Capitolo 62

La luce del sole mi scalda il viso e il mio corpo è in un bagno di sudore. Stringo gli occhi e mi stiracchio per bene, poi mi rendo conto che fino a poco fa era notte fonda. Cacchio! Apro gli occhi di scatto e abbasso lo sguardo sul mio corpo; mi sono addormentata con indosso l'accappatoio. Oddio, mi scoppia la testa e non riesco a ricordare il momento esatto in cui mi sono addormentata e cosa ho combinato ieri... ricordo solo che ero con Mark e abbiamo fatto qualcosa insieme. Mi siedo sul letto e comincio a riflettere; ho bevuto due birre e poi ho fatto una passeggiata sulla spiaggia, poi Mark voleva farmi affondare... no, non è questo, c'è qualcos'altro... aspetta... Cazzarola! Io e Mark abbiamo fatto sesso! Sto per sentirmi male, come mi è saltato in mente? Aspetta, forse si è trattato tutto di un sogno, probabilmente anche adesso sto sognando. No, è successo realmente, mannaggia a me, non dovevo bere in quel modo, che stupida! Mi alzo dal letto e la testa gira. Ho bisogno di un'aspirina, altrimenti non mi riprenderò mai. La cerco in valigia e una volta trovata la predo immediatamente con un sorso d'acqua, dopodiché mi dirigo al balcone, respirando a fondo. Ho commesso un errore madornale, la mia prima volta non doveva essere così, avrei dovuto farlo con qualcuno che mi ama e, soprattutto, da sobria. Perché si è spinto così oltre, era ubriaco anche lui? Cacchio, non me lo ricordo. Adesso cosa accadrà? E se i nostri genitori lo scoprissero? Sarebbe una vera tragedia e passerei per la stupida ragazzina che si è innamorata del fratello e non è riuscita ad averlo. Adesso basta, devo calmarmi, in fondo, la gente fa sesso tutti i giorni, no? Ma cosa dico? Oddio, vorrei sprofondare... Mi comporterò come se niente fosse, è l'unico modo, ecco. D'un tratto, bussano alla porta e l'ansia mi assale. Se fosse lui? Lentamente, raggiungo la porta e la apro, col cuore in gola e con indosso ancora l'accappatoio.

«La colazione, bella signorina.» dice Cem, mentre entra col carrello. Bella signorina? Chi lo ha autorizzato a prendersi tutte queste confidenze? Eppure, sono sempre stata alla larga da lui, insomma, da tutti i ragazzi. Lo hai baciato, stupida. Cosa? No, non è vero, non posso averlo fatto. Cos'altro ho combinato ieri sera? Non riesco a reggermi in piedi, le gambe tremano e la testa fa male, credo proprio che sverrò. «Ehi, va tutto bene?» chiede preoccupato.

«Va tutto... benissimo...» bofonchio e mi lascio cadere fra le sue braccia.

Apro gli occhi in due fessure, la luce dalla finestra mi acceca un po', costringendomi a distogliere lo sguardo alla mia destra, è allora che lo vedo; che cosa diavolo ci fa Mark qui? Era entrato Cem nella mia stanza, non Mark! Sto diventando pazza. Mi metto a sedere di scatto e tiro le lenzuola verso di me, coprendo il mio corpo, anche se sono in accappatoio, ma con lui c'è sempre da preoccuparsi.

«Cosa ci fai qui?» chiedo imbarazzata.

«Sei svenuta e quel tipo delle consegne è venuto a chiamarmi. Hai disturbato il mio sonno!» sbraita.

Che razza di idiota, è così superficiale che pensa soltanto a sé stesso.

«Oh, mi dispiace tanto, non avresti dovuto disturbarti.» rispondo sarcastica e irritata allo stesso tempo.

«Come si fa ad essere così imbranate?»

«Smettila di prendermi in giro, nessuno ti ha obbligato a venire.»

«Ormai è andata così.»

«Puoi anche andartene!»

Non ho bisogno di lui e le sue prediche.

«Sai, ieri sera eri molto affettuosa.» dice beffardo ed io divento color gambero.

Farò finta di non ricordare nulla, è l'unico modo per evitare ulteriori imbarazzi.

«Cosa ti stai inventando, adesso?» cerco di mantenere un tono calmo.

«Non fingere, so bene che qualcosa lo ricordi.»

«Non capisco a cosa ti riferisci.» evito di guardarlo.

Si avvicina di più a me, afferrando le lenzuola e tirandole via.

«Potresti smetterla di coprirti, non c'è nulla che non abbia già visto.» sghignazza, mentre io sprofondo in un imbarazzo assurdo e cerco di coprirmi come meglio posso con l'accappatoio.

«Sei un maniaco!» urlo.

«Eppure, ieri non la pensavi così.» ride, facendomi arrossire di più.

«Ti ripeto, non capisco a cosa ti riferisci...»

«Dimmi, provi ancora dolore?» ritorna serio.

«Di cosa parli?» fingo ancora.

«Sai com'è, quando fai sesso per la prima volta, il giorno dopo avverti ancora un po' di fastidio.»

«E tu cosa ne sai? Mi avevi detto che non eri mai stato con una vergine.» dico tutto d'un fiato, mandando all'aria il mio "fare finta di nulla".

Porto entrambe le mani sulla bocca, lui mi guarda con un sorrisetto beffardo e continua a sghignazzare. Era una trappola e ci sono cascata con tutte le scarpe.

«Sapevo che stavi fingendo. Sai, chi mi prova non mi scorda, anche se è sotto sostanze stupefacenti.»

Che egocentrico, pieno di sé e senza un briciolo di cervello, mi fa una rabbia.

«Invece non ricordo affatto com'è stato, quindi, caro mio, probabilmente non sei stato un granché.» incrocio le braccia al petto e lo guardo con aria di sfida.

«Permettimi di ricordarti com'è stato.» si avvicina, afferrando i miei fianchi e costringendomi a sdraiarmi sotto di lui.

«Che fai, maniaco!»

«Un replay di quello che è accaduto ieri notte.» mi guarda con sfida e... eccitazione?

Peggioro sempre la situazione, ora come scappo?

«Non voglio.» urlo, cercando di ritrarmi.

«So bene che mi vuoi.» dice convinto, mentre si avvicina al mio viso.

«T-ti sbagli.» balbetto. «Tu sei soltanto un essere schifoso.»

«Ah, sì?» Annuisco lentamente, mentre osservo le sue labbra schiuse e il modo in cui le morde, afferrando il piercing tra i denti. Oddio, mi farà impazzire, ma non posso dargliela vinta. «Ieri sera non la pensavi in questo modo.» sussurra suadente.

«Ero ubriaca.» mi affretto a dire.

«Oh, che peccato.» finge di dispiacersi e poi si allontana da me. «Quindi, non ti dispiacerebbe se stasera mi scopassi qualcuna.»

Che grandissimo figlio di... Devo stare calma, sta solo cercando di provocarmi, non lo farà sul serio. Certo, come no. Cazzarola!

«Non me ne frega niente.» rispondo a occhi bassi.

«Perfetto!» sbotta, mentre si tira su e raggiunge la porta. «Addio, ritardata.»

«Addio!» urlo irritata, mentre va fuori dalla mia stanza, sbattendo la porta.

Che sbruffone! Se andrà a letto con un'altra, allora farà lo stesso anche io, tanto ormai il guaio è fatto e mi ha rubato la verginità. Ho davvero pensato che il nostro rapporto fosse cambiato, che ingenua. Non devo più preoccuparmi di lui, non fa altro che tormentarmi e prendermi in giro e adesso ha toccato il fondo. Se penso a quello che ho combinato ieri notte, mi sale un nervoso assurdo. I miei pensieri vengono interrotti dal suono del mio cellulare, lo afferro e guardo lo schermo; è Cindy. Cacchio, ieri non le ho proprio telefonato, sarà arrabbiata?

«Ciao, mamma.» rispondo tranquilla.

«Tesoro, va tutto bene? Non ti ho più sentita.»

«Scusa, ho avuto da fare.»

«Con tuo fratello come va, state diventando amici?»

Certo, abbiamo fatto sesso. No, non credo proprio che voglia sentirsi dire una cosa del genere.

«È tutto uguale.»

«Davvero? Eppure, siete insieme da quattro giorni, com'è possibile?»

«Ognuno se ne sta per conto suo.»

Che bugiarda che sono diventata.

«Allora dovrai essere tu a stargli più vicino.»

Più di quanto abbia già fatto?

«Non ci penso nemmeno!» rispondo convinta.

«Emy, per favore.»

Sbuffo. «E va bene, ci proverò.»

«Vedrai che in questi tre giorni che vi restano, andrà tutto a meraviglia.»

Sì, come no, inventerà qualcos'altro per tormentarmi.

«Chi lo sa...»

«Adesso ti lascio alle tue cose, divertiti.»

«Grazie. Saluta papà.»

«Va bene.»

Riattacco e poggio il cellulare sul comodino. Che cosa assurda, stare più vicino a quel cafone, ovviamente non lo farò mai e fingerò che vada tutto bene quando mia madre me lo chiederà. Sono stufa di sentirmi dire che devo fare un passo nella sua direzione, quando a lui non importa nulla di me, basta così!

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