Capitolo 14

La lezione è finita e circa dieci minuti fa ho ricevuto un messaggio da Sam, in cui diceva che mi aspettava fuori scuola. Che Tiffany abbia ragione sul suo orientamento sessuale, oppure potrebbe fingere? Ma no, non può essere, Sam è un ragazzo onesto e non mentirebbe mai su una cosa del genere. Raggiungo l'uscita della scuola, sto per scendere il primo gradino, quando vengo immersa da acqua o quasi. Ecco fatto, era un po' che non mi capitava qualcosa di spiacevole. Gli occhi cominciano a prudere e bruciare. Che diavolo c'era in quel liquido? Non riesco ad aprirli, allora li sfrego, peggiorando soltanto la situazione. Maledetto Mark!

«Ehi, stronzetta, piaciuto lo scherzetto?» dice qualcuno davanti a me.

Sembrava essere la voce di Jake.

Oddio, no.

«Che cosa mi avete lanciato addosso?» chiedo preoccupata e con voce tremante.

«Solo dell'acqua e limone, mia cara.»

Siamo sicuri che si tratti solo di quello?

«Ah, e del sale.» aggiunge Ashley, ridendo.

Perfetto, sono tutti qui. Deduco ci sia anche Mark, ma al momento sono cieca e non riesco a capire.

«Ora vieni con noi, ti portiamo a fare un bel giretto.» dice Jake, mentre afferra il mio braccio.

Non mi piace affatto questa situazione, ma dov'è Sam, perché non arriva a salvarmi? Ho paura che le cose possano mettersi molto male. Riesco ad aprire gli occhi, ma la vista è offuscata e il bruciore persiste.

«Lasciami stare.» cerco di liberarmi dalla sua stretta con scarsi risultati.

Tutti intorno a me cominciano a sghignazzare. Dove sei, Mark, perché permetti tutto questo? Jake mi trascina e per poco inciampo in un sasso.

«Sfigata, ma sei una frana.» sbraita qualcun altro alle mie spalle.

Dove mi stanno portando? Cerco di opporre resistenza, ma mi tiene ben salda. Mi lacrimano gli occhi, li sento bollenti.

«Guardatela, sta piangendo!» dice Jake e tutti cominciano a ridere.

Continua a trascinarmi e riesco a vedere il gruppetto intorno a me che ridacchia, ma non distinguo le loro facce. Forse Mark non è qui, non l'ho sentito parlare nemmeno una volta.

«Per favore... dove mi state portando?» chiedo con il cuore in gola.

«Solo sul retro della scuola, farai un bel tuffo nella piscina.» ghigna Jake.

Non so nuotare, vogliono farmi annegare? Sto per sentirmi male, ho il cuore in gola e sto per avere un attacco d'ansia.

«Ma cosa cazzo state facendo?» la voce di Mark alle mie spalle mi ridà speranza.

«Mark, vieni ad aiutarci.» dice Jake.

«Che cosa le avete fatto?» da una spinta a Jake, costringendolo ad allontanarsi da me.

Lui non c'entra niente in tutta questa faccenda? Sembrava sorpreso dal tono di voce.

«Ehi, amico, ma che ti prende?» chiede Jake.

Mark non risponde e mi prende in braccio, spiazzandomi. Non ci posso credere, mi sta aiutando.

«Sei matto? Perché aiuti questa tipa?» chiede Ashley.

Lui non le degna di una risposta e mi porta via con sé.

«M-mi bruciano gli occhi...» balbetto.

«Cazzo.»

Arriviamo a quella che dovrebbe essere la sua macchina, mi fa sedere sui sedili posteriori e si siede accanto a me. Pochi secondi dopo, mi tampona gli occhi con un fazzoletto bagnato d'acqua fresca.

«Hai gli occhi rossi.» dice quasi in un sussurro e sembra dispiaciuto.

Riesco a vederci meglio, ma il bruciore non è sparito. Continua a tamponarmi e mi meraviglia il fatto che abbia un tocco davvero delicato. Non posso credere a quello che sta facendo.

«G-grazie.» gli dico.

Accenna un sorriso, ma poi ritorna immediatamente serio, smettendo di medicarmi.

«Fallo da sola!» sbotta, scendendo dalla macchina.

Cos'ha fatto, perché mi ha lasciata qui? Lo vedo allontanarsi, mentre continuo a togliere i residui di limone e sale dai miei occhi. Naturalmente bruciano ancora un po', ma almeno ci vedo.

Ma dov'è finito quell'idiota? È andato via da almeno un quarto d'ora, non sarà un altro dei suoi dispetti per avergli detto grazie, vero?

Dopo un po' lo vedo arrivare, ma posso notare immediatamente il rossore sul suo viso. Entra in macchina e mette in moto. Mi sporgo verso di lui e noto che ha uno zigomo gonfio. Ha fatto a botte con qualcuno?

«Cosa ti è...»

«Sta zitta!» mi interrompe bruscamente.

«Sta calmo, antipatico!» rispondo irritata.

Perché deve sempre trattarmi in questo modo? Non lo sopporto quando fa così, prima sembrava un altro e ora è tornato il solito. Non ha picchiato Jake, vero? Ma dai, è assurdo, non lo farebbe mai, non per me almeno.

«Hai picchiato qualcuno?» gli chiedo e ovviamente non ricevo risposta.

Okay, meglio se resto zitta.

Durante il tragitto non dice una sola parola e neanche io, anche perché non servirebbe a nulla, è irremovibile e non credo risponderà alle mie domande. Eppure basterebbe un po' di gentilezza, è così difficile? Non capisco perché il suo gruppo di invasati mi abbia fatto una cosa del genere, loro non erano quelli che non muovevano un dito senza ordini? Un branco di scimmioni che segue il proprio padrone, praticamente. Ma lui sarà davvero innocente? Prima o poi ne verrò a capo, per il momento voglio solo godermi questo momento in sua compagnia. È la prima volta che mi accompagna a casa ed è la prima volta che prende le mie difese. Sembra stupido da parte mia ma sono felice. Magari col tempo mi vorrà bene sul serio, chi lo sa.

Mi sono ritrovata nel letto della mia camera, devo essermi addormentata mentre ero in macchina con lui. Non so perché mi sento in imbarazzo al solo pensiero, è soltanto quell'odioso di Mark. I miei pensieri vengono interrotti da un messaggio sul mio cellulare.

Messaggio da Sam: Scusami, Emy, non ho potuto avvisarti che dovevo scappare, avevo il cellulare scarico. Mio cugino ha avuto un incidente. Domani mi farò perdonare, promesso!

Oddio, Sam! Mi ero completamente dimenticata di lui. Mi dispiace per suo cugino, comunque.

Messaggio a Sam: Cos'è successo?

La sua risposta arriva quasi subito.

Messaggio da Sam: Fortunatamente nulla di grave, una distorsione alla gamba. Ci siamo solo spaventati.

Messaggio a Sam: Menomale. Allora ci vediamo domani.

Messaggio da Sam: Sicuro e scusami ancora, per favore.

Certo che lo scuso, dopo Tiffany, è diventato il mio migliore amico e non posso non perdonarlo. Perdonarlo di cosa, poi? Nulla.

È da mezz'ora che non faccio altro che pensare ad oggi, a quello che stava per accadere, se non fosse arrivato Mark avrebbero davvero fatto quello che hanno detto? Non ci voglio nemmeno pensare, sono completamente impazziti e pieni di cattiveria, non li credevo tanto perfidi. Ma poi mi ricordo dell'olio sulle scale e mi ricredo, farebbero questo ed altro. Devo stare molto attenta da oggi in poi, più di quanto non facessi già, ora so che quella gente è cattiva e una parte di me mi dice che Mark è innocente. Allora anche la volta precedente? Non ne ho idea ma stavolta è così. Bussano alla porta della mia camera e ritorno alla realtà.

«Emy, tesoro, vieni a cenare.» dice Cindy con un bel sorriso.

Annuisco e la seguo di sotto, dove trovo Bryan e per mia sorpresa anche Mark. Ha lo sguardo basso sul cibo e ogni tanto mette in bocca un boccone. Mi siedo di fronte a lui e non posso fare a meno di fissare il suo livido sulla guancia. Deve fargli davvero molto male. Adesso smettila di fissarlo o se ne accorgerà.

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