio primo giorno a New York, è tutto merito di Cem, anche se la proprietaria di quel negozio è scorbutica e non poco, ma ce la metterò tutta e le dimostrerò che ce la posso fare! «Aspetta un attimo...» Cem si blocca all'istante e mi scruta. «Hai parlato a quella donna della mia situazione? Insomma, potrò lavorare di mattina solo fino alla fine di agosto, dopodiché inizierò il college... dovrò seguire i corsi, come farò con il lavoro?»
Questo complica tutto, come farò a seguire i corsi all'università se sarò occupata a lavorare? Ecco che avverto nuovamente quell'ansia, devo respirare in modo calmo, senza agitarmi.
«Non c'è nessun problema, ho spiegato tutta la situazione a Miss Kent, appena inizierai i corsi al college, lavorerai di pomeriggio.»
Mi si illuminano gli occhi. «Grazie.»
Non smetterò mai di farlo.
Allarga le braccia. «Ehi, me lo merito un abbraccio?» Ma sì, che sarà mai un semplice abbraccio tra amici. Gli vado incontro e lo stringo. Cem poggia le mani sulle mie spalle e avvicina il suo viso al mio. Non faccio in tempo a spostarmi che avverto le sue labbra sulle mie. I miei occhi restano aperti, stanno per schizzarmi dalle orbite. Gli do una piccola spinta e mi allontano, guardandolo incredula e poggiando le dita sulle mie labbra. Lui porta una mano dietro la testa e abbassa lo sguardo verso l'asfalto, chiaramente a disagio. «Scusami... io... non so cosa mi sia preso.» Non riesco a rispondergli, sono più imbarazzata di lui, non avrebbe dovuto baciarmi senza che io lo volessi, è stata una mossa troppo azzardata. Dai, non esagerare, è stato solo un bacetto. Questo vuol dire che prova qualcosa per me? Anche Mark ha fatto sesso con te ma non vuol dire che ti ami. E sta un po' zitto! «Emy, scusami.» ripete nuovamente.
«Non... non preoccuparti. Forse meglio se torno in albergo.»
«Certo, ti chiamo subito un taxi. Posso darti una mano con i bagagli?»
«Grazie, ma no. Hai fatto già abbastanza per me.»
«Guarda che lo faccio con piacere.»
«Non preoccuparti, posso cavarmela da sola.» gli porgo un sorriso falso.
Non posso accettare ancora il suo aiuto, la situazione è diventata abbastanza imbarazzante e non voglio che degeneri.
«Come desideri. Allora ci vediamo prima della mia partenza, sai, per salutarci.»
Annuisco, senza dire una parola.
Il mio taxi arriva e Cem, da gentiluomo, mi apre la portiera per permettermi di entrare.
«Grazie.» salgo in macchina e attendo che lo faccia anche lui, ma ciò non accade. «Tu non vieni?»
«No, ho alcune faccende da sbrigare, ci sentiamo stasera.» mi fa un occhiolino e si incammina.
«Hotel Royal.» indico al tassista.
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