Capitolo 55

«Ehi, deficiente, svegliati!» la voce di Mark mi risveglia dalla trance.

Ero in trance, oppure dormivo? Non me ne sono resa conto. Lo guardo male, mentre mi rendo conto che l'alba è spuntata e siamo fuori dall'aeroporto. Comincio ad avere il cuore in gola e penso che quest'ansia mi ucciderà. Scendiamo dalla macchina e seguo Cindy all'interno della struttura, mentre Bryan e Mark pensano ai bagagli.

Dopo i vari controlli e il check-in, attendiamo la nostra partenza, seduti su una delle panchine libere. Bryan e Cindy non sono ancora andati via, stanno parlando tra di loro, mentre Mark è intento a giocare con il cellulare. Chissà come andrà a finire questo viaggio, chissà se ne uscirà qualcosa di buono, conoscendolo non credo proprio. Scommetto che non perderà una sola occasione per farmi sentire una nullità, mi deprimerò tutti e sette giorni, me lo sento. Pensa un po' positivo, non hai fatto altro che lamentarti. Sono agitata e poi da quando in qua il mio cervello non mi mette in guardia riguardo Mark? Comincio a pensare che sto diventando pazza. La suoneria del mio cellulare mi riscuote dalla trance in cui ero entrata. Ultimamente mi capita troppo spesso di salire sulle nuvole. Guardo lo schermo, è Sam.

«Sam, ciao.» rispondo come se stessi per andare in guerra.

Mark mi guarda malissimo ed io gli rispondo con una smorfia, allontanandomi il più possibile.

«Emy, come va, sei già partita?»

«Non ancora, manca poco.»

«Io mi sono appena svegliato, mi sto preparando per il primo giorno di lavoro.»

«Buona fortuna.»

«Grazie. Mi dispiace non essere partito con te, davvero.»

«Non preoccuparti, sarà per la prossima volta.»

«Sì, ma volevo starti vicino, sai com'è, pericolo Mark.» ridacchia, contagiando anche me.

Mi rendo conto di non essere sola, mi volto e lo vedo, con le braccia incrociate al petto e un'aria di sfida. Ma perché non si fa i fatti suoi?

«Sam, ci sentiamo dopo, devo riattaccare.»

«Va bene, buon viaggio.»

«Grazie.» riattacco e guardo Mark corrucciata. «Cosa vuoi?»

«Cosa voleva il tuo fidanzatino?»

«Non è il mio fidanzato e poi non sono affari tuoi.» rispondo acida.

Sto per andare via, ma mi afferra per un braccio. «Oh, sì, invece.»

«Senti, è già tanto che devo sopportare di stare una settimana in tua compagnia, non rendermi anche il viaggio difficile.»

«Non preoccuparti, non mi vedrai.»

Alzo un sopracciglio e lo fisso in modo strano, in che senso, non lo vedrò? "Il volo diretto all'aeroporto di Ibrahim Nasir International, parte tra dieci minuti. Invitiamo i gentili passeggeri a salire a bordo, grazie". La voce nell'altoparlante interrompe i miei pensieri e mi mette ancora più ansia. Bene, sta per iniziare il mio incubo peggiore. Io e Mark ci dirigiamo verso l'entrata, accompagnati da Bryan e Cindy.

Dopo gli ultimi saluti, abbracci e baci, siamo dentro l'aereo. Purtroppo mi tocca stare al suo fianco, l'unica cosa positiva è che mi ha lasciato il posto vicino al finestrino. Cos'avranno voluto dire le sue parole di poco fa? Non lo capirò mai. Per mia fortuna, in hotel abbiamo le camere separate, non avrei sopportato di dividerla con lui, Cindy si è contenuta almeno su questo. "L'aereo sta per decollare, si avvisano i gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza." Oh, cacchio, come si allacciano? Cerco di farlo ma con scarsi risultati, allora mi ritrovo le mani di Mark sulla vita. Arrossisco ma poi mi rendo conto che mi sta aiutando.

«Sei talmente stupida che non riesci nemmeno ad allacciare la cintura.» mi prende in giro.

Che cretino, non lo sopporto, non riuscirò mai a sopportarlo. Gli faccio una smorfia e infilo le cuffie nelle orecchie, non voglio avere a che fare con lui. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalla musica. L'aereo decolla, riportandomi alla realtà e senza rendermene conto afferro la sua mano. Mi guarda confuso, però non la ritrae. Gliela lascio immediatamente. Ma cosa mi passa per la testa? Credo proprio che mi farò un sonnellino, il viaggio è abbastanza lungo. Chiudo nuovamente gli occhi, appoggio la testa allo schienale e addio mondo.

La vescica sta per scoppiarmi e quindi sono costretta a svegliarmi. Volto lo sguardo verso Mark, anche lui dorme. Cavolo, ho bisogno del bagno, come farò ad oltrepassarlo senza finirgli addosso? Okay, ce la posso fare, dai. Mi alzo e cerco di oltrepassarlo e fortunatamente ci riesco senza intoppi. Immaginate se gli fossi caduta addosso, avrebbe pensato che sono una maniaca.

Dopo aver fatto pipì, esco dal bagno e ritorno al mio posto. Ed ecco che si presenta il solito problema. Cerco di fare come prima, ma stavolta non mi riesce bene, inciampo su di lui che si sveglia di colpo.

«Che cosa... stai facendo?» chiede in modo confuso.

«Io... sono inciampata.» mi tiro su immediatamente, con le guance rosse dall'imbarazzo. La gente presente ci sta fissando, che vergogna assurda. Lui abbassa lo sguardo e comincia a ridere. «Smettila, non è divertente.»

Finalmente riesco a sedermi al mio posto.

«Sei così goffa.»

«Tu sei un'idiota! Ora smettila!»

«Okay.» continua a ridere.

Gli sferro un pugno sulla spalla per fargli più male possibile, ma ottengo l'effetto contrario.

«Ahi.» dico, mentre mi tengo il pugno in una mano.

«Che stupida.» ride ancora. Uffa, che nervi. Forse se lo ignoro la smetterà. Dopo pochi istanti si avvicina al mio orecchio ed io sussulto. «Hai mai fatto sesso in aereo?» sussurra. Oddio, è matto. Lo guardo con occhi sgranati, imbarazzandomi di nuovo. Comincio a boccheggiare, senza dargli una risposta. «So bene che sei ancora vergine.»

Mi guardo intorno, per accertarmi che nessuno abbia ascoltato e poi lo afferro per la maglietta. «La smetti di dire certe cose?»

«Perché, ti scandalizza?»

«E poi, come ti viene in mente che io... cioè, che io...»

Perché non riesco a dirlo? Devo sembrargli un'ebete.

«Che sei vergine?» parla tutto tranquillo, mentre io vorrei soltanto sprofondare. «Lo so e basta!» mi guarda malizioso.

Abbasso lo sguardo a terra, non riesco a credere a quello che mi sta dicendo, perché mi imbarazzo così facilmente? Devo stare calma, molto calma. D'un tratto, la sua mano si posa sulla mia coscia nuda e lentamente la fa risalire verso l'estremità dei miei shorts, pronto a sorpassarli. Il respiro mi si blocca in gola, con me la mia forza di fermarlo. "Informiamo i gentili passeggeri che l'aereo sta per atterrare, allacciate le cinture di sicurezza e mantenete la calma". Allontana la mano ed io torno a respirare regolarmente. Fortunatamente siamo arrivati. Stavolta riesco ad allacciare la cintura e attendo che l'aereo atterri. Ho un vuoto allo stomaco, mentre quest'aggeggio si inclina. Oddio, è davvero una sensazione orribile, come se fossi in una giostra. Chiudo gli occhi e spero che passi in fretta.

«Ehi, idiota, siamo atterrati.» mi prende in giro Mark.

Ma il suo vocabolario comprende solo insulti? E poi poco fa stava per toccarmi... è così bipolare.

Siamo in aeroporto e Mark è occupato a recuperare i bagagli, mentre io accendo il mio telefono e subito dopo arriva un messaggio da parte di Tiffany. Ha provato a telefonarmi. La richiamo immediatamente.

«Ehi, sei viva?» chiede ironica.

«Certo.» sghignazzo.

Ancora per poco, ma lo sono.

«Da quanto sei arrivata?»

«Proprio ora.»

«Mark è antipatico come sempre?»

«Sì, che domande.»

«Sai, mi manchi già.»

Quant'è carina.

«Anche tu.»

«Mi raccomando, divertiti e trovati qualcuno da addentare.»

«Sei la solita.»

Ridiamo entrambe.

«Chiamami quando sarai in hotel.»

«Sì, va bene, a dopo.»

Riattacco e ripenso alla sua frase, "Trovati qualcuno da addentare". Quella ragazza non cambierà mai, ma le voglio bene lo stesso. Rido tra me e me come una povera pazza, sperando che nessuno se ne sia accorto.

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