Capitolo 18

La lezione di psicologia è quella che più mi interessa, infatti mi ha distratta dalla questione Mark per ben due ore. Lui non è venuto a scuola, è ancora troppo indolenzito e non riesce a camminare da solo. Certo che è davvero bravo a mentire, se mi fossi trovata nella sua situazione, Cindy non avrebbe mai creduto alle mie parole; Mi hanno scambiata per un'altra. Be', ma io sono io e non credo mi troverò mai in una situazione del genere.

Oggi il professore di chimica è assente e nell'aula c'è un baccano assurdo, e poi sono sola, Tiffany mi ha detto che sarebbe venuta più tardi, rinunciando alla lezione di psicologia, che odia. Ma che senso ha restare qui? Ho un'ora libera e voglio approfittarne per uscire da questo casino. Afferro il mio zaino, mettendolo in spalla e poi esco dall'aula. Comincio a camminare nel corridoio, mentre cerco di telefonare la mia amica. Purtroppo non risponde e ciò significa solo una cosa: si è addormentata. E se tornassi a casa? Ho solo un altro corso da seguire ed è quello di economia. Mentre ci penso, la mia attenzione viene attirata dalla persona di fronte a me. Ashley che mi fissa torva e con le braccia incrociate al petto. Faccio finta di nulla e proseguo per la mia strada, ma la stronza mi blocca, afferrando il mio braccio in maniera troppo forte, facendomi male con le unghie finte da strega che si ritrova.

«Cosa vuoi?» chiedo accigliata, mentre cerco di liberarmi.

«Sfigata del cazzo, non lascerò che tu mi porti via Mark, hai capito?» ringhia a pochi centimetri dal mio viso.

La sua statura è minuta, infatti è più bassina. Cosa le passa per la testa, ma sono tutti matti?

«Non capisco di cosa stai parlando.»

Stringe ancora di più la presa, lasciandomi sfuggire un gemito di dolore.

«Sta lontana da lui, oppure dovrai vedertela con me, hai capito?»

«Lasciami subito.» dico quasi in un sussurro.

«Prima fai la troia con Mark e poi quando vengo ad affrontarti te la fai sotto?»

Sto per scoppiare.

«Ma di cosa stai parlando?» chiedo, cercando di vederci chiaro.

«Lo sai benissimo!»

«No, invece.»

«Ieri pomeriggio sei andata all'appuntamento con Jake e ti sei portata dietro il mio Mark. So bene cos'è successo, loro due si sono presi a botte per colpa tua! Non sei santarellina come mi aspettavo. Ma ti avverto, prova di nuovo a soffiarmelo e tu sei morta!»

Lei ha partecipato al sequestro della mia macchina? Ma era ovvio, no? Conosce ogni dettaglio di quello che è accaduto ieri, ma non il vero motivo per cui Mark e Jake si sono presi a pugni. Credo che non sappia nemmeno che Jake ha chiamato i rinforzi per far picchiare Mark. Questa qui è fuori di testa, per non parlare del fatto che non ragioni. Come fa a pensare che io e Mark stiamo insieme? Cerco di liberarmi dalla sua presa, ma lei stringe ancora di più, provocandomi bruciore con i suoi artigli.

«Ashley, mi fai male.» mi lamento.

«È quello che voglio, farti male!»

«Sei pazza? Io e Mark non stiamo insieme.»

«Non mentirmi, piccola stronza!»

«Non potremmo mai... stare insieme.»

Se non confesserò tutto, non mi lascerà mai andare e non voglio tirarla per i capelli, beccandomi una nota, siamo quasi alla fine dei corsi, ne andrebbe del mio rendimento scolastico. Mi guarda in modo strano, per un momento ho pensato che avrebbe lasciato perdere, ma purtroppo non è così.

«Che cazzo dici?»

«Ti dirò tutto, se mi molli.»

La sua stretta diventa più leggera, fino a mollarmi completamente. Mi guardo i polsi e noto i segni delle sue unghie. Strega!

«Parla!» ordina.

«Io e Mark non potremmo mai stare insieme.»

«Questo lo avevi già detto, stronza!» cerca di darmi addosso ma la blocco con la mano.

«Sì, lasciami finire...» faccio un lungo respiro e parlo tutto d'un fiato: «io e lui siamo fratelli!»

Ashley mi fissa incredula e con gli occhi sgranati. Okay, non ho detto tutta la verità, ma in parte è così.

«Non dire stronzate.» ridacchia nervosa. «Tu e Mark, fratelli? Che battuta.» ride ancora di più.

«Non è una bugia. Non hai mai pensato al fatto che portiamo lo stesso cognome?»

Ritorna seria in un attimo e continua a fissarmi.

«Sì, hai ragione, tu e Mark avete lo stesso cognome. Ma questo non vuol dire niente.» Cavolo, com'è scettica, cosa posso fare, affinché mi creda? So già che questa storia mi creerà molti problemi con Mark, me la farà pagare cara per aver rivelato la verità. La campanella suona, interrompendo il suo sguardo di fuoco. «Per questa volta ti è andata bene, ma non finisce qui!» mi minaccia, mentre va via.

Certo che mi sono cacciata in un bel guaio e adesso cosa farà Mark?

Sono a casa da ben venti minuti, indecisa se raccontare tutto a Mark o aspettare che lo scopra da solo. Per quattro anni ha tenuto nascosto a tutti la nostra situazione familiare e se scoprisse che ho spifferato tutto, andrebbe fuori di testa. Ha sempre detto che sono un'impicciona ed una stupida, che mi detesta, che non avrebbe mai voluto conoscermi e tante altre belle cose che mi fanno male al solo pensiero. Ora quale sarà la sua reazione? Rabbrividisco al solo pensiero. Be', aspetterò che siano i suoi amici a dirglielo, non voglio trovarmi lì mentre lo scoprirà. A quest'ora, Ashley l'avrà raccontato a tutti. Me ne starò chiusa in camera, evitando di incontrarlo. Salgo le scale che conducono di sopra, raggiungo la porta della mia camera, appoggio la mano sulla maniglia per aprirla, quando Mark esce dal bagno. Avrà già saputo ciò che ho combinato?

«Tutto a posto?» gli chiedo, come se nulla fosse.

«Perché non dovrebbe essere tutto a posto?» risponde con il solito tono da arrogante.

Sembra tranquillo, antipatico, ma tranquillo. Meglio così.

«Intendevo, come ti senti?» chiedo, infine.

«Non lo vedi?» indica la stampella che usa per sorreggersi.

«Sì...»

«Allora non fare domande stupide!» sbotta e si chiude in camera sua.

«Maleducato.» dico sottovoce.

Sono le otto di sera, dopo aver cenato ho fatto una doccia e sono tornata a chiudermi in camera. Cindy e Bryan sono di sotto in soggiorno, guardano un film e sono davvero adorabili insieme, sembrano una coppia di adolescenti. Chissà se Mark è venuto al corrente di quello che è successo. Se fosse così l'avrei saputo, vero? Quando si arrabbia fa paura, quel bellissimo viso angelico si trasforma in un viso demoniaco pronto all'attacco. Mi è capitato poche volte di vederlo in quello stato, per mia fortuna, e ovviamente non per colpa mia, ma stavolta riverserà il suo rancore su di me, me lo sento. Mi sdraio sul letto, ancora con indosso l'accappatoio e un'aria primaverile entra dalla finestra, provocandomi un brivido. Alzo gli occhi al soffitto e penso al mio futuro. Dev'essere bello vivere da sola, essere indipendente, visitare nuovi luoghi. Ho sempre amato tutto ciò, anche se non ho mai viaggiato molto. L'unico posto in cui sono stata, è la vacanza a Miami dell'anno scorso, ovviamente con i miei e Mark che faceva dispetti. Nonostante questo, ammetto di non averne un brutto ricordo. Improvvisamente, la porta della mia camera si spalanca violentemente, interrompendo i miei pensieri.

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