Capitolo 51
«Emy...» sento pronunciare il mio nome per la seconda volta. «Emy, cos'è successo?» la voce calda di Sam mi riporta nel mondo reale. Quand'è che mi sono addormentata? Sono in un bagno di sudore e ho un cerchio alla testa. Da quanto tempo sono qui? Sam mi asciuga la fronte sudata con un fazzoletto. «Pensavo fossi con Mark.»
«Infatti, ero con... l-lui.» balbetto.
«Ti senti bene? Sei pallida.»
«Sì... io... sto bene.» Mark finirà col farmi ammalare sul serio. Da quando ho capito quali sono i miei sentimenti per lui, va sempre peggio. Non avrei dovuto innamorarmi, sapevo benissimo che avrei finito per soffrire, ma il mio stupido cuore ha avuto la meglio sul cervello, ed ora eccomi qui, in questa macchina, dove potevo morire soffocata. «Ho bisogno d'aria.»
Cerco di uscire dalla macchina ma non mi reggo in piedi, allora Sam mi sorregge.
«Ehi, tu non stai affatto bene. Siediti, vado a prenderti qualcosa da bere. Lascia aperta la portiera.» Ritorno a sedermi in macchina e lo aspetto. Non riesco a non pensare alle parole di Mark, è un tormento. Ora sono più che convinta che non cambierà mai atteggiamento nei miei confronti, lui è fatto così e nulla lo farà cambiare, neanche l'amore, ammesso che sia in grado di amare. «Tieni» dice Sam, tornato da me, mentre mi porge dell'acqua fresca e un sacchetto. «bevi, poi mangia.»
Guardo al suo interno e ci trovo un croissant al cioccolato.
«Grazie, ma... non ho fame.»
«Emy, mangia!» ordina, con tono da finto duro.
Gli sorrido dolcemente e il suo sguardo si addolcisce. Perché Mark non è come lui?
«Ti ringrazio.» dico a bassa voce.
«Non ringraziarmi.» Attiva l'aria climatizzata e si siede sul sedile del guidatore. «Così non moriremo di caldo.» ridacchia.
«A proposito, dov'è Tiffany?» gli chiedo titubante.
«È andata via con un tizio.»
«Hai lasciato che andasse via?» chiedo agitata.
«Sì, avrei dovuto impedirglielo?»
«No, solo che... Lascia stare, mi preoccupo inutilmente.»
«È la tua migliore amica, è naturale che tu sia preoccupata, però non devi, quella ragazza ha la testa sulle spalle.»
«Già, lei sì.» dico amaramente.
«Come ti senti?»
«Molto meglio, grazie a te.»
«Sei pronta per tornare a casa?»
«Sì.»
Mette in moto e parte, mentre io cerco di mangiare il croissant. Credo che non vedrò Mark prima di domani, ora sono le tre di notte e starà dormendo. Ce la metterò tutta per ignorarlo, non intendo rivolgergli parola e non permetterò che mi calpesti ancora.
Durante il tragitto gli ho raccontato cosa fosse successo, scoprendo che Mark l'aveva già messo al corrente, la cosa mi ha un po' spizzata, dato che non sopporta affatto Sam. Non ho fatto domande al riguardo, non avevo voglia di sentire altro su di lui, per questa notte ne ho avuto abbastanza.
Appena entrata in casa, mi sono liberata di queste dannate scarpe e i piedi al contatto con il legno hanno trovato sollievo. Chiudo gli occhi per alcuni secondi e quando li riapro sobbalzo. Davanti a me, poggiato allo stipite della porta della cucina, c'è Mark; indossa solo un paio di boxer neri e mi fissa in modo strano. Cacchio, pensavo stesse dormendo, non avrei voluto incontrarlo. Ricorda cosa ti sei promessa prima in macchina. Sì, lo ignorerò! Gli passo davanti, senza degnargli di uno sguardo, ma mi afferra per un braccio, costringendomi a voltarmi nella sua direzione. Come non detto. I nostri occhi si incontrano e dentro di me ritorna a farsi sentire quella meravigliosa sensazione. Avevi detto che l'avresti ignorato. Sì, ma se lui fa così diventa estremamente difficile.
«Come mai sei tornata così tardi?» chiede a bassa voce. Non credo siano affari suoi, dopotutto è colpa sua se sono tornata a quest'ora, è sempre stata colpa sua, anche quando non c'entrava. «Watson ti ha trattenuta?»
Che arrogante.
«Queste non sono cose che ti riguardano!» mi libero in malo modo dalla sua presa. Mi guarda male, sembra non aver gradito la mia risposta. Ritorna ad afferrarmi, fino a sbattermi contro la parete dietro di me. «Smettila, mi fai male.»
«Rispondi alla mia domanda, Emily!»
«Ma cosa vuoi, sei ubriaco?»
L'ho detto a voce troppo alta, spero solo che Bryan e Cindy non si siano svegliati. Mark volta lo sguardo verso le scale, dopodiché ritorna a fissarmi.
«Non cambiare argomento!» ringhia a denti stretti.
Cacchio, è arrabbiato sul serio, anche se non ne ha motivo, ma lui è sempre irritato, no?
«Cosi rischi di svegliare mamma e papà.» gli dico a voce bassa.
Mi guarda malissimo, non si aspettava che gli dicessi mamma e papà. Non mi importa di ciò che pensa, loro sono i miei genitori, che gli piaccia o no.
«Non accetto che li chiami in quel modo!» sbraita.
«Ma perché? Loro mi hanno cresciuta.»
«Perché no!»
Uffa, che bambino, mi ha davvero stancata. Cerco di liberarmi dalla sua presa, ma non me lo permette, stringendo più forte, poi afferra il mio viso tra le mani e mi bacia. Cacchio! Di nuovo. Dovrei respingerlo e invece sono qui a farmi torturare ancora una volta. Avvolgo le mie braccia intorno al suo collo e lui mi solleva da terra, portandomi sul divano in soggiorno. Mi schiaccia con il suo corpo, mentre le sue labbra mi assaggiano. D'un tratto fa scorrere una mano lungo la mia coscia e quel gesto mi fa rabbrividire. Scende a baciarmi il collo e la clavicola, non so resistere quando fa così, anche se mi fa arrabbiare, mi fa stare male, mi fa dannare, è con lui che voglio stare. Smette di baciare la mia pelle e ci ritroviamo a guardarci negli occhi. Quello sguardo è così profondo, così bello e credo che voglia comunicare qualcosa. Sospira e poi mi posa dei piccoli baci sulla guancia, fino all'angolo della bocca.
«Voglio farti venire come al ballo.» mi sussurra all'orecchio.
Il mio cuore perde un battito. Non posso credere che ne stia parlando sul serio, ma allora se lo ricorda, mi ha mentito.
«Mark...»
Poggia una mano sulla mia bocca per interrompermi. «Shh, non muoverti.» sussurra.
Avrei voluto chiedergli perché si comporta in questo modo, ma oramai sono persa fra le sue braccia e preda del mio stesso piacere. Mi solleva il vestito, mentre mi bacia il collo e infila una mano nei miei slip, muovendola velocemente. Stringo i pugni ed inarco la schiena. Finirò con l'impazzire se continua così. Soffoco dei gemiti, mentre lui continua a toccarmi senza sosta, baciarmi senza interrompersi. D'improvviso si sposta verso la mia gamba e posso sentire la sua erezione premere su di essa. Ciò mi rende ancora più nervosa ed eccitata. Allora gli faccio lo stesso effetto? Oddio.
«Mark...» sussurro.
Torna a baciarmi sulle labbra, per evitare che parli ancora. Sto per arrivare al limite, non resisterò ancora per molto. Sento le mie gambe tremare e lo vedo sorridere soddisfatto, poi si alza da me, afferrando le mie mani e costringendomi a tirarmi su. Barcollo un po', a causa del tremolio alle gambe, ma lui non mi permette di cadere, tenendomi ben salda.
«Buonanotte.» mi sussurra all'orecchio, dopo essersi accertato che il mio corpo mi sorregga.
Resto in silenzio, mentre vedo che si allontana da me, dirigendosi al piano di sopra. Cosa vorrà dire il suo comportamento? Mi sento così confusa.
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