Capitolo 47

Ho fatto la mia doccia in modo tranquillo, dopodiché ho indossato una canottiera bianca e degli shorts di cotone nero. Nell'attesa che arrivi la mia amica, vado ad asciugarmi i capelli. Esco dalla mia camera e mi dirigo al bagno, ma ovviamente Mark è chiuso di nuovo al suo interno. Ma ci passa la vita? Stavolta non posso attendere, allora decido di bussare. La porta si apre e davanti a me c'è un Mark con indosso soltanto dei boxer neri, un'aria scocciata e il ciuffo ribelle che gli ricade sul viso. Resto a fissarlo, è così perfetto. Ritorna in te, adesso.

«Che vuoi?» chiede con tono acido.

«Ho bisogno del phon.»

Si scosta per farmi entrare. Apro il mobiletto sotto al lavandino e afferro il phon, poi il mio sguardo torna a posarsi su di lui, non riesco a smettere di guardarlo, sto arrossendo.

«Ti serve altro?» chiede, interrompendo i miei pensieri.

Scuoto la testa in senso negativo ed esco dal bagno. Che stupida, avrei potuto evitare di guardarlo come una maniaca, se ne sarà accorto?

Subito dopo aver asciugato i capelli, qualcuno bussa alla porta della mia camera. Poggio il phon sul comodino e vado ad aprire. Davanti a me c'è Tiffany, con un sorriso stampato sul viso, una valigia tra le mani, il trucco in perfetto stato e i capelli in tiro. È perfetta, le manca solo il vestito e deduco che sia in quella valigia.

«Mi fai entrare, oppure resti sulla soglia a fissarmi?»

Sorrido e mi faccio da parte.

«Sei davvero bellissima.»

«Grazie, lo so!» ridiamo entrambe. «Ma tu lo sarai più di me.»

«Non esagerare, non sono più bella di te.»

«Certo che lo sei e non hai bisogno del trucco. Però stasera faremo un'eccezione.» mi guarda con un sorriso beffardo e la cosa non mi piace. Quando fa così non ha mai nulla di buono in testa. Mi poggia due mani sulle spalle per costringermi a sedere sulla poltrona, poggia la valigia ai piedi del letto e comincia a frugare al suo interno. Tira fuori tutti gli abiti e li appende all'armadio, sei in tutto. Cavolo, sono molto belli, anche se troppo corti per i miei gusti. «Okay, cara Emy, la tua vita sta per cambiare.»

La guardo perplessa, ho paura di chiederle cos'ha in mente.

«Tiff...»

Mi poggia un dito sulla bocca per zittirmi. «Sì, so cosa vuoi dirmi. Non preoccuparti, sarai perfetta!»

Volevo dirle di non esagerare col trucco e sembra avermi letto nel pensiero. Annuisco debolmente e mi lascio andare alle sue torture.

Dopo circa un'ora, ha terminato il suo lavoro, così lo chiama lei. Mi ha arricciato anche i capelli e manca soltanto un vestito per completare il tutto. Sto per alzarmi per dare un'occhiata, ma me lo impedisce.

«Ferma! Il mio lavoro non è ancora stato completato!»

«E dai, Tiff, voglio solo dare un'occhiata.» dico con tono di supplica.

«Niente affatto, prima scegliamo il vestito e solo allora potrai ammirarti.» Uffa, a volte è così intransigente. Annuisco senza contraddirla oltre. Sorride e mi mostra i vestiti. «Allora, quale ti piace di più?»

«Be'... sono troppo corti.»

«Emy, tranquilla, tutti coprono il sedere.» sghignazza.

«Divertente. Tu quale hai scelto?»

«Aspetterò che scelga prima tu. Andiamo, datti una mossa.»

«Non lo so.»

«Allora scelgo io per te.»

«No, lo faccio io.» dico agitata.

Mi alzo e mi avvicino ai vestiti. Sono così indecisa, ma non posso impiegarci tutta la serata per la scelta di un vestito. Punto il dito verso un abito qualunque, tanto sono tutti cortissimi.

«Quello? Secondo me, ti sta meglio quest'altro.» mi mostra l'abito.

Be', non ho nulla da dire, è molto bello. Tutto nero, con applicazioni di swarovski dallo scollo a cuore fino a metà busto, abbastanza attillato, ma forse troppo corto. Okay, basta pensarci su. Annuisco e lo provo.

Tiffany mi aiuta a chiudere la zip, poi mi osserva con un sorriso compiaciuto.

«Sembri una Dea.» La solita esagerata. Mi porge delle scarpe decolté nere, con le stesse applicazioni del vestito, presenti solo sul tacco enorme. Credo che staserà mi romperò l'osso del collo. Le afferro titubante e le indosso. Io e lei abbiamo le stesse taglie. Mi fissa e porta una mano sul suo petto, sembra emozionata. «Oddio, Emy, sei stupenda. Stasera, quel coglione di Mark, cadrà ai tuoi piedi, ne sono certa.» Ma cosa dice? «E sono sicura che anche Sam, quando ti vedrà, dimenticherà di essere gay.»

«Dai, smettila... Ora posso guardarmi allo specchio?»

«Certo, devi!» Mi dirigo verso l'armadio, apro un'anta e resto incantata. Non sembro neppure io. Il trucco è perfetto, questo rossetto rosso mi sta benissimo. Non ci posso credere, sono senza parole, i capelli, poi, sono perfettamente arricciati, raccolti da un lato, ricadono sulla spalla. Tiffany è stata grande. «Allora?» chiede speranzosa.

«Tiff... io... non ho parole.»

«Sono felice che ti piaccia. Adesso devo vestirmi.»

Appena Tiffany completa il suo look, bussano alla porta della mia stanza.

«Avanti!» dico.

Cindy entra nella stanza e mi guarda con stupore. «Tesoro, sei bellissima!» mi abbraccia. «Ovviamente, lo sei anche tu.» aggiunge, rivolgendosi a Tiffany. Ormai ha accettato il fatto che io e lei siamo amiche. «Hai visto che bello pure tuo fratello?» Scuoto la testa in senso negativo. Perché dovrebbe importarmi del look di Mark? Sei una bugiarda cronica, Emily Johnson! Non è vero, non mi importa di lui, sono immune al suo fascino esagerato. «Che testa, volevo dirti che Sam è di sotto che ti aspetta e anche lui è davvero sexy.» sghignazza.

«Mamma...» la riprendo in imbarazzo.

Mi posa un bacio sulla fronte e va via.

«Scendiamo anche noi?» chiede Tiffany divertita per le parole di mia madre.

«Impaziente di vedere Sam?»

«Si nota molto?»

«Sì.»

«Dai, andiamo.» mi prende a braccetto e insieme ci dirigiamo fuori dalla camera. Non vedo Mark, sarà ancora al bagno, oppure è già uscito. Non sono affari miei. Piuttosto, devo concentrarmi e camminare con cautela, questi trampolini mi faranno cadere di sicuro.

Arriviamo al piano di sotto, senza incidenti di percorso. Entriamo nel soggiorno, dove Sam mi sta aspettando. È davvero sexy come diceva Cindy, indossa un abito nero, camicia bianca e papillon dello stesso colore dell'abito, gli sta un incanto.

Mi viene incontro e mi da un abbraccio. «Sei bellissima!»

«Grazie, anche tu.»

Si volta verso Tiffany. «Complimenti, stai benissimo.»

«Grazie, anche tu sei un bel figo.» ridacchia.

Guardo Tiffany con occhi sgranati. Nulla la intimidisce, a quanto pare. Be', è di Tiffany che stiamo parlando.

Il locale in cui si terrà il ballo si trova fuori città e spero che non arriveremo in ritardo. Siamo nella macchina di Sam da quasi mezz'ora e non faccio altro che pensare a Mark. L'idea di incontrarlo mi fa venire un nervoso e chissà con chi sarà. Si sarà riconciliato con Ashley? Molto probabilmente sì. Non devo fare altro che ignorarlo e andrà tutto bene. Devo smetterla di rovinarmi la stabilità mentale, sembra che il mio cervello ci trovi gusto nel farmi pensare sempre a Mark. Non è colpa mia se sei innamorata di quell'idiota. Come non detto, il delirio è alle stelle.

«Emy, tesoro?» la voce di Tiffany mi riscuote dai pensieri.

«Che c'è?»

«Sembri assente, va tutto bene?»

«Sì, solo un po' di pensieri.»

«Riguardano Mark?» interviene Sam. Il mio viso diventa paonazzo e non so cosa dire. «Scusa, non volevo metterti in imbarazzo.»

«No, non preoccuparti.»

«Siamo arrivati.» ci informa Tiffany.

Menomale, così la smetterò di pensare. Sam parcheggia la macchina sul retro del locale, scende da essa e viene ad aprirci la portiera. È proprio un gentiluomo.

«Signorina.» dice in modo teatrale, mentre mi porge il suo braccio.

«Grazie.» sorrido, afferrandolo.

Ci dirigiamo all'interno del locale e le luci ci accecano, la musica è assordante ed è già presente metà liceo. Questo posto è enorme, il preside ha avuto una buona idea, il ballo avrebbe dovuto svolgersi nella palestra della scuola, ma poi è stato cambiato tutto all'ultimo momento, hanno ritenuto più opportuno prenotare un locale. Il professore di inglese si avvicina a noi per darci il benvenuto e ci augura di divertirci. Mi guardo introno, non vedo Mark, non sarà ancora arrivato?

«Divertitevi, io me ne vado in giro a disturbare qualcuno.» ironizza Tiffany.

«Se vuoi, puoi restare qui con noi.» aggiunge Sam.

«No, grazie. Voi due siete così noiosi, siete proprio fatti l'uno per l'altra.» sghignazza.

Io e Sam ci guardiamo e scoppiamo in una fragorosa risata. Be', la serata è iniziata nel migliore dei modi. Tiffany si allontana da noi e Sam, con fare teatrale, si inchina davanti a me e mi porge la mano.

«Mi concede questo ballo?»

Non riesco a trattenere una risata, è troppo buffo.

«Certo!» afferro la sua mano e insieme ci dirigiamo in pista.

Gli avvolgo le braccia intorno al collo e lui mi prende in vita. Ci muoviamo lentamente, a ritmo di musica, mentre continuo a guardarmi intorno, alla ricerca di Mark.

«Sei preoccupata?» chiede.

È così evidente? Non sono proprio capace di nascondere i miei stati d'animo, per questo penso che Mark sia stupido a non aver capito cosa provo per lui.

«Preoccupata per cosa?»

«Non per cosa, ma per chi

«Non capisco.» faccio finta di niente.

«Dai, Emy, so benissimo quello che pensi.»

«Ehi, sei una specie di mago?»

Ride di gusto. «No, ma ti conosco bene da sapere che sei preoccupata perché non vedi Mark.»

«Shh... non dirlo.»

«Tranquilla, nessuno se n'è reso conto.»

«E va bene, sono preoccupata. Dov'è, perché non è ancora arrivato?»

«Starà per arrivare, non rammaricarti.» Sì, devo stare calma, lui starà arrivando. Ma poi, cosa vuoi che mi importi? Mark è una nullità nella mia vita. Sono patetica. Il mio sguardo viene attirato da qualcuno che entra nel locale. Quella è Ashley. Subito dietro di lei appare Mark. Mi incanto a guardarlo, è la prima volta che lo vedo vestito in quel modo. È davvero perfetto, una visione stupenda. «Hai visto, è arrivato, e devo dire che sta davvero bene.» Sta davvero bene? Lo squilibrato è la fine del mondo... cioè, voglio dire, è carino. Per un attimo i nostri sguardi si incontrano, ma poi entrambi li distogliamo. «Andiamo al nostro tavolo? Ordino qualcosa da bere, se ti va.»

Annuisco al mio amico e lo seguo. Però mi fa una rabbia, prima dice a quella snob che non vuole più vederla e poi la porta al ballo. Chi lo capisce è bravo. Devo smetterla di pensare a Mark e divertirmi, d'altronde lui farà lo stesso. Sam va a prendere da bere ed io resto a fissare il nulla, seduta al nostro tavolo.

«Emy?» quella voce la conosco troppo bene, alzo lo sguardo e lo vedo.

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