Capitolo 24
Dopo circa dieci minuti, intravediamo la villa di Jake. Il tragitto mi sembrava interminabile e non ho fatto altro che sperare per tutto il tempo che la polizia non arrivasse. È sempre aggressivo e ce l'ha con il mondo intero, mi piacerebbe scoprire il perché.
«Aspettami qui.» dico ad Adam.
Lui annuisce senza fare commenti, allora scendo velocemente dalla macchina e corro verso l'entrata della villa. La porta è già aperta, come la volta precedente, sembra una cosa normale. Varco la soglia e i miei poveri timpani ne risentono, per non parlare della puzza di fumo. È tutto uguale, sembra un disco rotto e mi viene il voltastomaco solo a guardarli. Adesso non è il momento di fare commenti, devo cercare Sam e Mark. Mi guardo intorno, scruto tra i visi di tutti. Più avanti, sulla mia sinistra, c'è un gruppo di persone che batte le mani e urla. Corro verso di loro, facendomi spazio tra la folla. Finalmente lo vedo, sta picchiando qualcuno. Aspetta... ma quello è Jake! Avrei dovuto immaginarlo, ultimamente non vanno per nulla d'accordo, soprattutto dopo quello spiacevole episodio alla mia macchina. Mi faccio coraggio e corro verso il mio fratellastro. Lo afferro da dietro e cerca di liberarsi, ma appena si rende conto che sono io, si blocca.
«Emy...» pronuncia il mio nome.
Sembra spaesato, incredulo che io sia davanti a lui.
«Andiamo via!» dico con tono autoritario.
Si alza e mi segue senza obiettare. Cavolo, aveva ragione Sam, lui mi ascolta sul serio. A proposito, dov'è? Pochi istanti dopo lo vedo riapparire tra la folla, mi fa un occhiolino e un pollice in su. Mark mi prende per mano, un gesto alquanto inaspettato e insieme ci dirigiamo all'uscita.
«Ehi, Johnson! Dove pensi di scappare?» urla Jake alle nostre spalle.
Mark si volta di scatto e cerca di andargli incontro, ma non gli permetto di farlo. «Mark, no, vuole solo provocarti.»
«Vai via con la tua santarellina, che di santo non ha nulla?» sghignazza Jake.
«Prova a ripeterlo se hai il coraggio.» urla Mark.
Oh, cavolo, qui si mette male.
«Sei davvero ridicolo. Sappi che riuscirò nel mio intento, questa è una promessa!»
Mark si libera dalla mia presa e corre verso Jake, gli scaraventa un altro pugno. Cazzarola, è più difficile di quanto credessi.
«Mark, basta!» urlo preoccupata.
Jake è a terra e Mark lo tiene fermo con un piede sul petto. «Tu prova solo a sfiorarla, a toccarla... ed io ti ammazzo!» ringhia minaccioso.
Il mio cuore perde un battito nel sentire quelle parole. Ma poi ritorno lucida. Non sono rivolte a me, quindi perché ho reagito in quel modo? Sentiamo le sirene della polizia e afferro il suo braccio.
«Dobbiamo andare o finiremo nei guai.»
Annuisce e si lascia accompagnare verso la macchina di Adam. È un po' titubante nel guardarla, ma poi si rende conto di chi si tratta e mi guarda malissimo.
«Non salirò in quella macchina.» dice, mentre cerco di trascinarlo.
«La polizia sta arrivando, vuoi essere arrestato?» Tira un lungo sospiro e si arrende. Siamo dentro. È fatta! «Parti!» ordino ad Adam.
Sono davvero arrabbiata, come si fa ad essere così incoscienti? E perché stava litigando con Jake, per una ragazza? Per Ashley? Probabilmente è così, non trovo altre spiegazioni. Mark è sempre stato un tipo geloso, non ha mai sopportato che qualcuno toccasse le sue cose, anche quando misi piede nella sua camera per la prima volta e mi trovò a ficcanasare, fece una scenata pazzesca. Ora non ha senso pensare a quella storia, fa parte del passato ormai.
Adam ci ha accompagnati a casa ed è stato così gentile da non fare domande, anche se ho notato una certa ostilità tra i due. Vorrei tanto chiedergli che rapporti hanno, come mai si conoscono, ma so già che non me ne parlerà mai. Ho accompagnato Mark nella sua stanza, facendo attenzione che Bryan e Cindy non si svegliassero e per nostra fortuna è andata bene, tranne una cosa; Il suo rancore si è riversato su di me, com'è solito fare. Che idiota, se non fosse stato per me, a quest'ora sarebbe dietro le sbarre, e io sono una deficiente, che si preoccupa. Ha rovinato la mia serata, anche se... ammetto che è stato meglio così, non avrei retto un'altra mano di Adam chissà dove per il mio corpo. Mi sento così confusa, non mi era mai capitata una cosa del genere. Devo smetterla di pensare a quei due, non mi fa bene, da oggi in poi basta uscite, devo concentrarmi solo sullo studio. Ho un obiettivo da portare a termine e intendo farcela!
***
Il lunedì arriva sempre troppo velocemente, nonostante non vedessi l'ora di ritornare a scuola per chiedere alcune cose a Tiffany, ma non dormo più bene la notte. Sono ancora scossa per quello che è accaduto sabato notte; Lasciami, stronza! Non toccarmi mai più, hai capito? Ti odio, sei la mia rovina. Questo è stato il ringraziamento per averlo aiutato e accompagnato in camera sua. Era ubriaco e non si reggeva in piedi. Ci sono rimasta male quando mi ha detto quelle parole. Chi crede di essere, litiga con i suoi stupidi amici e poi la disagiata sarei io? Quanto lo detesto, non riusciremo mai ad andare d'accordo.
Ho appena parcheggiato la macchina fuori dal liceo e ora mi dirigo verso Sam.
«Emy, piccola.» mi saluta e mi posa un bacio sulla guancia.
«Ciao, Sam.»
Mi guardo intorno, Tiffany non è ancora arrivata, come sempre. Improvvisamente, Sam afferra il mio viso tra le mani, osservandolo con attenzione.
«Non hai dormito la scorsa notte, vero?» mi chiede preoccupato.
Non posso negarlo, devo avere delle occhiaie da far paura.
«Già.» confermo.
«Problemi con quel teppista di tuo fratello?»
«Fratellastro!» lo correggo. «Sì.» confermo. «L'ho aiutato e lui mi ha ringraziato dicendomi che sono la sua rovina.»
«Oh, Emy, non pensarci, è solo un idiota.» Non ci penso affatto, non mi importa nulla di Mark e di quello che fa. In ogni modo, Sam ha perfettamente ragione, che vada al diavolo. «Entriamo?»
«Veramente, io...» ma poi decido che è meglio non dirgli di Tiffany e lo seguo all'entrata.
Sembra che qui abbiano aperto un circo; Mark insieme alla sua setta, con Ashley la strega che lo tiene ben saldo. Ma lui lo sa che quella ripassa tutti i ragazzi della scuola? Scommetto che l'ha tradito un'infinità di volte. Gli passo di fianco, accompagnata da Sam e ignorandoli. Nessuno di loro ha fatto commenti, il che è davvero molto strano. Non ci devo pensare, me lo sono ripromessa più volte, ho chiuso con loro.
Tiffany non è venuta a scuola neanche oggi e se continua di questo passo le toccherà ripetere nuovamente l'anno. Ho provato a chiamarla più volte, ma ho trovato sempre la segreteria. Spariscono tutti senza una ragione, che strano. Sono un po' preoccupata, anche se sa badare benissimo a sé stessa, molto più di me.
La lezione è quasi finita e non vedo l'ora. Ho bisogno di andare al bagno e sciacquare il viso con dell'acqua fresca, mi sento calda, come se avessi la febbre. Spero di no, non voglio perdere giorni di scuola, almeno non ora che sta per terminare. Il mio cellulare vibra, proprio mentre la campanella suona. Che fortuna. Finalmente si è decisa a farsi via.
«Tiff, che fine hai fatto, ti cerco da ore.» chiedo preoccupata.
«Scusami, ma...» ridacchia. «smettila.»
Ma cosa sta borbottando? Non la capisco.
«Stai bene?»
«Sì, è che sono in compagnia di Danny» ride ancora. «e dai...»
Non so perché mi preoccupo sempre, mentre lei è impegnata a fare sesso con quel tizio.
«Vabbè... telefonami quando avrai finito.» dico seccata e riattacco senza darle il tempo di ribattere.
È davvero incorreggibile! Mi alzo dal mio banco, prendendo tutte le mie cose e vado dritta al bagno. Quando apro la porta, ci trovo Ashley al suo interno e la voglia di tornare indietro avanza dentro di me.
«Ciao, Emy.» mi saluta falsa.
Che faccia tosta.
«Ciao.» rispondo con indifferenza e varco la soglia, quando inciampo sui suoi piedi.
Brutta stronza, l'ha fatto apposta.
«Certo che sei proprio una sfigata!» sghignazza, prendendomi in giro.
Non sopporto quella sua voce da gallina. Aspetta che mi rialzi, stronza e ti faccio vedere io! Ma non faccio in tempo che è già andata via. In questa scuola hanno tutti dei problemi mentali.
Dopo essermi rinfrescata, mi incammino verso il prossimo corso e proprio mentre sto per entrare in aula, qualcuno mi afferra per le palle e mi fa voltare in modo brusco. Incontro i suoi occhi di ghiaccio e un brivido mi attraversa la spina dorsale.
«Sei uscita con Adam Lewis, perché?» mi chiede con tono irritato.
Avevo capito che si conoscessero già. Be', non devo dargli spiegazioni.
«Non credo siano affari tuoi.» rispondo come al solito.
«Ascoltami, ragazzina...»
«No, non voglio!» lo interrompo, coprendomi le orecchie con le mani.
Le afferra prontamente e mi costringe a guardalo. «Adam Lewis non è il tipo adatto a te, è pericoloso.» mi avverte serio.
«Nessuno è più pericoloso di te.» rispondo sarcastica.
«Cazzo, sto parlando sul serio!» ringhia.
Non so perché, ma sembra preoccupato davvero, forse ha ragione su Adam? No, è solo uno dei suoi scherzi, un'altra trovata per farmi sentire sola e a disagio.
«Basta, smettila! Ma cosa vuoi da me? Prima litighi con i tuoi amici per quella snob della tua ragazza, accorro in tuo aiuto, ma mi ringrazi dicendomi cattiverie, poi ora fai finta che ti interessi qualcosa della mia incolumità?»
Sono davvero stufa dei suoi dispetti, non riesco a sopportarlo, basta!
«Idiota! Certo che mi interessa della tua...» fa una piccola pausa. «Cosa? La mia ragazza?»
«Non fare finta di nulla, sto parlando di Ashley.»
«Ashley non è la mia ragazza» sghignazza. Già una volta me lo disse, ma non gli credetti. «è la ragazza che mi porto dietro quando ne ho voglia.» Che cretino superficiale, non si vergogna neanche un po' di usare le ragazze in questo modo? Non che mi importi di Ashley, ma odio i suoi modi di fare. «Hai davvero creduto che io e Ashley stessimo insieme? Eppure mi sembrava di avertelo già detto.» continua a ridere, incrementando ancora di più la mia rabbia.
Adesso lo stendo con uno dei miei pugni. Sto per farlo, ma prevede ogni singola mossa, afferrando il mio polso al volo.
«Sei un... uno...»
Eppure qualcosa doveva venirmi in mente: stupido, rozzo, stronzo, deficiente, idiota. Ma nemmeno un insulto è uscito dalle mie labbra. Mi libero dalla sua presa e corro dritta in classe. Ma cosa mi prende, improvvisamente sono contenta che non sia fidanzato con Ashley. Devo calmarmi, fare dei respiri lunghi e profondi. Mark Johnson non è un mio problema. Ripeti di nuovo: Mark Johnson non è un mio problema!
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