Capitolo 12

Mark? Cosa ci fa qui, non stava dormendo? Volta lo sguardo minaccioso su di me, come suo solito, dopodiché porta via Jake. Intanto Sam è ancora a terra, corro verso di lui e lo aiuto.

«Sam... tu... stai sanguinando.» balbetto nel vederlo.

La vista del sangue mi ha sempre dato la nausea, mi sento male solo nel sentirne l'odore.

«Sto bene, Emy... Prendi la tua amica e portala via da qui.» si tira su.

«Vieni con noi.» lo prego.

«Non preoccuparti per me.» mi sorride.

Infine lascio perdere e riprendo la mia amica, che era caduta seduta sul parquet. Quello che non capisco è, cosa ci faceva Sam con questa gente? Be', ora non è il momento giusto per pensarci. Sorreggo Tiffany che ride da sola, mentre ci dirigiamo verso l'uscita.

Raggiungiamo la mia macchina e la posiziono al suo interno. Farfuglia qualcosa di incomprensibile, ma la ignoro, chiudendo la portiera. Sto per salire in macchina, quando qualcuno me lo impedisce.

«Come ti è saltato in mente di venire qui?» urla Mark, con occhi furenti.

«Lasciami!» ordino.

«Potevi finire nei guai.»

«E a te cosa importa?»

«Sei così stupida!»

«Smettila di darmi addosso!»

«Questi non sono posti per una come te!» Mi ha davvero stancata. Allungo la mano verso il suo viso, pronta a schiaffeggiarlo, però me lo impedisce. «Vattene!» mi ordina e poi si allontana da me.

Quel ragazzo mi fa perdere sempre le staffe e non capisco mai cosa prova davvero, è così bravo a celare quello che ha dentro. Perché è venuto alla festa, mi ha seguita? Basta, non ci devo più pensare.

***

Ieri è stata una lunga notte, quando sono arrivata a casa trascinando Tiffany con me, ho svegliato sia Bryan che Cindy. Non immaginate lo sguardo di Cindy, un misto fra preoccupazione, disgusto e delusione. Le si leggeva in faccia che era incredula per la mia uscita notturna senza avvertire. Non mi porse nemmeno una domanda, si limitò a dire: «Andate a dormire, ne parliamo domani.» So bene di averli delusi, ma l'incolumità di Tiffany era più importante. Ammetto che è stato abbastanza imbarazzante, perché non avevo mai portato a casa un'amica ubriaca. Mi dispiace che sia andata così, però non ho potuto fare altrimenti. Ho rischiato davvero tanto a quella festa, se non fosse arrivato Sam a salvarmi, non so cosa sarebbe potuto accadere. Ancora non mi spiego come mai Mark fosse lì, dato che era addormentato sul divano. Quel ragazzo è pieno di misteri.

Ora sono sul pavimento, nel mio sacco a pelo, sul mio letto c'è Tiffany, è quasi mezzogiorno e non accenna a svegliarsi. Io sono sveglia da ore, ripensando a tutto ciò che è accaduto. Mi alzo e mi dirigo al bagno, apro la porta e vedo il mio fratellastro con indosso solo i boxer. Possibile che debba incontrarlo sempre mezzo nudo? E poi perché non chiude mai a chiave? Sembra che lo faccia apposta a farsi trovare in questo stato.

«Cazzo, quando imparerai a bussare?» sbraita contro di me.

«E tu quando imparerai a chiudere a chiave?»

«Dovresti comunque bussare, idiota!»

«Cafone!» controbatto e il mio sguardo ricade sulle sue parti intime.

Ma cosa sto facendo, devo smetterla. Sento le mie guance andare a fuoco.

«Che c'è, ti scandalizza vedere un ragazzo nudo?» chiede, ghignando.

«S-smettila.» balbetto.

Non vorrei sbagliarmi, ma mi sta guardando con malizia.

Oddio.

«Fuori di qui, prima che finisca male.»

Prima che finisca male. Cosa intende?

«Sei solo un coglione!» sbotto irritata e richiudo la porta.

Che stronzo, lo detesto.

«Tesoro, quella ragazza è ancora in camera tua?» chiede Cindy, alle mie spalle.

«Sì.»

Non sembra essere contenta, anzi, non lo è affatto. Be', non mi importa, Tiffany è mia amica e non avrei mai permesso che le accadesse qualcosa di brutto e lei deve accettarlo.

«Va bene.» risponde, meravigliandomi. «Si ferma a pranzo?»

Sono ancora più stupita, si è rassegnata?

«Sì!» rispondo sorridente.

Annuisce lentamente e va via, lasciandomi tornare dalla mia pazza amica. Si sta svegliando e appena mi vede bofonchia un buongiorno.

«Buongiorno!» ricambio irritata.

«Che cos'hai?» chiede da finta ingenua.

«Davvero non ricordi nulla, Tiff?» Scuote la testa in senso negativo. Mi fa una rabbia, vorrei sapere perché è andata a quella stupida festa, sa benissimo che le feste di Jake e i suoi amici sono un disastro. Tiro un lungo sospiro e inizio a parlare: «Ieri sera mi hai telefonato e dicevi cose senza senso. Ti trovavi ad una delle feste di Jake, non te lo ricordi?»

«Ricordo di essere andata alla festa perché Jake aveva insistito tanto, poi ho bevuto un bicchiere di vodka e non ricordo altro.»

«Hai bevuto un bicchiere di vodka, uno solo?»

«Non me lo ricordo.» ripete.

«Comunque, quando sono venuta a prenderti eri sdraiata sul divano e sembravi una povera pazza strafatta. Sicura di aver solo bevuto?»

«Sì, almeno così ricordo. Cioè, sei venuta a prendermi?» chiede con tono sorpreso.

«Sì.»

«Wow, ti stai sciogliendo, a quanto pare. Brava, la mia piccola Emy.» mi abbraccia e non la respingo.

«Niente affatto, sono stata un'incosciente.»

«In che senso?» chiede accigliata.

«Jake ha cercato di mettermi le mani addosso.»

«Ma...» non sa cosa dire. Non posso di certo biasimarla. «cos'è accaduto, ti ha fatto del male?»

«No, per fortuna è arrivato Sam.»

«Sam Watson? Il finocchio?»

«Sì, però non chiamarlo così, è mio amico.» lo difendo.

«Cosa ci faceva Watson, ad una festa come quella?»

«Non ne ho idea, poi è arrivato il mio fratellastro.»

«Mark?»

«Sì, ne ho solo uno per fortuna.» Scoppiamo entrambe in una fragorosa risata.

Immaginate se Mark avesse avuto un fratello gemello, per me sarebbe stata una vera e propria catastrofe, mi farebbero guerra a vicenda. Oppure uno dei due si fosse schierato dalla mia parte? Devo smetterla di fare questi pensieri assurdi.

«Emy, il pranzo è pronto.» urla Cindy dal piano di sotto. «chiama anche Mark.»

Oh, no, che brutta idea, Mister simpatia, no! Sbuffo e raggiungo la camera di Mark, seguita da Tiffany. Busso alla porta, dato che si lamenta sempre delle mie brutte maniere, ma ovviamente non mi degna di una risposta. Mi chiedo perché perdo tempo. Entro senza chiedere il permesso.

«Ma non capisci che non ti voglio tra i piedi?» mi dice con tono irritato.

«Idiota, il pranzo è pronto!» richiudo la porta, senza dargli il tempo di dibattere.

«Certo che voi due non riuscite proprio ad andare d'accordo.» dice Tiffany divertita.

Sinceramente non ci trovo niente di divertente, è stressante e complicato vivere con uno pieno di problemi come Mark.

«Andiamo a mangiare, che è meglio.»

Tiffany ha voluto che l'accompagnassi a casa, subito dopo aver pranzato. Si sarà sentita a disagio, visto le continue occhiate di Cindy, però non mi ha detto nulla a riguardo. Mi ha promesso che non avrebbe più messo piede ad una delle feste di Jake, ma ovviamente non le ho creduto, le piacciono molto quel tipo di serate. Per quanto riguarda Cindy, non ha più tirato fuori l'argomento di ieri notte e credo che abbia lasciato perdere, meglio così, un problema in meno. Credo proprio che chiamerò Sam, ho bisogno di distrarmi e smettere di pensare a tutta questa situazione, mi sento quasi soffocare tra queste quattro mura.

«Emy, ciao.» risponde quasi subito.

«Ehi, come ti senti?» chiedo, ricordando il brutto pugno che Jake gli ha dato alla festa.

«A parte la faccia dolorante, tutto bene.»

«Mi dispiace, è colpa mia.»

«Niente affatto, non scusarti. Tu come stai?»

«Mah... così.»

«È successo qualcosa?»

«Nulla... Ti va di vederci?» cambio argomento. «Potremmo andare a fare un giro al parco, che so...»

«Sì, va bene. Passo a prenderti tra poco?»

«Perfetto!»

«Però dovrai raccontarmi cos'altro ti ha fatto Mark.» ridacchia.

«E dai, scemo...» fingo una risata.

«A dopo.»

Riattacco e ripongo il cellulare in tasca. Cosa crede che mi abbia fatto? È il solito ragazzino demoniaco pieno di sé e risentimento nei miei confronti. Alzo gli occhi al soffitto e penso, penso e penso. Non riesco a spiegarmi cosa ci facesse Sam alla festa. Credo proprio che glielo chiederò.

Pochi minuti più tardi, la porta della mia camera si spalanca ed entra Mark con sguardo duro.

«Pretendi che quando vengo in camera tua devo bussare e poi entri come un pazzo nella mia?» lo rimprovero irritata.

«Sam Watson è di sotto e rompe!» mi informa.

«Avete qualcosa in comune.» lo rispondo a tono.

«Gli hai raccontato della nostra situazione?» chiede preoccupato.

Ah, già, ecco qual è il problema.

«Sì!» rispondo convinta.

No. Ma questo non glielo confesserò mai. Spero che non si sia fatto vedere o farò una figuraccia con Sam.

Sgrana gli occhi e comincia a boccheggiare, non sapendo cosa dire. Non pensavo che bastasse così poco per togliergli le parole di bocca.

«Che diavolo vuole?» chiede infine.

«Uscire con me, forse?» faccio la smorfiosa per un po'.

«Non dire cazzate.»

«Nessuna cazzata.»

«Non farmi ridere.» ridacchia amaramente.

«Ridi pure, ma fallo lontano dalla porta, perché devo andare.»

Lo oltrepasso, ma non mi permette di proseguire, afferrandomi. «Non vorrai mica uscirci davvero?»

«Uffa, Mark!»

Mi libero dalla sua presa e vado di sotto, dove mi aspetta il bellissimo Sam, un po' malridotto ma pur sempre bello. Cindy mi guarda con aria compiaciuta, Sam deve piacerle tanto, peccato che non conosce il suo orientamento sessuale.

«Ciao.» lo saluto e gli poso un bacio sulla guancia, guadagnandomi un'altra occhiata complice da Cindy.

Ammetto che la situazione mi mette un po' in imbarazzo e non oso immaginare come si comporterà quando mi fidanzerò con qualcuno.

«Andiamo?» chiede Sam, riscuotendomi.

Annuisco e lo prendo a braccetto. Fortunatamente Mark non mi ha seguita o chissà cosa avrebbe fatto, vedendolo.

«Avrò cura di lei.» dice Sam, rivolto a Cindy ed io arrossisco.

Sta fingendo di essere il mio ragazzo?

«Non ho dubbi.» risponde lei sorridente.

«A più tardi, signora.» Sam saluta Cindy molto cordialmente ed usciamo di casa.

Non vedevo l'ora, mi sentivo abbastanza sotto pressione. Salgo sulla sua moto e ripenso al fatto che non ero mai stata con un ragazzo, nonostante i miei diciotto anni. È così imbarazzante.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top